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Sapete quale è il problema delle famiglie ricche? Che non prestano attenzione a nulla che non venga quantificato in denaro. Davvero triste non trovate? Non c'era nessuno al mio primo dentino, alla prima parola, la mia domestica mi ha spiegato perfino cosa fossero le mestruazioni quando una mattina per poco non mi prese un infarto quando trovai il letto coperto di sangue! Ma aspettate di sapere come festeggiai il mio decimo compleanno... con una videochiamata dei miei genitori che erano a Tokyo per firmare un contratto d'affare! UNA CHIAMATA! Certo, non mi mancava nulla a livello materiale, ma era tutto il resto che andava da schifo.
<< signorina Isabelle, la macchina è pronta.>> disse la governante che era piu vicina ad essere mia madre più di quella reale.
<< Quante volte devo dirtelo di chiamarmi Isy, per me è importante!>>
Mi avvicinai a lei elegantissima come sempre nel suo tailleur nero con camicia bianca.
<< E' la forza dell'abitudine!>>
mi sorrise dolcemente mettendomi in ordine il colletto della camicia. Era di questo che parlavo, di tutti questi piccoli gesti che ti scaldavano il cuore, era questo che mi mancava, il calore di un essere umano.
<<Ricordati che oggi hai un appuntamento per il contratto di NY.>>
Chiuse l'agenda che avevo dimenticato sul tavolo di vetro e me lo porse. Da quando avevo compiuti diciotto anni ormai da due anni avevo preso in mano alcune parti dell'azienda di famiglia, tipo stipulare i nuovi contratti e acquisire nuovi clienti.
La mia famiglia era nel campo farmaceutico, mio padre gestiva molte industrie.
<<Me ne ero già dimenticata! Grazie!>>
Mi aiutò a mettere la giacca della divisa scolastica e mi accompagnò in auto.
<<Salve Loris, passato bene in fine settimana?>> Domandai al mio autista che aveva un aria sempre allegra e frizzante.
<<Buongiorno signorina, tutto bene grazie, mia figlia ha dato alla luce il mio primo nipotino!>>
Era davvero su di giri, gli brillavano gli occhi.
<<Che bella notizia! Sono davvero contenta per voi. Se hai bisogno di giorni per starle vicino fa pure con comodo.>>
L'uomo sistemo lo specchietto guardandomi con gioia.
<<E' sempre così premurosa signorina! Grazie per il pensiero.>>
Arrivammo in pochi minuti, macchine super lussuose erano parcheggiate nel giardino privato della scuola, con una fontana a forma di cavallo lucida e splendente.
<<Grazie Loris, salutami tua figlia!>>
Quelli che in teoria dovevano essere miei "amici" mi stavano aspettando all'entrata. Non li avevo mai considerati tali, se c'era una cosa che avevo imparato da mio padre e che non smetteva mai di ripetermi era: Gli amici non esistono, sono solo co tratti di convenienza, e a lungo questi scadono.
<<Non capisco perché dai cosi tanta confidenza alla servitù! Non è normale! Fa cosi... borghese!>>
La mia amica che poteva essere benissimo buttata nella raccolta della plastica per quanto filler e botox aveva in corpo, era sempre pronta a giudicare chi non aveva un conto bancario con almeno sei zeri.
<<Non sono diversa da loro solo perché posso permettermi una LV al giorno... Danielle.>>
Anche lei era in divisa scolastica ma stranamente quella gonna sembrava accorciarsi ogni giorno di più. Si fermò davanti ad uno specchio sistemando i capelli rossi.
<<Lasciala state D. Lo sai che è molto sensibile!>>
Ovviamente mi stava prendendo in giro perché Travis era proprio come Danielle, superficiale ed ipocrita. La scuola essendo privata non aveva molti studenti quindi dovevamo cercare di convivere pacificamente per non creare scalpori e litigate che avrebbero messo in ridicolo le nostre famiglie.
La giornata di svolse come sempre tra lezioni di economia aziendale, marketing e gestione bancaria, una vera tortura, piu che altro mi annoiavo. Quanto avrei voluto essere fuori in questo momento, a leggere un buon libro su un amaca con un bicchiere di chardonnay in mano.
Stavo per dare di matto se ascoltavo ancora una minuto quella lezione noiosissima sulla domanda e offerta, cosi andai a prendere un caffè alla macchinetta.
<<Benedetto caffè!>>
dissi assaporandolo a poco a poco aspettando che facesse effetto, mantenermi sveglia il piu possibile.
<<Stanca?>>
Mi mise paura, che modi erano di arrivare alle spalle.
<<Travis!vuoi farmi strozzare o cosa!>>
Mi avvolse le braccia attorno al collo da dietro, rabbrividì.
<<Quando ti deciderai allora a dire ai tuoi di noi!>>
<<Ooookey... prima cosa non 'è nessun noi!>>
Mi divincolai da lui, cercando di non far cadere il caffe.
<< Seconda cosa... cosa ti fa credere una sciocchezza del genere?>> mi voltò con poca grazia.
<<Credevo avessimo trovato un intesa io e te! >>
Mi intrappolò tra lui e la macchina.
<< è stato uno sbaglio Ttavis, non sarei mai venuta a letto con te, lo sai!>>
Avevo avuto la brillante idea di uscire con lui una sera e di ubriacarmi, non era finita alquanto bene, infatti avevo fatto la più grande cazzata della mia vita. Continuava a guardarmi con quegli occhi azzurri cosi freddi e... presuntuosi.
<<Cosi mi ferisci! Di solito so o io che scopo le ragazze e poi le lascio.>>
Ovviamente faceva finta, nulla lo feriva, era troppo egoista proprio come suo padre.
Il fatto poi che lavorasse per mio padre come chimico faceva si che me lo ritrovassi sempre in mezzo alle scatole, ma mio padre aveva sempre preteso il meglio per l'attività e Poul Devis era il migliore dopo Vincent Tower, che aveva di punto in bianco lasciato il laboratorio senza dire una parola.
<<Sai che mio padre è ad un passo così da scoprire una cura permanente per L'HIV!>>
Se cercava di abindolarmi aveva proprio capito male.
<<Ne sono contenta... sono sicura che mio padre continuerà a sonvenzionarlo nelle sue ricerche! Adesso avrei da lavorare se non ti dispiace.>>
Per tutta la giornata continuavo a sentire i suoi occhi addosso, mi facevano sentire quasi sporca e il solo ripensare che ci ero andata a letto mi aveva fatto venire un conato.
Che poi era il piu ambito della città e tutte si vantavano di quanto fosse fantastico a letto ma per esperienza (purtroppo) potevo confermare che di eccezionale aveva solo la velocità con il quale era riuscito a venire!
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