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C i n q u e

"Pensate che Draco stia bene?" Chiese Pansy con la pura preoccupazione nel tono della voce mentre si dirigeva verso l'infermeria insieme ai suoi amici.

"Tranquilla è stato solamente ferito da un ippogrifo, il tuo principe azzurro sta bene." Josephine la rassicurò. Le sue parole piene di sarcasmo.

Josephine e Pansy erano amiche dal primo anno, anche se all'inizio non andavano d'accordo per via dei pregiudizi che aveva Pansy riguardo i mezzosangue. Ma dopo essersi conosciute meglio, capirono di avere degli aspetti di carattere in comune.

In tutti gli anni era capitato che Josephine la prendesse un po' in giro per il suo morboso attaccamento nei confronti di Malfoy. Trovava divertente il fatto che gli fosse così devota, come se fosse qualcuno di fondamentale importanza.

Non aveva la più pallida idea di cosa ci trovasse di così speciale in lui.

Nonostante pensasse che questa situazione tra loro due fosse non altro che comica, le faceva sempre da scudo per difenderla dagli insulti che sparava Draco nei suoi confronti. Era evidente che Pansy fosse innamorata di lui. Per questo le parole di Draco la ferivano, e si chiedeva se lui l'aveva capito e se era semplicemente fatto così. Solo un ragazzo senza cuore tratterebbe in un modo talmente schifoso una ragazza i cui pensieri erano solamente rivolti a lui.

Troppe volte Josephine aveva dovuto consolare e far svagare la sua amica dopo una vivace chiacchierata con Draco, troppe volte avrebbe voluto dirgli come stavano realmente le cose, ma Pansy l'aveva sempre pregata di non farlo perché sapeva che se lui avesse conosciuto i suoi sentimenti l'avrebbe allontanata e lei non voleva che accadesse. Era consapevole del fatto che fosse troppo appiccicosa, ma non poteva farne a meno. Lo voleva in tutto e per tutto. Non importa quante volte le avrebbe urlato contro, lei ci sarebbe stata per lui e lo avrebbe perdonato sempre.

Josephine non condivideva questo pensiero e più volte le aveva consigliato di lasciarlo perdere e di trovare qualcuno che fosse degno di lei. Specialmente perché la trovava una bella ragazza: alta come lei, magra e con poche forme, i capelli scuri, lisci a caschetto con la frangetta e occhi verdi.

La sola cosa in comune che avevano lei e Draco era il fatto che fossero i due bulli della scuola. Andavano d'accordo solo per insultare e screditare gli altri, soprattutto i mezzosangue. Pansy faceva parte del trio delle ragazze più popolari della casa Serpeverde, composto da lei, Daphne Greengrass e Millicent Bulstrode. Si sentivano superiori e facevano di tutto per rendere le altre studentesse i loro zerbini, soprattutto Pansy.

"Capisco che tu sia preoccupata, ma una volta insieme a lui lascialo respirare, va bene?" Chiese gentilmente Theodore, allungando il collo per guardarla.

"Adesso sarà nella fase in cui ce l'ha con il mondo intero, voi ragazze sapete come funziona." Scherzò Blaise come al solito.

"L'unica differenza è che a noi dura circa sei giorni, a lui 365." Josephine seguì giocosamente la sua corrente, facendo ridacchiare tutti.

"Ci proverò." Mormorò Pansy mentre annuiva leggermente.

"Ma nel caso in cui non dovessi riuscirci e il biondino ti insultasse, ci penserò io." La sua amica la rassicurò con aria determinata e pronta a tutto.

"Anche tu dovrai contenerti, signorina." La avvertì Theodore, sapendo quanto la sua migliore amica fosse una testa calda.

"Chi, io?" Alzò le sopracciglia, fingendosi sconvolta dalle sue parole e facendo roteare gli occhi al ragazzo.

Una volta arrivati all'entrata dell'infermeria comunicarono a Madama Chips di essere lì per far visita a Draco e la donna li lasciò passare. Pansy fu la prima a mettere piede nella stanza e si fiondò sul lettino occupato dal ragazzo in un secondo, "Draco, stai bene?" Scivolò sul bordo del lettino accanto a lui, disteso sul materasso con un braccio ingessato e una fascia per sostenerlo.

"Parkinson, non è giornata." Sputò acidamente mentre scuoteva velocemente la testa, "Come vuoi che stia? Non vedo l'ora di dare una bella lezione a quel troglodita e al suo pennuto."

"Non parlare in questo modo di Hagrid." Josephine lo zittì prontamente mentre studiava l'ambiente circostante dell'infermeria. Era la prima volta che la vedeva.

"Lo sai che cosa ci faccio della tua lurida amicizia con quello? Mi ci pulisco il-"

"Piantatela voi due." Blaise li interruppe prima di puntare il dito contro Draco, "E in quanto a te, ti abbiamo portato qualcosa." Tirò fuori il cibo che avevano preso precedentemente dal pranzo.

"Merlino, finalmente qualcosa che non sappia di lumache in decomposizione." Mormorò Draco con gli occhi illuminati da tanta bellezza e iniziò a mangiare.

"Ti fa tanto male, amico?" Domandò Theodore mentre posava la mano sulla fine del lettino.

"Non più, domani dovrei uscire e continuare le lezioni normalmente, ma non potrò fare i compiti per una settimana." Gli rispose. Il suo sguardo scivolò subito liscio su Josephine, appena notò che stava guardando fuori dalla finestra. Si chiese cosa avesse visto di così interessante. Draco non sapeva che lei era un'osservatrice seriale e che non le sfuggiva nulla. Le piaceva scrutare, era curiosa. Passarono pochi secondi fino a che la ragazza non si spostò dalla finestra e si avvicinò ad un quadro appeso al muro.

"Sei così fortunato..." La voce di Blaise arrivò lontana all'orecchio di Draco mentre continuava a tenere gli occhi puntati su Josephine. Il suo corpo immobile ad ammirare il quadro.

"Povero Dracuccio, mi dispiace che quella bestia ti abbia fatto del male. Stai tranquillo adesso ci sono io." Pansy interruppe i pensieri del ragazzo, posando la mano sul suo braccio ingessato per dargli conforto.

Theodore notò che Josephine si era allontanata da loro e la raggiunse per invitarla ad unirsi alla conversazione. Nello stesso momento in cui le sue mani toccarono le spalle della ragazza per farla voltare, Draco tornò alla realtà e abbassò lo sguardo, vedendo che Pansy lo stava toccando, "Come se mi servissi tu, Parkinson." Ribollì con tono di disprezzo mentre scostava bruscamente il braccio dalle sue dita, "Va a disturbare qualcun altro."

"Trattala di nuovo così e ti rompo anche l'altro braccio, Malfoy." Josephine lo minacciò, portando via la sua amica.

"Oh non vedo l'ora!" Gridò prima che lei uscisse definitivamente.

"Amico, posso dirti che hai giusto un po' esagerato?" Sospirò Blaise frustrantemente.

"Si è preoccupata tanto per te, voleva solo starti accanto." Continuò Theodore a bassa voce.

"Non le ho chiesto io di venire qui. Non m'importa se l'ho ferita, non doveva toccarmi. Lo detesto e lo sa."

"Capito amico... allora ci vediamo domani." Lo salutarono e se ne andarono, lasciandolo da solo.

Dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno, Draco spinse il suo corpo dal lettino e, dolorante, si avvicinò allo stesso quadro su cui si era soffermata Josephine pochi minuti prima. Voleva cercare di capire cosa ci avesse trovato in esso, e bramava sapere cosa le frullava nella mente. Qualcosa gli diceva che quella ragazza aveva molto da raccontare.

Sbuffò una risatina nervosa. Era convinto di star impazzendo. Scosse freneticamente la testa come se volesse scacciare via quel pensiero e tornò sul lettino.

"Pansy, tutto bene?" Josephine la accompagnò a sedere sul letto, "Ti devo ripetere che è un idiota e che dovresti lasciare perdere?"

"Lo so, Jo, so che dovrei lasciarlo stare e allontanarmi da lui, ma non riesco proprio. Passo sopra a tutto perché ci tengo e lo sai. Vorrei scordarmi di lui, ma anche se mi insulta, una parte di me è contenta di esistere per lui. Insomma, è un Malfoy e chiunque vorrebbe che uno del suo stesso rango gli rivolgesse la parola."

Josephine non sapeva esattamente come rispondere mentre la fissava con le sopracciglia unite, soprattutto perché non capiva il ragionamento riguardo il suo cognome.

Era un Malfoy...e allora?

Non si capacitava di come le persone fossero invidiose di lui o addirittura affascinate da lui. Era un viziato, figlio di papà ed egocentrico. Come poteva la gente andargli dietro?

"Inoltre, ci sono tante ragazze che impazziscono per lui. Dovresti sentire quello che dicono quando entra in classe o cammina nei corridoi." Continuò Pansy.

Eccome se lo sapeva, era un continuo di voci acute, risatine e guance arrossate, tutto accompagnato da numerosi complimenti verso il biondo. Tutti sapevano che lui stesso adorava essere sulla bocca di tutti e questo alimentava solamente il suo egocentrismo e la sua autostima. Non che fossero bassi, anzi.

"Vuoi che rimanga qui con te?" Chiese Josephine accarezzandole le braccia.

"No tranquilla, se hai da fare vai." Abbassò lo sguardo con aria amareggiata.

"Mh..." Mormorò mentre si alzava in piedi e si portava le mani sui fianchi per pensare, "E se ti chiedessi di farmi compagnia mentre dipingo, verresti?"

Gli occhi di Pansy guizzarono su di lei e un sorriso raggiante crebbe sulle sue labbra, "Sì, andiamo. È da tanto che non ti vedo dipingere."

"Avverto anche Teddy? Che dici?"

"Signorino Malfoy, so di averle detto che sarebbe uscito domani ma se lo desidera può farlo anche adesso. Se si sente bene, ovviamente." Comunicò Madama Chips durante il pomeriggio.

"Mi sento bene, se dice che posso andarmene allora me ne vado subito." Rispose freddamente, e una volta in piedi, si avviò verso il suo dormitorio.

Andando a passo svelto nel cortile, ruotò la testa verso il giardino e scorse poco lontano tre figure familiari: Theodore seduto con la schiena contro il tronco di un albero, una mano dietro la testa e l'altra che teneva un libro, le gambe accavallate sul prato morbido. Dalla parte opposta c'era Pansy. Anche lei seduta sull'erba con le gambe incrociate e le mani appoggiate sulle ginocchia.

In mezzo a loro, seduta di spalle e in ginocchio sul prato, con la mano sinistra appoggiata sull'erba per avere un saldo appoggio, c'era Josephine. I suoi capelli sciolti sgorgavano lungo la schiena come se fossero una fontana, e solo le prime due ciocche erano tenute ferme da una piccola molletta dietro la testa.

Draco notò davanti a lei una nuova tela mentre la guardava muovere il braccio che seguiva la strada tracciata dal pennello. La curiosità di sapere cosa stesse dipingendo lo avvolse totalmente.

Ad un certo punto, smise di dipingere e si girò verso Theodore che la stava già guardando. Draco era troppo lontano per sentire cosa si stessero dicendo finché il moro non alzò abbastanza la voce da permettergli di sentire un: "Ah, è così?"

Improvvisamente si buttò su di lei, costringendo il suo corpo a sbattere sul prato ridendo a crepapelle. Draco ne approfittò per vedere cosa stesse dipingendo e accelerò il passo. Posò lo sguardo sul dipinto.

Margherite.

Indugiò sul posto e rimase ammaliato e affascinato dalla tanta precisione e perfezione con cui erano state rappresentate. Le sue labbra si separarono dalla meraviglia.

"Teddy, mi stai schiacciando." Draco catturò la risata della ragazza.

"Ma come? Io sto tanto comodo...sei morbida, sai?" Theodore sghignazzò prima di alzare lo sguardo per vedere Draco davanti a loro che li fissava, "Amico, sei uscito prima."

Le pupille di Josephine scattarono nella stessa direzione dove stava guardando il suo migliore amico e si ritrovò gli occhi di Draco su di lei. "Stavo meglio e mi hanno fatto uscire prima." Si giustificò frettolosamente, guardando il moro.

"Vuoi unirti a noi?" Pansy lo invitò con gentilezza.

Draco esitò un attimo, posando nuovamente gli occhi su Josephine che non aveva mai distolto l'attenzione da lui, "No, vado a cercare Zabini." Rispose seccamente prima di allontanarsi.

"Ci vediamo domani." Gridò Theodore per farsi sentire.

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