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Capitolo 8

'Ti prego, ti supplico, ti scongiuro.'

Strappo in quanti più pezzettini riesco l'ennesimo foglietto che cade dal mio armadietto dopo che l'ho aperto per riporvi un quaderno che uso per gli appunti di biologia.

Giuro che non sopporto più Clifford, soprattutto da quando il progetto è iniziato, visto che mi tortura con più insistenza di prima.

«Cos'era?» mi chiede Luke con uno dei suoi splendidi sorrisi sul volto. Mi soffermo più del dovuto ad osservare le sue fossette, per poi scuotere la testa, cercando di allontanare dalla mia mente tutto ciò che provo per lui.

Alzo lievemente le spalle. «Niente di importante.» Butto la carta nel primo cestino che trovo, per poi sorridere al mio migliore amico. «Andiamo?» chiedo, indicando il portone a vetri della scuola.

La musica, alla quale ormai mi ero abituata, smette di esplodere dagli altoparlanti e quasi mi scoppia la testa per l'improvviso silenzio. Nei corridoi ci sono pochi alunni, oltre a me e Luke, e di certo anche il misterioso Smash starà per tornare a casa.

«Bene, ragazzi, siamo arrivati all'ultima dedica della giornata,» annuncia la voce del ragazzo.

Fino a questo momento non ci sono state frasi imbarazzanti o insulti, ma solo parole d'amore fra fidanzatini o scherzi fra amici, per fortuna. Anche se devo ammettere che mi piacerebbe vedere il progetto di Clifford crollare miseramente a causa di qualche lite fra studenti.

«'Luke Hemmings, vorrei tanto-'» Smash scoppia in una risata a dir poco assurda. «Scusate ma certe cose vanno censurate,» continua a ridere, mentre il mio migliore amico arrossisce in una maniera che definirei adorabile, se solo non fossi completamente disgustata dalla dedica.

Gemo, infastidita. «Dio, certa gente non ha ritegno,» borbotto, per poi incamminarmi verso il portone a debita distanza dal biondino. Mi sento a disagio in questo momento al pensiero di ciò che è stato detto su di lui, per quanto la cosa non mi stupisca: è un bel ragazzo, davvero molto bello, ma è pur sempre il mio migliore amico e il ragazzo di cui sono innamorata e, se già non sopporto Nina, figuriamoci quanto mi infastidiscano i commenti sfacciati di qualche altra gallina.

Luke mi raggiunge, con una mano a grattarsi il retro del collo dall'imbarazzo.

«Dicevamo?» cerca di cambiare discorso, ma dal suo tono di voce capisco che sta ancora pensando alla dedica ricevuta.

Mi chiedo ancora come faccia a frequentare una ragazza come Nina. Sono due mondi completamente diversi.

Smash ripete, per la ventesima volta nell'arco del pomeriggio, il numero telefonico a cui mandare un messaggio per fare in modo che legga la nostra dedica a tutto il corpo studentesco, mentre noi due usciamo dall'edificio.

Alzo lievemente le spalle, continuando a camminare, fino a scontrarmi con qualcuno.

«Austin?» chiedo, riconoscendo gli occhi azzurri di mio fratello. «Che ci fai qui?»

Oggi non avrei dovuto accompagnarlo a casa perché, a causa di un raffreddore alquanto sospetto, non è proprio andato a scuola.

Alterna lo sguardo fra me e Luke, per poi dare un'occhiata in giro, confuso.

«Non avevi detto che oggi avresti fatto la strada con Abigail?» chiede, corrucciando la faccia in un'espressione ricca di delusione.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. È talmente idiota che si è fatto venti minuti di strada a piedi per fare il casca morto con la mia amica.

Luke inizia a ridere come un disperato, prima di piegarsi sulle ginocchia per tenersi la pancia. Lo guardo divertita, fino a quando non riesce a calmarsi. Con l'intento di farlo ingelosire, sono pronta a rispondere a mio fratello che Abigail è tornata a casa con Calum, ma il mio migliore amico scoppia di nuovo a ridere.

«Perché, io non sono abbastanza sexy per i tuoi gusti?» chiede, per poi scoccare un sonoro bacio sulla guancia di mio fratello che, subito dopo, si pulisce disgustato.

«So di essere irresistibile, ma mi piacciono le donne. Mi dispiace, amico,» risponde Austin.

Mi piace vederli scherzare in questo modo ma, prima che possa incantarmi a guardare Luke e destare così sospetto, spingo lievemente entrambi a camminare. «Dai, andiamo.»

«Vi prego, prendiamo l'autobus,» supplica, evidentemente stanco per la lunga strada che ha già percorso per arrivare fino a qui.

Raggiungiamo la fermata e un pessimo odore giunge dai cassonetti a pochi metri da noi. Arriccio il naso, disgustata, e penso che se Clifford facesse sparire la pattumiera da lì potrei anche prendere in considerazione l'idea di accettare di fare parte del suo progetto.

Ridacchio lievemente.

No, niente mi potrebbe convincere a partecipare a questa pagliacciata.



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È tornato Austin aw 😍❤️

A parte gli scherzi, non ho molto da dire, solo che spero la storia sia di vostro gradimento, nonostante i capitoli siano abbastanza brevi (e a volte fin troppo noiosi, lo so😥).

Un bacio ❤️

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