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Parte 6

Mi sveglio dopo non so quanto tempo, ma noto con piacere che il dolore allo stomaco non c'è più, al contrario quello alla schiena è ancora presente. Riesco a mettermi seduta e mi guardo intorno in cerca di qualcuno. Trovo Dinah davanti alla scrivania intenta a scrivere.
-Buongiorno(?)- azzardo. La mia migliore amica salta per lo spavento e si volta poco dopo verso di me, con sguardo omicida.
D: Ma dico sei impazzita? Volevi che prendessi un infarto?: chiede tra il serio e l'ironico.
D: Sono le 5:30, hai dormito un bel po': mi informa. Ho dormito altre due ore, contando le due di oggi a scuola. Mi stiracchio e rannicchio nelle coperte.
-Che fai?- domando curiosa.
D: I tuoi compiti scritti, per fortuna per lunedì non hai verifiche o altro: afferma sorridente. I miei compiti? E perché mai? La guardo confusa. D: Non eri nelle condizioni per farli e li ho fatti io, dato che domani devi passare tutta la giornata con me non voglio problemi: chiarisce lei. Mi alzo a fatica e mi avvicino per abbracciarla.
-Sei la migliore- le dico sinceramente. C'è sempre stata per me, non mi ha mai lasciata sola e di questo le sono molto grata. Sciolgo l'abbraccio e le dico di riposarsi, mentre io finisco gli ultimi esercizi. Mi sento abbastanza osservata, così, appena termino il mio 'lavoro', mi volto verso di lei.
-Qualcosa non va?- domando, ha un'espressione triste in viso.
D: Mi dispiace per oggi, davvero... I-io non volevo... Solo che non potevo e non posso ancora adesso sopportare di vederti così. Non mi piace vederti così...: le trema la voce, segno che sta per piangere. Non ricordo l'ultima volta in cui abbia mostrato la sua debolezza, e questo mi dice che è davvero dispiaciuta e preoccupata. A passo lento, vado da lei e mi accovaccio alla sua altezza, dato che è seduta sul letto.
-È tutto okay, davvero, non è colpa tua. Ti sono grata per quello che hai fatto, quindi tranquilla okay? Sei la migliore amica che si possa avere- dico cercando di consolarla. Ha gli occhi rossi, ma le lacrime non riescono ad uscire, come se lei si stesse sforzando di non piangere. Mi abbraccia forte, come se avesse paura di perdermi, ed io ricambio nello stesso modo. Dopo il nostro momento di dolcezza, scendiamo in sala e decidiamo di giocare alla X box, precisamente a Tomb Rider. Dopo ciò, facciamo la lotta con i cuscini e dopo cena, decidiamo di vedere un film. Dinah si addormenta a metà proiezione, ed io, avendolo già visto lo stoppo e spengo la TV. Non riesco a dormire, così vado nel bagno al primo piano e mi faccio una doccia. Dopo essere uscita, mi infilo una tuta pesante e decido di fare una passeggiata. Il vento gelido mi pizzica il viso, facendomi accapponare la pelle di primo impatto. Non credevo facesse così freddo. Cammino lungo il viale in cui è situata casa mia, guardando l'immensità del cielo. Arrivo ad una specie di parchetto e mi siedo su una panchina lì vicino, giusto per riposarmi un po'. La schiena mi fa ancora leggermente male e stare troppo tempo in piedi non mi aiuta per nulla. La mia mente vaga a tutto ciò che è successo oggi, ponendosi mille domande, del tipo: perché io? Perché mi ha alzato le mani? Perché si comporta così? E potrei continuare ancora. Scuoto la testa per scrollarmi tutto il caos presente nella mia testa, decidendo poi di rilassarmi intonando qualcosa. Per fortuna il vicinato è abbastanza lontano, se no mi denuncerebbero per disturbo alla quiete pubblica. Mi ritorna in mente il ritornello di "The Hills" dei The Weeknd.

-I only call you when it's half past five
The only time that I'll be by your side
I only love it when you touch me, not feel me
When I'm fucked up, that's the real me
When I'm fucked up, that's the real me, yeah
I only fuck you when it's half past five

The only time I'd ever call you mine
I only love it when you touch me, not feel me
When I'm fucked up, that's the real me
When I'm fucked up, that's the real me, babe- concludo. Sto per iniziare ad intonare la parte dopo quando sento in lontananza una voce. Resto in silenzio per qualche minuto e, non udendo più nulla, penso di essermelo immaginato e sospiro sollevata. Il mio momento di sollievo dura poco, dato che inizio a sentire un profumo troppo conosciuto per i miei gusti. Ho lo sguardo basso e non intendo alzarlo. Non può essere lei. Sento il suo sguardo bruciare su di me, ma non dico nulla. Vedo ad un tratto una coccinella per terra e tento di raccoglierla, anche se mi sbilancio troppo e per poco non cado. Un braccio mi trattiene dalla caduta, mettendosi davanti alla mia vita e spingendomi dalla parte opposta, per far sì che non mi spiaccichi al suolo. Il suo odore mi attraversa tutto il corpo entrando dal naso, facendolo diventare quasi una dipendenza. Mi stacco velocemente dal contatto spaventata. Lauren è chinata su di me, gli occhi verdi che mi squadrano da capo a piedi, le labbra e il naso arrossati dal freddo e le mani senza guanti.
-U-uhm... g-grazie- balbetto. Vuole vendicarsi? Non potrei sopportarlo. Attendo che dica qualcosa, ma non esce nemmeno il suono del suo respiro, che sembra inesistente. So che è viva e non uno zombie dalla nuvoletta d'aria che esce dal suo naso.
-B-beh, io vado- dico svelta. Cerco di sorpassarla per correre a casa, ma all'ultimo minuto mi chiama. Mi fermo sul posto e mi volto verso di lei. Diversamente dal solito ha lo sguardo basso, triste e il suo corpo è teso. Perché non mi guarda in faccia? mi domando. Prova a fare un passo in avanti, ma poi si blocca, come se avesse paura.
"Come stai?" chiede con voce esitante e bassa, come se temesse la risposta. Distrutta, dolorante, con la testa incasinata per colpa tua.
-Bene, più o meno, ho un leggero dolore alla schiena, ma passerà- rispondo neutra.
"Capisco..." fa una pausa. Perché non mi guarda? Non mi tocca? è distante.
"Canti davvero bene, anche se con qualche imprecisione vocalica" cambia argomento. È già la seconda volta che mi ascolta ed è imbarazzante, anche perché io non so nemmeno se lei sappia cantare o suonare. Sorrido e la ringrazio esitante.
-È una delle poche volte che mi viene decente,- inizio a dire senza pensare
-probabilmente perché stavo ricordando il giorno all'inf...- mi blocco. Lo stavo per dire. Ma quanto sono scema? Alza gli occhi su di me di scatto, mentre io cerco un modo per sviare il discorso. Avanza lentamente verso di me, fermandosi poi a mezzo metro di distanza. I suoi smeraldi verdi riflettono la luce della luna, sembrando più vivi e accesi del solito.
"Vai avanti" mi incita. Cosa dico ora?
-Ehm... è tardi e devo svegliarmi presto... ciao- mi volto per andarmene. Mi prende rapida per il polso sinistro per fermarmi, dopo di che mi attira a se per i fianchi. Ho la schiena contro il suo petto, e sento il suo seno morbido premerle contro. Sussulto piano, sperando che lei non mi abbia sentita. Il suo respiro sull'orecchio destro mette i brividi, più del freddo. Mi abbraccia il bacino attirandomi ancora più verso il suo corpo. Non mi piace questa vicinanza. è pericolosa.
"Stavi pensando al giorno dell'infermeria vero?" azzarda. È ovvio che ha capito, vuole mettermi in imbarazzo e ci sta riuscendo.
-Io... n-no...- mento. Se ne accorge, stringendo per ripicca più forte le braccia intorno alla vita, mentre lascia dei baci leggeri sull'orecchio e sotto di questo. Scende fino al collo e poi si ferma. Il cuore ormai ha un ritmo così veloce che credo riesca a sentirlo perfino lei.
"Perché mi respingi?" chiede improvvisamente.
-Ne abbiamo già parlato..- la voce mi trema.
"Quindi stai con quella?" sbotta. Mi giro leggermente per guardarla in faccia, i nostri nasi si sfiorano.
-Io non sto con nessuno..- sono confusa. Lascia la presa dal mio bacino, permettendomi di girarmi completamente.
"Non prendermi in giro, stai con quella ragazza vero?" si sta irritando. Collego i suoi riferimenti a Dinah e decido di risponderle, per evitare l'ennesimo scatto d'ira.
-Non sto con nessuno.. è la mia migliore amica- uso un tono dolce, sperando di calmarla. Il suo viso si rilassa e così tutto il corpo, che si era irrigidito. Non dice nulla, mi guarda e basta.
-Io devo andare.. ciao..- dico piano mentre faccio alcuni passi indietro. La sento bisbigliare qualcosa che non capisco, ma non ci do' peso e mi incammino velocemente verso casa. Tutti stanno ancora dormendo e tiro un sospiro di sollievo. Mi cambio mettendomi il pigiama, dopo di che prendo posto di fianco a Dinah che dorme beatamente. Sento ancora il corpo di Lauren a contatto col mio, le sue mani su di me e il suo respiro caldo che mi solletica il collo. Se solo non fosse così.. non termino il mio pensiero, dato che mi addormento esausta.

...

Mi sveglio con la luce del sole che mi acceca e un buon odore di cioccolata. Mi stiracchio prima di mettermi a sedere. Sulla scrivania noto un biglietto ed un vassoio con la colazione. Mi alzo e mi siedo sulla sedia. Mangia e vestiti oggi si esce leggo. Dinah è la migliore. Faccio come ha detto, ma prima di scendere al piano di sotto, mi do un'occhiata allo specchio. Jeans neri strappati, canotta bianca, giacca di jeans e blaizer nere e bianche. Scendo le scale e fortunatamente senza cadere, arrivando sana e salva in salotto. La mia migliore amica mi abbraccia affettuosa, dopo di che saluto i miei genitori. Lei, al contrario di me, indossa dei jeans stretti azzurri, con un maglioncino bianco sopra e degli stivaletti dello stesso colore. I capelli biondi le ricadono ondulati sulle spalle, con dei boccoli alle punte. è davvero bella.
D: Andiamo?: chiede energica. Rido annuendo e usciamo. L'aria autunnale mi accarezza il viso, pizzicandomi gli occhi. Io e occhi scuri attraversiamo il vialetto ridendo e scherzando, dopo di che arriviamo alla fermata degli autobus e ci avviamo nel centro di Los Angeles. Le strade sono piene di persone, molte delle quali reggono in mano buste di vari negozi. Facciamo compere da H&M, Candies e Ovs. Inutile dire che ci siamo rifatte il guardaroba. Andiamo in un bar abbastanza affollato, dove troviamo un po' di tutto: italiani, spagnoli, inglesi e perfino una famiglia svedese. Individuiamo un gruppo di ragazzi e ragazze poco distanti da noi, così, dopo aver preso i nostri frullati, ci dirigiamo nella loro direzione. Quando arriviamo, troviamo fortunatamente un tavolino libero vicino al loro e ci sediamo. .Mi ci voleva proprio una giornata così con te- ammetto dopo aver bevuto un sorso della mia bevanda. Dinah mi sorride e concorda alla mia affermazione.
<Scusate?> ci voltiamo. Una ragazza bassina e bionda del tavolo di fianco al nostro ci sta guardando.
-Sì?- chiedo
<Siete di Dallas vero?> domanda lei. Io e la mia amica annuiamo. Ci invita a sederci con loro e noi accettiamo volentieri. Sono un gruppo di amici venuti qui con la scuola, oggi è il loro ultimo giorno a Los Angeles e sono liberi di farsi un giro turistico per conto loro. Sono due ragazzi e tre ragazze, Jason e Drew sono due fratelli, anche se completamente diversi. Il primo è biondo con gli occhi neri, jeans larghi e canotta nera con Vans, il secondo è bruno con gli occhi castano-verde, dei jeans stretti e una camicia azzurrina, ai piedi delle Converse bianche. Jason è molto socievole e divertente, anche se abbastanza rumoroso, mentre Drew è timido e silenzioso, riservato oserei dire. Le tre ragazze sono entrambe sul castano scuro, Mary e Brooke hanno gli occhi castani, mentre Jamie ha gli occhi azzurri, quasi come l'oceano. Sono splendidi. Sono tutti molto simpatici, soprattutto quest'ultima, che mi è stata accanto tutto il tempo. Dinah ha fatto amicizia con Drew, sembrano trovarsi molto in sintonia, mentre Jason e Brooke camminano davanti a noi mano nella mano e Mary parla al telefono con il suo ragazzo. Sono ormai le 6.50 p.m. e loro ci informano di dover andare al punto di raccolta. Io e Dinah ci offriamo di accompagnarli e così ci avviamo verso la meta da loro prevista. Dinah ormai è assorta a parlare con tutti i componenti del gruppo in cui siamo capitate, ad eccezione di Jamie, che è ancora con me. è molto simpatica e solare, ha il septum ed un sorriso bellissimo. Ci proverei se non se ne dovesse andare. Abita a San Antonio ed ha 18 anni. Mentre parliamo di cosa si dovrebbe fare o non fare al primo appuntamento, mi pone una domanda che non c'entra nulla con questo argomento.
<Sei fidanzata?> Scuoto la testa.
-No, non lo sono, e tu?- sorride quasi fosse contenta. Forse però è una mia impressione.
<No, lo ero, ma lei mi ha lasciata perché si è accorta che non mi amava> ha un tono un po' triste. Le prendo la mano e gliela stringo per rassicurarla.
-Non ti conosco molto, anzi, non ti conosco affatto, ma da quel che ho potuto notare sei una bravissima ragazza, bella, allegra e fai sorridere tutti. Troverai sicuramente quella giusta- le dico sinceramente, mentre penso che continuare a flirtare con lei non è poi una cattiva idea. Arriviamo al punto d'incontro dove troviamo già delle persone. Io e Jamie continuiamo a parlare, anche se l'attenzione di entrambe è rivolta sulle labbra dell'altra. Quando è il momento di salutarsi, saluto il resto del gruppo per poi tornare da lei.
-Beh allora ci si vede- dico positiva.
<Se mai verrai a San Antonio passa a salutare> dice lei sorridendo.
-Sicuramente- mi avvicino. Mi guarda negli occhi come rapita.
<Hai degli occhi bellissimi> dice piano. Sorrido avvicinandomi ancora di più, finché non sono a pochi centimetri da lei. Deglutisce e torna a fissarmi le labbra. Da questa vicinanza mi ricorda Lauren, anche se lei è più grande, alta ha gli occhi verdi e decisamente non è così dolce.
-Grazie, anche tu- sussurro per poi chinarmi e lasciarle un casto bacio sulle labbra. Rimane qualche secondo sorpresa, dopo di che approfondisce il bacio. Ha delle labbra morbide e fredde, un sapore di fragola su queste. Ci stacchiamo ormai senza fiato e lei poi raggiunge gli altri. Sorrido felice, non baciavo qualcuno da almeno cinque mesi, da quando avevo rotto con Ray, la mia ex ragazza. Dinah si avvicina con un grande sorriso a me ed io la guardo ridendo. D: Qualcuno ha fatto conquiste: ammicca. Scuoto la testa e le faccio la linguaccia.
-È stato un bacio di ringraziamento, nulla di più, inoltre da vicino mi ricordava Lauren- il morale scende di nuovo. Dinah lo nota e mi da una pacca sulla spalla.
D: Mi dispiace, davvero, ma ora su col morale! Ora si va a ballare!: esclama entusiasta. Mi riscuoto a quelle parole. Ballare? Io non so ballare!
-No, no, sono una frana e lo sai- cerco di svignarmela, ma lei mi prende per un braccio.
D: Eh no, piccola Camila, stasera ci si diverte. E poi domani hai lezione alle 10, quindi puoi permettertelo.: dichiara convinta la mia migliore amica. Sconfitta lascio che mi trascini a casa per prepararci. "Spero di non vederla"

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