Capitolo I
"Accidenti!" urlò Rebecca contro il libro di matematica.
"Accidenti! Ma che stregoneria è questa? E io come posso sapere tutta questa inutile roba? E si, sto parlando da sola, di nuovo, contro il libro... accidenti!" urlò di nuovo alzandosi e lanciandolo fuori dalla porta di camera sua.
di questo passo potrei partecipare alle olimpiadi per il lancio del disco, o del libro di matematica, non credo che importerebbe davvero a qualcuno... pensò incupendosi e prendendo le Marlboro gold di fianco a sé come da abitudine.
come se qualcuno potesse davvero passare una verifica di matematica. A parte quelli che studiano matematica, ovviamente ma secondo me sono costretti dal governo a farlo pensò sorridendo tra sé e sé. Uscì dalla camera e si diresse verso il piccolo balcone vicino alla cucina.
Con uno scatto dell'accendino, la ragazza accese la sigaretta e aspirò lentamente, concedendosi un momento di pausa da quel pomeriggio asfissiante e stressante. Guardando il fumo salire sempre più in alto sentì all'improvviso sul viso delle gocce d'acqua, inizialmente leggere
ti prego, ti prego di prego, Zeus, Odino, dio vu-du della pioggia non osare, e ripeto, non osare, usare i tuoi poteri su di me in questo momento! Sbuffò contro il cielo e in men che non si dica, neanche a farlo apposta, un grande temporale si abbatté sulla città
merda! Non ho neanche fatto in tempo ad accenderla! Pensò lanciando la sigaretta giù dal balcone e rientrando bagnata come un pulcino e camminando con i piedi a papera da tanto era zuppa. Si infilò subito in bagno e, mentre aspettava l'acqua calda, si guardò allo specchio, che le rimandò l'immagine di una ragazza dai capelli lisci, castano scuro con occhi grandi e neri, del colore del cacao, attorno a essi il trucco le era colato a causa della pioggia, marcandoli per bene.
I panda potrebbero sempre accogliermi se non passo la verifica, perché o passo, o addio maturità e ciao panda rifletté entrando in doccia.
Mezzora dopo, e con il vapore che aveva appannato persino i vetri fuori dal bagno, si diresse verso la cucina per mettere su l'acqua della pasta per la cena e accese la tv; il telegiornale comparì subito sullo schermo descrivendo quella che era una delle più terribili tempeste mai scatenate in tutta Italia e mostrando immagini di intere città sommerse dall'acqua in poche ore. Guardando fuori dalla finestra strabuzzò gli occhi, non si vedevano nemmeno i profili delle case dell'altro lato della strada, ma solo un fitto e grigio muro di pioggia.
E io che mi lamentavo della mia sigaretta! Pensò guardando poi la pasta che aveva appena buttato, quando all'improvviso vide fuori dalla finestra una luce blu accecante spegnersi poi in fretta così come era apparsa.
di lampi azzurri, sinceramente, non ne avevo mai sentito parlare rifletté avvicinandosi alla finestra per poi aprirla lentamente; subito fu invasa da un inebriante profumo di alloro, era un profumo energico, molto forte, tanto da farla indietreggiare per poi guardare curiosa al di là della finestra
che strano, lampi azzurri, profumo bizzarro, forse dovrei rilassarmi un attimo, la maturità mi sta mandando ai pazzi! Pensò ridendo per poi voltarsi e chiudere la finestra, rabbrividendo.
"LA PASTA!" urlò terrorizzata vedendo la pentola e osservando la molle poltiglia in essa. Va beh, ordino una pizza, anche se dovrei imparare a cucinare almeno la pasta pensò sconsolata e allo stesso tempo felice di alzare il telefono. Appena ordinato il magico pasto entrò, sbattendo la porta, il fratello, lanciando zaino e robe varie dappertutto, urlando come un forsennato.
"Rebecca che c'è per cena?! Mamma e papà quando tornano?!"
"per me pizza, per te il vuoto o pasta/poltiglia troppo cotta e mamma e papà torneranno domani, giusto per cena, ma ripartono subito il giorno dopo per la Francia" i loro genitori erano sempre in viaggio per portare avanti gli affari della piccola ma redditizia azienda di famiglia.
"come te pizza e io poltiglia?! Torno a casa tardi, stanco morto, e tu non puoi prepararmi manco una cena decente?"
"esatto, visto che quando torno a casa io, la cena tu non me la prepari mai" e sottolineò il mai.
"per lo meno chiama la pizzeria"
"per..."
"per prendermi la pizza"
"se continui a fare lo stronzo ti metto la poltiglia nel letto questa notte"
"d'accordo, per favore." Disse sbadigliando, facendo il suo ingresso in cucina
"ok testa d'uovo" bisbigliò incendiandolo con lo sguardo.
Il fratello era poco più grande di lei, di 3 anni e frequentava la facoltà di ingegneria al terzo anno, mentre lei era all'ultimo anno di liceo. Era alto e con i capelli castano chiaro, come il padre, e con gli occhi sì scuri ma più chiari della sorella, con delle pagliuzze verde scuro. Secondo lei era un prepotente sbruffone troppo alto per stare in equilibrio: un perfetto giocatore di basket insomma.
"hai visto che temporale, povero Shaggy, deve avere una paura folle in questo momento"
"già..." rispose lei con lo sguardo perso e il cervello in volo. "Oddio, Shaggy! Povero piccolo cucciolo mi sono dimenticata pure di lui!"
"ma che pirla che sei"
"zitto tu e vai a scrollarti in bagno" urlò al fratello correndo per la casa in cerca del piccolo pastore tedesco che aveva paura dei temporali.
"piccolo tesoro, eccoti qui" disse appena lo trovò rannicchiato tremante sotto il tavolo da pranzo
"no, no non avere paura, sei al sicuro tesoro" lo rassicurò con una carezza facendolo uscire dal sicuro nascondiglio e accoccolandosi con lui sul divano, addormentandosi quasi subito.
Ma invece del meritato riposo arrivò una sempre e comunque meritata pizza preceduta dal tanto fastidioso campanello. Rebecca corse giù per pagare il fattorino seguita a ruota dal cane che scodinzolava felice come se fosse un gioco. Ma quando fu sull'uscita della porta, praticamente sotto il temporale, con in mano le pizze fumanti, vide di nuovo quel lampo azzurro, questa volta molto più accecante, che la fece spaventare;
e d'un tratto, tra gli alberi, scorse due piccoli occhi gialli scrutarla e svanire subito dopo.
Sarà di nuovo il mio cervello matto pensò subito e risalì in casa con il cane alle calcagna e urlando il nome di suo fratello.
Ma gli occhi erano ancora lì e la fissavano nascosti nel buio di un albero, aspettando pazientemente, come già avevano fatto molti anni fa.
PRIMO ANGOLO AUTRICE MAI CREATO DALL'AUTRICE
Ciao!
Spero che la storia vi stia in qualche modo piacendo o per lo meno incuriosendo dato che siamo solo al primo capitolo. Mi scuso per questa piccola parte, diciamo che può essere definita di passaggio perché viene presentato finalmente il primo vero personaggio! Rebecca! Yeeee!
Bando alle ciance, spero vivamente che resterete con me in questa fantasiosa avventura (la prima se non si è capito dal titolo dell'angolo autrice) perché arriveranno un mucchio di cose, un mucchio di personaggi (senza raggiungere quelli di Game of thrones ovviamente, e sempre ovviamente volevo tirarlo in ballo perché tra poco comincia la nuova stagione! Yeeeee!) e spero davvero che vi piacciano tanto quanto piacciono a me!
Ciao!
Lice
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