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Q u a r a n t a

- linguaggio volgare-


"Seriamente ti ha fatto un ditalino?" Interrogò Theodore, scioccato, con gli occhi spalancati.

"Sì, cosa c'è di male?" Josephine inarcò le sopracciglia, confusa dalla sua meraviglia.

"Niente..." Abbassò lo sguardo con disappunto, "Niente di niente." Mormorò.

"Sei sicuro?" Si voltò per guardarlo, smettendo di scrivere sul suo diario, "Sembri strano."

Theodore alzò la testa e accennò un piccolo sorriso forzato, "Sono contento per te, Jo. Se sei felice, lo sono anch'io."

Josephine ridacchiò allegramente, "Lo sono, grazie Teddy." Lasciò un bacio dolce sulla sua guancia, "Comunque, ti posso dire che non sopporto quell'Anacleto rosa?" Cambiò totalmente umore, riferendosi alla professoressa Umbridge.

"Ma sai quello che ha fatto stamattina? Ah no, giusto..." Si ammutolì, "Eri impegnata." Si ricordò ciò che era accaduto con Adrian.

"Cosa ha combinato di già?" Josephine sospirò mentre chiudeva il diario per ascoltarlo.

"Ha messo in punizione Potter perché ha urlato che ha visto Tu-Sai-Chi uccidere Cedric Diggory."

"E quindi?" Fece spallucce, "È la verità."

"Sì, beh-" Sbuffò rabbiosamente, "Non gli crede nessuno."

Josephine si accigliò con stupore, "Tu non gli credi?"

"Perché dovrei?" Ridacchiò nervosamente, "Tu lo fai perché sei sua amica."

La ragazza rimase momentaneamente in silenzio, non comprendendo il motivo della sua reazione così menefreghista e brusca. Non le aveva mai risposto così, "Io gli credo perché mi fido di lui come persona, che motivo avrebbe di mentire?"

"Oh, non saprei." Parla con tono canzonatorio, "Forse perché vuole sempre stare al centro dell'attenzione, non importa in che modo basta che lo sia."

Josephine grugnì e ridacchiò lievemente mentre gli occhi severi di Theodore la fissavano, "Cosa diavolo ti prende?" Sibilò duramente, "Non ti sei mai rivolto a me così."

"Cosa ti importa di come mi comporto?" Alzò rabbiosamente la voce, "Mi sembra tu abbia già chi ti tratta come vuoi tu, allora vai da lui!" Scattò in piedi dal letto e marciò spedito con passi aggressivi verso la porta

"Teddy?" Lo chiamò, sconvolta dalla sua reazione, mentre lui tuonava furiosamente fuori dalla stanza, seguito da lei a ruota, "Teddy!" Alzò di più la voce, rimanendo appoggiata allo stipite della sua porta.

"Va al diavolo!" Theodore gridò, sbirciando brevemente dietro le sue spalle prima di dirigersi dritto verso l'uscita della sala comune.

Tutti i presenti che avevano assistito alla scena posarono lo sguardo su Josephine che, sconvolta e sconcertata, li guardò uno ad uno con l'imbarazzo nel rossore delle guance. Si bloccò appena vide Draco e Blaise che la fissavano, disorientati, "Che è successo?" Domandò Blaise, preoccupato mentre si alzava lentamente dal divano su cui era seduto.

Josephine deglutì e tirò su col naso contro la minaccia da parte delle lacrime di uscire, "Venite." Fece cenno col capo di entrare nella sua camera e i due ragazzi la seguirono subito all'interno.

"Non vi ho mai visti litigare." Notò Draco mentre si buttava sul letto di Josephine con le mani dietro la testa, "È stato quasi divertente." Ridacchiò con gli occhi chiusi.

"Malfoy..." Blaise lo rimproverò mentre si sedeva sul bordo del letto, "Dicci tutto." Disse a Josephine, che stava andando a sedersi sul davanzale interno della finestra con Bizet in braccio.

"Onestamente non lo so nemmeno io." Scosse lentamente la testa, "Stavamo parlando della punizione di Harry di oggi e ha iniziato ad attaccarmi."

"Magari gli hai detto qualcosa che l'ha fatto arrabbiare." Blaise alzò le spalle, "Prima di quello avete parlato d'altro?"

"Gli ho parlato di Adrian." Sospirò mentre accarezzava amorevolmente il pelo del suo gatto, "Oggi non ero a lezione perché ero insieme a lui."

Draco sbuffò e ridacchiò nervosamente, "Io idiota che pensavo ti fosse successo qualcosa." Scosse la testa, cominciando ad agitarsi. Infatti, non aveva visto Josephine tutto il giorno fino ad ora e non aveva idea di che pensare, visto che nessuno sapeva dove fosse. Era anche andato a bussare al suo dormitorio, ma non aveva risposto nessuno se non il gatto.

Josephine posò i suoi occhi grandi su di lui con un sorrisino sulle labbra, "Ti eri preoccupato per me?"

Draco schiuse le palpebre con le pupille puntate su di lei, "Sai, Jòsephine, potrei aspettarmi di tutto da te. Come, ad esempio, ritrovare la tua faccia nel cesso per quanto sei maldestra oppure ritrovarti stesa a terra per esserti fatta male a una caviglia perché stavi ballando."

"Quello è successo solo una volta ed era d'obbligo ballare, era una canzone bellissima." Puntò il dito contro di lui mentre ripensava a quell'avvenimento dell'anno scorso.

"E come una stupida sei rimasta a terra per un'ora. Se non fossi venuto io a sapere se stessi bene, saresti rimasta lì più tempo."

"Stiamo parlando di lei e Theodore adesso." Blaise interruppe la loro conversazione futile per riprendere il discorso precedente, "Quindi gli hai parlato di Adrian." Josephine annuì, "Gli hai detto qualcosa in particolare che possa averlo fatto arrabbiare?"

La ragazza rifletté un attimo mentre abbassava lo sguardo, corrugando la fronte, "Gli ho detto che..." Esitò appena spostò di nuovo gli occhi su Draco che la guardava impazientemente. Non sapeva il motivo, ma aveva il timore di ammettere ciò che era successo davanti a lui, come se sapesse che si sarebbe arrabbiato.

"Gli hai detto che...?" Draco la incitò, sperando con tutto se stesso che non stesse per dire quello che stava pensando. Lei rimase con gli occhi nei suoi, che la pregavano di non dire ciò di cui aveva paura che potesse aver fatto.

"Adrian mi ha toccata."

"Cosa?!" Gridò Blaise nel totale shock con gli occhi sgranati più che mai, "Ma quando-"

"Aspetta, aspetta." Draco lo interruppe rapidamente mentre si spingeva furiosamente dal letto, e marciò pericolosamente verso di lei. Si avvicinò così tanto da costringerla ad alzare lo sguardo e la fissò con occhi di fuoco, il suo respiro diventava sempre più pesante, "Cosa cazzo hai detto?" Ringhiò con voce rauca e alquanto inquietante.

Josephine riusciva a sostenere benissimo il suo sguardo nero e, senza farsi intimidire, gli rispose, "Quello che ho detto."

"Jòsephine!" Draco alzò furiosamente la voce, facendo sussultare Blaise, "Te lo chiedo un'altra volta." Chiuse per un secondo gli occhi per calmarsi mentre lei rimaneva immobile, "Cosa cazzo hai detto?" Sottolineò per bene ogni parola prima di aprire gli occhi sui suoi puri.

Josephine esitò brevemente, non sapendo come avrebbe reagito dopo essersi ripetuta, ma ormai era in trappola e non poteva fare altrimenti, "Mi ha fatto un ditalino."

Draco sentì il suo sangue ribollire mentre stringeva i pugni per scagliarsi fuori dalla camera. Fino a dieci minuti fa era convinto che le avrebbe fatto semplicemente i complimenti se avesse combinato qualcosa con qualcuno e ora che era successo veramente, desiderava solo che non fosse mai accaduto.

"Draco?" Josephine lo chiamò, preoccupata e scioccata dal suo scatto, "Dove vai?" Disse ad alta voce mentre lo seguiva, temendo che andasse da Adrian. Draco sapeva esattamente dove si trovava e, a passo echeggiante, si affrettò a raggiungerlo al campo di Quidditch con la ragazza che gli correva dietro, "Draco!" Accelerò il passo e gli prese con forza il braccio per bloccarlo.

Lui ritrasse bruscamente il braccio e si voltò verso di lei, fermandosi per un secondo. I suoi occhi la guardarono con disprezzo e rabbia, esattamente come la guardavano qualche anno prima. Si avvicinò minacciosamente alla sua bassa figura, facendo percepire senza il minimo dubbio la furia che gli percorreva tutto il corpo, "Sei solo una troia." Sputò acidamente mentre il suo viso era contratto in un smorfia disgustata. Josephine si accigliò e separò le labbra in un'espressione a dir poco sconcertata, "Sei una zoccola come tutte le altre." Continuò Draco mentre sentiva quanto la rabbia stesse crescendo dentro di lui ad ogni secondo che passava a guardarla, sapendo che si era fatta toccare da Pucey.

La confusione della ragazza venne rimpiazzata da un bruciore nella testa e da una rabbia che non provava da tempo nei suoi confronti, "Dillo di nuovo se hai il coraggio." Lo minacciò con voce rauca, facendo un passo verso di lui per sfidarlo.

Draco era totalmente offuscato e non si rendeva conto delle parole che uscivano dalla sua bocca. Si era momentaneamente dimenticato della bella e premurosa persona che era la ragazza davanti a lui. Non pensava a tutto quello che avevano condiviso, alle loro confidenze e al fatto che lei si fidasse finalmente di lui. Era semplicemente furioso e non era nemmeno sicuro del motivo, "Hai capito benissimo, Blake. Non sei la persona che credevo fossi. Ora ho una cosa da fare." Ribollì prima di girare i tacchi e tuonare lontano da lei.

Josephine rimase a bocca aperta, fissandolo mentre si allontanava per andare chissà dove, e cercò di elaborare ciò che le aveva detto. Non la insultava da tanto tempo, ma questa volta era diverso; Draco l'aveva conosciuta, si era confidato con lei, erano amici. Cosa l'aveva portato a parlarle così?

La cosa più sconvolgente era che l'aveva chiamata Blake. Lei era Jòsephine per lui, non più Blake.

La rabbia cresceva sempre di più mentre si rendeva conto che la persona che sembrava volesse solamente la sua compagnia, si era dimostrata spregevole e aggressiva.

D'altra parte Draco aveva parlato concentrandosi sull'immensa furia che stava provando. Tutto quello che voleva fare era trovare Adrian e dargli quello che si meritava per averla toccata. Era qualcosa che non poteva accettare, non era concepibile per lui.

Josephine cominciò a sentirsi male, le girava terribilmente la testa. I suoi due amici più cari l'avevano abbandonata quando sapevano benissimo quanto lei soffrisse la solitudine. Theodore e Draco erano importantissimi per lei.

Rattristata, tornò in camera dove Blaise era rimasto ad aspettarla.

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