CAPITOLO OTTAVO-Sanguemarcio (pt.1)
Il gruppo tornò a casa Flamel per la notte. Newt entrò nella camera che divideva con Jacob e si sedette sul letto. Mille pensieri gli affollavano la mente: cosa aveva fatto? L'aveva baciata! Ancora non sapeva cosa provasse per lei… e poi Tina aveva riso… lo stava prendendo in giro? O la risata era data dall'imbarazzo e, forse, dalla felicità? E Leta? Era ancora innamorato di lei? Ma si stava per sposare, che cosa andava a pensare? E, inoltre, faceva parte dell'Armata di Grindelwald. Theseus lo sapeva? Sicuramente, Newt non glielo avrebbe mai detto. Lo avrebbe fatto soffrire, come Leta aveva fatto con lui. Però, in fondo, avrebbe dovuto venire a saperlo comunque.
«Ehi, amico, non ci devi pensare» disse Jacob, sedendosi di fianco a lui. Il Magizoologo sussultò: non lo aveva sentito entrare.
«È colpa mia» mormorò.
«Cosa?!» chiese incredulo il Babbano.
«Se io non avessi amato tanto le mie creature, Leta non mi avrebbe lasciato e, probabilmente, non sarebbe passata dall'altra parte» rispose lui tutto d'un fiato. Contro ogni previsione, Jacob fece l'ultima cosa che Newt avrebbe potuto aspettarsi: scoppiò a ridere.
Io Magizoologo lo guardò confuso e puntò lo sguardo per terra:
«Che c'è?» domandò. Jacob si asciugò una lacrima:
«Non puoi pensare davvero a queste cose! Sono quasi più inimmaginabili della tua valigia!» esclamò. Newt gli lanciò uno sguardo e cercò di rimanere serio. Poi, però, non riuscì a trattenersi e iniziò a ridere a sua volta.
«Grazie» disse Newt, smettendo di ridere e annuendo.
«Non c'è di che, miglior Magozò del mondo».
Il mago sbuffò sorridendo. Jacob sbadigliò:
«Beh, io andrei anche a dormire…» disse.
«Certo» mormorò Newt. Si sdraiarono nei loro letti e chiusero gli occhi.
Ma il Magizoologo non si addormentò. Continuò a girarsi e rigirarsi nel letto, cercando di liberare la mente. Nulla. Pensò di andare dalle sue creature, ma poi realizzò che le avrebbe svegliate. Decise, allora, di fare quello che le altre persone avrebbero fatto. Si diresse verso in bagno per sciacquarsi la faccia. Aprì il rubinetto d'acqua fredda, ma prima che potesse bagnarsi le mani sentì una voce gridare:
«Aiuto!».
Si girò verso la finestra aperta e vide Leta appesa per una mano al davanzale. Sotto di lei la strada si vedeva a malapena.
«Afferra la mia mano!» esclamò, cercando di risultare freddo. Lei gli prese con difficoltà la mano e lui la fece entrare. La ragazza cadde fra le sue braccia e lo guardò. Anche lui rimase per un attimo a guardarla, ma poi si ricordò di quello che aveva fatto sia a Tina che a Melody. Si allontanò e la guardò triste. Lei mormorò, sull'orlo delle lacrime:
«Oh, Newt…»
Prima che lui potesse reagire, prima che potesse allontanarsi, Leta colmò lo spazio che li separava.
Tina aveva sentito il grido della ragazza e l'aveva riconosciuta subito. Corse verso il bagno e spalancò la porta. Ciò che vide la fece pietrificare: Leta si era avvicinata a Newt e l'aveva baciata. Sentì il mondo girare intorno a sé e tutti i suoni si fecero ovattati. Poi sentì la voce di Melody chiamarla e la guardò.
Melody, anche lei lì avendo sentito il trambusto, sfoderò la bacchetta e la puntò contro la sorella.
Per quanto Newt cercasse di liberarsi, Leta non dava segno di voler mollare. Alla fine si staccò per prendere fiato, ma lei appoggiò la testa sul suo petto:
«Posso ancora impedire il matrimonio…» mormorò la ragazza.
«Sì, Tina» rispose lui, senza sapere bene il perché. Lei si staccò e lo spinse:
«Tina?!»
Melody rimase con la bacchetta sfoderata e un'espressione incredula ma felice. Non aveva fatto nulla, eppure era successo proprio ciò che aveva desiderato. Avanzò verso i due:
«Cosa ci fai tu, qui?» chiese. Leta si limitò a ridacchiare e canticchiò:
«La piccola Melody Lestrange sta diventando coraggiosa? Oh, ma certo. Lei è particolarmente brillante. Più degli altri della tua età, giusto? Beh, ti piacerà sapere che io non ho la tua età. Crucio!»
Melody parò la Maledizione senza molto sforzo:
«Piantala, Leta. Non fare la drammatica. Stupeficium!»
Newt cercò di prendere la sua bacchetta, ma non la trovò. Diamine, l'aveva lasciata in camera. Provò a fermare le due sorelle, ma a un certo punto, distrasse Melody, che venne Disarmata. Leta ridacchiò:
«Brillante, eh? Crucio!».
La scena si svolse al rallentatore. La piccola chiuse gli occhi attendendo il dolore e sapendo di non potere muoversi. Newt corse davanti a lei e la Maledizione lo colpì in pieno.
«NEWT NO!» esclamarono Melody e Tina in coro, quest'ultima ripresa dallo stato di trance. La ragazzina lanciò una Fattura a Leta e si lanciò vicino al Magizoologo, che si contorceva a terra. Vedeva a malapena le scene intorno a lui, tra le quali Tina che lanciava Fatture infuriata contro Leta. Il dolore era insopportabile. Avrebbe preferito morire.
«Newt! Newt, ascoltami!» fece la voce di Melody «Andrà tutto bene, ok?». Poi, all'improvviso, il dolore cessò. Si alzò in piedi e corse ad aiutare Tina. Impugnarono la bacchetta insieme (con Melody di fianco che faceva la stessa cosa) e, alla fine, Leta fece per andarsene. Prima, però, lanciò uno sguardo a Melody:
«Non finisce qui, lurida Sanguemarcio!»
E se ne andò. Newt sorrise con il fiatone e Melody gli tirò un ceffone sul braccio:
«Ahia!» esclamò lui.
«Ti volevo ringraziare!» replicò lei, talmente arrabbiata che Newt pensò di vedere i suoi capelli andare a fuoco. Si mise a ridere:
«Non farlo più» ribatté la piccola. E tornò in camera sua come se niente fosse. Newt e Tina si guardarono:
«Quindi…»
«…non l'ho fatto apposta»
«Lo so» concluse lei, prima di tuffarsi tra le sue braccia.
~My space~
Happee Birthdae to me! Grazie a tutti voi che state leggendo questo coso e…
*I grilli le fanno gli auguri*
Grazie! Come promesso ad alegoldstein un nuovo capitolo è qui per voi! È un po'schifoso, ma è importantissimo. Vi voglio un Mondo Magico di bene.
Vostra,
Camy❤
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