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Capitolo 9

-Lo hai perdonato? - la domanda di Anakin fece sobbalzare Padmé.

-Come? - la donna alzò gli occhi dal datapad sul quale stava compilando il rapporto sulla campagna di Kashyyyk.

Era a bordo del suo yacht, l'Across the Stars, finalmente sola con i suoi pensieri.

La cabina non era particolarmente lussuosa, ma semplice e funzionale, con una branda, una scrivania, un armadio a muro e l'oblò che dava all'esterno.

Schiacciò il tasto invia e, dopo poco il sistema le comunicò che il suo rapporto era stato inviato correttamente ed era in attesa di essere esaminato dall'alto comando della ribellione.

Ribellione, che poi a dire il vero non potevano essere ancora considerati ribelli, l'impero era caduto dopotutto.

-Ayrton, lo hai perdonato? - Anakin ripeté la domanda e la donna sospirò.

A dire il vero non si era mai soffermata, veramente su quello che provava nei confronti di Ayrton.

Doveva ammettere di averlo odiato e tanto per quello che aveva fatto, lasciare morire Anakin era stata una decisione orribile a parer di Padmé.

-Ha fatto una scelta tremenda, Ani, non puoi dire di no - dichiarò Padmé cercando di non far scivolate una lacrima lungo la guancia.

Succedeva sempre così quando tornava con la mente a quel momento, quando la sua vita era cambiata bruscamente.

Quando Anakin era spirato tra le sue braccia, Padmé all'inizio non era riuscita a rimanere lucida e si era avventata sui cloni superstiti brandendo la spada laser di Anakin nella mano sinistra e il blaster nella destra, riuscendo, non sapendo nemmeno lei come, a uscire perfettamente illesa da un assalto potenzialmente mortale contro una legione intera.

Ma quando l'adrenalina si era spenta, quando l'assalto dei cloni al tempio era fallito, Padmé si era ritrovata inginocchiata di fianco al cadavere di Anakin a piangere il suo sposo, il padre dei suoi figli.

-Non so se l'ho perdonato, ma diciamo che quello che ha fatto oggi è degno di nota. Non saremmo mai riusciti a sconfiggere Sesto Fratello se non fosse stato per lui. - affermò Padmé poggiando il datapad sulla scrivania della cabina.

Lo yacht non era lussuoso come la chiatta diplomatica, ma era comunque confortevole, in quel momento, a parte Anakin sulla nave non c'era nessuno e lei era felice così.

-È sempre stato un grande spadaccino e ti assicuro che non si è ancora perdonato per quello che mi è successo. Dopo la caduta dell'ordine, Ayrton e i suoi compagni hanno portato al sicuro i Padawan e gli Youngling presenti nel tempio, si è nascosto, ma ti assicuro che i ricordi che riguardano la mia morte lo hanno tormentato per molto tempo e ancora non si è perdonato - affermò Anakin poggiando le mani sulle spalle della moglie.

-So che la scelta a cui si è trovato di fronte Ayrton era la peggiore che gli poteva capitare e capisco che davanti alla prospettiva di veder morire tutti quei bambini e vedere morire te, ha scelto la seconda, ma non riesco davvero a non pensare cosa sarebbe successo se ti avesse aiutato a fermare l'attacco, invece si è chiuso nel tempio. - Padmé strinse i pugni, era ancora infuriata per quello che era accaduto ad Anakin, tuttavia...

Vedendo Ayrton combattere contro Sesto Fratello senza cedere un passo e pronto a morire pur di salvarli, aveva smosso qualcosa in Padmé.

Forse...pietà?

Pietà per un uomo che si era trovato a dover prendere una decisione tremendamente dolorosa, sacrificare uno per salvarne cento.

-Non riesco a non pensare, cosa avrei fatto io, se mi fossi trovata in quella situazione...ho iniziato a pensarci mentre tornavo qui. Sarei stata capace di fare quella scelta? - Padmé si prese la testa tra le mani.

-E poi, mio amore, non posso dimenticare di aver usato una nobile causa, come quella della ribellione, come giustificazione per il mio desiderio di vendetta. E non posso dimenticare che se non fosse stato per Ayrton e i suoi compagni a quest'ora, probabilmente sarei stata la nuova apprendista di Palpatine.
Quanti errori ho fatto, Ani, da quando non sei più con me? Tanti, amore mio, troppi -

Fredde lacrime scivolarono lungo le guance della donna, mentre Anakin prendeva il viso dell'amata tra le mani cercando di consolarla.

-Tutti commettiamo errori, io per primo. Ho sterminato un intero villaggio di predatori Tusken perché avevano torturato e ucciso mia madre. Mi sono pentito di quello che ho fatto, ma ormai è tardi. Non serve continuare a tormentarsi su quello che sarebbe accaduto se non fossero successe certe cose, non possiamo cambiare il passato, angelo, non ci è permesso. - affermò Anakin abbracciandola.

Padmé lasciò che ciò accadesse, ancora non riusciva a dare un nome a tutte le emozioni che provava in quel momento.

-L'ordine ha sbagliato sotto molti punti di vista - dichiarò poi la donna staccandosi da Anakin, anche se a malincuore.

-Non sono stati in grado di adattarsi al tempo che cambiava e questo è stato la causa della sua rovina - le parole di Anakin parvero incredibilmente fredde.

-Non puoi mandare al fronte dei ragazzini di tredici anni, non ancora addestrati, non puoi permettere che rischino di morire perché hai accettato un incarico per il quale sei impreparato, perché non eravamo soldati, ma Guardiani della Pace e della Giustizia. - Anakin strinse i pugni.

Evidentemente non aveva mai mandato giù quello che l'ordine era diventato.

-Usavano il Lato Oscuro come scusa quando un membro dell'ordine non era più d'accordo con la piega che stavano prendendo gli eventi, ma, a dire il vero, pochi sapevano effettivamente cosa volesse dire cadere nel Lato Oscuro. - Anakin tirò un pugno alla parete della cabina.

-Le tue parole sono come una stilettata al cuore, Anakin, ma non posso negare che tu abbia ragione. - Ayrton era appoggiato allo stipite della porta della cabina e fissava i due amanti, non con ostilità, come Padmé era certa avesse fatto, ma con muta rassegnazione, come di qualcosa che era andato perduto per sempre.

Solo allora, Padmé si concesse il lusso di osservare meglio l'ex Jedi, come se lo vedesse la prima volta, dopo tanto tempo.

Ayrton aveva gli occhi cerchiati di rosso, come se avesse appena finito di piangere, l'uniforme della ribellione era stropicciata, i capelli scuri gli cadevano scomposti sulle spalle, la spada laser gli pendeva al fianco, ma non vi era solo la sua, ce n'era anche un'altra, probabilmente quella di Bil.

Gli occhi erano come un mare in tempesta, in cui la ex regina ed ex senatrice, leggeva solo dolore, non vi era odio o voglia di vendetta, solo dolore e rassegnazione, ad un fato forse già scritto.

-Ayrton... - Anakin avrebbe voluto rimangiarsi ogni singola parola uscita dalle sue labbra, ma ormai non poteva più, Ayrton le aveva sentite.

-No, non scusarti, hai tutte le ragioni per essere infuriato, d'altro canto tu eri diverso da noi, eri più potente. In altre parole dovevi essere trattato in maniera differente, ma i maestri sono stati sciocchi. Non hanno mai fatto un passo verso di te, mai. Eri sempre tu a doverlo fare ed era sbagliato, per la Forza! Terribilmente sbagliato! - la maschera di pacata freddezza che campeggiava sempre sul volto della ex guardia del tempio si spaccò davanti agli occhi dei due sposi.

Per la prima volta da quando Padmé lo aveva conosciuto, Ayrton stava mostrando le sue emozioni, ma non solo quelle positive, ma quelle negative.

Dolore, sofferenza, paura, tutte emozioni che erano bandite dal cuore di un Jedi, soprattutto se quel Jedi era una guardiamo del tempio.

-Non vi sono parole per giustificare quello che ho fatto, ho lasciato fuori dal tempio voi, che soli avete affrontato i cloni e tu, Anakin, sei morto anche per colpa mia e questo non me lo perdonerò mai - Ayrton guardava Anakin e Padmé, forse per chiedere perdono, o forse no.

-Hai salvato vite innocenti, però - dichiarò Anakin.

-Sí, ma ad un prezzo tremendo...

-Non ti odio, Ayrton, voglio che tu lo sappia - con quelle parole Padmé attirò l'attenzione dei due uomini.

-Mia regina...- furono le sole sillabe che uscirono dalle labbra di Ayrton.

-Lo so, c'è stato un tempo in cui ti ho odiato, ma comunque non potevo sapere chi si nascondeva sotto l'elmo del capitano delle guardie. Poteva esserci chiunque. Ho scoperto che eri tu dopo la morte dell'imperatore, perché sei venuto da me a Varykino per confessarmelo, e devo ammettere che in quel momento avrei voluto ucciderti, seduta stante, ma Sara me lo ha impedito, e devo dire che ha fatto bene. Sei un uomo coraggioso,...eh sì, Anakin, penso di aver perdonato Ayrton - sorrise Padmé.

Lo Jedi si inginocchiò di fronte a lei, come mai aveva fatto prima, poiché anche durante  il loro colloquio a Varykino, Ayrton era rimasto fieramente in piedi.

-Voi non potete immaginare, mia regina, cosa significhi per me - affermò Ayrton e Padmé si rese conto che, forse per l'ex guardia poteva veramente iniziare una nuova vita.

Angolo Autrice : Nuovo capitolo :) spero vi piaccia :) cosa ne pensate di Ayrton? :)

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