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Lunedì 27 gennaio 2020

Anche stamattina, la sua routine è stata la stessa: si è svegliata, controllando il telefono e, senza nemmeno accorgersene, si è ritrovata a fissare le immagini delle sue coetanee. C'è Emma che lei presume sia andata a ballare, con un abitino fasciante senza spalline che le fa un fisico assurdo. Ha compiuto diciassette anni da qualche giorno e le foto sono della sua festa prima in casa poi fuori.

Ma non c'è solo lei nell'universo così vicino a Giulia: Luna, che sembra avere sempre qualcosa di scemo da dire, spesso assieme a Jasmine, con la sua lingua taglia-e-cuci. Tutte hanno valanghe di reaction, o per lo meno molte più di quelle che lei ha sui suoi contenuti.

A differenza loro, Giulia si sente letteralmente invisibile. Non è mai abbastanza magra, i suoi capelli non sono mai perfettamente in ordine, il suo viso non ha quell'aspetto da "ragazza da copertina" e se anche avesse qualcosa di intelligente o ironico da dire, non farebbe lo stesso effetto. E più prova fotografarsi, più ha l'impressione di non riuscire a ottenere il risultato che vuole.

Non più tardi della sera prima, davanti allo specchio del bagno, dopo essersi asciugata i capelli, ha provato a sistemarsi l'asciugamano appena sopra la linea dei capezzoli, scattando un selfie, poi scartandolo. scattandone un altro e scartandolo, e così via per un tempo che si è allungato talmente tanto che sua madre le ha chiesto quanto tempo intendeva tenere sequestrato il bagno per i suoi comodi.

«Ehi, ciao» saluta le ragazze, vicino alla fermata del bus per Cesenatico.

Il pensiero della sera prima è scacciato via dal suo arrivo tra i "pari"

«Oh Giulia, ciao!» la abbraccia Emma, che ha anche il dono della spontaneità, e poi le sussurra un timido «Grazie per i like.»

«Di nulla, le foto che hai postato ieri col costume nuovo... davvero bello!»

«Grazie! L'ho preso da Makai, sai? Mi hanno fatto uno sconto enorme in cambio di qualche foto e il tag al negozio.»

«Ah, ma che figata. Deve fare un sacco comodo avere queste offerte.»

«Eh, ogni tanto qualche negozio mi contatta» replica Emma, alzando le spalle sorridente, «Forse perché sono sempre online, o magari vedono che la gente interagisce parecchio con i miei post.»

«Ormai sei praticamente famosa! Dev'essere bello essere così seguita.»

«Sì, dai, mi piace! Però porta via tempo, a dire la verità. Mi devo ricordare sempre di rispondere ai commenti e tenere i contenuti aggiornati.»

Emma, quando parla di social, sembra sempre combattuta. Giulia in fondo pensa che faccia un po' di scena, che sappia perfettamente quanto sia fortunata a "funzionare" bene online e che la sua titubanza sia solo un modo per dipingersi come una ragazza disinteressata ai social.

«Già, immagino. Comunque... il costume ti sta benissimo» taglia un po' corto.

«Grazie, Giulia! Magari la prossima volta vieni con me, facciamo un po' di shopping insieme? Se ti serve lo sconto, dai... prendere un costume in più... ci faccio una foto e poi te lo ridò» sorride Emma.

«Ma sì, volentieri!» replica Giulia, un po' sorpresa dall'offerta.

Forse è solo una frase fatta. Non crede che, con tutto quello che ha da fare Emma, possa trovare il tempo per andare con lei un pomeriggio da Makai a comprare costumi. Le ragazze più popolari la mettono un po' in confusione quando è a scuola: le vede, ci parla, a volte ci scherza anche. Sono compagne di classe, sono persone che, lì a due passi da lei, sembrano normali ragazze, eppure quando le rivede online, con i loro contenuti, tutto cambia.

Ogni giorno torna a guardare, come se cercasse qualcosa. Forse un'immagine che possa finalmente farle sentire che anche lei è "abbastanza". Ma più scorre, più si sente lontana da quella sensazione.

C'è stato un momento in cui pensava di poter essere come certe ragazze, e si era accanita a lavorare sul suo profilo instagram. Giulia postava foto praticamente tutti i giorni, faceva storie per ogni sciocchezza, sperando di ottenere approvazione. Quando i "mi piace" arrivavano, c'era una breve sensazione di sollievo, una fiammella di gratificazione che si accendeva. Ma durava poco. Subito dopo sentiva di nuovo quella fame, quel bisogno di essere vista. Così, postava ancora, e posta ancora. Perchè quel bisogno di visibilità ancora lo sente forte, nonostante i feedback la deludano. Un'altra foto, un'altra storia. E poi torna a guardare i profili degli altri, confrontandosi con quei corpi perfetti, quelle vite straordinarie. E la delusione la coglie.

Il ciclo continua. Ogni "like" che riceve sembra non essere mai abbastanza, ogni post che vede la fa sentire sempre più inadeguata, perchè qualcuna avrà sempre più like e farà sempre contenuti più accattivanti.

Stanno andando verso la fermata del bus, Emma e Giulia chiacchierano di come è andata la mattinata. Emma, con il viso illuminato da un gran sorriso e i capelli che le incorniciavano il volto come una cascata, sembra particolarmente di buon umore quel giorno.

«Grazie per tutti i like che mi hai lasciato,» dice quasi sottovoce con un sorriso grato, mentre sistema una ciocca ribelle dietro l'orecchio. «Sto cercando di fare del mio meglio con le dirette. Sto cercando di curare ogni dettaglio, e quando vedo che piacciono, beh, mi fa proprio piacere.»

Giulia sorride leggermente, abbassando lo sguardo sul suo cellulare. «Ma sì, figurati! Ho visto che ci tieni veramente molto» risponde, cercando di nascondere una certa perplessità. Non riesce a capire se quell'entusiasmo è davvero sincero o se c'era qualcos'altro, una nota di vanità che la mette un po' a disagio.

Emma porta dei jeans larghi e una felpa enorme che le nasconde il corpo. Un abbigliamento che stona con un viso perfetto, capelli tenuti ad arte e un trucco che le esalta quegli occhi che mettono in crisi anche qualche professore, quando li incrocia. Non sembra accorgersi del disagio dell'amica e continua a parlare con energia. «E comunque, settimana prossima dovresti venire con me in quel negozio nuovo di costumi che ti dicevo. Così usiamo lo sconto assurdo, praticamente metà prezzo. E poi sarebbe divertente scegliere insieme. Magari troviamo qualcosa di carino anche per te.»

"Magari" pensa Giulia, "Magari perchè pensi che sia complicato, per me?"

Esita un attimo, è comunque lusingata dall'invito, sebbene non sappia se prenderlo come una cosa sincera o "la carità" a una che le mette i like.

«Ah, che bello, grazie,» risponde, cercando di apparire entusiasta. «Vedo se riesco a liberarmi!»

Emma fa spallucce, apparentemente senza notare la sottile esitazione dell'amica, e mette un paio di paletti: «Sabato e Domenica però non ci sono. Per il resto... Mhm, anche giovedì non riesco. Ok, comunque dai organizziamoci. Vedrai, sarà un sacco divertente. E metto anche te nei selfie con i costumi nuovi!» aggiunge con un sorriso.

Giulia annuisce, ma dentro di sé non riesce a togliersi quel senso di disagio. Ha l'impressione che, più che condividere qualcosa, Emma stia cercando un riflettore per la sua stessa immagine.

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