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N o v a n t a s e i

Draco sorrise, strofinando il naso contro il suo: un gesto che sapeva quanto le piacesse e quanto trovasse dolce e pieno d'amore.

"Io..." Esitò un po' mentre scuoteva lentamente la testa, "Non credo esista un termine per quantificare quanto ti amo io."

Josephine ridacchiò, accarezzandogli la guancia mentre sentiva i suoi occhi inumidirsi.

"Te lo giuro, non avevo idea che potesse esistere un amore così..." Deglutì, emozionandosi nel vederla commuoversi, "...così bello, profondo e incondizionato. Tanto meno avevo idea che potessi provarlo io, soprattutto con te."

"È inspiegabile." Sussurrò Josephine, mordendosi il labbro e scosse la testa, "Sei insopportabile la maggior parte delle volte e sei irascibile, egocentrico, pieno di pregiudizi e insulti gratuiti...e sei letteralmente la persona più sbagliata da amare."

Draco annuì, sapendo che aveva ragione.

"Eppure, nonostante tutto questo, mi sono innamorata di te." Mormorò dolcemente, tirando gli angoli della bocca mentre gli accarezzava il ciuffo biondo, "Mi sono innamorata della persona diversa che sei sempre stata con me, della tua gentilezza e premurosità. Ti sei guadagnato la mia fiducia onestamente e hai lottato per me molte volte. Mi hai mostrato il lato di te che non hai mai fatto vedere a nessuno e ti sei fidato di me, trascurando il nostro passato."

"Io è inutile che ti spiego il motivo perché sei autentica, esuberante e piena di vita. Sei quello di cui ho sempre avuto bisogno per scoprirmi e conoscere nuove cose, nuove sensazioni e nuove idee. Avevo bisogno di te senza saperlo."

Josephine posò un sentito e intenso bacio sulle sue labbra, sorridendo contro di esse.

"Non so dirti da quando...credo da sempre." Draco riprese a parlare, alzando le spalle, "Ma sono stato un idiota a non averlo capito prima. Soprattutto con Pucey...porca troia Pucey." Strinse i denti al pensiero di quel ragazzo.

Lei scoppiò a ridere appena vide come il suo umore fosse cambiato così in fretta, "Hai toccato un argomento delicato."

"No, tu non hai capito." Ringhiò, scuotendo la testa, "Io ho solo ricordi omicidi di quello."

"Secondo te, io che ricordi ho delle tue numerose avventure?"

Gli occhi di Draco guizzarono nei suoi con un piccolo ghigno, "Che avresti desiderato essere al loro posto."

Josephine sollevò le sopracciglia con disgusto, "Ma guarda tutto tranne quello. Ricordo che mi infastidivi sempre quando me ne raccontavi una diversa ogni giorno, però eri così contento e non ho detto niente."

"Non è la stessa cosa, tu per quella mezzasega provavi qualcosa." Disse Draco severamente.

"Non posso negarlo, ma è un granello di polvere a confronto con quello che provo per te." Lo rassicurò, stampando un delicato bacio sul suo naso.

"Proprio per quello volevo ucciderlo." Disse, facendola ridere, "Tu ridi, ma io stavo male perché bruciavo di gelosia e non sapevo manco che cazzo era perché non ero mai stato geloso in vita mia."

"Bruciavi dalla gelosia? Tu eri letteralmente fuoco." Ridacchiò mentre lo guardava amorevolmente negli occhi.

"Ero così geloso che me l'ero pure fatto succhiare da Parkinson, pensa un po'." Sbuffò con divertimento, trovando la cosa divertente.

"Cosa?"

L'espressione divertita sul suo viso crollò appena percepì la nota di incredulità e rabbia nella sua voce e capì di aver appena fatto una cazzata.

Ottimo lavoro, Draco.

"È una cosa che non ti ho detto-"

"Tu e Pansy, Draco?" Scattò furiosamente, spingendolo via da sopra di lei per alzarsi in piedi e indossare la sua toga, posata su una sedia e si coprì prima di lanciarsi davanti alla finestra.

Draco la seguì e si precipitò accanto a lei, "Calmati, adesso ti spiego tutto-" Mormorò gentilmente, cercando il suo sguardo.

"E vorrei ben vedere, cazzo." Ringhiò mentre sfilava rapidamente una sigaretta dal pacchetto accanto alla finestra.

Draco prese un respiro profondo, "Ti anticipo già che quello che sto per raccontarti è il motivo per cui quella stronza ha bruciato il tuo diario."

Josephine si irrigidì e si voltò lentamente per guardarlo con occhi spalancati, "Mi stai prendendo per il culo? Che diavolo hai fatto?"

"Ascolta-" Le disse severamente, fissandola mentre lei fumava e guardava il panorama davanti a sé, "È successo quando avevamo litigato, quella sera ti avevo vista giocare a biliardo con Pucey e lo avevo sentito dire che eri la sua ragazza. Non ci ho più visto dalla rabbia e c'era Parkinson disponibile, allora ne ho approfittato."

"Bravo, ottimo lavoro." Affermò sarcasticamente, annuendo.

"Lasciami finire. Ti domandavi perché ti avesse fatto una cosa talmente crudele e la risposta è perché avevo detto il tuo nome."

Josephine aggrottò la fronte per la confusione, "Che significa?" Chiese, spostando lo sguardo su di lui.

"Mentre stavo venendo...ho-ho detto il tuo nome."

La ragazza sussultò, spalancando la bocca e sollevò le sopracciglia, "Sul serio?"

"Lei ha pensato che avessimo una storia, così-"

"Voleva vendicarsi." Finì la frase per lui.

Draco annuì, "Mi dispiace non avertelo detto prima, ma non sapevo cosa pensare perché eri la mia migliore amica e credevo fosse sbagliato. Poi tu stavi con Pucey..."

"Scusa per essermi arrabbiata senza averti lasciato spiegare." Mormorò con dispiacere, abbassando lo sguardo.

Draco sbuffò e sorrise mentre portava in braccio sulle sue spalle e la tirò verso di lui in un abbraccio. Le posò un bacio sulla testa, "Se ti può consolare, da quella volta ho sempre pensato al tuo tenero viso mentre venivo."

Josephine scoppiò a ridere e alzò il capo, tenendo il mento posato sul suo petto, e lo guardò dal basso. Lui la ammirò dall'alto con un piccolo sorriso e chinò maggiormente la testa per darle un dolce bacio all'eschimese, facendola teneramente ridacchiare.

"Tu sei..." Esitò, leccandosi le labbra, "Mio dio, mi uccideranno." Sospirò mentre attaccava la fronte alla sua.

"Ci uccideranno." Lo corresse, realizzando la giusta realtà.

Sapevano perfettamente che se i suoi genitori, soprattutto Lucius Malfoy, avessero scoperto che si amavano e che avevano una relazione, sarebbe stata la fine.

Draco non aveva idea di ciò che sarebbe potuto accadergli se suo padre lo avesse saputo, ma quello di cui aveva più paura era quello che avrebbero potuto fare a lei, specialmente dopo aver attaccato Bellatrix.

"Non hai paura?" Sussurrò.

"Un po'." Tirò gli angoli della bocca, "Ma sai che mentre dormivo ho sognato i miei genitori?"

Un luminoso sorriso si inarcò sul viso di Draco, "Davvero?" Avvolse strettamente le braccia intorno alla sua vita, "Cosa hai sognato?"

Josephine annuì, "Un ricordo, avevo sette anni e li pregavo di non andare ad una cena con i colleghi di papà e la mattina dopo mi avevano regalato la mia prima tela da dipingere."

"Dolce." Bisbigliò, rasserenato dal suo viso felice.

"Rivivere quel ricordo è come se mi avesse fatto acquisire più forza."

Draco sospirò e le sorrise, posando un candido bacio sulla sua fronte, "Amore...i tuoi genitori sarebbero fieri di te."

I brividi percorsero la schiena di Josephine e il suo cuore fluttuò a quelle tenere parole - era meraviglioso ma, al tempo stesso, devastante sentirselo dire.

Lo sarebbero veramente?

Sorrise felicemente con gli occhi brillanti mentre lo guardava dal basso, "Lo spero vivamente."

"Come potrebbero non esserlo?" Sussurrò Draco mentre le prendeva premurosamente il viso a coppa, "Sei la persona più straordinaria che chiunque possa mai conoscere. So che nella tua testolina questo non è vero, ma devi capire che ti sottovaluti troppo e che vali molto più di quanto pensi. Ragazze come te non si trovano spesso."

Josephine si leccò lentamente le labbra, senza staccarsi dai suoi stupendi occhi grigi e, premetto le mani sul suo collo per mettersi in punta di piedi, "Vieni qui."

Posò le labbra sulle sue in un bacio passionale, permettendo alle loro lingue di accarezzarsi accompagnate da gemiti desiderosi.

Le mani di Draco si fecero strada sotto la toga che indossava Josephine per toccare la sua pelle nuda e sentirla, "Dio, Jo-" Ansimò nel bacio, attaccandola sempre di più a lui prima di scendere al suo collo.

Lei chiuse gli occhi e si morse il labbro, "Ti voglio, Draco."

"Mi vuoi?" Ringhiò mentre si staccava per guardarla.

"Ti voglio." Sussurrò, guardandolo negli occhi mentre apriva la toga per mostrare il suo corpo nudo.

"Quanto mi vuoi?" Mormorò eccitato mentre la prendeva inaspettatamente in braccio, portandola alla finestra e la posò sul davanzale.

"Troppo, voglio che mi scopi." Lo pregò con gli occhi e la sua infallibile voce innocente, ma arrapante al tempo stesso, mentre gli slacciava la cintura.

"Cristo santo-" Ansimò Draco mentre si abbassava i pantaloni, insieme ai boxer, con rapidità per poi aprirle le gambe davanti a lui. Si posizionò alla sua entrata ed entrò lentamente per lasciare che entrambi emettessero un gemito di piacere, prima di aumentare la velocità.

All'improvviso qualcuno bussò alla porta.

"Draco, sei lì dentro?"

In un secondo Josephine si coprì con la toga e Draco si sistemò i vestiti, "Sì, madre-"

"Posso entrare?"

"Certo." Rispose non appena entrambi furono pronti per accoglierla.

La porta della stanza si aprì e una donna con i capelli metà neri e metà biondi e un elegante vestito nero lungo fece capolino dentro. I suoi occhi scuri passarono dal letto sfatto e vuoto, alle figure dei due ragazzi in piedi accanto alla finestra e, in particolar modo, si soffermarono sulla ragazza.

Josephine si sentì alquanto a disagio, e quasi in imbarazzo, davanti alla madre di Draco, essendo la prima volta che conosceva un genitore del suo ragazzo. La fissò mentre Narcissa la studiava attentamente.

Dopo alcuni secondi si bloccò sui suoi occhi azzurri e, come se avesse letto la totale bontà in essi, il suo viso si rilassò e intrecciò le dita delle mani.

"Primula?" Chiese con le sopracciglia leggermente aggrottate, bruciando dalla curiosità di conoscere la famosa ragazza delle lettere.

"Josephine Primrose." Affermò decisa con un leggero cenno del capo, "Ma preferisco Jo." Aggiunse, abbozzando un piccolo sorriso.

"Jo..." Sussurrò Narcissa, annuendo, "Non pensavo che ci saremmo conosciute in queste circostanze, ma sono lieta che tu ti sia ripresa."

"Grazie." Mormorò, sbattendo velocemente le palpebre.

"Hai bisogno di qualcosa, madre?" Domandò Draco, facendo spostare la sua attenzione su di lui.

"Stanno per cominciare." Rispose lei severamente, "Ero venuta per chiamarti."

"Dammi un attimo." Draco fece un cenno col capo mentre aspettava che lei uscisse.

Narcissa si dedicò altri secondi per osservare Josephine, scrutando il suo viso gentile decorato da un leggero ed educato sorriso, poi uscì e chiuse la porta.

"Non le piaccio." Sospirò Josephine, rassegnata dalla consapevolezza che i genitori di Draco odiavano i mezzosangue.

Draco la guardò, addolorato e sospirò mentre le accarezzava i capelli, "Mi dispiace, però potresti farle cambiare idea."

"Come?" Chiese, guardandolo dal basso con un sopracciglio alzato.

Le portò una mano sotto il mento e le prese il viso per avvicinarlo, "Sii te stessa." Le baciò il naso, "Così andrai alla grande."

"Non le piacerò comunque."

"Invece sì, tutti ti adorano." Le diede un bacio a stampo, "Devo andare per un po'." Sospirò, contrariato.

"Dove?" Chiese, preoccupata.

"A una riunione e voglio che tu rimanga qui." Puntualizzò mentre indietreggiava per prendere la sua bacchetta dal comodino, "Non vorrei chiuderti di nuovo dentro, ma il tuo spirito ribelle mi costringe a farlo." Si scusò, cercando la sua approvazione.

Josephine annuì, "Capisco."

"Pensaci bene prima di sfondare anche questa porta." Mormorò, posando una mano sulla maniglia, "Non credo che mia madre apprezzerebbe il gesto."

Lei ridacchiò lievemente, afferrando il concetto, "Farò la brava bambina."

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