V e n t u n o
L'angolo della bocca di Draco si alzò leggermente mentre allungava la mano verso di lei per invitarla a posarci la sua e portarla via da Adrian. Josephine rimase interdetta e spalancò gli occhi.
Adrian posò i suoi occhi curiosi sul suo viso mentre aspettava impazientemente di sentire la sua risposta, ma lei non aveva la minima idea di cosa fare. Avrebbe voluto lasciar finire la frase di Adrian e sapere che cosa volesse chiederle. Probabilmente anche lui stava per chiederle di ballare e lei avrebbe accettato questa volta, però avrebbe voluto anche accettare l'invito di Draco.
Erano stati entrambi molto gentili, non voleva essere maleducata, "Ehm, ecco..." Balbettò in modo titubante su cosa dire prima di girarsi verso Adrian, "Cosa stavi dicendo prima?"
Il sorriso di Draco crollò alla sua domanda. Doveva solamente accettare il suo invito di ballare, non lo aveva mai fatto con nessun'altra.
Adrian le sorrise dolcemente, "Niente." Mormorò mentre scuoteva la testa, "Vai a ballare con Malfoy." Indicò con lo sguardo la pista da ballo.
"Sicuro?" Lui annuì, "Va bene." Gli sorrise anche lei, "Andiamo allora." Prese la mano di Draco e salutò Adrian. Il biondo, prima di girarsi e andarsene, lanciò un'occhiataccia ad Adrian alle sue spalle e lui ricambiò con occhi accecati dalla sfida.
"Cosa facevi con lui?" La interrogò subito mentre camminavano.
"Sono andata a salutarlo." Rispose innocentemente, e appena misero piede nella pista da ballo partì una canzone lenta. Draco sbuffò e roteò gli occhi, "Preferivi un ballo più movimentato?" Josephine ridacchiò, "Se vuoi aspettiamo-"
"Va bene anche così."
Meglio lei che Pansy o Astoria.
Rimasero uno davanti all'altra a fissarsi negli occhi, imbarazzati sul da farsi. Sarebbe stata la prima volta che si toccavano e sarebbe stato molto strano. Josephine decise di prendere l'iniziativa, "Sai come funziona un lento?" Fece un piccolo passo verso di lui.
"Certo."
"E sei sicuro di volerlo fare con una sporca mezzosangue lentigginosa?" Alzò un sopracciglio.
Draco roteò gli occhi, un piccolo ghigno crebbe sulle sue labbra mentre posava le mani sulla sua vita, toccando con le punte delle dita la sua schiena, "Potrei fare un'eccezione." Mormorò a bassa voce mentre lei portava le braccia sulle alle sue spalle, intrecciando le dita dietro la sua nuca. E iniziarono a muoversi lentamente a ritmo della musica, fissandosi negli occhi.
"Adrian." Theodore catturò la sua attenzione, "Dov'è Jo?"
"Indovina..." Sussurrò, indicando con il capo la pista da ballo. Theodore girò subito lo sguardo e vide la sua migliore amica che ballava con Draco.
"Ma che diavolo-" Sputò, incredulo, spalancando gli occhi, "Non le hai chiesto di ballare?"
"Stavo per farlo." Portò il bicchiere alle sue labbra, "Ma sono stato interrotto."
"E l'hai lasciata andare con lui?" Allargò le braccia in aria per l'incredulità.
"Non voglio avere problemi con Malfoy. Mi ha irritato molto, ma non importa. Quando avranno finito glielo chiederò." Rispose tranquillamente.
"Da quando sei così pacifico?" Theodore inarcò le sopracciglia perché, conoscendolo, sapeva che era una delle persone meno pacate che conosceva; ovviamente dopo Draco.
"Non voglio che lei si faccia un'idea sbagliata di me." Adrian sospirò amaramente, "Sto cercando di mantenere la calma."
"Con Malfoy sarà alquanto complicato."
"Significa che dovrò impegnarmi." Theodore annuì lentamente, "Sicuro che tra loro due non c'è niente?" Adrian indicò Draco e Josephine col capo.
"Cosa?" Theodore sgranò gli occhi a quella domanda, "No, no, sei fuori strada. Sono solo amici, tranquillo. Jo è solo troppo buona." Lo rassicurò.
"Meglio così." Rispose, sollevato.
"Hai paura di me, Jòsephine?" Mormorò Draco con tono curioso, alzando un sopracciglio.
"No, perché?" Scosse velocemente la testa.
"Allora, avvicinati."
Strinse inaspettatamente la presa sulla sua vita e la tirò più vicino a lui, facendo quasi sfiorare i loro nasi. Il respiro di Josephine venne mozzato per un secondo a quella mossa e sussultò, "Quindi, come mai mi hai invitata a ballare con te? Non me l'aspettavo, onestamente."
Non poteva di certo dirle che doveva allontanarla da Pucey, "Avevo bisogno che mi salvassi dalla Greengrass." Utilizzò la prima scusa che gli venne in mente.
Josephine si accigliò, "Cioè? Che ti ha fatto?"
"Mi ha detto che voleva che fossi io a invitarla e stava per chiedermi di ballare."
"Non hai accettato per via di Blaise?" Mormorò con tono comprensivo.
Draco sbuffò mentre scrollava le spalle, "Semplicemente non mi importa molto."
"Come no? Astoria è adorabile e soprattutto purosangue." Gli fece l'occhiolino.
"Preferisco piuttosto subirmi la tua compagnia."
Josephine sgranò gli occhi con stupore, "Draco Lucius Malfoy che rifiuta l'invito di una bella purosangue? Mi stupisci."
"Non è bella, è decente." La corresse duramente.
Lei roteò gli occhi, "Non capirò mai i tuoi gusti."
"Mi basta che sia guardabile." Riferì con indifferenza.
"Hai ristretto il campo." Scherzò, facendolo ridere, "Pepè però ti piaceva."
Draco alzò gli occhi al cielo mentre pensava, "Sì dai, avrei potuto farci qualcosina." Ammise con un piccolo ghigno.
"Magari non hai perso l'occasione." Lo incoraggiò amichevolmente.
Il biondo scrollò le spalle, "Perché accontentarmi di una se posso avere tutta Hogwarts?"
Josephine scoppiò a ridere, "Dannazione, Draco, prestami un po' della tua sicurezza e autostima."
Anche Draco si unì alla risata, "Quando vuoi."
Di punto in bianco, tornò seria mentre faceva viaggiare lo sguardo intorno alla sala, e Draco si accigliò, "Che c'è?"
"Sto cercando Pansy, dovresti tornare da lei."
All'improvviso, Draco si ricordò della sua esistenza e cercò un modo per non farla preoccupare, "Oh sì, l'ho vista uscire con uno stupido Corvonero."
Josephine lo guardò, confusa, "Sei sicuro?"
"Tanto ho accettato di venire con lei solo per il favore che ti dovevo." Fece spallucce, rispondendo freddamente prima che lei annuisse lentamente, "Jòsephine?" Sussurrò il suo nome, facendo alzare i suoi occhi azzurri su di lui, "Che ne dici se andiamo da qualche altra parte?"
"E dove vuole andare, signore?" Alzò il mento con superiorità.
"Decidi tu, ma andiamo via." Mormorò, guardandola dolcemente negli occhi.
"Mh..." Si morse leggermente il labbro inferiore mentre pensava, "Andiamo in camera mia."
Sulle labbra di Draco spuntò un sorrisetto, "Fammi strada."
—
"Bizet, ho compagnia." Gridò Josephine appena entrò nella sua stanza.
"Salazar, quanto puoi essere svitata? Parli con un dannato gatto." Draco la prese in giro mentre la seguiva dentro.
"Sono molto svitata, parlo anche con una stupida serpe." Ricambiò il commento canzonatorio mentre si toglieva le scarpe, e le lanciò a caso.
Draco roteò gli occhi, "Posso togliermele anche io?" Josephine annuì mentre si toglieva la collana.
Si sentì un miagolio mentre Bizet usciva dal bagno, gattonando verso di lei, "Ciao piccolino." Accarezzò il suo pelo morbido e lo prese in braccio, "Oggi ho portato un amico. Saluta Don Freezer." Camminò verso Draco mentre prendeva delicatamente la piccola zampa del gatto per scuoterla come se lo stesse salutando.
Il biondo alzò le sopracciglia, "Sì, sei pazza." Affermò semplicemente prima di buttarsi sul suo letto.
"Quanto sei noioso." Sbuffò mentre si sedeva ai piedi del letto davanti a Draco con Bizet appoggiato sulle sue gambe incrociate.
"Eppure il noioso è tuo amico." La provocò con un ghigno.
"Anche la pazza è tua amica." Alzò un sopracciglio.
"Io questo non l'ho mai detto." Scosse lentamente la testa, la sua voce rauca.
"E allora perché mi hai proposto di andarcene dal ballo?"
Draco scrollò le spalle, "Mi stavo annoiando, non montarti la testa."
Josephine ridacchiò nervosamente, "Nah, non mi monto la testa. In fondo sei solo corso da me dopo che hai rifiutato una decente purosangue." Si fece beffe di lui.
Draco fece un impercettibile sorriso e abbassò lo sguardo come se fosse stato sconfitto, "Sai sempre come mettermi con le spalle al muro, è un talento."
"Almeno posso vantarmi di qualcosa: so come irritare Draco Malfoy."
"E ti riesce anche molto bene" Annuì lentamente.
Josephine ridacchiò leggermente prima di tornare seria, "Dimmi qualcosa di te, Draco."
Il biondo sbuffò noiosamente, "Non c'è molto da sapere su di me."
"Dai parlami un po' di te, sono curiosa."
A quelle parole Draco alzò i suoi occhi sconvolti su di lei, "Nessuno si è mai interessato a me." Ammise, sussurrando a bassa voce.
Josephine fece un piccolo sorriso per consolarlo, "C'è sempre una prima volta."
Draco tirò leggermente l'angolo della sua bocca e prese un respiro profondo, "Ehm..." Portò la mano dietro la nuca per grattarla mentre pensava a cosa dire, "Sono nato il cinque giugno."
"Questo lo sapevo già, sei gemelli."
"Credo di sì." Alzò le spalle, "Non capisco niente di astrologia, per me sono tutte stronzate." Sospirò mentre si stendeva con le braccia dietro la testa.
"Personalmente, non sono una che crede nell'oroscopo, ma penso che l'astrologia ci influisca in qualche modo." Spiegò lei.
"Allora dimmi le caratteristiche del mio segno e vediamo." La guardò con occhi di sfida, ma curiosi allo stesso tempo.
"Beh, da quello che so i gemelli hanno la doppia faccia. Non nel senso di falsità, ma che possono mostrare due lati diversi e scelgono loro quale essere."
Draco ruotò lentamente la testa verso di lei e rimase a fissarla, senza nessuna emozione in viso, nonostante fosse più che sbalordito. Quello che aveva detto lo aveva notevolmente impressionato e non si aspettava che lo avrebbe descritto così solo grazie al giorno in cui è nato.
"Ci ho preso?" Domandò Josephine mentre percepiva il suo shock.
Draco sospirò e distolse lo sguardo, spostandolo sul soffitto, e si grattò il naso. Non era molto sicuro di parlare con lei, non aveva mai parlato con qualcuno prima d'ora. Si era sempre tenuto tutto dentro e la situazione era alquanto bizzarra per lui.
Josephine non aveva mai spostato gli occhi da lui mentre aspettava. Desiderava che parlasse con lei e che si sfogasse. Voleva conoscerlo. Desiderava con tutta se stessa che glielo permettesse.
"Sono stato cresciuto in un certo modo da mio padre che mi ha insegnato ad essere come lui, sperando che potessi essere la sua fotocopia. Io aspiro a essere come lui per non deluderlo, dato che ci vuole poco. Pensavo che comportandomi e pensando esattamente come lui sarei stato perfetto, ma adesso che sono più grande capisco che non sono proprio così. Mi sto conoscendo e sto scoprendo cose che prima ignoravo totalmente, ma non mi sento in colpa per questo. La cosa importante è che io non sia una delusione e che non porti disonore al mio cognome, e mi va bene così."
Josephine non aprì bocca e lo guardò con occhi quasi dispiaciuti, ma attratti allo stesso tempo, "Posso dirti quello che penso?" Chiese e lo vide fare un cenno del capo per incitarla, "Tu non sei come tuo padre." Lo sguardo di Draco guizzò su di lei con gli occhi leggermente spalancati e si tirò su sulla schiena, "Se tiri fuori la persona che sei veramente quando sei con me, ti assicuro che sei anche meglio di lui. Non conosco Lucius, ma se si avvicina a come eri tu l'anno scorso, allora posso immaginare." Ridacchiò un po', "Sei cambiato da così a così." Ruotò la mano dal dorso al palmo, "Almeno con me."
Sulle labbra di Draco spuntò lentamente un piccolo sorrisino, "Non so che cosa mi sia preso quando ho accettato la tregua."
"Ma lo hai fatto, ne sei soddisfatto?"
"Tu lo sei?" Draco rigirò la domanda. Non voleva rispondere per primo.
"Sì. Se non mi fossi simpatico non saresti qui insieme a me."
Era esattamente quello che voleva sentire. Draco tirò leggermente l'angolo della bocca mentre i suoi occhi penetravano nei suoi, "Anche io lo sono."
Sulle labbra di Josephine nacque inconsciamente un ampio sorriso mentre sbatteva velocemente le palpebre, "Allora non sono così male come credevi." Inclinò la testa nel tentativo di strappargli dalla bocca altre cose carine.
Draco roteò gli occhi, "Forse, per una volta, mi sono sbagliato."
"E che palle, Don, non essere così Freezer e dimmi che stai bene in mia compagnia e che sono simpatica." Sbraitò dopo aver esaurito la pazienza.
Draco scoppiò a ridere per il suo scatto improvviso e si grattò nervosamente la guancia, "Devo proprio?" Si lamentò.
"Devi imparare ad esprimerti." Lo guardò con sufficienza.
Il biondo gettò la testa all'indietro e sbuffò, "Sì, è vero. Sto bene con te e sei simpatica, contenta?"
"Quindi sono una tua amica?" Scavò più a fondo.
"No se continui." Ringhiò , spazientito.
"Che permaloso." Mormorò chinando la testa.
Draco la osservò mentre accarezzava amorevolmente il suo gatto e si domandò quando si sarebbe fidata abbastanza di lui da raccontargli dei suoi genitori; lo desiderava così tanto. Ogni giorno era sempre più attratto da lei e aveva bisogno di appagare la sua curiosità, "Jòsephine?" Catturò la sua attenzione, facendole alzare il capo per guardarlo, "Io..." Vide i suoi occhi guardarlo con innocenza e non trovò il coraggio di chiederglielo, "Io ti ho fatto molto male?"
Alla sua domanda Josephine non si sentì arrabbiata o delusa, anzi era contenta che glielo avesse chiesto. Significava che in fondo gli interessava e magari gli dispiaceva anche, "Perché me lo chiedi?" Inarcò le sopracciglia in segno di confusione.
"Ho l'impressione che non ti fidi di me." Mormorò mentre la sincerità sgocciolava dalla sua voce quasi amareggiata.
Josephine inspirò profondamente e guardò in basso mentre continuava ad accarezzare Bizet, "Non so se te ne rendi conto, Draco..." Iniziò a parlare a bassa voce, "Per due anni e mezzo mi hai chiamata mezzosangue e mi hai insultata pesantemente. Ogni volta sembrava che tu stessi per vomitare, facendomi sentire uno schifo. All'inizio mi feriva perché non capivo il motivo e pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato e imperdonabile. Ricordo che cercavo di capire in tutti i modi cosa avessi fatto, ma non ci arrivavo mai. Con il passare del tempo mi è calata la preoccupazione e la sofferenza di essere insultata, e ho capito che non avevo niente che non andasse. Semplicemente eri tu quello che ne era convinto solamente perché-" Si interruppe subito, deglutendo il nodo nella sua gola.
"Perché i tuoi genitori sono babbani." Draco finì la frase per lei.
Josephine fece un piccolo sorriso e annuì, "Esatto... Hai fatto molti sbagli con me, Draco. All'inizio non ero nemmeno del tutto sicura di accettare la tregua, ma poi ho deciso di farlo perché qualcosa dentro di me mi diceva che avrei fatto la cosa giusta se ti avessi dato l'occasione di conoscermi e farti perdonare. Come avevo detto a Teddy, ero convinta che tu non fossi come ti mostravi e lo speravo. È stato difficile decidere se accettare perché avevi letteralmente rotto il vaso in mille pezzi."
Draco capì a cosa si stava riferendo, e annuì lentamente mentre abbassava lo sguardo con dispiacere.
"Voglio fidarmi di te." La sua testa scattò subito per guardarla come se gli avesse detto la cosa più bella del mondo, "Ci sono cose di me molto personali di cui ti vorrei parlare, ma penso di aver bisogno di ancora un po' di tempo. Non è facile per me, è una cosa abbastanza delicata." Spiegò gentilmente. Draco annuì di nuovo e rimase in silenzio, "Ma ti prometto che saprai ogni cosa, ti chiedo solo di aspettare ancora un po'."
Draco sorrise leggermente mentre scuoteva un po' il capo, "Io non vado da nessuna parte, Jòsephine." Disse con tono morbido e sincero.
Lei ricambiò il sorriso, "Lo spero. Non farmene pentire, per favore."
"Non è nei miei piani." Scosse di nuovo la testa in segno di negazione mentre continuava a sorriderle.
Josephine allungò la mano verso di lui, "Amici?"
Draco rimase inizialmente confuso, ma poi la prese e la strinse delicatamente mentre si guardavano negli occhi, "Amici."
I due iniziarono a parlare, a scherzare e a ridere sul letto di Josephine per altre ore finché entrambi non cominciarono a sentire la stanchezza impadronirsi di loro, e Draco decise di tornare nella sua stanza.
"Dovremmo farlo più spesso." Propose Josephine, riferendosi a queste lunghe ed interessanti chiacchierate.
"Sono d'accordo." Rispose Draco mentre si dirigeva alla porta per uscire. Chiuse la mano intorno alla maniglia e si voltò verso di lei, "Perciò..." Mormorò con imbarazzo.
"Perciò..." Josephine incrociò le braccia al petto.
"A domani." Disse Draco mentre apriva la porta.
"Sì, a domani." Fece un cenno col capo e si voltò, dandogli le spalle.
Prima che il ragazzo chiudesse la porta, infilò di nuovo la testa nella camera, "Comunque..." Aspettò a continuare per far sì che Josephine gli prestasse attenzione, "Non sei male con i capelli lisci."
La ragazza sollevò un sopracciglio con meraviglia, "Intendi dire che sono carina." Puntualizzò fermamente.
Draco arricciò il naso, "Intendo dire che stai bene sia riccia che liscia, potresti alternare."
Josephine alzò brevemente gli occhi al cielo, "Mh, ci penserò..." Tornò con lo sguardo su di lui e sorrise, "Ora vai, Don." Scosse la sua mano per invitarlo a uscire.
"Ah, mi stai cacciando... Me lo ricorderò." Le puntò il dito contro come se la stesse minacciando.
Josephine ridacchiò leggermente e lo guardò con serenità, "Buonanotte, Draco." Lo salutò con la mano.
Draco fece un piccolo ghigno, "Buonanotte, Jòsephine."
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