Chapter 16 - ⭒Dimples on his cheeks⭒
—Perché stasera ceniamo nella saletta più piccola, mentre l'altra sera abbiamo dovuto mangiare in quel tavolo lungo e ridicolo? — protestai, affondando nello schienale imbottito di quella sedia.
Anche la seduta era senza dubbio molto più comoda. Le altre sembravano essere costruite nell'esatto opposto di ciò che affermavano gli studi sull'ergonomia.
Qui tutto era disposto per mettermi a mio agio, dalle dimensioni più ridotte del tavolo alle sedie, fino alla compagnia.
La presenza di Cadmio rendeva Larimar più rilassato, anche se solo un occhio esperto come il mio avrebbe notato la differenza nel suo rigido atteggiamento. Cadmio doveva essere una persona speciale, se riusciva ad avere un simile effetto sul Principe Ghiacciolo.
Lo ammetto, all'inizio non ero sicura di aver apprezzato l'interruzione di quel ragazzo. For God's sake, ancora non avevo un verdetto certo su come mi sentissi: ero impaziente di interrompere il lungo periodo di astinenza forzata, ma baciare Larimar...
Mi accorsi che il mio sguardo era tornato a cadere sulle due linee di carne tese e sottili delle labbra di Larimar quando queste si aprirono per rispondermi.
—Perché sia io che Cadmio preferiamo la Sala dei Ciclamini, molto più intima e riservata— poi, con lo stesso garbo con cui aveva parlato, sollevò la forchetta e diede inizio al pasto con un cortese —Buon appetito—.
—E perché allora non abbiamo cenato qui anche l'altro giorno? — continuai, infilando la forchetta nel piatto e studiando la strana consistenza molliccia e filamentosa di quel risotto.
—Mi domando se fai domande anche mentre dormi — esclamò lui seccato. Dimenticando i suoi modi raffinati arrivò addirittura a sospirare e io ridacchiai, per poi fingermi subito dopo imbronciata nel notare lo sguardo attento di Cadmio su di me.
Per tenermi impegnata mi infilai in bocca una forchettata piena di quello che risultò il più buon risotto che avessi mai mangiato. Subito scordai di dover essere immusonita. —Bloody Hell! L'ha fatto Hortensia? È eccezionale! — esclamai, con un gemito stillante apprezzamento.
—Le farò sapere che ha incontrato un giudizio favorevole da parte tua—
Forse era una presa in giro educata, ma me la lasciai scivolare addosso. Se dovevo rinunciare a bacon e Nutella, potevo anche consolarmi con questo genere di prelibatezze.
Per un po', almeno.
—C'è del pane da qualche parte? — ruppi ancora una volta il silenzio.
—Chiedo perdono, pane? Vorresti aggiungere un carboidrato a questo piatto? —
—Non scandalizzarti così tanto o Cadmio potrebbe pensare che ti sia finalmente uscita la bacchetta che hai infilata nel c...—
—Davvero, non è necessario essere così scortesi— mi rimbrottò prima che avessi concluso.
—Nel calzino— conclusi. —Dovresti proprio smettere di interrompermi. È un brutto vizio, lo sai? —
Larimar grugnì, o forse fu Cadmio, che stava tentando invano di trattenere la risata.
Ah ha! Quindi era anche lui nel team Rompiamo il Ghiaccio a Larimar!
—Larimar ha una dieta molto controllata— commentò il ragazzo, con tutta probabilità sentitosi interpellato dal mio sguardo puntato.
—Non ci credo! Un'altra cosa in cui ricerca perfezione e serietà? Sei un fissato della dieta, Larimar? Non dirmelo: proteine, proteine e... No, aspetta, di proteine non se ne trova quasi in questa casa! Solo bacche, radici e insalata per conigli. O forse preferisci broccoli, asparagi, cavolini di Bruxelles e tutto quel che c'è di verde e puzzolente? —
—Le proteine ci sono, anche in questo piatto, e sono perfettamente equilibrate all'apporto nutritivo degli altri alimenti. E non sminuirei l'importanza delle verdure verdi, perché sono ricche di vitamine e altre sostanze depurative per l'organismo. Adesso basta parlare, mangia. Non vorrei restassi senza energie per porre tutte le tue illuminanti domande—
—Che premuroso. Non è un angioletto, Cadmio? Anzi, un cucciolotto—
Larimar fece una smorfia prima di infilarsi anche lui una forchettata in bocca e fingere di ignorarmi, masticando con meticoloso garbo i suoi chicchi di riso.
—D'accordo, beh, se non posso avere del pane, almeno potremmo accompagnare con un po' di vino? Ho origini italiane, sapete? Mia madre diceva che il mio gusto a tavola fosse una delle rare cose acquisite dal suo lato. Certo, capita quando vieni praticamente cresciuta dalla nonna paterna, ma comunque...—
—Ti rendi conto con cosa ho a che fare, Cadmio? — sbottò Larimar, interrompendomi.
—Almeno non puoi contestare sia un'Inquinante. Proporre di cenare col vino a un normalissimo pasto...—
—Potrebbe sempre essere una simpatizzante degli Obiettori, Arduinna ne è piena, come ben sai—
—Mi state volutamente estraniando dalla conversazione, voi due? —
Larimar mi lanciò una veloce occhiata, per poi tornare a girarsi verso l'amico. —Visto che la quiete di questa cena è stata ormai compromessa, raccontaci come è andata la tua giornata, mio caro—
Aye, avevo la mia risposta.
Mi imbronciai davvero, questa volta.
—Di prima mattina ho avuto un incontro con la Convergenza e un Dislocato. Quel povero ragazzo... Un'Anima rovinata, ma ancora recuperabile. L'ho accompagnato di persona a Tethra, dove avverrà il suo reinserimento. Nel pomeriggio invece ho fatto la Lettura a due ragazze del Rione del Borgo Vecchio—
—Ti sei spinto fino a Tethra? Credevo saresti rimasto nei pressi di Arduinna questo mese—
—Per "lettura" intendi quella cosa di cui ho letto nel VirPad? Quella che riguarda l'anima?— provai ancora a inserirmi, e ovviamente lo feci parlando sopra a Larimar, ben sapendo quanto non lo sopportasse.
—Dunque, per risponderti, amico mio, in effetti sarei dovuto restare qui, ma data la salute cagionevole di Rame sono costretto a fare turni straordinari. Sto coprendo i territori che si estendono da Arduinna a Tethra, al momento, lasciando il centro a Platino e il sud ad Antimonio—
—Mi dispiace per Rame, è stato lui a farmi la Lettura, anni fa— mormorò Larimar, visibilmente impettito per il fatto che con la sua risposta Cadmio mi avesse ignorata.
Peccato che, subito dopo, il ragazzo dai capelli rossi si rivolse a me —E sì, Amneris, la Lettura si riferisce proprio a quello. Di solito viene fatta al compimento del ventunesimo anno, anche se l'Anima è in continua evoluzione
—Quindi se ora rifacessi la Lettura a Larimar, potrebbe non risultare Indaco? Immagina se venisse fuori che ora è un Rosso? Lo vedrei bene con quei riccioli d'oro baciati dal sole mentre ara i campi—
Il diretto interessato arrivò addirittura ad alzare gli occhi al cielo per l'esasperazione, ma non commentò, mentre Cadmio proruppe in una sonora risata —Purtroppo, non cambia così tanto. Anche se in realtà è un concetto molto più fluido di come la facciamo apparire... Vedi, si pensa che nella tua epoca non si sarebbero potute distinguere delle fasce nette come adesso. Infatti, quando ho provato a farti la Lettura, ho visto qualcosa di estremamente differente alle Anime che si possono osservare in quest'epoca— dall'inspirazione di Larimar, avevo come l'impressione che Cadmio si fosse spinto troppo in là con le sue spiegazioni, ma lo ignorammo entrambi e il Veggente continuò. —Platino e io crediamo che, come te, ogni persona abbia in sé tutti i colori, solo in misura minore alcuni e maggiore altri—
—E hai idea di cosa determini la predominanza di un colore? —
Cadmio parve riflettere qualche istante, per poi mormorare. —Io e Platino abbiamo elaborato una teoria, ma non ci piace divulgarla troppo, quindi che resti tra noi— lanciò una veloce occhiata nella mia direzione e non mi sfuggii come non si fosse neanche preoccupato di far lo stesso con Larimar. —Crediamo che l'attuale strutturazione dell'Anima sia derivata dal fatto che, un tempo, con la popolazione ridotta al minimo, la gente tendesse a portare avanti la professione dei propri genitori e unirsi a qualcuno che condividesse il proprio mestiere e fosse affine come carattere e opinioni. Anime che rispecchiavano lo stesso colore predominante, in sostanza. Pian piano, generazione dopo generazione, gli eredi di queste persone hanno impoverito le loro Anime a tal punto da presentare un unico colore predominante e solo qualche baluginìo degli altri, in base agli interessi che potevano maturare nel corso degli anni, non rientranti nella caratteristica Luna—
—E come si spiegano i Veggenti? Da quel che ho letto, siete talmente in pochi... E se non sbaglio, non avete famiglie o eredi—
—In realtà, non è proprio corretto. Molti di noi hanno figli e famiglie, solo che tendiamo a non divulgare troppo queste informazioni. Siamo molto riservati, perché non vogliamo che si pensi che facciamo preferenze tra le varie Lune. Dobbiamo apparire imparziali e obiettivi. Guide giuste ed equilibrate—
Sembrava star citando quasi un libro.
—Però la tua obiezione è sensata— continuò. —Per quanto, coloro che hanno il potenziale per diventare Veggenti non sono così pochi come si potrebbe credere. Anche se dovrei mantenere il segreto su questo aspetto, devi sapere che ogni anno faccio la Lettura ad almeno un potenziale Viola. La scelta di intraprendere questa carriera, però, non è una cosa da prendere alla leggera, motivo per cui molti declinano. Così, la nostra Luna sembra un'eccezione a questa teoria... — fece una breve pausa, pulendosi la bocca col tovagliolo e guardandomi poi con una strana scintilla negli occhi. —Tuttavia, potrebbe anche, in un certo senso, dimostrare che ciò che crediamo sia corretto. Nel tempo dovremmo andare sempre più verso una maggioranza di potenziali Viola, se il lavoro mio e di Platino darà i suoi frutti. Detto questo, potremmo aver preso una cantonata e queste potrebbero solo essere vaneggiamenti maturati da due Veggenti illusi—
—Non sei un illuso, Cadmio, e non tollero sentirti sminuire in tal modo—
Mi girai verso Larimar, sorpresa dalla fermezza nel suo tono.
Cadmio gli appoggiò una mano sulla spalla, stringendo grato, e qualcosa si rimescolò nel mio stomaco.
Non ero gelosa, né infastidita, ero... Desiderosa di quella connessione che vedevo ben chiara tra loro.
La stessa che avrei avuto con mio fratello, De Lacey o Mac, se solo fossero stati ancora in vita. Mentre adesso avrei dovuto ricostruirmi tutto da capo e non ero certa di averne la forza.
—Non hai più appetito? —
Mi accorsi di aver appoggiato la forchetta ed essere rimasta a osservare il punto in cui Cadmio aveva ormai ritratto la mano e sospirai.
—Stavo pensando a quanto siete fortunati ad avervi, ragazzi— ammisi.
—Non c'è nulla tra noi— si affrettò a chiarire Cadmio, con un tono così allarmato che mi spinse a guardarlo con più attenzione.
Possibile che...
—Non direi nulla, Cadmio. Sei l'unico amico che ho. Amneris non ha neanche quello—
E la fucilata nel cuore riportò la mia attenzione su Larimar.
—Era necessario farlo presente in modo così crudele? —
—Non è crudeltà, quando è reale—
—Avresti potuto usare un po' più di tatto— concordò Cadmio, lanciando uno sguardo contrito nella mia direzione. —Purtroppo, Larimar non è molto empatico. O meglio, usa la sua abilità di cogliere gli stati d'animo altrui a suo unico beneficio, infischiandosi di cose come il conforto o la delicatezza—
—Fragilità e imperfezioni non dovrebbero essere mostrati così apertamente, Cadmio. Farlo significa porsi nella condizione di venir manipolati. O feriti—
—Non è chi si mostra fragile a essere sbagliato, Larimar. È chi strumentalizza il dolore e le preoccupazioni altrui, approfittandosene— obiettai.
—Fragilità è sinonimo di fallibilità— ribatté irrigidendosi a tal punto che avrebbe potuto fare a gara con la porta alla sua destra.
—Amneris— intervenne Cadmio, con voce pacata. —La nostra infanzia non è stata la più felice. Abbiamo imparato fin da piccoli a non mostrare le nostre vulnerabilità, perché un ambiente crudele come il nostro non ha compassione né perdona. Io so che ci sono persone buone, degne di ricevere un abbraccio e a cui asciugherei volentieri una lacrima, ma temo che la posizione di Larimar, circondato da Indaco che non aspettano altro di vedere una crepa nell'altrui corazza per infilarcisi dentro e conquistare, si sia ulteriormente irrigidita negli anni—
—La tenerezza è diventata per lui un sinonimo di debolezza. L'empatia un difetto, anziché una caratteristica umana— conclusi, osservando dispiaciuta Larimar, i cui occhi ricambiarono il mio sguardo con glaciale disprezzo.
—Non gradisco che si parli di me come se non fossi nella stanza. Denota scortesia— mormorò gelido.
Avvertii una stretta al cuore per quel ragazzo la cui vita doveva essere stata più dura di quanto pensassi.
Un ragazzo il cui disagio per la conversazione in atto percepivo trasudare da ogni molecola del suo corpo.
—È sempre stato così pomposo? — chiesi a Cadmio, decidendo di risollevargli il morale con una buona dose di punzecchiature.
—Non sono affatto pomposo — protestò il biondo, sibilando.
Cadmio sembrò afferrare al volo il mio tentativo e ridacchiò. —Oh, sì. Da bambino era un po' meno imbalsamato, ma da quando è entrato nell'adolescenza...— alzò gli occhi al cielo, facendo capire cosa ne pensasse. —Sai che ha due fossette agli angoli della bocca? —
Mi finsi sconvolta, come se mi avesse appena rivelato che era in grado di sputare fuoco, e mi girai a guardare Larimar portandomi le mani al volto —Non ci posso credere! Non una, bensì due fossette! Ora devo assolutamente trovare un modo per farti sorridere...— poi sussurrai con fare cospiratorio a Cadmio —Ti prego, dimmi che ha la decenza di soffrire il solletico—
—Purtroppo, è ostinato al punto da riuscire a resistere a quel genere di torture. E neanche le battute funzionano, non so se sia perché non le capisce o perché semplicemente manchi di qualsivoglia vena umoristica—
—Siete davvero due pettegole e per giunta tedianti! — ci riprese Larimar, ma vidi tremolare un angolo della sua bocca in un accenno di sorriso e la soddisfazione mi riscaldò il corpo.
—Allora non mi resta che pregarlo...— continuai a bisbigliare con tono tutt'altro che basso verso Cadmio, per poi girarmi verso Larimar e dare inizio alla pantomima —Oh, ti prego, sua grandiosa maestà, mi elargisca un suo sorriso. Sarebbe un dono così prezioso e magnanimo, da parte sua e io temo di non poter sopravvivere un istante di più in questa mia misera esistenza senza di esso — piagnucolai, sbattendo le ciglia più volte in modo implorante.
Lui sbuffò, gli occhi che tuttavia scintillarono di blu nel scivolare in direzione dell'amico —Illustrissimo Successo, Cadmio, dovevi proprio metterle in testa anche questa sciocchezza? —
Continuai a insistere, lamentandomi con espressioni di una tale esagerazione che Cadmio si strozzò col cibo a causa di una risata improvvisa, ma alla fine... Alzando gli occhi al cielo, Larimar sollevò in modo rigido entrambi gli angoli di quelle labbra piene, come se faticasse a ricordare come si facesse, e io rimasi sconvolta.
Due buchetti gli comparvero davvero ai lati della bocca, donandogli un tale aspetto da birbante che mi sentii rispondere al sorriso senza accorgermene.
E, sempre senza accorgermene, sospirai anche. Se da serio e compito appariva avvenente, pur nella sua glaciale austerità, i suoi lineamenti, addolciti da quel sorriso tutt'altro che spontaneo, lo resero irresistibile. Era talmente sensuale che sentii pulsare la zona del mio corpo che non vedeva l'ora di ricevere le attenzioni di quel mascalzone.
Un sospiro fece eco al mio e lanciai una veloce occhiata a Cadmio, accorgendomi che stava fissando Larimar con sguardo incantato... Uno sguardo che conteneva anche una nota tormentata, una sorta di desiderio represso... Lo sguardo di un amante non corrisposto.
Fu un guizzo, qualcosa che scomparve in modo così veloce che, se non fossi stata certa di averlo visto, avrei pensato si fosse trattato solo di un gioco di luci. Purtroppo per lui, ero esperta nel cogliere queste micro espressioni. Dovette leggere sul mio volto la consapevolezza di ciò che avevo intuito, perché lo vidi abbassare gli occhi sul suo piatto, imbarazzato.
Mi dispiaceva molto per lui, ma detestando che qualcuno mi trattasse con compassione, evitai di provare lo stesso per Cadmio e scacciai dalla mia mente gli interrogativi che mi si erano affacciati.
Tornammo così a ridere e scherzare, per lo meno io e il Veggente, mentre Larimar contribuiva con qualche frecciatina sarcastica ogni tanto e la sua solita compostezza, che, com'è ovvio, era più divertente per noi di qualsiasi battuta.
Più tardi, i due ragazzi si ritirarono a chiacchierare nell'ufficio di Larimar e pensai fosse meglio lasciarli nella loro intimità. Mi era tornata una voglia irrefrenabile di fumare una sigaretta, per cui, presa dallo sconforto, decisi di fare due passi attorno alla Reggia, per cercare di distogliere l'attenzione del mio cervello da quella dipendenza. Il clima si era fatto molto più clemente negli ultimi giorni, tanto che le gemme erano spuntate sui rami rinsecchiti degli alberi e non mi servii che un solo maglione per coprirmi, ovviamente rubato dall'armadio di Larimar, poiché nessuno aveva pensato di procurarmene uno mio.
Mi misi a percorrere quei giardini curati alla perfezione, beandomi della loro vista e paragonandoli a quelli dei castelli che anni prima avevo visitato. Nulla era lasciato al caso. L'acqua rappresentava un elemento essenziale, grazie alle tre fontane che creavano meravigliosi giochi d'acqua, due ai lati esterni e una centrale, che vedevo anche dalla finestra sul corridoio davanti alla mia camera. I fiori, invece, erano posizionati in modo intelligente, ne riconobbi diversi e da questo compresi che le aree erano state create apposta per risaltare a una precisa stagione, così da creare angoli magnifici in cui rifugiarsi in ogni periodo dell'anno.
Fu per caso che intercettai Cadmio che si allontanava. Lo salutai da lontano e lui si voltò per sorridermi, restando poi ad aspettare che gli andassi più vicino per congedarsi con educazione.
Subito dopo, tuttavia, sembrò tentennare, come se avesse voluto parlare di qualcosa, ma allo stesso tempo non trovasse il coraggio di farlo. Sospettavo di conoscere il motivo di quel disagio.
—Dunque... Da quanti anni è che va avanti? —
Non finse di non aver capito.
—Non ricordo bene quando me ne sono reso conto la prima volta, ma posso dirti che è da parecchio tempo che mi sento così— parlò con un tono basso e triste, dal quale compresi l'entità del suo tormento.
—Mi dispiace molto. Però almeno siete rimasti amici. Purtroppo, spesso le amicizie si rompono quando uno dei due scopre che... Un secondo, non gliel'hai mai detto! — lo intuii dal lampo che aveva attraversato il suo volto. Un misto di colpa e angoscia.
—Come potrei? Gli Indaco sono dei tradizionalisti. Possono concepire i rapporti tra lo stesso sesso, se guidati dalla pura lussuria, ma non esiste che da ciò nasca una vera unione. Lo scopo ultimo deve essere il concepimento e la continuazione della discendenza. L'adozione non è contemplata, chiaramente. Per quanto progressista lui sia, non me la sento di caricarlo di questo fardello—
—Credi ti guarderebbe in modo diverso se sapesse ciò che provi? — indagai, dicendo a me stessa che stavo cercando di raccogliere informazioni sul carattere di Larimar.
Non riuscivo a spiegarmi perché avvertissi il bisogno irrefrenabile di consolare quel povero ragazzo.
Qualcosa mi diceva che se avessi notato lo stesso sguardo su Lynx non mi sarebbe passato neanche nell'anticamera del cervello di sprecare il mio tempo con lei.
—Sono certo che lo farebbe. Sarebbe a disagio sapendo la profondità dei miei sentimenti verso di lui. In colpa perché, anche se dovesse ricambiare, i suoi doveri lo chiamerebbero altrove. Ma in ogni caso... Io... Io so bene che non prova lo stesso —
La sua voce si spezzò due volte, facendomi avvertire l'impulso di protendermi ad abbracciarlo, di dirgli che tutto si sarebbe sistemato, che un modo per far sì che potesse essere felice c'era.
Ma dubitavo sarebbe servito, così mi limitai a dar voce a un altro aspetto. —Sei cosciente, però, che così facendo non ti permetti di andare avanti? Che una parte di te resterà bloccata, sempre ad anelare un suo sguardo, una premura nei tuoi confronti, sperando... Senza ottenere mai ciò che desideri davvero?—
Lui sospirò. —Me ne sono fatto una ragione anni fa, ormai. In un certo senso, è stato uno dei motivi per cui non ho avuto problemi a scegliere di percorrere la strada dei Veggenti. Potrò sempre restargli accanto, come se fosse la mia famiglia. Cosa che, in un certo senso, è. Mi è rimasto solo mio padre e...— scrollò le spalle. —Non ho intenzione di farmi una famiglia mia. Non credo riuscirei a trovare un'altra persona in grado di spodestare Larimar dal trono che si è costruito nel mio cuore. Sono consapevole del fatto che, prima o poi, lui avrà una famiglia sua, con dei figli suoi... E spero di poterne fare parte, come una sorta di zio—
L'impulso bruciante di rimuovere con dei baci affettuosi le lacrime che avevano iniziato a scorrere sui suoi zigomi morbidi si fece strada nel mio petto, tanto che dovetti serrare le mani tra loro per impedirmelo.
—Sono sicura che i suoi figli ti adoreranno e che sarai un ottimo secondo papà per loro. Smusserai i suoi spigoli con il tuo affetto, potendo donare a loro ciò che non puoi mostrare a lui— gracchiai, con la voce rotta dalla commozione.
—Le tue parole sono per me di conforto e sollievo allo stesso tempo, Amneris. Ti ringrazio dal profondo dell'Anima—
Compresi che quella frase fosse una sorta di formula, come un riconoscimento di un dono impareggiabile. Gli risposi con un sorriso dolce e alla fine non resistetti più. Mi allungai verso di lui, gettandogli le braccia attorno alle spalle e serrandolo forte contro il mio corpo.
Fu strano toccarlo. Era un ragazzo molto avvenente, con quella massa di riccioli rossi che gli ricadevano oltre le spalle larghe, gli occhi obliqui di un luminoso verde, la vita stretta e le gambe lunghe. Tuttavia, avvolta contro quel corpo solido, l'unica cosa che provai fu la sensazione di essere tornata a casa.
Avvertivo le lacrime pungermi dietro gli occhi, e lo strinsi più forte, crogiolandomi in quello strano senso di familiarità che mi dava averlo così vicino.
Cadmio dapprima irrigidì tutti i muscoli, tanto che valutai di staccarmi, ma il disagiò sembrò volar via assieme alla brezza fresca della notte e, con un sospiro che mi solleticò il collo, affondò il volto tra i miei capelli e ricambiò l'abbraccio.
Fu con riluttanza che, alla fine, ci scostammo l'uno dall'altra.
Ora che eravamo distanti, il freddo si insinuò tra noi. Ma non fu questo a farmi rabbrividire.
Cosa mi era preso?
Cadmio non era mio fratello, né uno di famiglia. Era uno sconosciuto, ancor più estraneo di quanto già non lo fosse Larimar.
Lo salutai con un frettoloso bacio sulla guancia, poi corsi via. Ma raggiunta la siepe mi girai, assicurandomi di essere ben nascosta tra le sue fronde, e mi rimisi a osservarlo. Era fermo lì, lo sguardo perso tra le stelle. La luce pallida della luna si rifletteva sul suo volto mascolino, creando un gioco di contrasti con le ombre della notte che lo rendevano quasi etereo.
Con quei meravigliosi ricci lunghi e rossi, l'avrei inserito bene in un fantasy, tra elfi e altre creature magiche.
Peccato che la postura delle spalle e la cruda espressione sul suo volto non lasciassero dubbi sulla sua umanità.
Cadmio era un'incognita. Un tassello del puzzle a cui dovevo ancora trovare il suo posto. Mi attraeva e spaventava al contempo.
Come poteva essere riuscito ad abbattere le mie difese in modo così veloce? Una sera passata in sua compagnia e già provavo per lui qualcosa di paragonabile all'affetto fraterno.
Certo, era un ragazzo simpatico, gentile e arguto, ma non sapevo nulla di lui, se non che Larimar si fidava al punto da avergli raccontato di me, premura che non aveva certo esteso al padre.
Dovevo restare vigile, sia su di lui che su Larimar.
Bloody Hell! Ero stata a un soffio dal baciarlo! Cosa mi era preso? La libido non era una giustificazione valida per un comportamento così stupido! Giocare era un conto, ma andarci così vicino... Non avevo alcuna intenzione di bruciarmi. Anzi, congelarmi.
⋰∴🌙∴⋱ ANGOLO AUTRICE ⋰∴🌙∴⋱
Eccomi qui, rifugiata in un angolino all'ombra, a pubblicare questo capitolo per voi. E poi non ditemi che non sono una grande, a pensarvi anche in vacanza 🌊🌊
...Beh, sì, Amneris mi avrebbe brontolato se non avessi fatto sentire la sua voce per altro tempo, quindi non potevo comunque fare altrimenti.
Lunghino anche questo capitolo, lo sooo! Ma come facevo a smezzarlo?! Se avete suggerimenti, liberi di esprimervi, come sempre 🙏
Ma ora ditemi, vi è piaciuto? L'interazione tra i nostri tre personaggi è stata come immaginavate?
Nel capitolo precedente abbiamo osservato Amneris e Larimar con gli occhi di Cadmio, qui invece vediamo il rapporto tra il Veggente e il nostro Principe Ghiacciolo con quelli di Neris. Entrambi molto empatici e attenti, non credo si siano fatti sfuggire molto, voi cosa ne pensate?
Adesso, un ultimo annuncio 📢 Sto imparando ad usare i Social! Eh sì, presto posterò su Istagram qualche bel contenuto succoso. Ho pronte per voi alcune novità, passati i primi post "informativi", quindi chi ancora non mi sta seguendo venga a cercarmi.
Mi trovate come @Guaritrice_Celeste.
Sì, non è così complicato. Ho pensato ai boomerini come la sottoscritta 😜
Vi mando un bacione tutto incremato,
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro