Domenica 8 marzo 2020
La festa della donna e l'esplosione di foto di ragazze perfette, combinato con la chiusura delle scuole, non fanno certo bene all'autostima di Giulia. Sa che non dovrebbe confrontarsi con quelle vite patinate, che quelle foto sono spesso ritoccate e selezionate con cura, ma non riesce a smettere. È come se qualcosa dentro di lei la spingesse a tornare su quei profili, a rivivere quel malessere. Nonostante sappia che sta male, continua a ripetere lo stesso comportamento, sperando ogni volta di sentirsi meglio.
Ci sono le citazioni aggressive:
"Quando un uomo esprime la sua opinione, è un uomo. Quando una donna esprime la sua opinione, è una stronza" (Bette Davis)
"Maschi, ricordatevi: quando un giorno nella corsa della vita una donna vi busserà alle spalle non è perché è rimasta indietro, è che vi ha doppiati" (Geppi Cucciari)
Ci sono quelle ironiche:
"Se gli uomini fossero belli ed intelligenti, si chiamerebbero donne" (Audrey Hepburn)
"Se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi a un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi a una donna" (Margaret Thatcher)
Quando faccio la brava, sto bene, ma quando faccio la cattiva, sto meglio" (Mae West)
"Non si nasce donne: si diventa" (Simone de Beauvoir)
E ci sono persino quelle banalotte dette da esseri maschili:
"Ciò che Dio non può fare, una donna a volte lo può fare" (Daniel Pennac)
"Credo che le donne reggano il mondo e non credo ci sia un uomo che ha mai fatto qualcosa senza che una donna glielo abbia concesso o lo abbia incoraggiato a farlo" (Bob Dylan)
Si sprecano queste citazioni in contenuti creati da ragazze che stanno in biancheria intima o poco altro, e sotto compaiono le conseguenze in forma di commenti.
Di sicuro tra poco arriverà il contributo di qualcuno (anzi qualcuna) che Giulia conosce. Un video breve o una storia o una diretta. Impossibile che Emma si lasci scappare una giornata come l'otto marzo, quando a una come lei, per strappare centinaia di like, basta semplicemente mettersi in canotta davanti all'obbiettivo con un mazzo di mimosa preso alla Coop per tre euro.
Seppur lentamente, si fa sera, e di Emma nessuna traccia. Così la compagna, incuriosita del silenzio, verso le cinque e mezza, le scrive.
Giulia: Ehi
Dopo svariati minuti, Emma: Ehi 🙂
Giulia: Tutto ok?
Emma: Sì sì perchè? 😅
Giulia: Non ti ho vista su nessun social e ho pensato che magari non stavi bene
Emma: No no
Emma: Sto benissimo
Giulia: 👍
Giulia: Non fai niente per l'otto marzo?
Emma: zero
Emma: Non amo molto questa ricorrenza
Giulia rimane un po' spiazzata. Si aspettava che ci fossero ben altre motivazioni dietro. Invece solo quello.
"Forse" balena nella mente di Giulia "non è proprio solo fissata con i social" e così, non sa bene nemmeno lei perchè, le chiede Come mai non ti piace la Festa della Donna?
Emma: Perchè non è una Festa. È un contentino, un mazzetto di mimosa e poi ciao
Giulia: ma se non sfruttiamo nemmeno oggi, perdiamo un'opportunità verso la parità.
Emma: e c'è bisogno di una ricorrenza per dire che la parità ancora è lontana?
Giulia tentenna: la compagna è recisa, quasi brusca, ma non ha tutti i torti. Così le scrive che ha ragione, e il dialogo si fa meno serio, un po' più lieve.
Alla fine, Giulia piazza la domanda che si sente di fare già da qualche minuto: Se ti va possiamo andare da Makai magari giovedì
Emma: ok a me sta bene 🙂
****
Tutte le notizie che sono circolate in questi giorni sul Covid hanno riempito le persone di una grande apprensione, specialmente quando hanno deciso di chiudere le scuole e altri uffici. Le battute simpatiche sul virus si sono trasformate in discorsi molto seri.
Gli studenti sono contenti: la scuola è chiusa e loro sono a casa in pigiama a cazzeggiare fino a mezzogiorno, mentre i genitori sperano di poterli rispedire a scuola al più presto, non si sa bene se per tornare alla normalità o, semplicemente, per non averli più tra i piedi.
Oggi è uscito un nuovo decreto che chiude i negozi e vieta gli assembramenti. In giro c'è il deserto. Tutti sono in casa, molti adulti masticano amaro, pensando a quanto siano assurde queste misure, a quanto siano dannose per l'economia. Moltissimi altri sono in apprensione per l'infezione che si sta spandendo.
Emma, vestita con una felpa dalla zip semiaperta che lascia intravedere una canotta dallo scollo non troppo profondo, unghie perfette ma trucco pressochè nullo, è in diretta.
«Spero che questa situazione duri il meno possibile perchè sì, a casa da scuola si sta bene in fondo, dai, è inutile nasconderlo. Ma anche rimanere troppo tempo a cazzeggiare rischia di trasformare il nostro cervello in porridge.»
Si, ha usato proprio la parola porridge. Immediatamente arrivano decine di messaggi divertiti che chiedono cosa sia. Lei si lancia, abbandonando la questione della scuola chiusa per virare su qualcosa di più leggero.
«Oh, ma voi lo sapete cos'è il porridge? Fino a luglio scorso, quando sono andata in Inghilterra per il soggiorno studio. Lo potete vedere nella raccolta delle storie, che è enorme, lo so! Ma mi sono divertita molto! Comunque, dicevo, all'inizio pensavo fosse tipo... boh, una cosa strana che mangiano solo loro, come le patatine con l'aceto. E invece... AMORE. No, davvero.»
Giulia se lo ricorda perché la compagna aveva postato la media di dieci contenuti al giorno durante il periodo inglese.
«Vi giuro che la prima mattina, la signora della famiglia dove stavo, una specie di nonna super dolce che si chiamava Margaret, mi guarda e fa: "Would you like some porridge?". Io non volevo sembrare maleducata, quindi ho detto di sì, anche se dentro di me pensavo: "Aiuto, che sarà mai sta roba? Devo pregare prima di mangiarla?"» continua Emma, che è un fiume in piena, «E invece arriva questa ciotolina caldina, con i mirtillini e le noci sopra, bellissima, e quando l'ho assaggiato, Oh. Mio. Dio. Tipo un abbraccio, ma dentro la pancia! Adesso lo mangio almeno quattro volte a settimana, il porridge. Lo so, sembra una cosa noiosa, ma in realtà è super versatile! Ci puoi mettere di tutto: banane, fragole, noci, cioccolato! Poi ha un basso indice glicemico, ed è ricco di fibre, e lo sapete che le fibre fanno fare regolarmente plon plon.»
Si sprecano le emoji della risate. Lei ne approfitta, per fare la proposta: «Uno di questi giorni vi faccio un video con la ricetta del porridge, tanto è una sciocchezza farlo, e vi faccio anche l'imitazione di nonna Margaret: More porridge, deeeaaar?!»
Altra valanga di «Sì!» con un numero di I proporzionato all'entusiasmo.
«E voi, che cibi avete scoperto di amare ultimamente?»
È brava a interagire, Giulia lo sa, se ne rende conto a ogni battuta, specialmente quando Emma cambia di nuovo discorso e finisce a parlare dei cibi che detesta. La diretta finisce per diventare una divertente carrellata dei peggiori cibi per lei e per chi è collegato. L'elenco si riempie di messaggi di emoji che vomitano o cacchette con gli occhi. Lei ride di cuore e anche Giulia interviene parlando di quella volta che il padre ha carbonizzato la grigliata ma per non "offendere i suoi sentimenti" l'avevano mangiata lo stesso.
«Ma sei pazza? Ma la roba bruciata fa malissimo!» commenta Emma tra lo scandalizzato e il divertito.
Giulia: eh, infatti non mi sento tanto bene 🤢
E l'altra ride buttando indietro la testa, con una reazione che pare quasi esagerata, quasi artefatta, per una battuta come tante altre.
Quando la diretta finisce. Giulia le scrive Grazie, mi hai fatta divertire😄❤️
Emma risponde dicendo che non si sta divertendo per niente, e questo è il motivo per cui fa tutte quelle dirette: per sentirsi un po' meno in solitudine. E che le dispiace molto di dover rimandare l'uscita per il costume a tempo indeterminato.
Giulia: Fa nulla avremo tempo
Emma: lo spero, hai visto in Cina?
Città chiuse e presidiate dall'esercito. Situazioni che fino a ieri si potevano solo immaginare leggendo romanzi di fantascienza e che adesso sono la realtà, sebbene a migliaia di chilometri.
Ma nessuna delle due ragazze sembra aver molta voglia di parlare di quell'argomento così deprimente, e di lì a poco si salutano. Giulia rimane online e scandaglia i profili di conoscenti e di influencer varie. Ci si perde, guardando tutti quei contenuti che vengono da ogni punto del globo, da luoghi i cui abitanti non hanno il problema di essere chiusi ventiquattr'ore su ventiquattro in casa, con una madre che bercia contro la figlia di approfittare di quella "Vacanza insperata" per mettere a posto la sua camera.
Sì, la camera è parecchio disordinata, ma a lei non interessa molto il disordine. Perché mai dovrebbe mettere a posto se è lei che ci dorme e ci vive? A lei va bene così, e non ha certo voglia di sistemare.
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