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Four

La sua espressione non mutò. Era come se non fosse accaduto nulla. Sul volto non portava né lividi né tagli. Lo fissai sbalordita. Che ci faceva lì?

"Senti, so di essere tanta roba, ma potresti anche evitare di fissarmi . È fastidioso."

Mi ripresi. Mi ero persa nei suoi occhi grigi come tempesta. Gli diedi un'occhiata e osservai vari particolari che , la notte precedente, non riuscii a notare. Capelli quasi bianchi eran di contrasto alle scure sopracciglia. Gli zigomi del ragazzo erano alti ed aveva un colorito molto chiaro di pelle. Lo sguardo pacato e sicuro di sé gli donava un'aria statuale ed un velo di mistero. Il corpo era allenato, aveva possenti spalle e , quella mattina, indossava un jeans nero abbinato ad una maglietta bianca scollata a maniche corte, che, molto probabilmete,doveva essere stata la sua canottiera quella notte.

"Sei tu Tobias? Credo di doverti delle scuse. Non è da tutti i giorni rincontrare la persona uccisa il giorno prima."

Lui deviò lo sguardo, come se non volesse parlarne.

"Ci vediamo tra mezz'ora nella camera infondo al corridoio."

Mi disse con un tono impassibile. Si girò dandomi le spalle e si avviò verso chissà dove.

"Aspetta."

Dissi con un tono supplichevole.
Il ragazzo non si fermò nemmeno.

"Hey. HEY. Ho detto aspetta!"

Tobias si bloccò, strinse i pugni ma non osò voltarsi.

"Voglio saperne di più. Ho talmente tante domande! Merito delle risposte."

Stavolta assunsi un tono deciso. Il che mi fece sorprendere. Il ragazzo girò il volto in modo che lo potessi vedere di profilo e sorrise. Un sorriso freddo, finto, malefico gli comparve sul volto.

"Saprai tutto tra mezz'ora"

Non volevo ascoltarlo e, con delle falcate, percorsi velocemente il corridoio fino a raggiungerlo.

"Voltati. O hai paura di me?"

Gli dissi con un pizzico di sfida.

"Non sai troppe cose, Yasmin."

Quando pronunciò il mio nome un brivido mi percorse la schiena.

" E allora spiegamele."

Gli dissi abbassando lo sguardo.
Voltando il viso in modo che non potessi vederlo e rilassando la mano, mi disse:

"Ogni cosa ha il suo tempo."

"Parli come un vecchio. Sicuro di non essere troppo grande per me?"

Non riuscii a capire se stesse soffocando una risata o sbuffando ; l'unica cosa che seppi fu che si avviò per il corridoio e , svoltando a destra, scomparve dalla mia visuale.

Tornai nella stanza; sotto al letto, vi era il block-notes del giorno prima. Mi piegai e lo raccolsi. Doveva essere caduto in una pozzanghera poichè , agli angoli, la copertina rossa si era sbiadita. Sfogliai pigramente il taccuino:la prima pagina era occupata da strani simboli che scrissi appena arrivata in quell'ambiguo luogo, dopo vi erano fogli su fogli bianchi e vuoti. Nulla di nuovo. Buttai il block notes per terra il quale si aprì sull'ultima pagina, una volta avvenuto il forte impatto per terra. La scrittura mi era familiare, l'avevo già vista,ma dove?

Cinque predatori di anime si troveranno,
In un mondo pieno di inganno,
Uno tradirà chi gli è di compagnia,
Un'altro intrappolato nella roccia per malia ,
Uno alla fine di tutto cadrà,
Nell'infinita oltretomba.
E tu cangiante diverrai,
Perchè la verità saprai.

Capii. La scrittura era di Tobias. Mi venne un tuffo al cuore. Cosa significavano quelle parole? Improvvisamente sentii lo scricchiolio della porta che si apriva e balzai in piedi.

"Hey, calma. Sono venuto qui per presentarmi."

Mi voltai e , dinanzi a me, vi era un ragazzo. Occhi verde smeraldo, sorriso abbagliante , palestrato , capelli neri e scompigliati. Aveva un'aria....serena. Mi si avvicinò e mi tese la mano.

"Ciao, Yasmin. Io sono Max."

Gli strinsi la mano.

"Hey, ti è caduto il taccuino."

Disse lui sorridendo.

Egli lo raccolse da terra, lo strofinò con la mano per rimuovere la polvere e me lo porse.

"Grazie-sorrisi-...beh, grazie."

Non ero per niente brava a relazionarmi.

Max ricambiò sfoggiando un sorriso stupendo. Era particolarmente carismatico, educato, gentile e dolce: il contrario di Tobias.
Io e il ragazzo parlammo per molto tempo e non capii come fosse possibile che riuscisse a farmi ridere così tanto, a farmi sentire bene , al sicuro, come se fossimo...normali. Come se fosse normale trovarsi in un edificio, spuntato dal nulla, in una foresta incantata ,in un'altra dimensione....

"Hey, è ora di andare,- disse accennando un sorriso- è passata mezz'ora...vieni, ti accompagno da Tobias ,deve parlarti."

Mi porse una mano ed io l'accettai.

"Tobias? Il simpaticone? Guarda, posso anche farne a meno."

Dissi con un'aria ferita. Max rise e andammo nella stanza infondo al corridoio.

Alla porta dovetti salutarlo. Appena si allontanò l'allegria scomparve e, a sostituirla, un carico di ansia e tensione prese il sopravvento. Inspirai ed espirai profondamente. Girai la maniglia arrugginita per entrare nella stanza: solo un divano rosso con i bordi strappati, un tavolo di legno scuro sbilenco e delle sedie di plastica verde riempivano quel posto. Tobias era seduto su una delle quattro sedie e ,la luce emanata dalla lampada da soffitto, gli donava un'aria ancora più inquetante: appariva come uno spettro. Aveva gli occhi chiusi e dei grandi solchi neri dalle sopracciglia in giù ,a causa della lucerna, e le mani intrecciate sul tavolo. Egli sollevò lo sguardo e mi fissò dalla testa ai piedi: i suoi occhi apparivano quasi bianchi...eppure prima erano grigio scuro...

"Adesso potresti anche spiegarmi qualcosina, non è bello trovarsi in una dimensione della quale non sapevi nemmeno l'esistenza , in una specie d' ospedale, con degli psicopatici che invecchiano ogni secondo di più."

Dissi molto irritata, poggiando le mani sul tavolo e fissando negli occhi Tobias.

"E chi sarebbe lo psicopatico, io?-il ragazzo si alzò causando un forte rumore dalla sedia che cadde sul pavimento- Ma se ti ho portato qui, al SI-CU-RO. E sai che c'è?! Invece che riprenderti da tre , e ripeto, tre svenimenti in solo due giorni te ne vai a fare le passeggiatine con i ragazzi! E tu dovresti essere la  valorosa guerriera?

Valorosa...guerriera?
La mia vocina.

"Cosa hai detto, scusa? Valorosa guerriera?"

Chiesi sbalordita.

"Si. L'ho detto. È meglio che ti spieghi."

Disse lui in un tono leggermente seccato.

"Non so molto di questo posto però quando sono venuto qui sapevo a memoria una poesia. - non gli credetti, io non mi ero nemmeno ricordata il nome, figuriamoci se si potesse ricordare la Divina Commedia- Parlava di...predatorsouls: cacciatori di anime. Pian piano iniziai a ricordare...il nostro compito, nell'altro mondo , era quello di proteggere i mondani, babbani...chiamali come preferisci. Noi avevamo il potere di strappare l'anima da una qualsiasi persona ed , una volta fatto ciò, saremmo aumentati di potere. Eravamo i migliori....cinque predatori di anime onesti che si battevano per il bene dell'umanità. Affascinante, vero?-feci per parlare ma lui mi zittì con un gesto della mano- Fatto sta, che il nostro nemico effettuò un incantesimo e ci spedì in questa dimensione per escluderci dalla battaglia. Ho scoperto , infine, che ognuno di noi aveva una specialità... qualcosa di diverso rispetto agli altri... per esempio: io ho la qualità dell'inganno, posso far pensare ciò che voglio a chi voglio quando voglio, non è male."

Adesso Tobias stava fissando un'imperfezione presente sul tavolo.

"Come fai a ricordarti tutte queste queste cose? Come hai fatto a non morire quando ti ho pugnalato?Chi è il nostro nemico? Perchè non sei mai riuscito ad ingannarmi? Perchè.... invecchi così tanto..."

Quest'ultima domanda mi travolse di tristezza: non so perchè ma gli volevo bene e mi dispiaceva.

"Io ricordo molto perchè sono qui da molto. Non sono morto pugnalato da te perchè , sapendo che mi avresti attaccato sicuramente, ho recitato un incantesimo che mi avrebbe protetto .Non sono riuscito ad ingannarti perchè tu ed io....e...gli altri...abbiamo un legame affettivo ed è difficile infrangerlo ...però, nel momento in cui un membro del gruppo ti tradisce o muore inizi a sanguinare per lo spezzarsi del legame...è come se si pugnalasse la nostra anima.Adesso dobbiamo pensare a tornare perchè se questa battaglia dovesse esser vinta dai nostri nemici allora , è molto probabile, che questa dimensione scompaia...e, no. Non mi sto preoccupando delle piante qui fuori."

Esitò prima di rispondere all'ultima domanda. Fece per parlare ma non disse nulla se non che...

"Hey..."

"Si?"

"Hai fame?"

Imbarazzati,uscimmo dalla stanza e ci avviammo silenziosamente verso l'ala est di quella struttura. Appena svoltato l'angolo intravidi Max e, dietro di lui, una ragazza. Lei, appena mi vide, interruppe il dialogo con il predatorsoul e si recò verso di me.Ci studiammo a vicenda. La ragazza era magra, più alta di me (il che mi fece sentire un neonato) ed aveva abbastanza forme, come me. I capelli erano tagliati corti alla francese ed avevano un colore castano scuro come i grandi occhi, coronati da due definite sopracciglia.Aveva un'aria da dura e matura, a differenza di me. Ad un certo punto venni abbagliata dal riflesso del sole sulla catenina di lei. Mi spostai e misi a fuoco: quella collana aveva sopra scritto il mio nome.

Yasmin.

                     _______________
                  *NON LEGGERE*

Sei la persona più trasgry che abbia mai incontrato. Wow.
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