C i n q u a n t a n o v e
-linguaggio volgare-
"Se ho ragione dovrai lasciare i tuoi capelli lisci naturali per due mesi." Draco la sfidò mentre indicava i suoi capelli con la bottiglia di birra.
"Ma perché mi odi?" Josephine sbuffò, infastidita.
"Perché hai torto."
"A Blaise non sono mai piaciute le bionde, perché dovrebbe interessargli Daphne?" Allargò le braccia in aria.
"Ti insegno una cosa." Si schiarì la voce, "Io odio i mezzosangue."
Josephine ruotò lentamente la testa verso di lui, "Vuoi un calcio rotante proprio qui?" Indicò la sua guancia.
"Chiudi il becco, papera." Sputò Draco.
"Papera a chi?" Alzò la voce, inarcando le sopracciglia.
"Ho detto chiudi il becco." Ripeté più duramente, "Secondo te perché me lo faccio succhiare da qualsiasi ragazza anche se mezzosangue?"
"Svuotamento di coglioni?"
"Anche." Confermò con un semplice cenno col capo, "Ma anche perché la figa è la figa."
"Ma se l'unica figa che hai visto è stata quella di Pansy quando si è spogliata davanti a te l'anno scorso perché era ubriaca e tu te ne sei andato schifato."
"Non ricordarmelo, cazzo." Si massaggiò esasperatamente la fronte nel tentativo di cercare di eliminare dalla mente quell'orribile ricordo.
"Ne hai visto altre per caso?" Chiese, curiosa, "Non so magari una ragazza nuda è passata a caso davanti a te."
Draco la guardò con un'espressione scocciata e infastidita, "Se un giorno morirai nel sonno, sappi che sono stato io a soffocarti con il cuscino."
"Capibile." Mormorò prima di bere un sorso di birra.
"E comunque io la figa la vedo sempre." Ammise con un ghigno, "Quando loro lavorano lo fanno sempre completamente nude."
"Non ti è mai saltata nella testa l'idea di toccarla?"
Draco esitò un po' per pensare, "Una volta sì."
Josephine deglutì e si girò per guardarlo, "Davvero?" Lo osservò attentamente mentre sentiva una leggera punta di delusione e sconforto stringerle il petto, "Con chi?"
"Il nome non lo so." Scrollò le spalle con disinteresse, "Però era una Serpeverde castana e con gli occhi verdi."
"Sembra carina." Commentò lei con voce debole, percependo un po' di fastidio.
"Infatti." annuì lentamente, "È la più carina tra tutte le ragazze con cui sono stato."
Josephine abbassò lo sguardo e Draco si voltò per guardarla, "Se ti è piaciuta così tanto potresti chiederle di rifarlo." Gli consigliò mentre posava di nuovo gli occhi su di lui.
Draco rimase in silenzio, sorpreso dalla sua risposta. Forse sperava in qualcos'altro, "Dici?"
Lei scrollò le spalle, "Sì." Mantenne un atteggiamento serio, "Perché no?"
"Dovrei infrangere la prima regola di farlo ogni volta con una diversa?" Alzò un sopracciglio.
"Solo per una toccatina."
Sulle labbra di Draco crebbe un sorrisetto malizioso e annuì, "Va bene, lo farò."
"Poi mi farai sapere." Fece un freddo cenno del capo mentre si portava la bottiglia alla bocca.
"Ti interessa così tanto la mia vita sessuale?" Ridacchiò divertito mentre la osservava con aria soddisfatta e modesta.
"Oh sì, sapere dove ficchi le tua dita è l'unica cosa di cui mi importa." Scherzò, roteando gli occhi.
Draco fece un piccolo ghigno, "Anche a me importa sapere che cosa prendi in bocca." Le toccò le labbra col pollice.
Josephine lo afferrò di colpo per il polso e allontanò la sua mano, "Coglione." Borbottò, ridacchiando.
"Che c'è?" Si lisciò i capelli, "È vero."
"Certo..." Annuì mentre roteava gli occhi.
"Comunque domani ci vado a parlare, se la vedo." Le fece sapere prima di bere un sorso.
"Fai bene." Mormorò, forzando un sorriso gentile.
Draco la guardò con le sopracciglia aggrottate, "Tutto okay?" Domandò appena notò il suo cambiamento d'umore.
"Sì, perché?" Fece spallucce.
"Ti sei ammutolita."
"Ah no no, sarà la stanchezza." Si affrettò a giustificare il suo comportamento nel modo più convincente possibile.
Draco tirò su l'angolo della bocca, "Certo." Disse a bassa voce, "La stanchezza..." Sussurrò mentre spostava l'attenzione davanti a sé.
A Josephine dava fastidio che lui girasse intorno a un'altra ragazza.
Fece un ghigno all'idea e pensò bene di usare la cosa a proprio vantaggio.
—
11 Marzo, 1996
Ho seguito il consiglio di Jòsephine e stamattina sono andato a parlare con quella ragazza. Ho scoperto che si chiama Penelope Carter...un nome più orribile non poteva averlo.
Ma comunque non me ne frega niente.
Stavo andando bene con le parole per convincerla a venire in camera mia e poi ho distolto lo sguardo da lei, soffermandomi su Jòsephine. Se ne stava appoggiata con la schiena al muro e le braccia incrociate al petto mentre mi guardava con un sopracciglio alzato e la bocca arricciata.
Avevo capito che le dava fastidio, così ho deciso di stuzzicarla un po'...giusto un po'.
Mi sono seduto accanto a Carter, le ho messo un braccio intorno alle spalle e mi sono avvicinato al suo viso mentre parlava. Ho guardato di nuovo Jòsephine e l'ho vista scuotere la testa, ho dovuto trattenermi dal ridere.
Mi stavo divertendo parecchio, così ho deciso di esagerare.
Ho iniziato ad accarezzare i suoi capelli e li ho presi in un pugno, facendola ridacchiare come un'oca. Ho fatto la stessa cosa che avevo fatto con Jòsephine qualche tempo fa e sono sicuro che questo l'abbia fatta bruciare parecchio.
Almeno lo speravo.
Invece non c'era più, era andata via.
Mi sono guardato intorno per cercarla tra gli altri studenti, ma non c'era. Sicuramente l'ha fatto perché non sopportava più la scena.
Ho fatto un ottimo lavoro.
—
"Che cos'era quello?" Chiese Josephine mentre disegnava un'aquila nel quaderno.
"Quello cosa?" Domandò Draco innocentemente, seduto nel banco accanto a lei durante la lezione di astronomia.
"Stamattina con quella ragazza."
Draco trattenne un sorrisetto di soddisfazione, mordendosi il labbro, "Cosa vuoi dire?" Sospirò, fingendo di non aver capito.
"Sembrava lo stessi facendo apposta." Sibilò severamente, senza smettere di disegnare.
Draco ridacchiò, "Apposta?" La guardò mentre si avvicinava al suo viso, "E per chi?" Sussurrò per non farsi sentire.
Josephine posò lentamente gli occhi su di lui, "Dimmelo tu." Tornò sul quaderno.
"Quello che ho fatto è stato solo per adularla." Si giustificò semplicemente.
"E le occhiatine che mi mandavi?" Lo guardò con un sopracciglio alzato, "Erano per adulare me?"
Draco ghignò leggermente mentre alternava lo sguardo tra i suoi due occhi e rimase alcuni secondi in silenzio a riflettere su come rispondere. Alla fine optò per una mezza verità,
"Ti guardavo perché sei bella."
Josephine sbuffò divertita, incrociando le braccia per appoggiarle sul banco e si avvicinò lentamente al suo viso, "Farò finta di crederti." Riprese a disegnare.
Draco ridacchiò, "Davvero non mi credi se ti dico che sei bella?"
"Certo che no." Rispose ovvia, "Perché dovresti dirmelo?"
"Perché lo sei."
"No."
"Sì."
"Non lo sono."
"Lo sei."
"Ma sta zitto."
"No se è la verità."
"Non dire bubbole."
"Non lo faccio."
"Invece sì."
"Sei la prima ragazza a cui lo dico, perché dovrei mentire?"
"Non saprei, l'hai detto anche della tua nuova amichetta."
"Io ho ammesso che tu sei bella, ora tu ammetti di essere gelosa."
La testa di Josephine scattò su di lui con gli occhi spalancati, "Cosa dici?"
"Sei gelosa, Jòsephine." Ripeté con un sorriso, "Sei gelosa e bella."
"Parli tu." Rise di lui, "Chi è quello che voleva spaccare la faccia al mio ragazzo perché mi aveva toccata?"
Draco esitò un attimo, non sapendo cosa rispondere.
Cazzo.
"Non è la stessa cosa." Scosse rapidamente la testa, "Tu odi anche solo la minima idea che io stia vicino ad un'altra."
"E tu odi l'idea che io stia con Adrian."
"Io lo conosco quel coglione e so per certo che non è adatto a te." Sussurrò con un ghigno.
"A, non chiamarlo coglione." Contò con le dita, "B, non mi prendi per il culo."
"Oh se chiamo coglione il tuo adorato ragazzo ti arrabbi?" Si fece beffe di lei, facendo il finto dispiaciuto.
"No se lo chiami coglione mi dimostri solamente la tua gelosia."
"Merlino, quanto sei odiosa." Si allontanò bruscamente da lei, appoggiandosi contro lo schienale della sedia.
"Quanto sei carino quando fai il geloso." Lo prese in giro mentre gli dava un leggero pizzicotto sulla guancia.
"Vaffanculo, Jòsephine." Sputò rabbiosamente, scansando violentemente la sua mano dal viso.
"Vaffanculo anche a te, Dracuccio." Finse una voce fastidiosa per chiamarlo nel modo che odiava da morire e per farlo innervosire ancora di più.
"Cazzo, se ti comporti così anche con Pucey per lui provo solo pena." Burrò la testa all'indietro, esausto.
"No, tu hai un permesso speciale." Ridacchiò, divertita.
"Pensa un po'..." Sbuffò, trattenendo una risata.
Rimasero in silenzio fino alla fine della lezione con la stessa domanda che li tormentava e non lasciava in pace le loro menti - e se fossero davvero gelosi l'uno dell'altra?
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