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Parte 8

Arrivo puntuale e mi dirigo spedita al mio armadietto, non volendo farmi vedere da nessuno. Normani oggi non verrà a scuola perché ha una visita di controllo e Thomas è stato chiamato dal Coach per assisterlo, dato che è il più bravo del suo corso e puo' tranquillamente saltare le lezioni. Prendo il libro di storia dell'arte e di filosofia, dopo di che vado in bagno a vedere se sono presentabile. Come non detto, non lo sono affatto. Ho delle grosse occhiaie, i miei occhi sono stanchi e leggermente contornati da un lieve rossore. Ho i capelli lisci un po' sparati e le labbra screpolate a forza di morderle. Ho pensato tanto all'altra sera, così tanto che dall'ansia di vederla e il nervosismo per gli accaduti in discoteca ho ripreso a mordermi il labbro inferiore e ogni tanto anche quello superiore. Sospiro ormai rassegnata e mi dirigo in aula. Per tutto il tempo resto a fissare il vuoto, mentre le voci dei miei compagni e dell'insegnante piano piano spariscono. La campanella mi fa saltare, facendomi prendere un infarto. Mentre mi dirigo nella classe successiva per filosofia, la mia attenzione viene catturata da una scena che non credevo di vedere. Due ragazze, di seconda e terza credo, stanno discutendo con Lauren, che le ignora completamente. Quando si viltà nella mia direzione si blocca, smette di ascoltare quelle due oche urlanti e inizia a fissarmi. Io dal canto mio, la guardo negli occhi ipnotizzata, dopo di che continuo per la mia strada. Perché le ha rifiutate? Che abbia già dato? No è impossibile, è ancora linda e pinta. Entro in classe, ma nemmeni il tempo di sedermi che appare il bidello sulla soglia.
<Il prof è in gita quindi non ci sarà. Ora in base all'ordine in cui vi chiamo a gruppi di tre, vi andrete a mettere nella classe che preferite e ci rimarrete per un'ora> e inizia a chiamare. Dopo qualche minuto chiama anche me, Lizzie e Isaac, persone con cui non ho mai parlato. Lascio scegliere loro due dove stare, dato che a me non importa più di tanti, basta non finire nella sua di classe. Dopo almeno due minuti di discussione tra i due, decidono di andare in 3N, data la presenza dei rispettivi fratelli. Io li seguo a sguardo basso, mentre cambio canzone dall'iPod. Per sbaglio urto qualcuno e mi affretto a scusarmi velocemente.
-S-scusami, è colpa mia non volevo- guardo per terra. L'ennesima figura di merda.
<Ah sei tu> dice Cayley. Alzo lo sguardo su di lei e noto la sua aria assonnata.
-Già. Mi spiace. Ora devo andare a dopo- mi liquido frettolosamente, lei riprende a camminare. I miei due compagni parlano tra loro durante il tragitto, per fortuna ignorandomi. Blocco il telefono e mi ci specchio dentro, notando di avere un aspetto migliore di prima. Non mi accorgo nemmeno di essere arrivata davanti alla porta dell'aula. Lizzie bussa ed entra dopo un 'avanti' detto dagli alunni più che dal prof. Nascondo le cuffie e abbasso il tono di Flashlight di Jassie J. Salutiamo cordialmente e spieghiamo perché siamo lì. Egli, di rimando, ci fa notare che ci sono dei posti vuoti e ci dice che possiamo sederci dove vogliamo, raccomandandoci di non fare casino. Io mi avvio nel posto vuoto in fondo alla classe, senza salutare la ragazza che lo condivide con me: uno perché sta dormendo e non riesco a vederne il volto, due perché mi vergogno troppo e non mi sembra giusto svegliarla. Tolgo una cuffia per ascoltare che materia si tratta in quest'ora, nel caso possa interessarmi. Letteratura. Blocco la musica e mi metto attenta, scrivendo le cose che mi piacciono di più. Dopo circa dieci minuti, sento una mano appoggiarsi sulla mia coscia, facendomi rabbrividire. È gelata come il ghiaccio. Mi volto verso la mia attuale vicina di banco e per poco non urlo. Lauren ha la testa appoggiata sul braccio sinistro e mi guarda con l'aria mezza addormentata. Dire che è bellissima è davvero poco. Deglutisco, la sua mano ancora sulla coscia. Mi guarda per bene, analizzandomi centimetro per centimetro. Sono in imbarazzo e quindi ritorno a guardare il prof che non si è accorto di nulla.
"Mi segui?" Ha la voce impastata dal sonno.
-Non sapevo nemmeno che fossi in questa classe- ribatto veloce. Avvicina la sua sedia sulla mia, dopo di che ne avvicina alla sua una vuota. Non capisco cosa voglia fare.
-Mi spieghi che stai facendo?- domando piano. Non mi risponde. La vedo darmi le spalle per poi stendersi, appoggiando la testa sulle mie gambe. I suoi occhi ora sono perfettamente incastrati nei miei ed io, come ogni volta che li guardo mi ci perdo. Rompe il contatto visivo mettendosi di lato, con il viso rivolto al mio ventre. Okay questa situazione è imbarazzante.
-Lauren, alzati, se il prof ti vede sono guai- la ammonisco.
"Non vede in questo angolo, siamo coperte dagli altri" borbotta. È cocciuta.
-Non puoi metterti durante le lezioni così, alzati- ci riprovo. Non mi da per nulla fastidio in realtà, ma mi imbarazza e mi fa battere il cuore a mille.
"Non posso o ti metto in agitazione? Ti faccio davvero questo effetto?" Domanda sorridendo. Mi mordo il labbro per la millesima volta e non rispondo. Mi limito a guardarla. Ride piano contro il mio bacino, provocandomi un leggero solletico e poi, per ripicca al mio silenzio, mi da un pizzicotto sul fianco destro. Per non saltare o fare qualche verso molesto, stringo la presa ai lati della mia sedia.
"Quando ti faccio una domanda devi rispondermi" afferma. Dopo di che chiude gli occhi e qualche minuto dopo il suo corpo è più rilassato che mai. Vederla dormire mi porta a continuarla a guardare per un tempo indeterminabile. Le faccio una foto di nascosto e la imposto come sfondo del telefono. Instintivamente inizio a giocare con i suoi capelli, sperando non si svegli. Dopo circa una mezz'ora, il prof assegna degli esercizi da fare, ed io, avendo ascoltato attentamente, decido di scrivere sul libro di Lauren le risposte. Neanche il tenpo di finire l'ultimo esercizio, che mi ritrovo le sue mani sotto la felpa, che bruciano al contatto con la mia pelle. Al contrario di prima ora sono calde e mi portano a guardarla. Ha gli occhi chiusi ma si vede che è imbronciata. Provo a togliere le sue mani dalla mia schiena, ma è tutto inutile.
-Cosa c'è ora?- domando rassegnata. Lei non risponde. Mi sta irritando. -Che cavolo stai-- mi muoiono le parole in bocca. Le sue labbra sono appoggiate poco sotto l'ombelico e per come muove la bocca e la lingua, deduco mi stia lasciando un succhiotto. Uno di quelli belli grandi. Trattengo i sussulti per il dolore, stringendo istintivamente i suoi polsi. Quando finisce riprendo a respirare. Il cuore mi sembra di averlo in gola. Lecca in modo leggero il suo marchio, fino a salire sempre più su, fin dove riesce. Sento i brividi lungo la schiena, le gambe e braccia. Non sapendo cosa fare ritorno a mordermi il labbro inferiore. Quando si stacca, la guardo fisso negli occhi, con mille domande nella testa.
-Ti avevo vietato di toccarmi- le ricordo.
"Hai un buon odore," inizia lei "ed anche un buon sapore. Chissà se è lo stesso anche lì sotto" sorride maliziosa ed io arrossisco. La campanella interrompe il nostro dialogo, facendola sbuffare. Io dovrei andarmene, ma lei non accenna minimamente ad alzarsi.
-Lauren devo andarmene, alzati..- niente.
-Per favore, gli altri si stanno alzando.. Devo andare con loro..- riprovo. Si alza svogliatamente e si stiracchia. Metto a posto le mie cose e mi alzo. Prima di allontanarmi mi passa un fogliettino nella mano e poi mi tocca il sedere. Sbianco, e lei ride rumorosamente, attirando l'attenzione di tutti su di me. La ucciderei se potessi.
-Perché devi molestarmi?- chiedo, non curandomi degli altri che ascoltano.
"Perché mi interessi" risponde sicura. Sbuffo e me ne vado, seguita dai miei compagni di classe che non dicono una parola. Non va bene. Non va per niente bene. Se andrò avanti così finiro per cedere. È la pausa pranzo ed io cerco Thomas con gli occhi. Lo trovo vicino alla macchina del caffè, intento a parlare con un ragazzo poco più basso di lui, i capelli scuri e gli occhi neri. Non è muscolosissimo, ma nemmeno mingherlino, resta il fatto che non mi piace per nulla. Mi avvicino timidamente a Thomas, cercando di non spaventarlo.
-Thomas?- si volta allegro.
<Ehi. Da quanto tempo. Come stai?> è raggiante. Non credo di averlo mai visto così allegro.
-Ehm.. credo bene, tu? Ti vedo più sorridente del solito- sorrido.
<Ho scoperto di piacere alla ragazza che mi piace> esclama. Merda, e chi lo dice ora a Normani?
-E sarebbe?- domando. Mi guarda incerto e subito cambia discorso.
<Lui è mio fratello, Tyson, va in seconda> dice cortesemente. Non mi ispira molta simpatia. Mi porge la mano, ma con la scusa di avere le mani fredde evito di stringerla. I due ragazzi ridono.
-Avrei bisogno di parlarti, posso?- comunico al mio amico. Capendo il soggetto del mio argomento, saluta il fratello e ci dirigiamo in mensa. Quando entriamo, vedo tutti gli occhi puntati su di noi, o meglio su di me, ma non sapendo il motivo li ignoro e mi siedo al primo tavolo semi-libero con lui.
<Che è successo? Non mi dire che-> lo interrompo.
-No, no, non mi ha fatto niente, più o meno- rispondo sbrigativa e gli racconto a vassa voce tutto l'accaduto della sera prima e di poco fa. <Credo sia seria..> dice esitante. Come?
-Scherzi vero?- sono confusa.
<Lei non ha mai fatto così.. con nessuno. Perfino con il suo gruppo è distante. Cayley, la sua migliore amica, non la tocca quasi mai. Lei ti vuole nel vero senso della parola> dichiara serio. Non ci credo, è impossibile. Sto oer rispondergli quando sento un chiacchiericcio vicino. Un gruppo di ragazze sta mormorando qualcosa che non capisco, mentre una in particolare mi guarda un po' impaurita. Quest'ultima dopo poco si avvicina.
<Ehm.. tu sei Camila?> chiede esitante. Annuisco senza capire.
<Stanno correndo delel voci su di te.. e visto che so che è successo tra te e la ragazza dai capelli neri.. beh, ecco.. credevo volessi sapere..> nonostante le sue pause improvvise, riesco a non perdere il filo.
-Che tipo di voci?- chiedo cortesemente. Sono spaventata dalla risposta.
<Ecco.. alcuni dicono che oggi, prima di pranzo, sei andata in classe di quella ragazza, e che poi..> arrossisce imbarazzata. È davvero una brava ragazza.
-Continua- la incoraggio.
<Ecco.. si dice che lei ti abbia.. si insomma.. assaggiata(?)> azzarda il verbo. Capisco cosa vuole dirmi dopo poco e le dico di proseguire.
<Ehm.. la ragazza che ti ha picchiata.. ha detto che l'altro giorno in infermeria avete.. ecco..> la fermo avendo già capito. Un senso di delusione e rabbia si fa strada dentro di me. Ringrazio la ragazza minuta di avermi detto queste cose e poi rivolgo la mia attenzione a Thomas, rimasto sconvolto.
<Io non so cosa dire.. Mi dispiace davvero.. credevo che fosse seria..> inizia lui.
Lo blocco con una mano, facendogli capire che non ce l'ho con lui.
-Visto? È impossibile che possa provarci seriamente- inizio piano -per lei è tutto un gioco. Ed io come una cogliona ci casco sempre, ogni volta. Quanto sono stupida- stringo i pugni sotto il tavolo. Inizio a guardarmi intorno e, quando la trovo seduta ad un paio di tavoli più in là mi alzo, seguita dal moro.
<Guardate chi c'è> annuisce Cayley. Tutti si voltano e mi ridono in faccia, tranne Lauren che mi guarda seria. Accorgendosi della strana situazione, i membri del suo gruppo tacciono e la guardano interrogativi. Lascio che la rabbia mi infonda coraggio, un coraggio che non ho.
-Tu,- la indico -come hai osato?- ho la voce apparentemente atona. Mi guarda consapevole di ciò a cui mi riferisco e noto il suo sguardo cambiare, dandomi la sensazione che si senta in colpa. La guardo negli occhi triste, delusa ed incredula.
-Rispondimi- alzo di poco la voce. Tutti al tavolo mi guardano increduli, guardando poi il loro 'capo' tacere e non fare assolutamente nulla.
<Bada a come parli> interviene un ragazzo bruno.
-Senti un po', nessuni ti ha interpellato, quindi vedi di tacere e fare il bravo cagnolino- sbotto al limite della sopportazione. Sgraba gli occhi e tace, mentre noto la mensa zittirsi di colpo.
-Perché devi dire queste cose in giro? Quando non sono neanche vere?- la mia voce si è alzata di almeno un ottava.
-Cosa vuoi ancora da me eh? Non pensi di avermi torturata già abbastanza? Non pensi sia ira di smetterla?- okay, sto urlando.
"Abbassa la voce e calmati" risponde con agitazione. Scherza vero?
-Mi prendi in giro vero? Vai a dire a tutti che te l'ho data quando nemmeno ti ho baciata? E devo calmarmi?- sento il cuore rompersi in tanti pezzi, mentre un groppo in gola mi avverte di star per scoppiare in lacrime.
"Come scusa? Cosa avrei detto?" Sembra confusa, come se si aspettasse altro.
-Hai capito bene-
"Io non ho detto assolutamente niente di tutto ciò" dichiara decisa.
-Strano, dicono tutti che le hai dette tu queste cose- incredibile.
"Ma ti sti dicendo che non è così" si alza e si mette di fronte a me.
-Smettila di prendermi in giro, sono stanca, okay? Io non sono una di quelle puttane che te la da ogni volta che vuoi, non sono un passatempo come mi definisci tu e non sono un gioco, chiaro?- sto perdendoa voce a forza di strillare. Tutti guardano la scena senza fiatare e Thomas si avvicina a me in modo protettivo. Cos'ho fatto di male? Cosa?
"Cristo, ti sto dicendo che non sono stata io" alza la voce.
-Stavo cambiando idea sai? Credevo di riuscirmi a fidare almeno un po' ma mi sbagliavo. Non ti è mai importato un cazzo di me, del male che mi facevi e mi stai facendo- sono esplosa e le lacrime minacciano di uscire.
"Ho detto di non urlare!" Mi da uno schiaffo. Respira affannata per l'urlo, ma nei suoi occhi leggo la consapevolezza dell'errore che ha commesso.
-Non sai fare altro eh?- inizio a ridere. Thomas mi guarda preoccupato e si muove per mettersi davanti a me, ma lo blocco.
-Quando lo capirai che non servirà a niente fare così? Quando?- la mia risata isterica rieccheggia nella mensa.
"I-io non volevo.." prova ad avvicinarsi ma mi allontano.
-Mi sono stancata, Lauren, non provare ad avvicinarti mai più, o a toccarmi. Ti avverto per l'ultima volta. Abbiamo chiuso- e detto ciò mi allontano, seguita da Thomas che fa fatica a reggere il mio passo.
"Camila! Camila!" Mi chiama lei, ma non mi fermo. Non questa volta.

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