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Q u a r a n t a n o v e

"Jo, mi fai salire l'ansia, aprilo!" La zia esclamò euforicamente mentre gesticolava, incitandola ad aprire il regalo di Adrian.

"Sei tu che mi fai salire l'ansia, rilassati." Anche Josephine gesticolò con agitazione.

"E se è un anello?" La donna spalancò gli occhi mentre prendeva una sigaretta dal pacchetto.

"Un anello?" Si accigliò mentre iniziava a scartare il regalo, "Cos'hai, dodici anni?" La canzonò prima di ritrovarsi tra le mani una scatolina nera.

"Perché no? È innamorato pazzo di te." Fece un sorrisetto mentre scrollava le spalle, facendo un tiro di sigaretta.

"Cristoforo Colombo..." Ansimò esasperatamente prima di ruotare la testa verso la zia, "Lo sto aprendo, eh." Sottolineò le sue azioni mentre apriva lentamente l'oggetto per darle fastidio.

"Muoviti, Jo!" Alzò la voce spazientita mentre si avvicinava rapidamente a lei.

Una volta averlo aperto, entrambe spalancarono la bocca e gemettero: era un braccialetto d'oro con un cuore al centro. "Ma è pazzo." Sussurrò Maryam con meraviglia mentre pensava a quanto potesse essere costato.

"È bellissimo." Josephine sorrise, il polpastrello del suo indice accarezzava delicatamente il gioiello, "Ma io gli ho regalato solo una misera sciarpa." Mormorò, amareggiata.

"Non ti preoccupare, sono certa che gli è piaciuta." Le accarezzò la spalla, consolandola.

"Lo spero." Sfilò il bracciale dalla scatolina, "Me lo puoi mettere?" Chiese mentre le passava il braccialetto.

"Ti sta benissimo." La zia sorrise, "È proprio carino."

"Sì, lo è." Disse Josephine con tono incerto mentre osservava attentamente l'oggetto intorno al suo polso.

Maryam notò subito il suo sguardo titubante, "Cosa c'è che non va?" Domandò premurosamente.

"Niente." Scosse la testa, "Sono contenta di questo regalo."

"Ma...?"

Josephine alzò lo sguardo e sospirò, "Non lo so, zia..." Sussurrò a bassa voce come se si vergognasse.

"Che ti succede?" La invitò a sedersi al tavolo, prendendole la mano.

"Adrian mi piace." Abbassò lo sguardo mentre si lasciava guidare da sua zia, "Mi piace veramente tanto, ma so che a lui io piaccio molto di più."

"Sei consapevole del fatto che sia innamorato di te, sì?" Alzò un sopracciglio, trovando la cosa abbastanza ovvia.

"Innamorato non lo so, non me l'ha ancora detto." Scrollò le spalle.

"Ma lo farà perché lo è, Jo." Affermò con voce decisa mentre scaricava la sigaretta nel posacenere.

"Beh spero tra un po' di tempo, dato che io non mi sento ancora di esserlo." Sospirò dolorosamente mentre si portava i capelli dietro le orecchie.

"È normale, state insieme da poco e sei più piccola."

Josephine inspirò profondamente, "Mi sento come se ci fosse qualcosa che mi frena e non mi permette di ricambiare totalmente i sentimenti che lui prova per me." Si leccò nervosamente le labbra, "E questa cosa mi fa stare male perché Adrian è un tesoro e non voglio ferirlo."

La zia annuì lentamente mentre trascinava la sedia più vicino a lei, "Per caso questo qualcosa che ti blocca ha i capelli biondi?"

Gli occhi di Josephine guizzarono nei suoi con le labbra schiuse e le sopracciglia corrugate, "Cosa?"

"Potrebbe riguardare Draco?"

"Assolutamente no." Rispose subito, "Non parliamo da mesi e non siamo più nemmeno amici." Ammise con tono dispiaciuto.

"Ho solo chiesto." La donna alzò le mani, "Da come mi hai raccontato vi eravate avvicinati parecchio."

"Adesso ci siamo allontanati." Puntualizzò, arricciando la bocca.

"E ti manca." Sputò Maryam schiettamente.

Josephine esitò brevemente prima di rispondere, sapendo benissimo che aveva ragione. Le mancava Draco e anche tanto. Per cui, annuì lentamente, "Ma non glielo dirò. Non sarò io quella che andrà da lui visto che è stato lui a sbagliare e ad esagerare, e se non lo capisce sono affari suoi."

"Dio, quanto sai usare bene quel cervello." La donna afferrò con emozione il suo viso a coppa e le stampò un grande bacio sulla fronte, "Quindi se dovesse tornare, lo perdoneresti?"

"Di certo non su due piedi." Rispose sicura, "Anche se so che quella volta ha parlato dettato dalla rabbia, deve trovare un modo convincente per farsi scusare."

"Almeno ha fatto il culo a Pansy, quella stronza." Ridacchiò cupamente.

"Non so cosa sia successo, ma conoscendolo è probabile. Le avrà fatto pentire amaramente di averlo fatto e l'avrà minacciata di morte." Fece un piccolo sorriso mentre pensava a Draco che la difendeva e la proteggeva.

"Ma guarda chi è contenta di avere una guardia del corpo." Sua zia la prese giocosamente in giro prima di darle un leggero pizzicotto.

"Ma quale guardia del corpo?" Ridacchiò Josephine mentre scostava la sua mano dal braccio, "Ha solo colto l'occasione di dare una lezione alla ragazza che odia di più in assoluto."

"Se sei convinta te..." Fece spallucce mentre osservava lo sguardo sognante della ragazza, che sperava che Draco volesse tornare a essere suo amico e che si desse una mossa a dimostrarglielo.

25 Dicembre, 1995

Mi girano le palle a mille. La scena della stazione continua a balenare nella mia mente.

Nemmeno i gemelli d'oro che mi hanno regalato i miei genitori sono riusciti a tirarmi su di morale.

È come se non mi importasse più nulla.

Ma almeno mio padre è sollevato che sia nella squadra d'inquisizione della Umbridge.

Prevedo delle vacanze di merda.


26 Dicembre, 1995

Sto scrivendo mentre guardo quel maledetto diario posto sul mio letto.

Mi ero dimenticato di averlo e appena l'ho tirato fuori dal fondo della valigia, mi sono tornate alla mente molte cose.

Detesto che lei abbia una relazione con quell'idiota, dato che l'ha fatta allontanare da me, e per questo la riparazione del diario sarebbe un buon pretesto per farmi perdonare e tornare come prima.

Ma come posso essere di nuovo suo amico se non riesco ad accettare che stia con Pucey?

Non so che fare. Vorrei poter chiedere a Jòsephine un consiglio, lei è brava a dare consigli.

Sarebbe ironico chiedere come agire con una persona, parlandone con la stessa persona.

Merlino, sto impazzendo.


28 Dicembre, 1995

Mi sento solo, infelice.

Non ho spostato il diario di un millimetro, è rimasto sul secondo cuscino sul mio letto che non uso.

Ogni volta che lo guardo penso a lei e a quanto vorrei averla con me per ridere e parlare o anche solo guardarla.

Mi piace guardarla e mi piace essere guardato da lei, mi fa sentire apprezzato.

Basta. Sistemerò il suo diario.


29 Dicembre, 1995

Ancora niente. Sono incazzato come centauro. È un fottuto incantesimo, come può non funzionare?

Salazar ce l'ha con me.
Non chiedo molto, solo far tornare il suo diario come prima.

Continuerò a lavorarci. Solo per lei.

Draco lavorò con il diario per tutta la sera e nonostante ci stesse mettendo tutto se stesso, la situazione non era cambiata per niente. Continuava a ripetere l'incantesimo fino allo sfinimento e, in preda alla frustrazione e alla rabbia, lo prese e lo lanciò violentemente contro la porta, provocando un boato. Si portò le mani sul viso e le passò frustrantemente tra i capelli.

"Cazzo..." Gemette con l'esasperazione a mille, "Perché, mi chiedo, perché?" Sfregò freneticamente le mani sul viso prima di posare lo sguardo sul diario aperto a terra dopo essere caduto.

I suoi nervi si rilassarono mentre decideva se sbirciare su quali pagine si era aperto. Più rimaneva a fissarlo, più la curiosità cresceva. Avrebbe voluto leggere quello che c'era scritto, ma avrebbe significato invadere la privacy di Josephine e lui sapeva benissimo quanto lei fosse riservata.

Improvvisamente dei ricordi gli attraversarono la mente e ripensò ad alcuni momenti passati con lei, "Ho bisogno di scrivere." Mormorò a se stesso prima di alzarsi e afferrare il suo diario.

1 Gennaio, 1996

È appena scattata la mezzanotte. È iniziato un nuovo anno e io penso sempre alla stessa ragazza.

Al piano di sotto c'è una festa con gli amici dei miei genitori e io sono in camera con la sua cassaforte dei pensieri aperta a terra che mi invita leggerla.

Nonostante sia uno dei miei desideri più grandi, non me la sento di irrompere nella sua testa senza che lei lo voglia.

Mi è venuta in mente quella volta in cui eravamo nella sua stanza e, mentre la guardavo minacciare il suo ammasso di peli con il rubinetto dell'acqua aperto, pensavo a quanto fosse teneramente pazza e la situazione mi fece ridere.

Oppure quando mi ha convinto a recitare la sua scena preferita di un film babbano e il giorno dopo si è presentata sulla torre di astronomia con i costumi e gli accessori di scena.

Io ero il maggiordomo con il papillon, l'orologio da taschino e un vassoio, mentre lei era l'anziano ricco con il capello a cilindro, il bastone da passeggio, gli occhiali, una pancia finta, la pipa e i baffi finti.

Non credo di aver mai riso così tanto prima di quella sera, mi ero divertito molto e non riuscivo a trattenere le risate mentre la guardavo parlare come un vecchio con la gobba e atteggiarsi come tale.

La cosa che ho notato di più è stato il fatto che, anche con i capelli nascosti sotto il capello per rendere meglio l'idea del personaggio, era molto bella.

Non so quante altre sarebbero state carine come lei in quelle condizioni. Probabilmente nessuna.

Non gliel'ho mai detto e mai lo farò, ma Jòsephine è una delle ragazze più belle che abbia mai visto, se non la più bella. E non capisco come sia possibile una cosa del genere.

Visto il mio rango, dovrei apprezzare le ragazze eleganti e sofisticate che si curano, si truccano, si vestono bene, rigano dritto e tengono al loro aspetto estetico. Insomma, che siano delle perfette signorine.

Cosa che lei non è, ma è proprio questo ciò che mi piace.

Adoro quando la vedo indossare i pantaloni in mezzo a centinaia di ragazze con la gonna.

Adoro quando dice 'Cristoforo Colombo'.

Adoro quando si trasforma in una leonessa.

Adoro quando sa rispondere a tono.

Adoro vederla dipingere.

Adoro i suoi occhi meravigliosi.

Adoro le sue lentiggini.

Adoro stringerla e sentire la morbidezza delle sue labbra sulla mia guancia.

Adoro il suo profumo.

Mi manca. È inutile mentire, è così. Mi manca terribilmente.

Mi manca pure farmi chiamare 'Don Freezer'.

Ero convinto che la sua presenza non fosse così fondamentale per me e non potevo sbagliarmi più di così.

Ho bisogno di lei. Rivoglio la mia amica - la mia insopportabile, buffa e incredibile amica.

Non me ne frega se lei non mi vorrà, io ci proverò. Ripiomberò di nuovo nella sua vita, sperando che io sia rimasto importante per lei tanto quanto lei lo è rimasta per me.

E ora, farò risorgere quel diario.
Lo prometto.

Draco chiuse il suo diario e si affrettò a prendere quello della ragazza a terra, senza leggerne il contenuto. Lo posò sul letto davanti ai suoi occhi e prese un respiro profondo. Tenne salda la sua bacchetta, puntandola sul diario e respirò profondamente.

Chiuse gli occhi e ripensò a quando si erano detti di volersi bene per la prima volta, al loro primo abbraccio e a quando era venuto mentre pensava a lei, "Adjust Commentarius..." Sussurrò con determinazione, schiudendo lentamente gli occhi.

Una piccola scia leggera e bianca uscì dalla punta della sua bacchetta e in un secondo avvolse totalmente il diario. Ogni volta che accadeva ciò, passavano alcuni secondi prima che la scia scomparisse, e il libro rimaneva esattamente uguale, quindi Draco restò immobile e attese.

In genere l'attesa si aggirava dai quattro ai sette secondi, ma questa volta durò molto più tempo. Draco si accigliò e schiuse le labbra mentre vedeva che la magia non era ancora terminata, nonostante fosse passato più tempo rispetto alle volte precedenti.

Ad un tratto vide che il nero della bruciatura su un angolo del diario cambiò colore, schiarendosi. Sgranò subito gli occhi mentre sentiva il suo battito cardiaco aumentare.

Esattamente come la copertina, anche l'orlo delle pagine riprese il suo colore giallastro/bianco e ricomparve il fiocco che ne permetteva l'apertura e la chiusura.

"Dai-" Sussurrò Draco, senza staccare gli occhi dalla magia bianca, "Ne ha bisogno," Rivisse la scena delle sue urla e del suo pianto nella sala comune ad Hogwarts e ripensò alle parole che Josephine gli aveva detto tempo riguardo il suo diario, "Io ne ho bisogno." Mormorò, sentendo la morbosa necessità di vederla sorridere di nuovo grazie a lui e di fare qualcosa di importante per lei.

Il respiro di Draco si bloccò improvvisamente, insieme al suo corpo. Il bianco che circondava il libro scomparve all'improvviso, rivelando il diario intatto e senza difetti - era esattamente come era prima che Pansy lo lanciasse nel fuoco.

Ammirò la bellezza della copertina, il cui bordo era di un marroncino tendente al beige, mentre il resto era caratterizzato da uno sfondo bordeaux, tappezzato di fiori e farfalle - i suoi preferiti. Agli angoli erano ricamate delle decorazioni di colore oro e il fiocco bianco, che lo teneva chiuso, era perfettamente fatto. Aveva uno stile antico, il preferito di Josephine.

"Ce l'ho fatta." Sussurrò Draco a sé stesso con incredulità prima di realizzare quanto avrebbe reso felice la ragazza non appena glielo avrebbe dato. Lentamente gli angoli della sua bocca si alzarono in un sorriso, "Ce l'ho fatta, Jòsephine, l'avevo promesso."

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