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Detective

*Tre giorni dopo*

Janet's p.o.v.

《Ragazzi, abbiamo una notizia》esordisce Jun K affianco ai 2PM con un sorrisetto soddisfatto, guardando prima me e Gabriel, e poi le nostre madri e anche Benedetta.

Siamo riuniti in salotto da qualche minuto anche se sono ancora le 8 di mattina, ma se i 2PM hanno voluto svegliare tutta la famiglia a quest'ora ci sarà pure un valido motivo, no?

《Quale notizia?》chiedo io, sperando con tutto il cuore che sia quello che penso veramente.

《Il manager ha approvato la donazione dei 200 mila dollari, e, strano a dirsi, ci ha anche intimato di trovare subito un detective, visto che anche lui vuole rendersi utile per...》

《Sììììì!》esulta Gabriel, con un gesto della mano vincente e strizzando gli occhi contento.

Anche io non posso non imitarlo e, dopo che tutta la famiglia ha sorriso soddisfatta lanciandosi occhiate di sollievo, Jun K riprende a parlare.

《Quindi, dicevo, il manager ha contattato personalmente un detective per il caso, non sappiamo ancora nè il suo nome che faccia abbia, ma ci fidiamo del fatto che in America abbia un'ottima reputazione》continua, annuendo soddisfatto.

《Ma... quando arriverà?》domando io, curiosa e allo stesso tempo agitata.

《Dovrebbe presentarsi qui proprio ade-...》

*Driiiiiiiin*

Tutti noi ci guardiamo l'un l'altro increduli, certo ci immaginavamo che un detective sarebbe stato veloce, ma non così veloce.

Io e Gabriel, curiosi come non mai, accorriamo allora verso la porta che Jun K sta aprendo al nuovo arrivato e, una volta spalancata, rimaniamo a dir poco sbalorditi.

《Buongiorno, io sono il detective privato assunto per risolvere il caso della giovane Park Soo Young. È questa la dimora dei 2PM?》esordisce, con un coreano perfetto e un tono di voce così pacato e tranquillizzante.

Caspita però, non me lo aspettavo di certo così giovane, e neppure dai tratti asiatici così accentuati. Sicuramente è allora un immigrato dalla Corea, uno dei nostri, insomma.

Focalizzo per qualche secondo il mio sguardo sulla sua figura.

Non avrà più di 20-22 anni, questo è certo, e sicuramente quei suoi capelli rossicci lisci tenuti così curati sotto alla bombetta nera non aiutano a renderlo più maturo di quel che sembra e che magari è.

Ha un viso proprio levigato, non un singolo brufolo, e quel suo naso così piccolo e affusolato gli dà proprio l'aria dà ficcanaso. Non a caso fa il detective.

《Sicuro, venga, si accomodi》si inchina Jun K rispettoso, anche lui dopo aver effettuato un attento esame della figura antistante.

Il detective fa allora la sua entrata dentro casa nostra e, dopo essersi inchinato a sua volta a tutti i presenti ed essersi tolto il cappello, comincia a parlare:

《Mi chiamo Joshua Hong, ho 20 anni, sono coreano ma vivo in America da quando avevo 10 anni, ed esercito la professione di detective grazie a mio padre che mi ha introdotto in questo mondo da quando avevo 15 anni. Sono stato chiamato qui per trovare e incarcerare immediatamente la persona che ha sparato a Park Soo Young, e sono sicuro di potercela fare. Fidatevi di me, vi prego》dice, rivolgendo occhiate apparentemente indifferenti a tutti quelli che si trovano qui, volte in realtà ad esaminare una ad una ogni persona.

《Lei qui è il benvenuto, signor Hong》ci inchiniamo tutti, in segno di rispetto.

Devo ammetterlo, ora che si è presentato sembra davvero un bravo ragazzo. E se è veramente venuto qui dall'America, allora posso star certa che non può che essere una persona seria.

《Ah, dimenticavo... qui chiamatemi pure Joshua, ma, se mai dovessimo avere la necessità di parlarci in pubblico, anche se non credo succederà spesso, chiamatemi "signor Hong".》aggiunge il detective, rivolgendo un sorriso smagliante a tutti i presenti.

***

《Eh? Un detective dall'America?》sussurra attonito Yohan, seduto affianco a me in una panchina nell'immenso giardino d'ospedale.

Annuisco lentamente, aspettandomi altre sue domande a raffica.

《Ma come farete a pagarlo? E poi.. i genitori di Joy ne sanno qualcosa?》domanda, senza neanche prendere fiato.

《No, non ancora. Non ho ben capito se i 2PM hanno intenzione di rivelare questa cosa del loro aiuto finanziario, ma ora come ora credo proprio di no. Anche perché, essendo già famosi, non vorrei che quel tizio che ha sparato a Joy, se si sentisse minacciato, provvedesse poi a minacciare a sua volta qualche membro di casa nostra》rispondo, cercando di essere il più dettagliata possibile.

《Capisco...》sussurra mogio mogio Yohan, per poi alzarsi e dirigersi verso la stanza d'ospedale di Joy.

《Han. Aspetta》lo richiamo, in piedi immobile appena dietro di lui.

Si volta nuovamente verso di me, con dipinta in volto un'aria interrogativa, e aspetta che io parli.

《Vuoi venire a casa mia oggi, magari anche per conoscere Joshua Hong? Ti prego, cerca di capire anche me. Come ti sentiresti se di punto in bianco io ti ignorassi e non ti rivolgessi più la parola, isolandomi da tutto e da tutti come stai facendo tu adesso?》parlo, con voce roca per l'imminente pianto che sto per sfogare.

Già, perchè questo allontanamento da parte di Yohan non fa che distruggermi lentamente giorno per giorno. Forse ero talmente tanto abituata alla sua presenza da non rendermi mai conto di quanto fosse importante lui per me, e adesso che non ce l'ho più accanto... fa male. Molto male.

《Janet, io... io non posso. Magari un'altra volta. Mi dispiace》biascica, a testa bassa.

"Magari un'altra volta".

Sono due settimane che continua a ripetermi sempre la stessa frase che, mano a mano che passa il tempo, sta diventando sempre di più un qualcosa di irrealizzabile.

Dovrei forse chiedere una mano a Gabriel che, se lo smuovesse un po' con qualche litigio, riuscirebbe a fargli acquistare nuovamente qualche sprazzo di vita? O forse è meglio lasciarlo soffrire da solo?

Io non so più cosa fare. Sono giorni che, stando al suo fianco qui in ospedale per assistere Joy, sto cercando di tirarlo fuori da questa sua depressione. Ma non ce la faccio. Ho provato in tutti i modi.

E mi duole veramente il cuore a vederlo così. Kang Yohan, un tempo un ragazzino sempre così sorridente e spensierato, che si è ridotto ad uno zombie in così poche settimane.

Un'altra cosa che mi chiedo è se farebbe male a chiunque vedere un proprio amico ridotto in uno stato del genere, o se c'è un altro motivo di cui magari non mi rendo ancora conto, e per cui tengo così tanto a lui.

《Yohan.》lo richiamo, attirando nuovamente il suo sguardo su di me.

Adesso basta. Ho veramente intenzione di smetterla con questi miei inutili tentativi verbali, devo agire pragmaticamente.

《Sì?》chiede lui, confuso.

Ma io non gli do nemmeno il tempo di finire la frase che, con due falcate decise, annullo quasi completamente la distanza fra noi due e, dopo essermi messa in punta di piedi, mi avvicino al suo viso sempre di più.

Aspetto un secondo, due, tre, cinque..
E, sebbene la distanza fra i nostri volti sia ormai minima, Yohan non ha evidentemente intenzione di annullarla.

Anzi, dopo un po' si scansa addirittura, indietreggiando incredulo di qualche passo.

《Cosa avevi intenzione di fare?》domanda, gli occhi spalancati.

Già... cosa avevo intenzione di fare?

Lo avrei baciato veramente, o era solamente una prova per vedere come avrebbe reagito lui?

Mi porto lentamente una mano sul cuore, la mano destra, e, mentre continuo a fissare Yohan negli occhi, mi accorgo che il mio cuore sta battendo all'impazzata.

Di colpo mi tornano alla mente tutti i nostri momenti passati insieme, i nostri litigi, giochi, pianti, il nostro bacio...

Ed è allora che mi rendo conto che non potrò mai lasciare andare il mio migliore amico così facilmente. Neanche dopo tutto il disastro che è successo a Joy.

E non si tratta solo di affetto fraterno, no... niente affatto. Mi sono resa conto di soffrire per un motivo ben preciso. E ora è il momento che Yohan venga a saperlo. Ma soprattutto, è ora che io mi decida ad ammetterlo a me stessa, senza più tanti giri di parole.

《Han. Io credo di provare qualcosa per te》affermo guardandolo negli occhi, un brivido che mi percorre tutta la schiena nell'incontrare quei suoi occhi così profondi ma allo stesso tempo così impenetrabili, occhi di qualcuno che non è affatto pronto a reagire a questa mia inaspettata dichiarazione.

Spazio autrice:
E finalmente si sono smosse un po' le cose, abbiamo una new entry che, sì, è proprio Joshua dei Seventeen, in panni di detective privato! Che ve ne pare? xD
Al prossimo capitolo!
Ariel Carter

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