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Chiudi gli occhi, a te tra mille anni

Devo correre.
Devo salvarmi.
Lui mi ucciderà.
Corro fino al lago, il lago dove mi rifugiavo con mia madre, dove ho imparato a fare poesie, a vedere nel futuro e nel passato. Ma ora è tutto finito.
Lui l'ha uccisa.
Lui ucciderà anche me.
Non voglio morire.
Non voglio morire.
Non voglio morire.
Mi butto nel lago e affondo, chiudo gli occhi e mi concentro.
Morirò.
Lo so.
Ma Lui morirà con me, con tutti coloro che ha ucciso oggi.
"Concentrati"
È la voce di mia madre. Mi devo concentrare, devo vedere.
Tengo gli occhi chiusi e provo a scavare nel futuro. Devo trovare coloro che lo uccideranno.
Li cerco nel tempo e li trovo. Esattamente tra mille anni.
Sorrido e mentre sento la morte giungere, proietto la mia visione a te, mille anni nel futuro.

Rhea De Rosis

È notte.
Apro gli occhi, ho fatto un sogno strano: io e altri quattro ragazzi che uccidevamo Demon Death, poi c'era un ragazzo, un ragazzo dagli occhi viola, diceva:

"Ti aspetto al lago"

E io sapevo che lago intendeva, anche se non ci ero mai stata. Era come inciso lì, e sembrava ci fosse da sempre.
Mi alzo sospirando, e prendo tra le mani il mio piccolo Ruby: il mio topolino albino.

"Ciao, allora ci alleniamo anche oggi?" Dico per poi prendere Silver, la mia spada. Per prima cosa corro per chilometri.

Il bello di essere da sola, almeno così non c'è nessuno che devo tenere da conto: io, Ruby, la mia spada Silver e il mio desiderio di vendetta per un bastardo.
Continuo a correre cercando di non pensare al sogno, decido di fermarmi per prendere fiato, ma quando mi fermo sgrano gli occhi, rendendomi conto di quello che ho davanti.
"No, non può essere" sussurro. Mi guardo attorno: il lago del sogno, in tutta la sua magnificenza. Sembra brillare come una stella, nella notte. Riflette il cielo stellato e le stelle sembrano quasi piccoli pesci brillanti.
Io amo la notte, nera e infinita come il baratro in cui sono stata buttata da quel ragazzo. Crudele, spietata, ma anche magnifica, come la vita che ho abbandonato.
Mi siedo su una roccia, vicino al lago.
Noto in quel momento un piccolo corpo che quasi fluttua nell'acqua.
Sgrano gli occhi e corro in riva al lago, mi sporgo per vedere meglio: un ragazzino, occhi viola e capelli neri.
Poggio Ruby sulla riva e mi butto in acqua per tirarlo fuori, nuoto nella sua direzione e lo afferro, mi trascino con lui in superficie e lo spingo sulla riva.
Cerco di capire se il ragazzo è morto o meno.
Ruby zampetta sul viso del malcapitato e sorrido lievemente.
Mi stendo a terra e guardo il cielo stellato. Chissà cosa accadrà.

Lilith Lewandoski

È giorno.
Apro gli occhi, ho fatto un sogno strano: io e altri tizi che facevano magie e poi c'era anche un uomo che moriva.
Poi?
O giusto: poi c'era un ragazzino che diceva che dovevo andare al lago, e la cosa strana è che è come se sapessi da sempre dov'è quel lago.
Sospiro e mi stiracchio.
"Sarà meglio che vada a lavoro" dico sbadigliando.
Mi lavo, scoprendo che l'acqua è sporca, come al solito. Mi vesto e medito sul fatto che magari potrei farmi un altro tatuaggio. Mi metto le prime cose che trovo nell'armadio e vedo cosa ho in frigo: nulla.
Controllo nella dispensa: vuoto.
Sospiro, ovviamente c'è poco cibo, mi pagano troppo poco.
Esco e la prima cosa che vedo sono uomini e donne distrutti dal lavoro: io sono fortunata, ho un buon lavoro a confronto di loro, anche se si tratta di dargli alcool.
Ho una relazione di odio e amore con il mio lavoro: amo poter servire cocktail e chiacchierare con le persone al bar, ma d'altro canto l'alcool non lo do solo a chi voglio io, e se qualcuno finisce per ubriacarsi, io non posso farci niente. Quelle persone torneranno a casa e...faranno come faceva mio padre.
Mi rendo conto solo in quel momento che sono immobile, per strada.
Scuoto la testa e sorrido continuando a camminare.
Alla fine arrivo a lavoro, entro al bar e mi metto la divisa.
Non ho mai capito perchè dobbiamo arrivare di mattina: la clientela arriva solo di sera, dopo il lavoro stancante.
Mi metto dietro al bancone e il sogno mi torna improvvisamente in mente.
Sento la voce di quel ragazzino. Continua a dire che devo andare al lago, ma non capisco: perchè questo sogno continua a perseguitarmi? Perchè sento che questo sogno è reale?
Scuoto di nuovo la testa per scrollare via il pensiero. No. È solo uno stupido sogno.
In quel momento qualcuno mi scrolla per le spalle, alzo la testa e noto che è il mio capo, ha il cranio mezzo fracassato, ha un occhio cieco e mi fissa con l'altro.

"Vai al lago Lilith"

Sgrano gli occhi e provo a divicolarmi, ma la presa sulle mie spalle è quasi dolorosa.

"Vai al lago se vuoi vivere"

Lancio un grido e in quel momento il mio capo, tornato normale, mi guarda confuso

"Che c'è cara?" Chiede con la sua voce gentile di sempre.

Mi alzo e sorrido con cortesia, anche se tremo come un fuscello d'inverno.
"Posso prendermi qualche giorno di pausa?" Sussurro

"Oh, stai male, cara?" Mi guarda preoccupato

Annuisco per poi sorridere cortesemente. Mi incammino verso casa per fare le valige e andare a quel dannato lago.

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