Consolazione
Yohan's p.o.v.
Mi sveglio improvvisamente, destato dal potente suono della sveglia, per poi accorgermi che è di nuovo mattina.
Sbadiglio, guardando il mio orologio al polso: sono le 7.10, e devo prepararmi per andare a scuola.
Prima che possa alzarmi in piedi, però, sento di avere i brividi di freddo, e non so perché.
Ho come qualcosa di ruvido e gelato lungo tutta la mia schiena, e capisco che sono steso per terra.
Mi alzo perplesso, non ricordando momentaneamente che cosa sia successo ieri.
Mi massaggio la testa, chiudendo gli occhi.
Janet, Gabriel, l'appuntamento.. ma certo.
Quindi sul mio letto c'è Janet.
"Yohan.. grazie. Grazie di tutto"
Ciò che mi ha detto ieri sera prima che ci addormentassimo rieccheggia nella mia mente, e non riesco a scacciare questi pensieri.
So che lei lo dice solo per amicizia, eppure ogni volta che lo fa mi sento battere il cuore velocissimo, e mi aspetto sempre qualcosa che però so inevitabilmente che non arriverà mai.
Dopo aver sospirato ed essermi stiracchiato, il mio sguardo cade su quell'angelo che sta dormendo beatamente sul mio letto.
《Oh, Janet.. se solo potessi, anche solo per una volta, dirti che cosa provo》sussurro, avvicinandomi ed accarezzandole dolcemente i capelli.
Continuo a nutrirmi da solo di una speranza per un qualcosa di irrealizzabile.
So che lei non pensa neanche lontanamente a me come un possibile fidanzato, eppure continuo ancora a sperarlo, nel profondo del mio cuore.
《Han.. sei già sveglio?》rantola lei, svegliandosi e stroppicciandosi gli occhi.
Quanto sei bella, Janet.
Se solo potessi prendere quel tuo bel visino fra le mani e baciarti dolcemente.
Ma non posso, e non potrò mai.
《Sì, ora alzati. È ora di andare a scuola》mi fingo impassibile, andando a prepararmi in bagno.
Dopo che mi sono vestito lascio il bagno libero per lei, e quando anche lei è pronta, usciamo per andare a scuola.
Mentre camminiamo per la caotica Seoul, dopo aver inspirato profondamente, lei decide di iniziare inaspettatamente a parlare.
《Sai, per quanto riguarda ieri..》comincia, mettendosi le mani in tasca.
***
Un'unica parola: friendzone.
La mia amica Janet Jang mi ha appena raccontato che ieri è stata brutalmente friendzonata da Gabriel.
Mi dispiace tantissimo per lei, odio vederla triste.. ma d'altronde so esattamente cosa prova. L'unica differenza è che allora io sono in friendzone da qualche anno, mentre lei solamente da poche ore.
È proprio una brutta sensazione, e ce ne vuole di tempo per sentirsi meglio.
Poi, è stato proprio un brutto colpo davvero: mentre lei credeva che Gabriel le si stesse dichiarando, ecco che lui salta fuori nominando una ragazza mai vista nè sentita prima.
Una certa Kim Eun Ji, che, a quanto pare, frequenta la nostra stessa scuola.
Non riesco ad immaginare neanche lontanamente le sensazioni provate da Janet in quel momento. Deve essere stato un colpo tosto, di quelli per colpa di cui fai poi fatica a rialzarti.
《Janet, non sai quanto mi dispiace. È veramente una brutta situazione, pensa però che siamo ancora troppo giovani per trovare il vero amore, e potrebbe essersi trattato solamente di una cotta》le dico, mentendo a me stesso.
Io infatti, anche se ho solo quindici anni, ogni volta che vedo Janet o anche solo quando la penso soltanto, sento una sensazione dentro di me mai provata prima. Sarebbe forse un po' azzardato parlare di vero amore, però di certo non è un sentimento indifferente.
《Grazie.. grazie Yohan, ti adoro》
Arrossisco impercettibilmente, per poi tossire imbarazzato.
Infine, dopo averla consolata con un abbraccio, entriamo in classe e ci accomodiamo ai nostri posti.
***
Sono passate cinque ore, ed è arrivato finalmente il momento della pausa pranzo. Janet non sta facendo altro che starmi appiccicata, così ha seguito passo passo anche in mensa.
Mentre mettiamo del cibo sui nostri vassoi, ci imbattiamo per caso in Gabriel, che inciampa sul mio piede, facendomi cadere insieme al vassoio.
《Han.. tutto ok?》sussurra Janet, piegandosi su di me. Poi getta un'occhiataccia a Gabriel, che se la fila senza dire una parola.
In questo momento sento di odiarlo, e non me ne pento affatto. Prima friendzona la mia migliore amica, e poi ovviamente fa tutto lo snob ignorandoci totalmente.
《S-sì, sto bene》affermo, sistemandomi gli occhiali, e iniziando a pulire il casino che si è fatto per terra con dei tovaglioli.
È pieno di cibo tutto in giro, e se passano i responsabili della mensa potrebbero arrabbiarsi.
Anche Janet, sebbene io le abbia detto di non aiutarmi, si piega affianco a me per aiutarmi.
Ma improvvisamente una voce altissima ci fa voltare.
《Udite udite, plebei!》
Ah, è la ragazza più popolare della scuola, ovviamente. E di fianco a lei, c'è tutto il suo seguito di ochette.
È salita su un tavolo della mensa vuoto, attirando l'attenzione di tutti con un sorrisone a trentadue denti.
Gli occhi di tutte le persone si voltano immediatamente verso di lei, e nella sala regna il silenzio più assoluto.
《Come tutti voi sapete, io mi chiamo Ahn Mi Ran, e sono la ragazza più popolare e ricca della scuola! Ebbene, dato che a breve sarà il mio compleanno, siete invitati fra esattamente una settimana alla mia villa di campagna per festeggiare! Ci saranno cibo e divertimenti assolutamente gratuiti, per cui, che aspettate?》dice, attegiandosi come una modella.
Poi, rivolgendosi alle sue compagne, dà loro dei piccoli foglietti e sussurra loro qualcosa del tipo:《Su, distribuiteli a tutti》
Inizialmente ci guardiamo tutti perplessi, dopodichè la maggioranza annuisce sorridendo e si mette a urlare.
Mette pure della musica da discoteca dal suo cellulare, e poi si mette a ballare come una scema, seguita da tutti i pecoroni della scuola che pendono dalle sue labbra.
《Aish.. ma che oca》sbraito, a braccia conserte, per poi prendere per mano Janet e dirigermi fuori.
Chi si crede di essere questa qui? E perché nessuno le dice niente? Mah, meglio andarsene.
Ma, mentre cammino spedito, sento qualcosa che di colpo mi blocca. Mi volto, e vedo che Janet si è fermata.
《A-aspetta, Han.. che ne dici di provare ad andare? Magari potrebbe essere divertente》dice, alludendo alla festa.
《Janet, sei seria? Quella lì è solo un'oca antipatica, che invita la scuola intera a casa sua solo per diventare ancora più popolare e arruffianarsi tutti》rispondo, guardandola serio.
Prima che Janet possa ribattermi, però, ci si avvicina una amichetta di Ahn Mi Ran e ci consegna in mano due biglietti, uno per uno.
Metto a fuoco quello che c'è scritto, e leggo, diventando sempre più perplesso.
Cari compagni di scuola! <3
Fra una settimana esatta, il giorno 3 maggio, ci saranno i festeggiamenti del mio sedicesimo compleanno! Siete tutti invitati alla mia villa di campagna, in via xxx al numero xxx. Ci saranno cibo e divertimenti, tutto assolutamente gratuito ed imperdibile! Che aspettate? Venite numerosi! :)
Ahn Mi Ran
Rido sarcasticamente, e straccio il biglietto in mille pezzi.
È solo una stupida festa, e ci andranno solo quelli che non hanno niente di meglio da fare, e i maschi che vanno dietro ad Ahn Mi Ran.
《Dai, Han.. andiamo! Fallo per me》Janet mi strattona un braccio, con espressione supplichevole.
Scuoto la testa imperturbabile, ma lei inizia pure a farmi gli occhioni dolci. E sa benissimo che io non posso dirle di no, quando fa così.
Però, adesso che ci penso, quesga potrebbe essere una buona occasione per non farle pensare a Gabriel. Potrebbe svagarsi, anche solo per qualche ora, "divertendosi" a questa festa.
《Se proprio vuoi..》mi arrendo, facendo spallucce.
《Grazie, Han!》mi dice lei sorridendo, cosa che da stamattina fino ad adesso non ha mai fatto.
Mi sento meglio anche solo a vederla sorridere. Così, grazie al suo sorriso, la mia giornata migliora inaspettatamente.
***
Janet's p.o.v.
La festa di Ahn Mi Ran è veramente capitata a fagiolo: è l'occasione perfetta per svagarsi un po', per dimenticarmi dei dolori passati ieri.
Anche se è conosciuta per essere un'oca di prima categoria, riconosco che l'idea del compleanno nella sua villa non è del tutto sbagliata. Anzi, è stata abbastanza gentile ad invitare tutta la scuola. Non mi resta che andare, insieme al mio migliore amico Yohan.
Dopo la mensa, abbiamo altre quattro ore di lezione, dopodiché possiamo finalmente tornare a casa.
Mentre tiro fuori le chiavi dalla tasca della giacca, sento dei passi dietro di me.
Mi volto, e vedo che si tratta di Gabriel. Anche se è buio, riesco a vedere benissimo il suo volto: sembra abbacchiato, quasi triste, quando sono io quella che dovrebbe sentirsi così.
《Ciao..》sussurro, piano.
Ma lui, senza proferire parola, mi evita e, a testa bassa, si dirige verso l'entrata sul retro.
A guardarlo andare via mi si stringe il cuore, ma d'altronde è meglio così. Prima mi dimentico di Gabriel Lee, meglio è.
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