Verità
* Il giorno dopo*
Gabriel's p.o.v.
Fino a una settimana fa il mio cuore sentiva un peso che, col passare dei giorni, mi deteriorava sempre di più. Dopo la mia azione sconsiderata, dopo essermi inventato un falso amore per una ragazza inesistente, non facevo altro che sentirmi un verme.
Quella che io amavo veramente era Janet, è sempre stata lei, e quando ieri sera gliel'ho finalmente confessato tutto d'un fiato è stato così.. liberatorio. Credo di aver fatto la cosa giusta per entrambi, non era giusto che io continuassi a soffrire inutilmente per la mia stessa colpa e che Janet non sapesse la verità.
Dopo che gliel'ho detto, però, quell'odioso di Yohan l'ha presa per le spalle e l'ha trascinata via dalla festa. È stato terribilmente frustrante, tutti mi fissavano allibiti, ma non quanto lo ero io.
Sorpreso dalle mie stesse parole, sono rimasto in piedi immobile per un bel po', mentre la folla si era scordata dell'accaduto dopo già due secondi ed era tornata a divertirsi e a danzare.
Tutti si divertivano, mentre io stavo scoppiando. E sto tuttora scoppiando. Non ho più visto Janet da ieri sera, non ha nemmeno fatto ritorno a casa, rifugiandosi da quel suo amichetto, e la mia testa non fa altro che ricordare la chiara immagine della sua espressione scioccata di ieri sera.
Ho vinto nel duello, battendo Yohan, sebbene ne siamo usciti entrambi con qualche livido, e poi, convinto di ballare con Janet, mi sono lasciato prendere dalle emozioni che avevo tanto bene trattenuto in precedenza, confidandole tutto.
Le ho chiaramente detto che la amo, ma lei non ha risposto. Si è limitata a guardarmi confusa, e ad essere come al solito consolata da Yohan. Janet, la mia carissima Janet, non mi ha risposto.
Ha fatto così perché non se l'aspettava? Ma certo, lei era veramente convinta che io amassi un'altra ragazza, tuttavia deve essersi mostrata tanto sconvolta alla mia dichiarazione perché sicuramente non le sto del tutto indifferente.
Ma siamo del tutto sicuri che sia al sicuro fra le braccia di Yohan? È imprevedibile, quel ragazzo, e davvero non capisco perché stia sempre appiccicato alla mia Janet.
Improvvisamente i miei pensieri vengono interrotti dal suono della campanella di inizio lezioni, che mi riporta velocemente alla realtà, costrigendomi a dirigermi a passo spedito verso la classe di inglese.
Recentemente ho sentito dire che una ragazza dell'annata precedente la nostra ha superato l'esame per il passaggio a questo corso più avanzato, ma non ho la più pallida idea di chi possa essere.
Solitamente quando fanno ingresso nuovi alunni, qui, sono sempre piuttosto curioso, ma non oggi. Non me ne può fregar di meno, data la mia frequente agitazione a causa di Janet, e soprattutto il timore di incrociarla per i corridoi della scuola da un momento all'altro.
Ma queste sono solo stupide considerazioni: viviamo sotto lo stesso tetto, e sarà praticamente impossibile evitarla a lungo. Prima o poi dovrò affrontarla, costi quel che costi. Le sarò sembrato un lunatico che non sa niente della vita, o un playboy senza cuore che si diverte a giocare con le ragazze, ma non importa.
È giusto che io le abbia finalmente rivelato i sentimenti che provo nei suoi confronti, la fase critica è solo l'attesa della sua risposta. Ci avrà già pensato su? O peggio, non avrà proprio preso la domanda in considerazione, credendomi un buffone?
Tutte queste domande frullano nella mia mente, mentre ho già preso posto ad un banco in fondo alla classe, sperando di potermi distrarre indisturbato durante la lezione.
D'un tratto, quando la classe è già quasi tutta piena, fa ingresso la professoressa con al suo fianco una presenza tanto magnifica quanto inaspettata. Janet.
Mi blocco di colpo, mettendomi a fissarla involontariamente dalla testa ai piedi, e, prima che la prof la faccia presentare alla classe, il suo sguardo si posa sconvolto sul mio. Non percepisco altro che tremenda rabbia, infatti, dopo un nano secondo, fa finta di non vedermi e comincia a presentarsi alla classe in un modo molto serio, nel suo tipico stile.
《E per finire, spero di trovarmi bene con tutti voi in questo corso》 conclude dopo un lungo discorso che mi è entrato da un orecchio e uscito immediatamente dall'altro, per poi aspettare che la prof le dica qualcosa.
A mio discapito, sono proprio le parole della prof che sconvolgono entrambi: 《Janet, vai pure a sederti nel banco affianco a Gabriel Lee, lo studente in fondo vicino alla finestra》
In questo momento vorrei fulminare la prof con lo sguardo per aver scelto una sistemazione del genere per Janet, tuttavia cerco di non scompormi e, quando quest'ultima raggiunge finalmente il banco, si siede, sistema le sue cose e non mi degna nemmeno di uno sguardo.
Questa vicinanza mi sta dando alla testa, anche se siamo compagni di banco da solamente pochi secondi, così cerco di inventarmi sul momento un pretesto per chiarire con lei su tutto l'accaduto.
《Janet, mi dispiace per tutto. Tu mi piaci davvero, ma non so cos'altro posso fare per scusar..》
《Non mi va di parlarne》taglia corto lei, interrompendo la mia frase e continuando a prendere appunti, sul volto un'espressione impassibile.
《Davvero, ieri sera ti ho detto tutta la verità, ero veramente sincero》continuo imperterrito, cercando di attirare la sua attenzione, ma invano.
《Non parlare. Averti vicino è già sufficiente》risponde di nuovo lei, questa volta più spazientita di prima, spostandosi dietro l'orecchio una ciocca di capelli, sbuffando pure.
《Ehi, là in fondo, signor Lee e signorina Jang. Volete anche un caffè?》ci rimprovera ironicamente la professoressa, riportando l'attenzione di entrambi alla lezione e costringendoci a svolgere ad alta voce un esercizio del libro.
È terribilmente imbarazzante parlare, specie con Janet al mio fianco, che su di me ha lo strano effetto di rendermi la voce tremolante e di non farmi capire più nulla.
Ma devo resistere fino al suono della campanella. Sarà dopo scuola, infatti, che la costringerò a parlarmi, con le buone o con le cattive.
Yohan's p.o.v.
Quando Gabriel ha pronunciato quelle parole, ieri sera, è stato come ricevere una pugnalata dritto in mezzo al cuore.
Sapere che Gabriel ricambia da sempre i sentimenti della mia cara Janet mi ha a dir poco sconvolto, costrigendomi a portare via quest'ultima dalla festa per poi parlarle in privato.
È stato parecchio inusuale discutere di un argomento del genere con lei, anche perché non faceva altro che versare lacrime su lacrime, per mille emozioni contrastanti che provava nel suo cuore.
Non riusciva nemmeno a comporre una frase di senso compiuto, dal momento che, nel tragitto verso casa mia, non ha fatto altro che stringersi a me e bagnarmi di lacrime il mio vestito già zuppo d'acqua.
Mio fratello in macchina fortunatamente non ha indagato sulla faccenda, limitandosi ad un educato cenno del capo, e dandomi il permesso di far stare Janet da noi anche ieri, così che potessi starle vicino e consolarla.
Penso che ieri sia stata una delle giornate più brutte della mia vita, non posso fare a meno di ricordare l'espressione colma di lacrime di Janet che mi diceva che non poteva credere alla dichiarazione di Gabriel, che era tutto troppo bello per essere vero, e che si sentiva tanto salire in paradiso quanto scendere all'inferno.
Non aveva idea, e d'altronde non l'avevo nemmeno io, che Gabriel avesse inscenato una farsa per tutto questo tempo, e il fatto che lui avesse fatto tutto questo la rendeva così irritata e confusa, ma, allo stesso tempo, speranzosa. Speranzosa per un amore che finalmente, dopo mille sofferenze, potrebbe sbocciare indisturbato.
Ma sarà veramente possibile che quei due prima o poi si metteranno insieme? Perché, se così fosse, allora la mia presenza in tutta questa situazione sarebbe inutile. Tutto il mio supporto e i miei più sinceri aiuti dati a Janet, sarebbero come cartacce nella spazzatura, totalmente inutili, in attesa di essere triturate.
Insomma, il discorso di ieri con Janet alla fine non è nemmeno giunto ad una conclusione, dal momento che lei, dopo essersi data una bella lavata rigenerante sotto mio consiglio, si è addormentata subito sul mio letto, abbracciata a me, con altre lacrime che le scendevano lungo il viso.
Quel contatto fra noi due, abbracciati, richiesto espressamente da lei con un "Questa sera non dormire per terra, per favore", è stato così emozionante per me. Vederla dormire, accanto a me, è stata un'esperienza nuova.
Ma, pur osservandola attentamente, non ho mai capito a cosa stesse veramente pensando, e non sto riuscendo a capirlo nemmeno adesso, che me ne sto seduto accanto a lei, alla mensa, in un silenzio così denso da poter essere quasi tangibile.
《Janet, tutto a posto? È successo qualcosa stamattina a lezione?》rompo il ghiaccio, guardandola attentamente e constatando che oggi appare molto più composta del solito. Io ero da sempre abituato a vederla come un cerbiatto spaesato, e notare questo repentino cambiamento in lei non può che destare in me dei sospetti.
《Gabriel è nel mio stesso corso avanzato di inglese》risponde veloce, quasi a voler negare a se stessa la realtà dei fatti.
A sentire le sue parole vengo di nuovo colpito da una frecciata al cuore, e la fisso allibito dalla testa ai piedi, vedendo anche a malincuore che la sua espressione si sta rattristando sempre di più.
Improvvisamente, prima che io possa proferire parola, lei si rimette a parlare, concentrando tutta la sua attenzione su di me.
《Yohan, io non so cosa fare. Se è vero che lui mi ama, tutto questo sarebbe fantastico. Ma resta il fatto che ha fatto una cosa imperdonabile, a tenermelo nascosto e a fingersi innamorato di un'altra》dice, smettendo di mangiare.
È più che comprensibile che Janet si senta confusa, ma il fatto che Gabriel la ami mi fa innervosire tantissimo. Lo picchierei di nuovo, se solo non ci fosse di mezzo Janet.
《Avete parlato?》domando, rigirando con la forchetta il cibo nel piatto, senza però portarmelo alla bocca.
《No, non ancora. Ma ho il vago presentimento che sarà di nuovo lui a farsi avanti. E quando verrà il momento, Yohan, per favore, aiutami. Non posso farcela da sola》mi supplica lei, afferrando di slancio la mia mano da sopra il tavolo e tenendola stretta fra le sue, provocandomi ovviamente un visibile imbarazzo.
Questo calore trasmessomi dalla sua mano mi manda in visibilio, eppure ormai sono così bravo a reprimere ciò che provo per lei che in pochi secondi sono già di nuovo apparentemente a posto, e mi riesce di pronunciare un credibilissimo《Certo, ti aiuterò》senza scoppiare a piangere per il dolore.
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