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Capitolo 4

Mi porto una mano davanti alla bocca, quando uno sbadiglio minaccia di mostrare a mezza città le mie tonsille.

Il braccio di Luke è intorno alla mia vita e, per quanto mi faccia piacere, vorrei tanto che lo spostasse. Vorrei prendere le distanze da lui, ma non ci riesco e di certo lui non aiuta. Il suo sorriso, le sue parole gentili e i suoi occhi profondi non aiutano affatto.

«Che ne pensi dell'idea di Clifford?» chiedo, stupendomi di aver scelto proprio questo argomento. È il primo che mi sia venuto in mente e, sinceramente, avevo un impellente bisogno di interrompere il silenzio che si era creato fra di noi o avrei continuato a pensare al mio migliore amico e alla mia irrefrenabile attrazione nei suoi confronti.

Non so quando abbia iniziato a sperare che io e lui potessimo diventare più che amici, ma è successo. Un giorno lo vedevo come una persona con cui confidarmi, il ragazzo con cui ero cresciuta, e il giorno dopo ho iniziato a sentire le farfalle allo stomaco ad ogni suo sorriso. Stupida adolescenza.

Luke si stringe semplicemente nelle spalle. «Non ne voglio sapere, il football e la matematica sono già abbastanza,» risponde, alludendo al fatto che suo padre punta molto sullo sport e sua madre sulla materia che insegna, e prende le distanze da questa storia.

Sono felice che al mio migliore amico non interessi molto del progetto di Clifford e che non abbia quindi intenzione di compilare quel modulo, ma mi dispiace il pensiero che possa rinunciare a qualcosa per fare contenti i suoi genitori. Certo, sono due cose che ama fare indipendentemente dagli altri, ma so quanta pressione senta addosso.

Annuisco e punto lo sguardo sulle mie scarpe.

«Tu, invece?» chiede e, dal suo tono di voce, sono certa che stia sorridendo.

Alzo subito il viso perché non voglio perdermi nemmeno uno dei suoi meravigliosi sorrisi. I suoi occhi brillano e il mio cuore si gonfia di gioia. Credo possa scoppiare da un momento all'altro e non è rassicurante.

«Cosa?» balbetto, troppo impegnata a osservare Luke e a impedire a me stessa di imbambolarmi, per capire cosa mi stia chiedendo.

Ridacchia, stringendo maggiormente la presa sulla mia vita. «Il Progetto Anonymous,» mi ricorda e io mi sento stupida per non averlo capito subito: era l'unico argomento di cui stessimo parlando.

«Oh,» distolgo lo sguardo dai suoi occhi celesti per non confondermi di nuovo. «Non credo sia una buona idea. Ma, in fondo, quando mai quella testa tinta ha avuto una bella trovata?»

Il ragazzo scoppia a ridere. «Sembra un bravo ragazzo, dai.» Sorride, per poi alzare un sopracciglio. «Quindi non riceverò mai una tua dedica, eh? Mi si spezza il cuore,» dice, fingendo un tono melodrammatico, e io alzo gli occhi al cielo.

«Te la farà Nina, non preoccuparti,» rispondo, prima di pentirmene. Spero vivamente che Luke non abbia avvertito la gelosia nel mio commento, ma credo sia un po' improbabile. Chiunque capirebbe che non approvo la loro relazione e, sinceramente, non ci vuole nemmeno un genio a capire quanto sia presa dal biondino.

Per fortuna, però, ride di nuovo e accarezza il mio fianco. Afferro il mio labbro inferiore fra i denti e mi allontano da lui, fingendo di dovermi allacciare la scarpa. Mi inginocchio, sciolgo il nodo e lo rifaccio con lentezza, abbassando lo sguardo quando sento le lacrime minacciare di sgorgare dai miei occhi.

Tutto questo è straziante per il mio povero cuore.

Prendo un respiro profondo e mi alzo, camminando a distanza di sicurezza da Luke. Il ragazzo ha un'espressione confusa dipinta sul viso, socchiude lievemente le labbra e infila le mani nelle tasche dei suoi jeans neri.

Il silenzio regna fra di noi nel restante tragitto fino alle nostre villette, interrotto solo dai rumorosi sospiri del ragazzo.

«Ciao, Tay,» mi saluta e pronuncia il mio soprannome preferito con un tono che definirei freddo (se non proprio glaciale) e deluso, se solo non sapessi che lui non può essere arrabbiato con me. Ho solo messo distanza fra i nostri corpi e di certo non può farmene una colpa. Chi può incolparmi per essere cotta del mio migliore amico e per cercare di reprimere i miei sentimenti? Nessuno.

«Ciao, Luke,» mormoro, quando ormai una lacrima solca il mio viso, ed entro di fretta in casa.

Vorrei solo poter dire al mio migliore amico che non sopporto di doverlo vedere con Nina, che mi piace da impazzire e che, se non smette di trattarmi come se fra di noi potesse nascere qualcosa, prima o poi gli salterò addosso, fregandomene della sua ragazza e rovinando, purtroppo, la nostra amicizia.

La gelosia è una brutta bestia, sì, ma l'amore non ricambiato è uno stronzo di prima categoria.





****

Il capitolo è di una noia mortale, me ne rendo conto, scusatemi hahaha ho pensato di inserire il piccolo Austin con il suo essere depravato per ravvivare un po' il tutto, ma volevo che il capitolo si concentrasse su quello che prova la nostra Taylor per Luke, la confusione e... niente, spero che si sia capito il suo dramma interiore e che la storia vi stia piacendo, anche se siamo ancora all'inizio.

Se non vi piace e secondo voi è meglio che lasci stare l'idea, fatemelo pure sapere che la cancello subito e mi concentro su un'altra della decina di bozze che ho nella sezione 'crea' :')

Un bacio enorme ❤️

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