S e t t e
-azioni violente-
Passarono alcuni giorni dall'ultima volta che Draco e Josephine si erano parlati. Draco aveva riflettuto su ciò che gli era stato detto da lei e la conclusione era che proprio come le sue parole entrarono nel suo orecchio, uscirono dall'altro. Non prestò alcuna attenzione al suo consiglio.
Ogni tanto capitava che si mettesse a contemplare l'Acanto sul suo braccio e ogni volta riviveva le emozioni che aveva sentito in quei pochi minuti. Non era in grado di chiarire ciò che aveva provato, era troppo strano e nuovo per lui. Quando la sua mente si adagiava su quel fiore, l'altra parte del suo cervello lo bloccava e gli rammentava del sangue che scorreva nelle vene di quella ragazza.
Era spaesato e confuso, non capiva nulla. I suoi pensieri erano divisi in due parti: quella che aveva sempre avuto, che odiava a morte Josephine, e l'altra che avrebbe voluto scoprire tutto ciò che si celava dentro di lei. Ripeteva costantemente che il suo sangue era sporco e un Malfoy non poteva di certo farsi incantare da una così. Quel disegno era uno dei suoi tanti scarabocchi e non doveva permettersi di dipingerlo sul suo braccio. Si era convinto che fosse stato solo un momento di confusione. Adesso si sarebbe comportato come sempre.
Quella mocciosa aveva davvero pensato che lui potesse cambiare per lei? Non aveva capito niente.
D'altro canto, Josephine sperava che le sue azioni e parole avessero acceso qualcosa in Draco, che avesse capito quello che intendeva dire. Ormai erano passati giorni dalla loro conversazione e lui continuava a fare il solito Malfoy. Accettò il fatto che era stato solo fiato sprecato con una persona del genere. In fondo non si aspettava altrimenti. Era una persona egoista, un pallone gonfiato a cui non importava niente del prossimo. Nel suo cervello era inciso solo suo nome. Si pentiva di aver sprecato tempo e colore per quell'Acanto.
Sperava veramente che la sua arte suscitasse qualcosa alla sua anima come funzionava con tutti gli altri, ma con lui era diverso. Gli aveva porto il suo aiuto e lui non lo aveva colto, perciò non le importava più di lui. Era stata anche troppo paziente dopo quello che le aveva fatto passare.
D'altronde non era una perdita importante.
—
Dopo un mese la situazione non era cambiata di una virgola. Draco non vedeva più Josephine dipingere, ma capitava che la vedesse osservare i fiori in giardino. Quando passava davanti alla sua stanza la sentiva giocare col gatto: "Bizet, mordi più piano.", "Mi stai bucando la mano." , "Bestiolina, vieni qui." Ogni tanto sentiva anche delle minacce: "Teddy, apri il rubinetto del lavandino così questo gatto capisce chi comanda."
Josephine continuava la sua vita ad Hogwarts normalmente. Passava ogni minuto delle giornate con Theodore, la sera consolava Pansy, dipingeva la mattina presto, portava Bizet a giocare con Grattastinchi, aiutava i gemelli Weasley ad architettare qualche scherzo e soprattutto, aveva continue discussioni con Draco.
Ebbe la conferma che il suo tentativo era stato completamente inutile.
Draco parlava solamente con Blaise e Theodore. Tiger e Goyle continuavano ad essere i suoi servetti e trattava male Pansy. Non smise di essere il solito Malfoy arrogante e non aveva più pensato a Josephine.
Era solo stato un momento per entrambi, ora era passato tutto.
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"Jo, lo mangi quello?" Chiese Blaise mentre indicava timidamente col dito il pezzo di pane nel piatto della sua amica durante il pranzo.
Pansy era seduta vicino a Draco e quando era così, non c'era possibilità che lui potesse unirsi alla conversazione con tutto il gruppo perché lo tempestava di domande e lui, scocciato, le rispondeva seccamente con la speranza che la smettesse di stargli col fiato sul collo. Invece, gli altri tre ridevano e scherzavano tutto il tempo.
"No, prendi." Josephine sorrise mentre prendeva il pane in mano per lanciarlo a Blaise che lo afferrò al volo.
"No, ridaglielo." Tuonò Theodore cupamente e allungò la mano perché Blaise posasse il pane su di essa.
"Perché? Me l'ha dato lei-"
"Teddy, sono sazia-"
"Hai lo stomaco di una formica perché mangi poco, poi è logico che sei sazia anche solo mangiando una carota. Mangia quel pezzo di pane, per favore."
"Senti, sono veramente piena e se penso a mangiare qualsiasi cosa mi viene da scoppiare e vomitare." Lo rassicurò con tono gentile, "Blaise, mangia tranquillamente." Gli fece un cenno col capo per dargli il permesso.
"Chi sei, Nott? Suo padre?" Ridacchiò Draco, seduto davanti a loro, prendendoli in giro, "Sei così mocciosa che hai bisogno del papino che ti fa finire di mangiare...che tenerezza..." Finse una voce compiaciuta. Josephine inspirò profondamente senza alzare lo sguardo su di lui mentre ignorava le sue provocazioni. "Che c'è?" Continuò Draco insoddisfatto, "Dato che i tuoi genitori sono nello sporco mondo babbano, c'è Nott che si preoccupa di questo?" Incrociò le braccia sul tavolo col suo comportamento falsamente interessato e curioso, "Tu e i tuoi genitori babbani, che schifo." Sputò acidamente con una smorfia di puro disgusto in viso.
Non volò una mosca. Il silenzio era tombale.
Theodore, Blaise e Pansy si guardarono nella grave preoccupazione per la situazione. Josephine tenne sempre gli occhi fissi sul suo piatto, mentre quelli di Theodore pregavano Draco di smetterla, "Non ascoltarlo, Jo." Le sussurrò dolcemente all'orecchio mentre le accarezzava i capelli.
"Bravo, Nott, continua a fare il bravo papà." Lo schernì Draco, la sua risatina divertita piena di provocazione.
Pansy puntò lo sguardo su Blaise, dicendogli con gli occhi di fare qualcosa. Lui percepì la sua richiesta e si schiarì la gola, "Io volevo solo del pane..." Borbottò per smorzare la situazione.
"Esatto." Pansy annuì velocemente mentre strisciava più vicino al biondo, "Dracuccio, non credi di aver un po' esagerato?" Accarezzò il suo braccio.
"Non mi toccare, maledizione-" Ringhiò, scostando bruscamente il braccio dalla sua presa, "Non ho esagerato, anzi sono stato più che cortese. Sono già abbastanza tollerante a stare a tavola con una mezzosangue, quindi non prendetevela perché dico cose vere."
Pansy si ammutolì e si spinse via da lui con la testa bassa mentre Theodore continuava ad accarezzare i capelli della sua migliore amica per confortarla e calmarla. Gli occhi di Draco saltarono su Josephine e un ghigno cattivo crebbe sulle sue labbra, "A proposito, Blake..." La chiamò, facendole alzare lentamente lo sguardo.
Il suo viso tratteneva tutta la rabbia che le contorceva le interiora, cercando di mantenere la calma e non permettere alla sua pazienza di esplodere. Sapeva già che ciò che Draco avrebbe detto, l'avrebbe fatta partire completamente di testa più di quanto avesse già fatto. Non aveva mai aperto bocca perché non voleva fare scenate, diversamente da Draco, il cui obiettivo era sempre quello di attirare l'attenzione su di sé. Ormai, Josephine era abituata a farsi insultare da lui davanti a tutti e non era mai stato un problema, data la sua bravura a controbattere prontamente.
Ora però, aveva superato il limite. Aveva messo in mezzo i suoi genitori.
Lo fissò in silenzio con occhi infuriati da cui sarebbe potuto uscire del fumo da un momento all'altro. Iniziò a tremare per la rabbia immensa alla vista del ghigno incollato sulle sue labbra. Draco voleva farle capire chi era veramente Draco Malfoy.
I due si guardarono minacciosamente con tutti gli occhi della sala puntati su di loro.
"Il tuo fottuto Acanto, puoi ficcarlo nel tuo culo e in quello dei tuoi genitori, lurida sangue sporco."
E poi accadde tutto troppo velocemente.
Blaise stava aprendo la bocca per parlare e difendere la sua amica mentre Theodore la osservava attentamente, pensando a qualcosa da dire o fare per tranquillizzarla, ma non fece in tempo.
Josephine scattò all'improvviso. Prese il suo bicchiere pieno d'acqua e lanciò il liquido in faccia a Draco. Il suo viso venne colpito con furia dall'acqua mentre gli entrava negli occhi. Lo colse nella totale sorpresa. Draco portò automaticamente le mani in faccia per togliere l'acqua dai suoi occhi, ma non era finita lì. Josephine era pronta a tirare fuori tutto.
Come un leone si lancia sulla sua preda per divorarla, Josephine spinse il suo corpo dalla panca e, con un salto, lo scaraventò sul corpo di Draco. Lo buttò a terra, facendo sbattere con forza la sua schiena contro le mattonelle del pavimento. Un grido scappò dalla sua gola per la forte botta.
Non le importava più di non fare scenate. Voleva distruggerlo.
Il colpo della sua schiena contro il pavimento duro provocò un forte rumore mentre Josephine iniziava a dargli schiaffi e pugni, "Vaffanculo, Malfoy! Ti uccido!" Urlò, colpendolo ripetutamente.
"Jo, basta!" Gridò Theodore mentre le sue mani scivolavano sotto le sue ascelle per afferrarla e staccarla dal ragazzo.
"No! Se lo merita!" Urlò di rimando mentre si dimenava con grande ribellione. Per quanto fosse stato semplice scaraventare Draco per terra, Josephine non aveva abbastanza forza per respingere la presa di Theodore mentre la alzava, stringendola per la vita. Lei continuava a dimenarsi mentre la scortava fuori dalla sala, "Non è finita qui, Malfoy!" Non smise di strillare mano a mano che veniva allontanata, "Continua a cercarmi e mi troverai. Mi troverai e ti distruggerò!"
Tiger e Goyle nel frattempo erano andati in soccorso di Draco, rimasto a terra con il sangue che gli usciva dal naso e tutto il dolore che correva in tutto il suo corpo, "Fottuta bastarda, te la farò pagare!" Ricambiò anche lui le minacce con un urlo.
"Non sei nella posizione giusta per poterle urlare contro." Blaise lo avvertì con tono serio mentre gli girava intorno per raggiungere Theodore e Josephine.
"Mi dispiace, Draco." Pansy lo seguì, sorpassando il biondo.
"Vaffanculo anche voi, preferite lei a me!" Alzò di nuovo la voce mentre veniva aiutato ad alzarsi da Tiger e Goyle.
"Quella mocciosa la pagherà." Disse Tiger.
"Non ha capito con chi ha a che fare." Ringhiò Draco ferocemente mentre tornava a sedersi al tavolo, umiliato sotto lo sguardo di tutti.
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