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C i n q u a n t a q u a t t r o

"Perché non mi hai detto che volevi essere un militare?" Draco fece un sorso dalla lattina di birra, stando seduto sul davanzale della finestra di Josephine con gli occhi puntati su di lei.

"Non c'è un motivo." Alzò le spalle mentre sistemava la coperta sopra i loro corpi.

"Per quanto tempo hai voluto farlo?"

"Mi piacerebbe farlo tutt'ora." Rispose sinceramente, facendo sollevare le sopracciglia di Draco dallo stupore.

"Hai detto di voler fare l'avvocato."

"Quello è il piano A." Bevve un sorso, "Se non dovessi riuscire, proverei con l'accademia militare."

"E come mai questo desiderio?" Domandò con curiosità.

Josephine fece un piccolo sorriso, "Veramente non lo so." Parlò, continuando a guardare fuori, "Nonno Gilbert mi ha raccontato talmente tante cose della guerra che mi hanno affascinata." Spostò lo sguardo su Draco, "Ovviamente sono contraria alla guerra e ai conflitti, è inutile che lo dica, però se dovesse esserci io combatterei."

Draco tirò su l'angolo della bocca, "Questo c'entra con il tuo lato da maschiaccio?"

La ragazza sorrise, "Sì, perché le donne non potevano andare in guerra per portare il cibo in casa e occuparsi dei figli."

Draco scosse la testa con un'espressione morbida e rilassata in viso, "Sei l'unica ragazza da cui ho mai sentito dire che vorrebbe andare in guerra."

"Non è che ci voglio andare." Inclinò leggermente la testa, "Se non ci fosse il bisogno sarebbe decisamente meglio, però in caso contrario ci andrei. Guarda che i soldati vanno a combattere per salvare il culo a noi."

"Quindi ci andresti per salvare gli altri?"

"Certo." Affermò con tono deciso.

Draco ridacchiò e scosse la testa divertito, "Jòsephine, se la vita di tutti fosse nelle tue mani, moriremmo tutti." Si prese gioco di lei, ricevendo subito una manata sulla spalla.

"Ma fottiti!" Esclamò, facendolo ridere, "Anzi a proposito di fottere." Cambiò argomento con un ghigno sulle labbra.

"Eccola..." Sussurrò Draco mentre roteava gli occhi.

"Sei mai arrivato al sodo con qualche ragazza nei mesi in cui sono stata assente?" Ammiccò scherzosamente.

"Sai, preferivo la tua assenza."

Josephine sbuffò, "Dai, allora?" Insistette.

"No." Sospirò noiosamente, "Solo tanti preliminari."

"Niente bacini?" Produsse il rumore di baci con le labbra.

"Di nuovo?" Domandò, scocciato, "Per farmi baciare una ragazza dovrà prima succedere un miracolo."

"Ricordati queste parole quando verrai a dirmi che ti piace una ragazza che vuoi baciare." Picchiettò la lattina di birra che teneva in mano contro la sua spalla, "E ti dirò 'Te l'avevo detto.'"

"Tu e la tua boccaccia che spara cazzate." Scosse la testa.

"Gne gne..." Sussurrò Josephine e Draco grugnì una risata. Entrambi rimasero in silenzio per vari secondi, guardando fuori con i volti rilassati. Draco prese un respiro profondo e bevve un sorso di birra prima che lei interrompesse il silenzio, "Perché quel giorno hai picchiato Adrian?"

Draco si irrigidì subito a quella domanda ed esitò prima di rispondere, "Ti aveva toccata."

"E allora?" Josephine ruotò la testa per osservarlo.

"Se gliel'hai lasciato fare è perché provi dei sentimenti per lui." Disse a bassa voce come se avesse paura delle sue stesse parole, "Anche se non mi capacito di come sia possibile."

"Tu vai con tutta la scuola." Contrattaccò prontamente.

"Ma a me non frega niente di quelle ragazze." I suoi occhi freddi guizzarono su di lei, "A te importa di lui e questo ti porta ad allontanarti da me."

I lineamenti duri di Josephine si addolcirono, "Avevi paura?"

"Paura? Non essere stupida." Sbuffò, divertito, "Volevo solo spaccargli la faccia." Sputò aspramente, cominciando ad irritarsi.

"Ti aveva sconvolto così tanto il fatto che mi avesse toccata?" Si accigliò.

"Mi ero solo incazzato da morire, tutto qui." Fece un lungo sorso di birra prima di tornare con l'attenzione sulla finestra, seguito poi da Josephine. Con la coda dell'occhio la guardò in silenzio e cercò di prendere coraggio per domandarle una cosa su cui si interrogava da mesi.

"Jòsephine?" La chiamò, facendola mugugnare per farlo parlare, "Posso farti una domanda scomoda?"

Lei si voltò con un sorrisetto, "Vuoi chiedermi se ho scopato con Adrian?"

Draco annuì lentamente e, prima che potesse rispondere, Josephine bevve un sorso di birra e sospirò pesantemente, "Non ci riesco."

"Che vuoi dire?" Alzò un sopracciglio, confuso.

"Abbiamo fatto tutti i preliminari." Iniziò a spiegare mentre Draco abbassava lo sguardo, "Ma quando lui mi chiede di arrivare fino in fondo, mi tiro indietro - mi sento bloccata e non capisco perché."

"Magari non ti piace." Suppose lui, sentendosi sollevato dalle sue parole.

"No, lui mi piace e davvero tanto." Scosse la testa mentre gli occhi di Draco saettavano su di lei, "Solo... non così tanto da scopare."

"Non capisco."

"Per me fare sesso è come baciare per te, è una cosa che mi viene da fare solo se provo sentimenti veri e se non riesco a farlo non credo di poter ricambiare pienamente quello che lui prova per me."

Draco annuì lentamente, "E vuoi continuare a stare con lui anche se ti senti così?"

"Io ci sto provando. Vorrei innamorarmi, ma ho paura di non riuscirci." Prese un respiro profondo, "Però chiaramente se non dovesse succedere, lo lascerei, anche se sarebbe doloroso per entrambi."

"Che ti importa?" Sputò subito Draco.

"Mi importa perché tengo a lui." Disse, facendolo sbuffare e ridacchiare, "Cos'hai da ridere?"

"Io sono più intelligente e evito questi problemi." Fece un ghigno, "L'amore è solo una stronzata e non serve a niente se non a soffrire."

"Non hai voglia di innamorarti?" Sollevò le sopracciglia, sorpresa dalla sua affermazione.

"Salazar, no." Negò, quasi disgustato, "Non mi ci vedo ad amare qualcuno."

Josephine spostò lo sguardo sulla finestra e sorrise leggermente, "A me piacerebbe amare ed essere amata, spero di provarlo almeno una volta nella vita e poi se dovesse andare male non importa. La cosa importante è che l'abbia fatto."

"Sei troppo sentimentale." Mormorò Draco con aria schifata.

"Sì e tu hai un pugno nel culo." Ribatté in un secondo.

"Sono fiero di averlo, per lo meno non aspiro a una stronzata del genere." Fece spallucce, mostrandosi distaccato e freddo davanti all'argomento.

"Credimi, arriverà il giorno in cui conoscerai una ragazza per cui perderai la testa." Disse con un sorrisetto.

"Non farmi ridere." Malfoy sbuffò.

"Sono seria." Ripeté fermamente, "Amerai una meravigliosa ragazza che ti amerà a sua volta, con cui vorrai stare per tanto tempo, se non tutta la vita, e vorrai avere dei figli."

"Pure dei piccoli mostri?" Sputò, schifato, "Col cazzo che sarò padre, odio quei cosetti."

"E invece la amerai così tanto che vorrai formare una famiglia con lei."

"Quanta immaginazione...forse dovresti proprio scrivere un libro in cui scrivi stronzate come questa che piacciono ai deficienti." Draco si fece beffe di lei  mentre roteava gli occhi.

"Continua a dire così, poi quando accadrà veramente penserai a me e mi darai ragione."

"Pensi davvero che io, Draco Malfoy, amerò mai?"

"Te lo auguro." Gli sorrise dolcemente, "Ti voglio bene e spero tu possa essere felice con qualcuno."

Draco accennò un sorriso, "Ah sì?" Trascinò il suo corpo più vicino a lei, "Mi vuoi bene?" Portò un braccio intorno alle sue spalle.

"Sfortunatamente, sì." Annuì , "Mi dispiace per te, ma sei mio amico e dovrai sopportarmi."

"Per quanto tu sia perfidamente stronza, insopportabile, maldestra e goffa mi duole molto ammetterlo, ma ti voglio bene anch'io." Posò un bacio sulla sua fronte e lasciò che posasse la testa sulla sua spalla e, a sua volta, appoggiò la guancia sulla sua testa.

Josephine prese un respiro profondo e sussurrò, "Mi eri mancato."

Il battito del suo cuore aumentò notevolmente e, istintivamente, Draco sorrise, "Lo so." Mormorò, facendole roteare gli occhi.

"Parli di me, ma anche tu sei insopportabile, oltre che modesto." Lo canzonò, provocandogli una piccola risatina.

"Non era già abbastanza evidente che mi fossi mancata anche tu?" Chinò un po' il capo per guardarla in volto.

"Dimmelo." Insistette con tono fermo.

Draco scosse la testa, divertito, "Non ti accontenti mai?"

"Dovresti saperlo ormai." Fece spallucce mentre lui le accarezzava la testa con la guancia ed entrambi chiusero gli occhi.

"A domani." Sussurrò Josephine mentre Draco si appropinquava verso la porta della sua camera di fronte alla sua.

"Sogni d'oro, Jòsephine." Si voltò, facendole un cenno del capo e, una volta arrivato davanti alla sua porta, si bloccò e alzò gli occhi un secondo per pensare.

Josephine iniziò a chiudere la porta, ma la voce di Draco la interruppe bruscamente, "Jòsephine?" Alzò lo sguardo su di lui, che con una mano teneva la maniglia mentre l'altra era infilata nella tasca della tuta - la spalla appoggiata pigramente contro l'uscio.

Mantenne la sua espressione severa e morbida al tempo stesso mentre indicava la sua camera con il capo, "Dormiamo insieme?"

Cristoforo Colombo.

Josephine rimase stupita dalla sua richiesta e schiuse le labbra, ragionando su che cosa fare. Da una parte le sarebbe piaciuto dormire insieme a Draco e trovava che fosse molto dolce il fatto che glielo avesse chiesto, dall'altra parte però pensava ad Adrian e non credeva sarebbe rispettoso nei suoi confronti se accettasse, nonostante loro due fossero solo amici.

Per cui posò la mano sullo stipite e sorrise lievemente, facendo spuntare un sorrisetto sulle labbra di Draco mentre sperava che lei dicesse di sì. Era da tutta la sera che voleva chiederglielo e alla fine aveva trovato il coraggio per farlo.

Non lo avrebbe ammeso neanche sotto tortura, ma quella ragazza riusciva a metterlo in soggezione ed era la prima persona che lo faceva sentire così.

Josephine accostò leggermente la porta mentre continuava a sorridere e scosse la testa, senza spezzare il contatto visivo, "Buonanotte, Draco." Mormorò dolcemente, chiudendo la porta.

Draco rimase bloccato nella stessa posizione per alcuni secondi prima di abbassare lo sguardo ed entrare in camera. Una volta essersi buttato sul letto, ridacchiò e si passò una mano tra i capelli.

Sarà per un'altra volta.

Non poteva scappargli.

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