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Capitolo 7 - Respiro

Entro in  Hotel per le undici e un quarto. Prendo la chiave alla reception e vado ad attenderla nella nostra solita stanza. Rose non è ancora arrivata. Nonostante l’ordine di farsi attendere, sono io ad aspettare lei. Bene! Esulto nella mia mente. Sarà una delle conseguenze legate allo spago. Lo estraggo dalla tasca e lo accarezzo dolcemente. Sorrido all’idea di poterlo usare su di lei. Sento quasi un brivido dentro che mi pervade. Mi piace il fatto che lei stessa desidera tutto questo. Mi gratifica il fatto che lei desideri avere l’uomo che vive in me. Proprio come me, lei brama e sente le stesse emozioni che provo io quando mi perdo dentro di lei. 

Arrivo nella nostra camera e mi tolgo il cappotto. Mi siedo sul bordo del letto e resto in attesa. Cerco di non pensare a cosa potrebbe accadere in seguito. Non voglio riflettere su una possibile rottura, ma ho voglia solo di perdermi dentro di lei. Nient’altro. 

Bussano cinque minuti dopo, vado ad aprire e miei occhi alla sua vista brillano di fuoco e ardore. Nonostante la rabbia che colmo dentro, la osservo per un piccolo istante. L’ammiro di fronte e lei mi volge uno di quei suoi meravigliosi sorrisi.  Con quegli occhi verde bottiglia mi strega ogni volta. “Cristo!” E’ meravigliosa. Mi sposto e la lascio entrare nella stanza. Si toglie il cappotto. E’ raggiante e carica di desiderio. 

Nonostante nasconda le sue paure e insicurezze, noto in lei un filo di tristezza. Ecco! Vuole lasciarmi. E lo farà dopo il nostro amplesso. Non vuole più vedermi. Continuo a seguire ogni suo movimento. La osservo e minimizzo ogni suo piccolo dettaglio. I riccioli rossi le ricadono sul vestito provocante che indossa. Porta dei tacchi neri a punta e le calze che so perfettamente cosa sono. Soltanto la vaga idea mi sento accaldato e al basso ventre sento il piacere venir fuori.  

<< Le reggicalze che indossi sono per me? >> Sussurro al suo orecchio. 

<< Può darsi. >> Mormora. E sorride nuovamente divertita. 

Un brivido freddo ed intenso risale fino al collo. Il mio membro è ormai duro e freme all’idea di vederla seminuda con indosso soltanto di quelle. Un altra sua provocazione che mi fa sospirare d’immenso piacere. 

La lascio sistemarsi e senza staccarle gli occhi di dosso seguo ogni suo passo in quella piccola e lucente stanza. Appoggia il cappotto sopra al mio e poi si volta. Si sposta sulla poltroncina di fianco alla finestra e si siede dolcemente. Non smette di fissarmi e attende un mio ordine. Io divertito e compiaciuto,  non desidero altro che concederglielo. 

<< Sei in ritardo. >> Dico fermo. 

<< Mi punirai? >> Dice maliziosa. Sorrido e mi avvicino lentamente a lei. Appoggio le mie mani sui braccioli e avvicino il mio viso al suo. I nostri respiri sono ormai vicini. Entrambi si possono sentire e sono accelerati dal solo nostro piccolo ma distaccato contatto. 

<< E se ti punissi? >> Mormoro. 

<< Non aspetto altro, mio signore. >> Dice saccente. 

<< Dammi i polsi. >> Dico deciso. Esegue ed estraggo dalla tasca finalmente lo spago. Sorrido e noto i suoi occhi brillare alla sola vista. Sono alquanto divertito, mentre mi godo la sua reazione. 

<< Sei felice piccola? >> 

<< Molto. Voglio essere punita mio signore. >> Mormora sull’ultima frase. Poi mi guarda estasiata e supplicante di vedermi cosa le farò. Sospiro. Ed inizio il mio ruolo di Master. 

Le ordino di alzarsi e le indico di inginocchiarsi per me al centro del letto. Poi, la blocco e la prendo tra le mie braccia. Sussulta. Emetto anche io un suono grave. Il mio membro freme e pulsa dentro i box e non chiede altro che uscire. 

La desidero con tutto me stesso e il mio corpo ne sente il bisogno. Le sfilo il vestito nero a tubino e lo lascio cadere ai suoi piedi indossa soltato i tacchi e i reggicalze. 

E’ uno spettacolo divino. Le sue forme e il suo viso candido e giovane, mi spingono ancor di più verso la punizione che le darò. 

Mi sento anzi posso dire che sono il suo padrone e lei la mia fedele e piccola bambina. Mi piace essere per lei, l’uomo che le ordina e la spinge a fare tutto ciò che desidero. 

<< Adesso vai al centro del letto. >> Mormoro. Esegue e si mette al centro in ginocchio. Mi fissa ed io osservo ogni sua contrattura.  La metto a pancia in giù e le faccio alzare il sedere. Mugola e la zittisco. Le schiaffeggio una natica e lei geme. Le sue mani intrecciate dallo spago che le ho legato sono ferme dietro la schiena e tentano di liberarsi. Le blocco assieme alle mie, e  continuo a torturarla. Poi infilo due dita nella sua piccola e morbida intimità. Scopro che è bagnata. Sorrido. Mi muovo con esse dentro di lei. Chiudo gli occhi e a ritmo dei suoi gemiti accelero sempre più, fino quasi al culmine del piacere. Ci siamo. Sfilo i diti e mugola frastornata. Libero la mia erezione pulsante, prendo un preservativo ed infine, entro dentro di lei. Sprigiono il mio essere. Mi godo ogni spasmo e ogni sensazione di totale godimento. Ormai Rose è stremata. La vedo stanca ad ogni mio colpo ma continuo imperterrito. La desidero sempre più. Non voglio smettere non adesso. La schiaffeggio. Mugola e sussurra: << Ti prego mio signore, vieni! >> 

<< No, piccola voglio portarti all’inferno con me. >> Sorrido e continuo a muovermi forte dentro di lei. Mugola e geme. Poi riprendo: << Sai, mi sento alquanto generoso questa sera. >> Sospiro piano, la guardo mentre continua a spingerla ed aggiungo: << Sei stata brava. Hai accettato la mia piccola punizione senza obiettare e protestare e per questo, meriti un premio, mia piccola selvaggia. >> Sorride grata alle mie lusinghe ed stremato ormai anche io vengo dentro di lei e grido: << Sei meravigliosa piccola. Voglio che resti. >> Cadiamo sfiniti uno sopra l’altro restiamo per qualche istante lì, godendoci i nostri respiri che poco alla volta tornano regolari. Mi lascio andare a quel dolce momento di silenzio e meraviglioso contatto, e senza che me renda conto chiudo gli occhi per qualche minuto. Quando gli riapro, Rose mi osserva. Scruta il mio viso e la vedo pensierosa. 

<< Tutto ok? >> Dico perplesso. 

<< Non posso. Non più. Mi dispiace Lucas. >> Rose sospira per quelle parole così dolorose e poco armoniose. Si alza e si sdraia al mio fianco. E’ triste e confusa. Si appoggia al mio petto e mi accarezza un ciuffo giocando con esso. 

Incredulo e senza saper cosa fare o dire enfatizzo con un semplice: << Perché? Mi vuoi lasciare così? >>  

<< Quello che voglio, è troppo per te. Tu sei sposato. Hai una famiglia, ed io sono soltanto la donna di turno di cui adesso senti il bisogno, o la necessità di avere al tuo fianco. >> 

<< Non è così. Credimi! Piccola… Tu sei molto di più. >> Dico terrorizzato. 

Si alza di scatto e prende da terra i suoi indumenti. La prendo da dietro e la stringo forte a me. Poi, la scaravento sul letto. I nostri sguardi s’incontrano e s’intrecciano nei loro torbidi pensieri per qualche minuto. La vedo e la osservo.  Cerco di captare ciò che vorrebbe adesso, in questa relazione. Per noi. Per lei. 

Mi accarezza un capello. Sospiro a quel tocco e lei sorride. Sa perfettamente che odio essere troppo sdolcinato. Ma glielo concedo. Quello che abbiamo creato e costruito in queste due settimane, si è spinto oltre. I sentimenti si sono impossessati delle anime che si erano perdute. Il legame creato tra di noi, è diventato molto o forse troppo, per ciò che entrambi volevamo. 

“Ti prego… Resta.” La mia vocina interiore supplica. 

Riprende. << Io… >> Sospira. La bacio e divoro la sua lingua. Quando mi stacco, la guardo nuovamente e le dico: << Non andartene. Non stasera. Non ora. Ti prego. >> La supplico con lo sguardo e le sue labbra si addolciscono lievemente, creando un sorriso. Mi afferra e mi bacia. Il suo bacio diviene intenso e focoso. Si sposta su di me e l’ammiro nuda e candida sopra di me. 

<< Resto, mio signore. >> Sospiro e ricambio il suo sorriso. Ma prima che possa replicare aggiunge: << Ma stanotte sarà l’ultima. >> 

Rimango in silenzio a metabolizzare quelle parole fredde e tristi. Lei si dimena sopra di me e mugola di piacere. La prendo a cavalcioni su di me, e la penetro. Mi godo quest'ultima notte assieme. Assaporo ogni suo gesto ed ogni attimo, con la mia dolce e piccola ribelle dai capelli rossi. Mi appoggio ad una sua spalla e gemo nel solo sentirla su di me. Poi, il controllo riprende il sopravvento e le ordino di inginocchiarsi. Lei esegue. Come sempre. Non mi delude mai e fa tutto ciò che le viene imposto. Lo prende in bocca ed incomincia a succhiare piano. 

In tanti anni, è la prima volta che mi sento così. In me, si è sprigionato qualcosa che prima mi era all’oscuro di tutto. Dominare non è solo scopare. E’ qualcosa che va oltre il piacere e il sesso, stesso. Mi piace e mi stimola il solo controllare o sentire la persona che desidero fortemente su di me o con me. Sento nel mio cuore e dentro di me, qualcosa di forte e di enorme bisogno, necessità stessa nel praticare su di me o su di lei quest’arte. Non riesco a resistere. 

Rose è stata la luce dopo mesi di tempesta. Io sono innamorato molto di Meg, ma il desiderio è ormai svanito. Ormai da tempo, cerco un contatto al suo fianco. Ma anche una carezza si trasforma in un sospiro stanco e assente. Mi manca mia moglie e tanto. Ma mi chiedo, se mai approverebbe questo mio lato. Il modo di avere una donna e dominarla. 

"Come apparirebbe ai suoi occhi?"

Solo all'idea sono spaventato. La paura di sapere e scoprire cosa ne pensa mi rende nervoso. Il suo viso si trasformerebbe in odio che potrebbe portarla a lasciarmi. Scaccio via le ansie e riprendo facoltà del dominatore che sono. Rose ingoia di desiderio il mio membro. Succhia e geme assieme a me. 

Quest’aspetto va ben oltre l’amore e l’affetto. E’ un sentimento ancora più intenso e potente che spazza via ciò che sono sempre stato. Il ragazzino che ero un tempo. L’uomo che mi sono costruito attorno. L’essere un buon padre e marito per la mia famiglia. Tutti i casini che abbiamo dovuto affrontare ed attraversare. Mi allontanano dall’alcool e dal litigare con lei. 

“L’amore della mia vita.”

Certo, tutto questo non è una scusante. Il tradimento ormai è avvenuto ed io, nonostante ciò, non mi sento male o addolorato, ma sereno.  Per me Rose, è la via d’uscita. La strada sicura che mi lascio alle spalle e porta con sé i dubbi gli incubi e le incertezze da cui ero avvolto. I mostri del mio passato, con lei svaniscono. 

L’uomo che stavo piano piano diventando, era la versione peggiore di me. Ho bisogno di essere questa versione. Il Lucas, forte e sicuro di sé. Devo fare tutto questo, anche se è un enorme errore. Io ho bisogno di questa ragazza, come lei ha bisogno di me. 

So perfettamente che tutto questo non sarà per sempre, ma mentre vengo appagato e orgoglioso nella sua bocca, esalo l’ultimo respiro e sorrido felice accarezzandole la testa dolcemente. << La nostra ultima sera è stata indimenticabile. Non la scorderò, piccola. >> Si alza e sorride.

La prendo tra le mie braccia e prima di lasciarla andare per sempre, la stringo forte a me e le mormoro quelle parole dolci e colme di sentimento che mai le avevo mostrato e fatto sentire. Se lo merita. Lei è stata la mia salvezza. Respiro il suo profumo per un ultima volta e poi la lascio andare via. Resto infine solo. Capendo e sapendo di non  avere più la mia dolce sottomessa.




Buongiorno ❤️

Nuovo aggiornamento disponibile.

Buona lettura

Gessica

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