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68. FUGA TRA FIAMME E GELO

Il vento gelido era capace di congelare anche le punte delle ciglia che ormai avevano raggiunto un piccolo bianco. Katie incrociò più volte i suoi Sai contro i pugnali di ghiaccio di Ira.

Era diventata davvero una bellissima donna; dai capelli argentei, la veste bianca che le esaltava le forme.
«Bentornata ragazzina. Come sono andate le vacanze?»
Katie saltò su un albero. Ira la seguì, per poco Katie non scivolò; con una capriola atterrò sulla neve caricando oltre la tempesta, giungendo di corsa fino all'entrata del palazzo abbandonato.

A causa di quel fenomeno non naturale il gruppo si era separato. Vendetta aveva spinto Undriu e James oltre il cancello.
George e i suoi genitori, invece, erano fuggiti inseguiti da creature bianche dai denti aguzzi.

Nella fretta e per lo spavento a causa della tormenta che limitava la vista, Elbert perse la spada che sciolse la neve in superficie fino a scomparire ricoperta dalla tempesta.

Kuinda era andata verso di loro per aiutarli a mettersi in salvo, ma a causa della tormenta aveva perso le loro tracce.
Faine, invece, era rimasta con Katie.
La ragazza in blu attaccò con una sua freccia infuocata il fantasma che riuscì a bloccarla con la mano. La freccia tra le sue dita si congelò. La chiuse con forza, e come se fosse un grissino, in mille pezzi cadde a terra.

«Che onore c'è nel combattere due contro tanti?».
«Vedo che anche voi avete una vostra politica poco corretta» disse Katie correndo per le scale. I gradini erano scivolosi e la salita non fu per nulla facile. Quando Katie pensò di esser giunta al secondo piano e di aver superato l'ultimo gradino. La figura si presentò davanti a lei come nata dal nulla.
Agitando la sua arma di ghiaccio spinse Katie ad indietreggiare. La ragazza scivolò e cadde giù di nuovo fino all'ultimo scalino.
«Accidenti!»

George, Elbert e Giuliet si erano chiusi in macchina. Le loro urla avevano spinto Kuinda nella giusta direzione, mentre la macchina veniva scossa da creature dall'aspetto di cavallo, dai denti aguzzi e la coda di serpente a sonagli, caratterizzati dall'uncino in cima come uno scorpione.
Ad ogni loro colpo e piccola crepa Elbert lanciava urla di una ragazza alle prese con un ragno.
«Smettila di urlare Papà!» ma nonostante George dicesse questo, le sue urla non erano tanto diverse.

«La smettete tutti e due!», ma anche Giuliet urlò quando uno dei tre esseri iniziò a mordere il vetro del finestrino mostrando i suoi denti aguzzi e feroci. Anche Pallon iniziò ad agitare le sue ali, perdendo qualche pagina come piume al vento.
E nonostante le urla, Kuinda si era accostata poco distante, scuotendo la testa e quasi ridendo alla scena.

«Per così poco» constatò.
Si strofinò le mani, schioccò le dita, mentre il piccolo Jim scappò dal suo nascondiglio lasciandola sola.

Si posizionò al centro della strada, schioccò il collo, riscaldò i muscoli delle braccia. Strofinò di nuovo le mani palmo contro palmo. Piantò i piedi per terra alzando prima un piede e poi l'altro.

La neve in strada si sciolse in torno a lei, mostrando il grigio dell'asfalto.
«Bloccate questo, dilettanti» posizionò le mani a forma di pistola e fischiò. Quando i cavalli di ghiaccio la videro, scattarono verso di lei. Kuinda alzò il polso leggermente, ricreando l'impressione di uno sparo. Una scia di fuoco seguì quella traiettoria colpendo i tre esseri e l'auto.
All'interno della macchina iniziarono a sudare, mentre le fiamme circondarono la vettura.

«Non ha mai il senso della misura!» urlò George sbattendo la mano sul cruscotto. La macchina sembrò scendere di poco.

Quando mise i piedi per terra, notò la neve accanto a loro scomparsa. Al suo posto era tornata ciò che si poteva definire "estate".
George poté vedere Kuinda giocare alla pistolera. Soffiare sul suo dito indice e posare l'arma inesistente.

Mentre suo padre Elbert si gettava a terra in lacrime alla vista delle quattro ruote sciolte. «Ah. La mia macchina!»
«Beh ringrazia che non si è graffiata» disse Giuliet, ma la sua affermazione arrivò troppo presto, una saetta giunse sul tettuccio dell'auto.
Giuliet si pentì per ciò che aveva appena detto.

«Non l'avrai vinta, fantasma da quattro soldi!». James era la saetta che i loro occhi non aveva ancora messo a fuoco. Appena atterrato sul tetto dell'auto, imprecò rimettendosi in piedi, e con uno scatto talmente forte da piegare il metallo che aveva già lasciato la sua sagoma ben visibile, si lanciò contro il fantasma.
«Beh, almeno è solo il tetto. Si può riparare» cercò di consolarlo Giuliet, ma non riuscì a finire la frase che delle saette di ghiaccio giunte dalla battaglia tra Undriu, James e Vendetta gli bucarono la fiancata, lasciando fori sulle porte anteriori e posteriori.
«Ecco... Almeno le porte...»
Elbert alzò un dito bloccando la frase della moglie. Un piccolo silenzio poi le quattro porte caddero a terra.
«L'importante è che st-»
«Mamma!»
«Va bene non dico più niente».

Quando Faine riuscì a prendere il posto di Katie come attaccante principale, la ragazza arrivò a raggiungere la stanza dello specchio senza intoppi. Quando la porta si spalancò, Bobby e Albert rimasero fermi immobili per qualche istante.
«Katie sei tornata!?» furono sollevati nel vedere finalmente una faccia amica, e l'abbracciarono.
«Ragazzi come siete freddi!»
«Si gela qui dentro, ragazza».
«O mio Dio!» Katie corse verso la sua amica. La sua sagoma di ghiaccio era completamente bloccata in una strana posa. In un dolce gesto toccava lo specchio con una mano, e per Katie quell'espressione era alquanto sospetta. S'inginocchiò toccandola appena.
«Dov'è Josh?» dichiarò con freddezza e rimprovero. I due cugini indietreggiarono percependo una rabbia nella voce di Katie.
«Josh si è aggravato e Cristy è testarda!».
«Dovevate aspettarmi!» urlò.
«Cosa sarebbe cambiato?» prima che Katie potesse rispondere, un boato li fece saltare spaventati.
Vendetta era piombato nella stanza come un lanciato da una forza sovraumana, e poco dopo James con un calciò aprì ancor di più un varco nel muro entrando anche lui nella stanza dello specchio.
«Fammi indovinare uscita di emergenza?» disse Katie.
«No più un' entrata».

«N-No. Fatemi capire quel coso è James?» I due cugini si abbracciarono spaventati, indicando il ragazzo appena arrivato sull'uscio di quell'entrata.
Seguito da Undriu, che prima di entrare guardò attentamente il contenuto all'interno della parete.

Con la lama infuocata, la veste a pois il capotto marrone le orecchie da gatto e una coda nera. James si presentò ai due cugini come non avrebbe mai fatto prima.
«Ops» disse soltanto, mentre Katie si schiaffeggiò il viso.
Dalla porta principale dopo quello strano rumore che si ripeté, Faine entrò dalla porta. Si videro le due statue cadere una dopo l'altra alle sue spalle.
«Quello è lo specchio?» indicò. «Bene facciamolo a pezzettini prima che la Regina di ghiaccio torni».

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