S e s s a n t a n o v e
"Dove vai così di corsa?" Domandò Draco appena vide Josephine uscire di fretta dalla sala comune.
"Ho una cosa da fare." Rispose velocemente, passandogli accanto, "Non aspettarmi per cena." Lo sorpassò.
"Jo?" La chiamò di nuovo e lei si voltò, "Cosa devi fare?"
Scrollò le spalle con una piccola risata, "Niente di importante."
Draco inarcò le sopracciglia, "Mi stai nascondendo qualcosa?"
"No-" Scosse freneticamente la testa, ridendo di nuovo nervosamente, "Non ti nascondo nulla."
Lui annuì lentamente, "Okay..." Borbottò mentre indietreggiava lentamente, "A dopo." Le fece un cenno del capo mentre la guardava correre con i capelli che le danzavano lungo la schiena.
Entrò in sala comune per rifugiarsi in camera e si buttò sul letto per leggere un libro. Nonostante cercasse di concentrarsi nella lettura, non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse stata strana Josephine.
Ormai conosceva più lei che se stesso e capiva quando mentiva perché non lo faceva mai. Quella volta che l'aveva trovata al settimo piano a girovagare da sola non era pienamente convinto della giustificazione che gli aveva dato, ma non ci aveva dato tanto peso.
Ora però lo aveva rifatto, aveva mentito di nuovo.
Ma perché? Cosa gli stava nascondendo?
Nella sua mente cominciarono a nascere dubbi e preoccupazioni, cominciò a pensare seriamente che potesse vedersi di nascosto con Adrian o che stesse combinando qualche cazzata delle sue. Si inumidì le labbra mentre rifletteva e cercava di trovare una spiegazione valida perché Josephine era la sola persona di cui si fidava veramente e che non avrebbe mai mentito a nessuno.
"Malfoy!" La voce di Tiger fuori dalla sua stanza gli spezzò i pensieri.
"Che vuoi?!" Gridò, seccato.
"La Corvonero ha confessato!" Esclamò pieno di euforia dall'esterno, "Sono nella Stanza delle Necessità!"
Draco cacciò via il pensiero di Josephine per scattare in piedi e uscire, "Che aspetti? Andiamo-" Camminò spedito, seguito da Tiger e si diressero nell'ufficio della Umbridge dove si trovava in ostaggio Cho Chang.
"Oh, signorino Malfoy-" Sussultò Umbridge, "Stavamo giusto andando a far visita all'esercito di Silente, sarebbe così gentile da scortare la signorina Chang?"
"Con piacere." Draco ridacchiò malvagiamente, afferrando la ragazza con forza per la divisa, "Facci strada."
"È qui." Mormorò Cho, impaurita dopo averli condotti davanti alla Stanza delle Necessità, dove in questo momento l'esercito si stava allenando.
Draco continuò a tenerla saldamente con la bacchetta puntata contro il suo viso e un sorriso soddisfatto sulle labbra mentre ridacchiava con soddisfazione insieme a Tiger e Goyle.
Stavano per cogliere con le mani nel sacco Potter e i suoi seguaci.
"Bombarda Maxima." Umbridge pronunciò l'incantesimo contro il muro spesso per ripeterlo altre tre volte fino a far esplodere completamente la parete. Mentre il fumo si dissolveva, tutti fecero un passo avanti fino a scorgere la schiera di studenti, rimasti pietrificati davanti alla conferma di essere stati beccati.
Draco trascinò Cho con lui, mostrando a tutti chi li aveva traditi e mano a mano posò il suo sguardo orgoglioso su ogni studente coinvolto davanti a lui. Ridacchiò divertito e soddisfatto quando vide le facce sconvolte di Harry, Hermione e Ron, perfino di Neville e Luna, finché non vide l'ultima persona che pensava di trovare lì dentro.
La sua espressione fiera si tramutò in una scioccata, non appena incontrò gli occhi azzurri e pieni di senso di colpa di Josephine.
Fissò il suo sguardo mortificato e una rabbia incontrollabile si irradiò in lui, serrò duramente la mascella e dilatò le narici mentre la guardava furiosamente.
Era deluso, si aspettava tutto da lei, ma non questo.
—
"Draco-" Josephine lo chiamò disperatamente mentre lo seguiva nel corridoio.
"Draco-" Fece un altro tentativo, senza ricevere alcuna risposta se non i suoi passi echeggianti che rimbombavano come il suo respiro pesante.
"Ti fermi, cazzo!" Alzò la voce, spazientita.
"Devo anche lasciarti parlare?" Gridò Draco, senza neanche voltarsi.
"Ascoltami, Cristo-"
"Dovrei sentire altre tue cazzate?" Ruggì furiosamente, girandosi con occhi inviperiti.
"Lo sai che sono sempre stata contraria alla metodologia scolastica della Umbridge e che non ero contenta che facessi parte della Squadra dell'Inquisizione-" Josephine scosse la testa con disappunto.
"NON ME NE FREGA UN CAZZO-" Urlò Draco, pieno di rabbia, "MI HAI MENTITO PER MESI!"
"L'avevo promesso, Draco-"
"DOVEVI COMUNQUE DIRMELO!" Strillò ancora più forte, "Siccome i tuoi amichetti mezzosangue non si fidano di me, non ti fidi nemmeno te?"
"Io mi fido di te e volevo dirtelo, ma me l'hanno fatto promettere perché sei il capo della squadra della stronza." Gesticolò per il nervoso.
"L'unica stronza qui sei tu che non capisci una beata minchia." Le puntò il dito contro, continuando a gridare.
"No, tu non capisci, sto cercando di dirti che-"
"NON TI AVREI MAI TRADITA SE ME L'AVESSI DETTO, JO," Urlò sopra di lei, facendola ammutolire per lo spavento. Non l'aveva mai visto così arrabbiato con lei prima d'ora, "Speravo mi conoscessi ormai e sapessi che non farei mai nulla contro di te, per Dio!"
"Draco, io non-"
"Mi sono trattenuto a non insultare quegli sporchi traditori di sangue dei tuoi amici perché so che ti fa incazzare e ci stai male, sono venuto nel mondo babbano per te, ho fatto di tutto per te per non deluderti e tu mi ringrazi così?" Avanzò pericolosamente verso di lei e la fissò dall'alto con gli occhi spalancati, "Io avrei messo la mano sul fuoco per te, ero sicuro che non mi avresti mai nascosto nulla e che ti fidavi di me, ma a quanto pare non è così." Finì di parlare, calmando il tono di voce e la guardò nei suoi occhi mortificati.
"Mi dispiace," Sussurrò Josephine mentre scuoteva tristemente la testa, "Veramente ti chiedo scusa." Si avvicinò per accarezzargli il braccio, ma lui lo ritrasse.
"No-" Draco la bloccò all'istante, "Mi hai molto deluso." Scosse la testa con disappunto, "Non voglio sentirti per un po'." Mormorò, voltandosi e si allontanò da lei.
"Draco-" Josephine gridò il suo nome, "Per favore, ti chiedo scusa!"
Draco non si girò e continuò a camminare fino a scomparire dietro un angolo mentre rifletteva su ciò che era appena accaduto. Si bloccò, sbattendo la schiena contro il muro e sfregò una mano sul viso, inspirando profondamente. Fece scorrere le dita tra i suoi capelli biondi e scosse la testa "Dio-" Sussurrò, deluso.
"Malfoy?" Una voce femminile gli fece scattare la testa, ritrovandosi davanti una ragazza Serpeverde probabilmente del quarto anno, "Stai bene?"
Draco la guardò e scorse del dispiacere nel suo sguardo, per cui scosse la testa in segno di negazione.
"Posso fare qualcosa?" Chiese la ragazza dai capelli e gli occhi scuri.
Lui annuì, "Fammi dimenticare."
—
"Ancora non vi parlate?" Domandò Blaise mentre sedeva accanto a Draco in biblioteca.
"Non ti ci mettere anche tu, Zabini." Ringhiò, senza distogliere lo sguardo dal libro sul tavolo.
"Malfoy, sono passati giorni...quanto vuoi portarla avanti ancora?" Chiese, spazientito, "Non ti ha detto che faceva parte dell'esercito, non è una tragedia."
"Il punto è che era convinta che l'avrei tradita, ma non l'avrei mai fatto." I suoi occhi colmi di delusione si spostarono su Blaise, "Quello che mi fa più incazzare è come non si sia potuta fidare di me."
"Ti capisco, amico." Blaise annuì lentamente, "Anche lei lo ha capito ed è molto dispiaciuta, ma anche tu dovresti capire il suo punto di vista."
"Io non devo capire un bel niente." Ribollì a bassa voce "Ha fatto una cazzata e per un po' non voglio né sentirla né vederla."
"Salazar, quanto sei testardo." Blaise sbuffò, roteando gli occhi, "La cazzata la stai facendo anche tu che porti questa cosa alla lunga. Guarda che lei ci sta male."
"Starà male proprio come sto male io." Affermò aspramente mentre posava di nuovo gli occhi sul libro.
"Sì, ma-"
"Shhh-" Draco lo interruppe, alzando il dito, "Sto studiando."
3 Giugno, 1996
Non ho ancora intenzione di perdonarla.
Ha tentato più volte di avere una conversazione con me, ma gliel'ho sempre negata andando contro il mio istinto.
Se potessi la perdonerei anche adesso, ma non riesco. Sono ancora troppo deluso e arrabbiato.
Tra due giorni è il mio compleanno e non ho la minima voglia di festeggiare, anzi non ho voglia di fare niente. Mi sento così solo e annoiato quando non c'è lei intorno e vedo che anche per lei è lo stesso.
Forse Zabini ha ragione e sta male proprio come sto male io. Non l'avrei mai detto e mi duole molto ammetterlo, ma ci sono rimasto malissimo e spero che si faccia perdonare come si deve perché mi manca, anche se sono ancora arrabbiato.
Nonostante siano passati pochi giorni dall'episodio, mi sento come se fossero passati mesi lontano da lei.
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