C e n t o - c i n q u e
Lo sapeva, doveva aspettarselo.
Conosceva abbastanza bene suo padre da aver già pensato che avrebbe potuto escogitare qualche piano per dividerli, ma qualsiasi cosa avesse fatto, non avrebbe rinunciato a lei.
Solo non si sarebbe mai aspettato che potesse arrivare a tanto.
Affidarla ad Adrian Pucey, uno dei primi mangiamorte adolescenti diventato tale di sua spontanea volontà e il ragazzo con cui era stata Josephine prima di Draco, non dimenticando il desiderio morboso che lui provava ancora nei suoi confronti.
Lui stesso lo aveva fatto sapere a Draco - gli mancava, lo aveva chiarito più volte.
Appena Lucius Malfoy gli aveva esposto il piano che aveva architettato contro suo figlio, la sua mente si era solamente focalizzata sulla certezza di riavere Josephine tutta per sé.
Era per questo motivo che Draco si stava indirizzando il più velocemente possibile al covo di mangiamorte più vicino, un edificio abbandonato a pochi chilometri dal Malfoy Manor.
Non era sicuro che fosse il posto giusto, ma era disposto ad andare in capo al mondo per trovarla.
Una volta arrivato, usò un incantesimo per aprire la porta con talmente tanta forza e potenza da attirare la totale attenzione dei mangiamorte all'interno.
"Draco Lucius Malfoy?" Ridacchiò malvagiamente uno di loro, avvicinandosi minacciosamente, "Non sapevo di trovare un signorino come te in questa catapecchia."
"Risparmiati le cazzate." Ringhiò Draco con la mascella serrata, "Lei è qui?"
"Non sappiamo di chi-"
"Sapete benissimo di chi cazzo sto parlando." Sputò acidamente, "Non vi conviene farmi ulteriormente incazzare, ditemi dov'è lei."
Un altro di loro sfoderò il sorriso più derisorio che possedeva prima di ridacchiare, "Avete sentito? Il figlio cagasotto di Malfoy ci sta minacciando." Lo prese in giro, riferendosi al suo cambiamento repentino.
Tra i mangiamorte, Draco aveva sempre dimostrato di essere quello timoroso e vigliacco rispetto a tutti gli altri, che non era in grado di farsi rispettare e tutti gli mettevano i piedi in testa senza alcuna fatica.
Ma ora le cose erano cambiate.
In un attimo Draco puntò ferocemente la bacchetta contro colui che l'aveva insultato e lo scagliò violentemente contro il muro, su cui si formarono profonde crepe. L'uomo crollò a terra, privo di forze per rialzarsi.
Senza paura, Draco fece scorrere la punta della sua bacchetta, che seguiva il movimento dei suoi occhi insensibili e freddi su tutti i mangiamorte davanti a lui mentre anch'essi gli puntavano la bacchetta contro.
Vari incantesimi si diressero spediti verso di lui, ma Draco li schivò prontamente, lasciandoli di stucco. Non erano a conoscenza della sua astuta bravura in questa materia.
"Ora-" Parlò con un deciso sopracciglio di sfida alzato e con la bacchetta tenuta minacciosamente in mano, "Prima che demolisca da cima a fondo questo posto di merda, qualcuno vuole dirmi dov'è la mia ragazza?"
"Tiri fuori le palle solo per un'inutile mezzosangue scomparsa?" Chiese uno dei mangiamorte, ricevendo subito un'occhiataccia omicida da Draco, "Sapevo che la figa avesse poteri straordinari, ma non credevo che quella di una puttanella ti avrebbe-"
"Sectumsempra."
Le urla rimbombarono nelle orecchie dei presenti, che guardavano l'uomo dimenarsi a terra mentre il sangue bagnava il pavimento e i suoi vestiti, ma nessuno si sognava di aiutarlo. Non funziona così tra di loro.
Draco non ci aveva pensato due volte a lanciargli una maledizione dal momento in cui aveva osato chiamarla 'puttanella'.
"Che pensi di dimostrare con questo, ragazzino?" Scattò un altro con la fronte corrugata.
Lo sguardo infuriato di Draco guizzò su di lui per indirizzare la bacchetta contro, "Voglio solo sapere dove l'ha portata."
"Non lo sappiamo, va bene?" Gridò un altro ancora, spazientito.
"Che coincidenza," Ringhiò con voce rauca e un angolo della bocca lievemente alzato dal nervoso, "Nessuno di voi sa dove si trova, proprio come Lucius."
"Quel Pucey non ha detto dove l'avrebbe nascosta." Disse un uomo.
"Il suo compito era di portarla via ed è ciò che ha fatto, fattene una cazzo di ragione." Sputò ferocemente un altro di loro.
Mentre Draco fissava ciascuno di essi, iniziò a ridacchiare cupamente e sospirò, "Si vede che siete degli sporchi morti che camminano."
"Come cazzo hai detto?"
"Siete solo degli spazi vuoti che non proveranno mai cosa significa davvero amare e fare qualsiasi cosa per qualcuno." Mormorò, felice che la sua vita girasse attorno alla sua speciale ragazza - la sua Josephine, "Provo pena per voi, davvero." Annuì lentamente prima di ritirare la bacchetta e girarsi sul posto per uscire da quel buco.
"Non sai nemmeno di cosa diavolo stai parlando, Malfoy."
I suoi passi vennero interrotti appena spuntò una nuova voce dietro di lui, e si voltò con aria furiosa.
"L'amore è una perdita di tempo che porta solo alla rovina...più si ama più si soffre." Continuò il mangiamorte, "E se impiegassi mesi per ritrovare la tua stupida fidanzatina? Non hai pensato alla possibilità che lei non ti voglia più?"
Un colpo al cuore fece rumore nel petto di Draco.
"Tutta questa fatica e tutto l'impegno a riprendertela per poi sentirti dire che si è innamorata di Pucey?"
L'aumento del suo battito cardiaco andò a braccetto col ribollire del suo sangue, il suo respiro affannoso e infuriato.
Josephine non lo avrebbe mai fatto.
Lo amava - amava solo lui come lui amava solo lei e Draco sapeva per certo che non sarebbe stato in grado di fare una cosa del genere.
Ma se succedesse davvero? Se la sua Jòsephine lo rimpiazzasse e si innamorasse davvero di Adrian?
Non ci sarebbe alcun dubbio, la sua vita sarebbe finita e con essa anche la fiducia che aveva acquisito sull'amore grazie a lei. Prima di innamorarsi di lei non credeva a nulla, nemmeno all'amicizia. Anche se molti non ci crederanno, era stata quella ragazza dalla vita drammatica a insegnargli a vivere.
Quello che c'era tra loro non avrebbe potuto averlo con nessun'altro e Draco non aveva mai avuto bisogno di una conferma da parte di Josephine perché la loro peculiare e preziosa connessione mentale e sessuale era sempre stata evidente. Non aveva dubbi sul fatto che anche lei la pensasse allo stesso modo.
Le parole di quel mostro lo spaventavano, non poteva negarlo, ma il suo cuore sapeva che Josephine non avrebbe mai scelto qualcun altro al posto suo. Pertanto, mostrò un ghigno e in silenzio uscì da quella catapecchia.
"Alimentes Flames-" Pronunciò, sorridendo, senza smettere di camminare, facendo scoppiare un enorme incendio che avvolse l'intero edificio abbandonato.
Il suo sorriso si fece sempre più vivo, non appena sentì le grida dei mangiamorte all'interno.
Questa indagine non aveva portato i frutti che sperava, non gli avevano dato alcuna informazione. Inizialmente era convinto che suo padre gli avesse mentito sul fatto di non essere a conoscenza del luogo in cui Josephine era stata nascosta, ma ora stava seriamente cominciando a pensare che le uniche persone che lo sapevano fossero proprio le stesse che si trovavano nel posto interessato.
La questione si complicava sempre di più.
Il solo motivo per cui Draco stava facendo ritorno al Malfoy Manor era la lunga partenza per lavoro di suo padre.
"Draco-" Lo accolse sua madre in casa, "Hai saputo qualcosa?"
Lui scosse la testa sconfitto mentre si avviava per raggiungere il piano di sopra, "Madre?" Si fermò per guardarla con aria amareggiata, "Ti credo."
Lei rispose con un dolce sorriso, "Ne sono lieta...spero tu la ritrovi presto, se ti serve un aiuto posso dartelo io."
Draco fece un cenno del capo e riprese lentamente a salire le scale fino a giungere al corridoio di sopra. Percorse gli ultimi passi con le mani nelle tasche di pantaloni e la pesantezza nel cuore.
Si bloccò davanti alla porta della stanza che ospitava Josephine durante il suo lungo sonno e tenne lo sguardo basso mentre il suo dolore combatteva contro il grande desiderio di entrare.
"Jo, non farmi più prendere un colpo del genere."
"Non lo farò, te lo prometto, non ti lascerò mai più."
"Mai, mai, mai, mai, mai..."
L'aveva appena riavuta e ora l'aveva persa di nuovo.
Un profondo sospiro venne emesso dalla sua bocca e solo una domanda si ripeteva dentro di lui, "Perché?" Sussurrò, chiudendo gli occhi.
Non avrebbe mai immaginato che potesse provare tale preoccupazione per qualcuno. L'estremo dolore che gli bruciava nello stomaco non dipendeva solamente dalla rabbia, ma soprattutto dalla paura.
Draco Malfoy era fottutamente spaventato.
Era terrorizzato da ciò che Adrian le stava facendo o, ancor peggio, di quello che poteva farle. Non era un caso il fatto che suo padre fosse uno dei mangiamorte più crudeli esistenti e che la sua vita fosse stata proiettata unicamente per aspirare ad essere come suo padre.
Josephine era letteralmente nelle mani di una persona crudele, capace di tutto, e che non si era mai mostrata per la reale persona che era - quella che lei non aveva mai conosciuto.
Draco aveva sempre cercato di tenerla lontana da Adrian perché sapeva com'era suo padre e che sarebbe diventato come lui, se non peggio.
La preoccupazione che la ragazza che amava era insieme a un mostro del genere gli faceva solamente crescere l'ansia e l'orrore, ma più di qualunque altra cosa, la rabbia.
Sentiva la testa esplodere mentre pensava e scavava nella sua ragione per capire dove mai potesse averla portata.
"Malfoy?"
Sussultò dallo spavento, appena la voce di Theodore lo chiamò, "Scusa, non volevo spaventarti." Mormorò timidamente, "L'hai trovata?"
"Se l'avessi fatto, sarei così?" Sibilò, mostrando il suo viso corrugato e severo.
"Almeno hai qualche dritta?"
Draco si inumidì nervosamente le labbra, "É con quella testa di cazzo di Pucey."
Gli occhi di Theodore si spalancarono in un'espressione sconvolta, "É scappata con lui?"
"Ma che cazzo dici, Nott?" Ringhiò Draco, ancora più incazzato.
"Allora per quale ragione è insieme a lui?" Domandò, disorientato con le sopracciglia inarcate.
"Per colpa di mio padre." Confessò amaramente, "Lucius ha architettato un piano per allontanarla da me e a quanto pare ha beccato proprio il più bastardo di tutti."
"Oh cazzo..." Borbottò Theodore mentre si portava una mano alla fronte, "E ora cosa facciamo?"
"Cosa facciamo?" Ripeté Draco con la fronte aggrottata, "Cosa faccio io. Tu restane fuori." Ringhiò con occhi feroci.
"Si dà il caso che sia la mia migliore amica, Malfoy." Ribatté Theodore sicuro di sé, "Non sei l'unico che tiene a lei."
Lo sguardo duro di Draco si rilassò lentamente fino a puntare in basso sul pavimento mentre non volava una mosca.
"Credo tu sappia meglio di me cosa si farebbe per la persona di cui si è innamorati."
Draco sbuffò, deridendolo per le parole che aveva deciso di usare e scosse la testa, "Solo perché ti vuole bene."
—
Due settimane dopo...
"Non è nemmeno lì, cazzo!" Sbraitò Draco, sbattendo violentemente la porta di casa sua.
"Che succede?" Narcissa si precipitò nella sala d'ingresso.
"Non la trovo-" Gridò ancora più forte, il suo viso completamente rosso e le vene pulsanti dalla rabbia, "Dove cazzo è?"
"Tesoro, mantieni la calma-"
"Non posso - non posso finché lei è là fuori chissà dove senza di me!" Ruggì mentre si tirava frustrantemente i capelli all'indietro, rendendoli più scompigliati di quanto non fossero già.
Narcissa rimase in silenzio con occhi rattristati a guardare suo figlio, che saliva nervosamente le scale, e a sentire i suoi borbottii mentre andava al piano superiore. Sussultò appena sentì la porta di una camera sbattere rumorosamente.
Draco affondò nel suo morbido e grande letto, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e immerse il viso nelle mani mentre sospirava pesantemente.
Il suo cuore doleva ad ogni battito pieno di dolore per la delusione di non essere ancora riuscito a trovarla e l'incontenibile paura, che non lo lasciava in pace nemmeno un momento. L'assenza di sonno amplificava a livelli alti le sue emozioni.
Appena chiudeva gli occhi per pochi secondi vedeva lei e sapere che non era più con lui lo devastava totalmente nel modo che mai si sarebbe immaginato.
Gli mancava terribilmente, così tanto che il suo stomaco bruciava.
La mancanza di averla attorno era indescrivibile, oltre che estremamente amara. I suoi capelli che profumavano di cocco, i suoi occhi pieni d'amore, la sua voce tenera, il suo senso dell'umorismo, il suo sorriso luminoso - gli mancava tutto di lei.
La sua schiena era in preda a molteplici singhiozzi mentre le lacrime cominciavano a rigare velocemente le sue guance, "Cazzo..." Sussurrò con voce spezzata e si passò una mano tra i capelli.
"Malfoy?" Theodore aprì cautamente la porta e Draco si asciugò velocemente le lacrime col dorso della mano per nascondersi, "Stai piangendo?" Chiese preoccupato - era la prima volta in tutta la sua vita che lo vedeva piangere.
"No...che diavolo vuoi?" Ringhiò con voce rauca, senza degnarlo di un misero sguardo.
"Volevo solo sapere come stai." Mormorò gentilmente, facendo passi delicati verso di lui.
I suoi occhi umidi e stanchi scivolarono lentamente su Theodore, che rimase sconcertato nel vedere delle occhiaie così scure ed evidenti sul suo volto, accompagnate da uno sguardo selvaggio e furioso.
"Fottutamente bene, cazzo." Sibilò sarcasticamente con un angolo della bocca alzato.
Theodore annuì lentamente, percependo sempre più l'inquietudine che provocava lo sguardo morto di Draco, "Non ti disperare, va bene?" Disse con la buona intenzione di sollevarlo un po', "Magari è sotto il nostro naso e non l'abbiamo ancora capito."
"Sotto il nostro naso, Nott?" Ridacchiò cupamente, "Ho setacciato qualsiasi posto vicino e lontano, ho chiesto a chiunque se l'avessero vista...un cazzo di niente."
Theodore abbassò lo sguardo con aria sconfitta mentre Draco si alzava in piedi e si avvicinò alla finestra per osservare il panorama fuori mentre pensava che se Josephine fosse lì, sarebbe in giardino a dipingere il tramonto.
"É come se fosse stata inghiottita dalla terra." Sussurrò a denti stretti.
"Se solo Maryam fosse qui..."
Le labbra di Draco si inarcarono in un malinconico sorriso alla menzione della zia Maryam. Se fosse stata ancora con loro, magari le cose sarebbero andate diversamente e tutti sarebbero uniti e felici davanti a una tazza di tè e biscotti con le gocce di cioccolato e marshmallows.
Finché una lampadina si illuminò all'improvviso nella sua mente - una lampadina che gli fece sgranare gli occhi e bloccare il respiro per alcuni istanti.
Si voltò lentamente per guardare Theodore alle sue spalle con le mani nelle tasche dei pantaloni, catturando subito la sua attenzione mentre notava sconcertatamente il suo sguardo quasi sbalordito.
"La casa della zia..."
Il sussurro di Draco fu abbastanza da far sbarrare gli occhi anche a Theodore ed entrambi si domandarono come non avessero potuto pensarci prima.
Nemmeno un altro secondo trascorse prima che Draco afferrasse rapidamente la giacca e si lanciasse fuori, seguito a ruota da Theodore.
"Malfoy, aspettami-" Ansimò Theodore mentre cercava di tenere lo stesso passo veloce di Draco, che non gli rispose mentre continuava a correre spedito verso la vecchia casa della zia Maryam.
Non era cambiato niente dall'ultima volta che era stato lì. Dopo la morte di sua zia, Josephine non aveva voluto spostare nulla da quella casa ed era rimasto tutto come prima, come se Maryam fosse ancora viva e abitasse lì.
Appena le sue scarpe toccarono il legno degli scalini che conducevano all'entrata, tirò fuori la bacchetta, "Alohomora." Pronunciò e aprì subito la porta.
"Jo-" Gridò, piombando dentro e guardandosi intorno, "Jo, sono io!" Continuò mentre perlustrava la cucina, "Jòsephine!" Corse sulle scale per raggiungere il piano di sopra, "Amore-" Esclamò, sorridendo, sicuro che lei fosse lì e che potessero stare di nuovo insieme mentre apriva ogni porta lungo il corridoio per controllare all'interno di ogni stanza.
Fu solo quando entrò nella sua camera, che il suo corpo si irrigidì e il suo sangue si congelò - la sua stanza perfettamente ordinata e il letto immacolato senza di lei.
"No..." Sussurrò, scuotendo la testa mentre il suo sguardo guizzava da ogni parte, "No...no, no, no, no - NO, NO, NO, NO-" Gridò sempre più forte mentre correva disperatamente, controllando di nuovo in ogni stanza e scese di sotto.
Theodore rimase in piedi in mezzo al salone mentre lo guardava con occhi tristi.
"Jo! Jo, dimmi che sei qui!" Pregò Draco disperatamente, sentendo le lacrime bagnargli i lineamenti angosciati.
Ma non c'era nessuno.
Addolorato, barcollò faticosamente e appoggiò le mani sul tavolo per reggersi.
"Malfoy-"
"Nott, non..." Lo interruppe col tono della voce debole mentre scuoteva la testa, "Io-io ero così sicuro...così convinto che fosse qui."
"Lo so." Mormorò il ragazzo, avvicinandosi cautamente a lui per confortarlo.
"No-" Draco lo bloccò subito con voce dura e ferma e alzò la testa verso il piano di sopra prima di risalire lentamente le scale, "Lasciami solo per un po'."
Si rifugiò nella camera di Josephine, chiudendo la porta dietro di lui e si soffermò ad osservare le sue cose - i quadri con i suoi dipinti appesi sulle pareti, i libri, il grande orsacchiotto che le era stato regalato a sei anni....
I suoi occhi si bloccarono su un proiettore sotto la scrivania e si ricordò improvvisamente una cosa che Josephine gli aveva raccontato qualche tempo prima,
"Mia madre era una appassionata di film, così ha comprato un proiettore con cui potevamo vedere tutti i film che volevamo ogni weekend. Ora è in camera mia e ogni tanto la zia guarda i filmati che mi hanno fatto quando ero piccola. Personalmente, io non ho il coraggio di guardare nulla con quel proiettore."
Draco si precipitò a sistemare lo strumento su una sedia e inserì uno dei dischi con su scritto 'Little Jo'. Lo fece partire e le immagini vennero subito proiettate nel muro.
Si sedette a terra con la schiena contro la parete mentre il video partiva.
"Cosa combini, Jo?"
Il cuore di Draco sussultò appena sentì per la prima volta la voce di sua madre, Mellory, e un morbido sorriso nacque sul suo volto nello stesso momento in cui comparve una piccolissima e felice Josephine di all'incirca tre anni.
"Non riesci a metterti la scarpa?"
La voce di Mellory era proprio come l'aveva descritta Josephine - soffice e ammaliante come un'armoniosa melodia, ma per quanto potesse essere dolce, non avrebbe mai sciolto il suo cuore nello stesso modo in cui lo scioglieva la vista della ragazza che amava così piccola e innocente.
Era di una tenerezza indescrivibile, che colpì Draco talmente in profondità da trovare difficoltà a deglutire.
"La mia bambina che disegna...guarda che bello!"
La scena cambiò e apparve una Josephine poco più grande, concentrata a disegnare un cavallo alato rivestito di fiori.
"Che fiori sono quelli, tesoro?"
"Primule."
Le labbra tremanti di Draco si inarcarono in un sorriso, accompagnate dalle lacrime che inumidivano i suoi occhi, non appena sentì l'acuta e dolce voce di Josephine.
"E chi è quella bambina bellissima che si chiama primula?"
"Io."
Draco passò la mano sui suoi occhi bagnati e deglutì mentre sentiva la sua soffice risatina e ammirò amorevolmente il soave e affettuoso viso paffuto di Josephine. Se l'avesse conosciuta a quell'età, se ne sarebbe innamorato all'istante.
"Aspetta, marmee, ti do un bacio sulla bua."
"Non crescere mai, Jo," Singhiozzò Draco mentre il video andava avanti.
"Profumi di ciliegie."
"Ti amo," Mormorò nel pianto.
"Andiamo a dare da mangiare ai gattini al parco?"
"Non ce la faccio senza di te," Singultò sempre più pesantemente.
"Marmee, stavo troppo vicino al camino e ho bruciato il vestitino...non ci ho fatto apposta."
"Torna da me, Jo, per favore,"
"La zia mi ha regalato un peluche morbidissimo."
"Giuro che ti troverò,"
"Da grande voglio essere felice!"
"Te lo prometto, amore, ti troverò e saremo felici."
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