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Chapter 20 - ⭒Delicate balance⭒

Non ero in me.
Ma anche coi sensi offuscati dal vino, ero ben consapevole del gelo che aveva avvolto ogni angolo della stanza dopo le parole di Larimar.

Quel delicato momento di condivisione tra me e Cadmio sembrava essere stato risucchiato via, lasciando dietro di sé solo un freddo disagio.

Quel ragazzo sapeva come smorzare l'atmosfera.

Fui la prima a riprendermi dalla sorpresa.
Con un sorrisetto beffardo, mi girai ad accoglierlo. -Ma che piacere! La cena non è andata come speravi? Ops, forse non dovrei chiedere. È piuttosto chiaro, visto che Hortensia sta apparecchiando solo per noi tre. Niente ragazza soddisfatta da sfamare, eh? -

Larimar aprì la bocca, la risposta pronta per uscire e poi... I suoi occhi si posarono sulla bottiglia a fianco dei sassi.

La bottiglia mezza vuota, aggiungerei. Beh, forse più che mezza vuota, c'era rimasto solo un dito di vino.
Ehi, quella roba dolce era buona! C'era un vago sentore di fiori.

-Il Maitrank era di tuo gradimento? - domandò, per poi accomodarsi davanti alla tavola apparecchiata con il solito portamento rigido appena Hortensia uscì.
-Aye. Davvero delizioso! - confermai con sfacciataggine, alzando la bottiglia quasi vuota.
-Mi fa piacere. Era un'antica ricetta della famiglia di mia madre. -

-Riporta i miei complimenti, allora. -

-Non mi è possibile. Sono morti tutti. Come vedi, abbiamo qualcosa in comune. No, errore mio. Io ho ancora un padre, per lo meno. -

Il suo tono gelido mi paralizzò. Non avrebbe dovuto sorprendermi. Era la stessa reazione a cui avevo assistito qualche giorno prima, dopo la lettura di Harry Potter. La stessa, fredda indifferenza.
Nonostante il nodo che mi si formò in gola, cercai di mascherare il disagio.

Hortensia tornò prima che avessi elaborato una buona risposta e si mise a servirci uno strano brodo dalla consistenza gelatinosa.

La pancia mi si rivoltò.
Forse era il vino bevuto a stomaco vuoto, ma la vista di quel piatto mi nauseava.

-Mi sembra di essere tornata ai vecchi tempi, quando era impossibile trovare il signorino Larimar senza la sua fedele ombra- cinguettò Hortensia, come se non avvertisse il clima teso.
-Hai fatto i nidi di rondine- ruppe finalmente il suo silenzio Cadmio, la voce gracchiante come se avesse un cucchiaio incastrato in gola.
-Esatto! Ha risvegliato la mia nostalgia vederla, caro Cadmio- replicò Hortensia, con un sorriso affettuoso su quel volto segnato dal tempo, prima di uscire di nuovo dalla stanza.

Il ragazzo forzò un sorriso che, tuttavia, non arrivò agli occhi. C'era una ruga di tensione, tra di essi. Era un'espressione molto simile a quella che, per anni, avevo visto sul volto di Roy.
Proprio lì, tra i suoi espressivi occhi color dell'erba verde. Identici in tante cose a quelli del mio fratellino, seppure non nel taglio.
Mi rendevano così malinconica... Il pizzicore delle lacrime, difficili da ricacciare indietro.

-Vuoi che vi lasci altro tempo da soli, Amneris? Mi pare ci siano diverse cose che vuoi condividere con Cadmio... O forse il tuo sguardo è incantato per altri motivi? -

Il tono sprezzante di Larimar mi riportò alla realtà. Non mi ero accorta che Hortensia fosse uscita, ma non mi sfuggii l'occhiata tagliente che Larimar lanciò verso di me, facendo trasparire una sfida difficile da ignorare.

-In effetti- risposi con un ghigno -eravamo a nostro agio prima che tu entrassi a congelare gli animi. -

-No. - intervenne Cadmio, scoccandomi un'occhiata ammonitrice. -La tua presenza non è sgradita, Larimar. Lo sai bene. Stavamo solo condividendo un momento di conforto. -

Qualcosa, nell'espressione di Cadmio, sembrò sciogliere un sottile strato di ghiaccio dalle spalle di Larimar. Il suo volto si contrasse appena, come se la preoccupazione stesse cercando di emergere in superficie. -Si tratta di ciò per cui volevi parlarmi con urgenza? -

-N-no. - balbettò Cadmio, arrossendo.

Sollevai un sopracciglio. Perché adesso si comportava in quel modo?

-Cadmio, mio caro amico, spero tu non ti sia fatto raggirare da questa donna. - mormorò Larimar con gelida calma.
Prego?
Riportai la mia piena attenzione sull'uomo che aveva davvero, in tutta serietà, espresso una frase così sprezzante.

-Questa donna, per sua stessa ammissione, è un'abile manipolatrice. Conosce tecniche che Corniola, anzi, la stessa Turmalin, le invidierebbero. È falsa, pericolosa. -

-Un secondo, Larimar...- tentò di intervenire Cadmio, ma io lo fermai con un gesto della mano.

-Aye, ha ragione- dissi, fingendo la stessa calma di Larimar. -Sono davvero brava a far parlare le persone. Chiacchiere vaghe, interessarsi all'altro, accarezzargli l'ego... Tutto utile quando cerchi di estrapolare informazioni. E in merito alla mia pericolosità...-

La mia mano si mosse prima ancora che il cervello finisse di elaborare l'ordine.
Un gesto veloce del polso e il coltello volò.
Si piantò nel legno della sedia di Larimar, tra il suo collo e la spalla. Il rumore del coltello che colpiva lo schienale riverberò, unico suono nel silenzio che si era creato.

Era stato un movimento preciso, calcolato, affinato da anni di addestramento.

Eppure, per quanto fossi consapevole della mia eccellente precisione, realizzai con un angolino della mente di essere un tantino alticcia, perché un simile gesto era davvero estremo. Anche per me.

Larimar, bisogna dargliene merito, mantenne la sua rigida compostezza. Impassibile, si spostò da un lato solo quel tanto che bastava per osservare il coltello che oscillava ancora accanto a lui.

-Amneris! -

Cadmio si alzò di scatto e la sua esclamazione si confuse con il rumore della sedia che sbatteva a terra al suo movimento repentino.

-Come dicevo- proseguì Larimar con calma glaciale - È pericolosa. Spero che tu non le abbia rivelato confidenze che potrebbero essere usate contro di te. -

Sbuffai. -Ma per favore. Era solo una dimostrazione del fatto che sì, sono pericolosa, ma non sono qui per farvi del male. Altrimenti, avrei già potuto agire. Ma a che scopo? Sono persa in questo mondo. È tutto diverso, estraneo. Dopo la passeggiata di oggi, ne sono ancora più consapevole. For God's sake, non avevate neanche i cervi fino a qualche anno fa! -
-Decenni, in realtà- precisò Larimar.

-Come potete continuare a battibeccare in questo modo? Amneris, hai fatto un gesto di una gravità che non credo tu abbia ben compreso. La violenza è proibita, nella nostra società. Tu non puoi metterti a...-

-Cadmio, gentilmente, torna a sederti- lo interruppe Larimar, mantenendo lo stesso, incredibile, distacco.
-Ma, Larimar...-
-Non preoccuparti- lo zittì il ragazzo. -Non è necessario alterarsi tanto. Ha solo dimostrato la sua vera natura-
-Le Costellazioni interverrebbero in una simile dimostrazione di violenza, Larimar. È inaudito! Amneris, scusati! Avresti potuto fargli davvero male.-

-Non trattarmi come una bambina, Cadmio. Mi scuserò quando lo farà lui. E poi, non era affatto in pericolo! So come si padroneggia una lama. -

Aye, l'angolino della mente che cercavo di zittire con forza continuava a solleticarmi con la consapevolezza di aver commesso un gesto un tantino sconsiderato. Ma no! Non ero io a dovermi scusare per prima!

-Cadmio, mio caro Cadmio, sappiamo entrambi che il divieto viene largamente aggirato da chiunque. Genitori, compagni, persone instabili... Questa donna ha solo mostrato la sua vera natura. È stato un errore accoglierla in questa casa. Tra noi. Ti sei lasciato trasportare troppo. È di bella presenza, come dicevo, un'abile seduttrice. Non ti incolperò certo se ne sei stato ammaliato. Io per primo ho corso il rischio-

-Ed ecco che da Inquinante mi sono appena trasformata nella temibile maga Circe, la mistificatrice!- ridacchiai, in preda all'ilarità per come le cose sembravano star volgendo verso l'assurdo. -Cosa proporresti di fare, quindi? Buttarmi per strada? Sai una cosa, forse me ne vado io. In effetti, mi domando perché sono rimasta qui dopo i tuoi gentili insulti di ieri. Ormai sto bene, ho appreso abbastanza da sapermi orientare. Non ho bisogno di...-
-Aspetta, Amneris...- tentò di fermarmi Cadmio, ma Larimar lo interruppe con un tono secco.

-Non è più il caso di prolungare la sua permanenza qui.-

-D'accordo, facciamo un passo indietro. Non commettiamo azioni avventate. Calmiamoci un attimo. Cos'è accaduto? Non capisco, perché all'improvviso sei così duro, Larimar. È per via del tuo incontro con Corniola? - l'agitazione di Cadmio si rivelava nei movimenti spasmodici delle mani, che prima svolazzavano nell'aria attorno al suo volto, poi artigliavano i ricci, e infine si stringevano in due pugni paralleli lungo i fianchi.

-Quella donna mi ha solo rammentato quanto subdole possano essere certe persone.- replicò, lasciandosi scappare una smorfia disgustata.

-Ah, ora capisco! Una donna ti ha maltrattato e adesso rovesci su di me il tuo disprezzo verso il genere femminile. Mi sembra giusto. Un uomo non può andare in bianco senza provare rancore. Colpa di noi donne, al solito. - mi alzai, in preda a una furia bruciante. - Sapete una cosa? Mi è passata la fame. Non che potrei comunque mangiare questa roba viscida! È davvero il piatto più schifoso che mi sia mai stato servito e ho mangiato spiedini di cavallette, per l'amor di Dio! -

-Fermati un attimo, Amneris, sono certo che Larimar non intendesse questo. Non è necessario che tu te ne vada. Mangia. Prenditi cura di te stessa, almeno-
Mi obbligai a fare dei respiri profondi per calmarmi.
-Lascia che vada. Ha già dimostrato di non essere adeguata alla nostra compagnia. Il minimo che può fare è togliersi dai piedi di sua spontanea volontà. -

-Larimar, taci per favore. Amneris, torna a sederti. Chiariamo la faccenda come degli adulti ragionevoli. Vedere Corniola lo irrita sempre e il fatto che stessi bevendo ha risvegliato...-

-Cadmio, non devi giustificarlo. Capisco che in quanto suo amico sia difficile non prendere le sue parti, ma è evidente che non mi vuole qui e non ho intenzione di imporre la mia presenza più del necessario-

Mi girai, impartendo ai miei movimenti il massimo controllo.

Non gli avrei dato la soddisfazione di vedermi fuggire dalla stanza. Incamerai le emozioni che cercavano di esplodere, quel groviglio che ribolliva nel mio stomaco, trasformandole in un contegno glaciale. Lo stesso distaccato controllo di Larimar.

Raggiunta la soglia, però, mi girai.

-Buonanotte, Cadmio. Mi spiace che la nostra conversazione sia stata interrotta in così malo modo. Sei una persona piacevole e ho apprezzato la tua compagnia-

Il ragazzo aprì la bocca, di sicuro nell'ennesimo tentativo di fermarmi, ma lo ignorai. Mi chiusi in un guscio, i sensi ovattati, forse dall'alcool, forse da altro.

Uscii dalla stanza a passo deciso, ma non svelto.
Dignitoso era la parola che avrei usato.
Non sarei rimasta ad ascoltare quello sprezzante ragazzo insultare me ed il mio genere solo perché non era riuscito a trovare una donna disposta a scaldargli il letto.

E no, non ero ferita dal fatto che si fosse buttato tra le braccia di un'altra solo poche ore dopo il nostro bacio. Anzi, mi segnai di far lo stesso. Non avevo nessuno che mi trattenesse dall'andare a cercarmi un corpo caldo e muscoloso in grado di scacciare gli spiacevoli pensieri che avevano tentato, ancora, di sommergermi.

Cosa avrei fatto adesso? Me ne sarei andata davvero, come avevo minacciato?
Forse era meglio dormirci su.

Aye, una buona notte di sonno era ciò che mi serviva.

Non avevo una valida opzione in cui rifugiarmi, ma non sarei fuggita solo perché quel ragazzo non desiderava la mia presenza. Quella dimora era abbastanza vasta da permetterci di non incontrarci mai, se avessimo voluto.

Cadmio avrebbe trovato per me una sistemazione più adatta; sentivo avrebbe fatto il possibile per aiutarmi. Quel ragazzo era gentile e, forse anche solo per assecondare Larimar, avrebbe trovato un buon compromesso.

Larimar non aveva mai dimostrato di gradire la mia presenta, ma c'era stato un momento in cui avevo creduto di percepire una sottile, quasi impalpabile, connessione tra noi.

Ma quel bacio, quell'errore, aveva infranto ogni cosa.

Oppure ero solo un'illusa. Avevo talmente bisogno di costruire nuovi legami, che avevo frainteso ogni gesto e parola.

Avevo attribuito un significato inesistente a quei pochi sentimenti che pensavo di aver intravisto in Larimar.

Dopotutto, Larimar era sempre stato distante, indifferente, eppure io avevo percepito quella distanza come un muro da abbattere, anziché come il chiaro segnale di un confine invalicabile. Pensavo che, in qualche modo, sarei riuscita a farmi strada oltre il suo freddo distacco.

Tuttavia, non potevo arrendermi alla delusione. Avevo perso troppo, per lasciare che la sua ostilità mi facesse scappare via con la coda tra le gambe.

Avevo appena raggiunto la mia camera, quando mi accorsi del delicato peso nella tasca dei pantaloni.

Infilai la mano e, una volta tirata fuori, la aprii.
Una pietra arancione giaceva nel mezzo del mio palmo. La pietra di sua madre.

⋰∴🌙∴⋱ ANGOLO AUTRICE ⋰∴🌙∴⋱

Sicuramente avrete capito cosa non stava mangiando Amneris... Ebbene sì, una zuppa coi veri nidi di rondine di cui vi ho parlato. Nella realtà, sembra che la preparazione sia lunga diverse ore, ma mi sono permessa una piccola licenza creativa, diciamo...

🤩Altra curiosità: cos'è il Maitrank? Una bevanda tipica della zona del Beglio (zona in cui è ambientata la mia storia). Ho pensato fosse carino creare un legame con il luogo, per quanto distante nel tempo da quello attuale. Si tratta di un vino bianco a cui viene aggiunto un fiore, l'asperula. In origine si aggiungeva questo fiore per attenuare il gusto acido del vino (così come avveniva in altri posti... Pensate che gli antichi romani mettevano l'acqua di mare, varie resine, spezie e molto altro!) Questo fiore sembra avere anche proprietà medicamentose e sembra che la diffusione di questo liquore si debba a questo...
Ad oggi, alcuni aggiungono anche del cognac e dell'arancia al preparato😏

Spero di non avervi annoiato. Io adoro scoprire queste piccoli dettagli! 😄

Ora ditemi un po', pensate davvero che sarà costretta a "trasferirsi"? Oppure Cadmio troverà il modo per far cambiare idea a Larimar?

Oppure...

Un grande bacio e ci vediamo al prossimo capitolo!❤️

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