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Parte 12

La musica alla radio fa da sfondo al nostro viaggio di ritorno, stavolta la playlist è una delle sue salvate sul telefono. Mentre lei segue le indicazioni sul navigatore, io mando a mia madre un messaggio avvertendola di star tornando, non preoccupandomi più di tanto dell'orario. Sono stata così tanto tempo da sola che, una volta a casa, non mi stupirei di trovarla vuota. Jade prende una sigaretta dal pacchetto con nonchalance e l'accende, abbassando nel mentre il finestrino. Storco per un attimo il naso, non aspettandomi la nuvoletta grigia venire nella mia direzione a causa del poco vento entrato.
" Scusa, cattiva abitudine " mi dà un'occhiata veloce, per poi tornare a dare attenzione alla strada.
- Tranquilla, nessun problema, può capitare - sorrido e appoggio la testa al finestrino, chiudendo gli occhi e rilassandomi.
- Ti ringrazio davvero per tutto quanto, ho passato una bellissima giornata - guardo fuori, incantandomi con la visione del paesaggio che cambia man mano che ci allontaniamo.
" Sono contenta di sentirtelo dire, speravo fosse qualcosa che ti piacesse " rallenta ad una curva, cambia marcia, riprendendo poi velocità. Ci guardiamo entrambe per un attimo, prima che lei riporti l'attenzione sulla strada ed io con lei.
- É così che conquisti le ragazze? O solitamente non ne hai bisogno? - penso colga la mia vena ironica, poiché la sento ridere piano.
" Non  ne è ho bisogno solitamente, vengono da me senza che io faccia nulla " e la sua risposta infastidisce un po' la mia autostima, ma allo stesso tempo la alza di un'asticella.
- Quale onore avere le sue attenzioni senza doverle fare gli occhi dolci, signorina - mi inchino quanto posso data la cintura di sicurezza, gesticolando con le braccia un'accompagnamento alla mezza riverenza. Non riesco ad evitare un suo pizzicotto sulle costole, ma intercetto il secondo e le blocco la mano.
- Non osare, vigliacca, non posso difendermi dato che stai guidando - lei alza le spalle in risposta.
" Proprio per questo è divertente... " si ferma ad uno stop e controlla gli specchietti retrovisori. Non capisco cosa stia guardando, finché non si sporge verso di me portando la sua bocca vicino al mio orecchio. Non so cosa aspettarmi e dall'ansia, rimango ferma, sentendo il mio cuore accelerare un minimo i battiti.
" Perché posso fare quello che voglio e, a meno che tu non voglia farci uccidere, ti consiglio di stare ferma ". Ritorna alla sua postazione, si accerta di non avere nessuno dietro e ai lati, mette la freccia e svolta in una strada extraurbana. Ci siamo passate anche all'andata, da qui dovrebbero mancare quindici minuti credo. Deglutisco e sospiro piano, temendo di far rumore.
" Ti hanno mangiato la lingua? " ma la mia mente sta già vagando su quali magnificenze la sua di lingua potrebbe farmi. Ancor di più, mi esalta l'idea di usare la mia per un piacere personale e reciproco. La sua risata al mio silenzio sovrasta la musica, riportandomi alla realtà.
- No, ma ti conviene tenere le mani a posto - credo di avere gli ormoni in subbuglio, non sono solita ad avere questi alti e bassi sessuali verso gli altri. Effettivamente parlando, è la prima volta che mi trovo a pensare di me stessa certe cose.
" Altrimenti? Tiri fuori le unghie come i gatti? " il suo tono provocatorio mi sta portando ad essere leggermente più aggressiva e audace, anche se probabilmente, sono io che essendo troppo timida, mi fomento per poco.
- E mordo anche come loro - sono tentata di imitare il verso dell'animale in questione, ma al pensiero di sembrare stupida evito.
" Non ho dubbi " mi sfotte ancora, facendomi sentire un'adolescente in piena crisi ormonale. Tutto di lei mi lascia spaesata, incantata e desiderosa di farmi toccare in qualsiasi modo lei preferisca, ma mi astengo da fare ulteriori commenti o buttarmi tra le sue braccia implorandole di non fermarsi. Mai l'ho fatto, tantomeno con lei. Ma il modo in cui ogni parte del mio corpo freme dalla voglia di un contato, anche il più innocuo, mi stravolge tutto ciò che di razionale ho in mente. Persino la sua postura in auto, il modo in cui maneggia il volante, in cui sposta il cambio, la mossa più innocente possibile, mi fa pensare al sesso. Probabilmente, se me lo chiedesse adesso, non riuscirei a dirle di no. Non l'ho mai fatto in macchina, ma con lei sarei ben disposta, a costo di stare scomoda. Scuoto il capo e mi ammonisco, sapendo benissimo che cedendo esclusivamente ai miei istinti, non sarei diversa da tutte le ragazze con cui è stata. Da qui, mi sorge spontanea una domanda.
- Con quante della scuola sei andata a letto? - ed eccola qua, la parte di me curiosa e invadente che viene fuori quando ho troppi pensieri per la testa. Non mi risponde subito, ma percepisco del disagio improvviso, seguito poi da un'effettiva analisi della mia domanda.
" Se ti rispondo sul serio, non è che poi mi dai della poco di buono e te ne vai, no? " e rimango un attimo perplessa.
- Perché dovrei? Ho visto il tuo andamento a scuola e, benché non approvassi, non ho mai pensato tu fossi una poco di buono - ne avrà sentite parecchie.
" Non si sa mai. La gente spesso non capisce che io non sono le persone che mi porto a letto. Sono stata con tante ragazze, ma per un mio capriccio personale, non perché ne fossi innamorata " la risposta mi sorprende solo in parte. Ho capito che per lei il sesso è un passatempo, qualcosa con cui scaricare lo stress o la noia. D'altro canto però, non capisco se abbia mai avuto una relazione o meno.
- Quindi non hai mai avuto una storia seria? Ti sei divertita fino ad ora? - sarei davvero in grado di soddisfarla come nessuna abbia mai fatto?
" No. Ci ho provato, una volta, ma non è durata molto. Avevamo pensieri diversi e progetti di vita opposti. Preferisco stare sola o, nel caso di bisogno, divertirmi " ed una marea di pensieri contrastanti si fanno largo nella mia mente. Che stia giocando anche con me? Mi butterà via appena sarà stanca?
" Sei effettivamente la prima ragazza con cui provo a fare per bene le cose " trattiene il labbro inferiore con i denti per evitare una smorfia divertita, probabilmente non volendomi lasciar intendere cosa pensi davvero della faccenda.
- Lo dici perché è la verità o stai mentendo? - i miei occhi sono ridotti a piccole fessure con sguardo diffidente, come se la cosa possa intimorirla. Si ferma davanti casa mia, prestandomi attenzione.
" Se stessi mentendo non saresti qui, dico bene? " quel sorriso strafottente, quanto lo detesto.
- Forse è una tua strategia... - la vedo alzare di poco il sopracciglio e guardarmi di sbieco. É pressoché contrariata dalla mia affermazione, tanto che mi fa dubitare delle mie parole.
- Okay, non lo è. Continuo però a non capire... perché io?! - e nemmeno stavolta il suo viso fa una piega. A volte penso che non percepisca le emozioni come solitamente fanno le persone, sa essere davvero fredda nei modi quando vuole. É così strano, come una persona tanto premurosa e gentile, possa diventare così distante da un momento all'altro.
" E perché non dovresti? " mi sto innervosendo.
- Smettila di rispondere alle mie domande con le tue, non ha senso! - mi rendo conto di aver alzato un po' la voce e, in imbarazzo, le chiedo scusa.
" Non sono obbligata a risponderti " non ha tutti i torti, ma non vedo perché non farlo.
" Hai tante qualità, sei genuina e mi sento così bene con te... Sono così importanti le motivazioni? Non ti basta il fatto che io abbia scelto di avere una relazione con te? " credo di non aver capito.
- C-come scusa? - non ci posso credere.
- Vuoi avere una storia con me? Ne sei sicura? - non riesco a non guardare altro se non i suoi occhi, in ricerca di qualsiasi segno che mi stia prendendo in giro.
" Beh, credevo lo avessi capito, che fosse evidente " per un attimo, un rapido istante, noto i lati delle sue labbra piegarsi un minimo all'insù, come se volesse sorridere. Peccato però, che tutto ciò che vedo sia un'espressione triste e rassegnata.
- Mi hai stuzzicata per mesi, sbattendomi in faccia le tue conquiste giornaliere o settimanali, ho tutti i motivi per rimanere perplessa, non credi? - non mi risponde, credo stia elaborando le mie parole. Spero non risultino cattive o, se non peggio, offensive.
- Non ho mai pensato fossi una bugiarda, solo... non mi spiego cosa ci trovi in me per arrivare ad abbandonare le tue abitudini, la tua libertà -. A pensarci bene, ho molti lati positivi devo dire, perché non dovrebbe volermi? Scoppio a ridere da sola, sembrando probabilmente pazza ai suoi occhi.
" Pensi di non essere abbastanza per me? " mi prendo qualche secondo per riflettere.
- Hai proprio ragione, io a differenza delle altre non ocheggio - e comincio a sghignazzare. La sua reazione a scoppio ritardato mi coglie quasi impreparata, tanto che non capisco più se sia impazzita o se abbia capito il mio discorso e lo trovi divertente.
" Sei molto più di quel che sembri, Ashley, datti un'opportunità. "
Il fatto che mi stringa in un abbraccio e mi baci il capo, mi accalda particolarmente e, una volta uscita dall'auto e lasciato la mora andare a casa, quasi mi cedono le gambe. Mi impongo di prendere un po' d'aria prima di rientrare in casa, cercando di nascondere il più possibile il mio stato d'animo e mettendo come al solito un minimo di distanza tra me e i miei genitori. Solo adesso, mentre infilo le chiavi di casa nella serratura, noto la loro macchina parcheggiata.

Stiamo finendo di cenare, in tv riproducono un carosello di pubblicità che, in tutta onestà, non so quanto loro stiano seguendo. Abbiamo passato la serata pacificamente, chiacchierando su ciò che stiaguardando, e raccontandoci l'andamento della nostra giornata senza litigare. È da tanto tempo che non stavamo così bene e mi è mancata questa serenità. Ho finalmente capito che, nonostante lavorino per la stessa azienda, svolgono mansioni diverse e, di conseguenza, non si vedono granché durante il loro turno. Mi chiedono come sia andata la mia gita e, omettendo dei particolari, racconto dove siamo state e del pic-nic improvvisato. Condivido anche la gioia di essere riuscita a farmi degli amici, degli impegni presi insieme e del mio probabile ruolo principale nel saggio di fine anno. I loro complimenti e l'espressione serena e felice che mi riservano, mi riempiono il cuore e mi alleggeriscono l'animo. Qualsiasi cosa sia successa tra loro, spero vivamente sia risolta. Mi chiedono di invitarli a casa per cena un giorno di questi, volendoli conoscere e vedere, così da essere anche più sereni quando sono fuori casa.
<< Dicci tesoro, hai conosciuto qualche bel ragazzo? Devo essere geloso? >> esordisce mio padre mentre si versa del tè caldo.
<< Noi abbiamo notato che sembri essere più euforica ultimamente, è successo qualcosa in particolare? >> vorrei avere una pala e sotterrarmi. Fingo una risata e gesticolo in dissenso con la mano.
- Ho appena trovato delle persone con cui uscire e parlare che non siano Sally, datemi tregua. Sto ancora cercando di stabilizzarmi e crearmi una vita qui, un fidanzato non è qualcosa di cui necessito al momento - sparecchio la mia parte, per poi avviarmi in stanza.
<< Non so se essere contento di questa affermazione o preoccuparmi >>
<< Beh, almeno ci evita la maggior parte dei dilemmi che fanno le ragazze a quest'età >> lo rincuora mia madre. Rido tra me e me sentendo il continuo della conversazione, finché non chiudo la porta della camera alle mie spalle. Sono le ventidue e trenta ed io, come promesso giorni addietro ai miei amici, inizio a prepararmi. Vogliono portarmi in una discoteca che predilige il raggaeton e latino americano, avendogli spiegato la mia ignoranza in tema di locali, ristoranti e quant'altro. É il primo anno dove a tutti gli effetti mi sento una ragazza della mia età. Ho degli amici, alterno lo studio con i miei hobby e il mio piccolo gruppo, mi frequento con una ragazza e non sento quel peso di ansia e solitudine che fino ad ora mi portavo dietro. Sapere di avere qualcuno al mio fianco, che mi sostiene e crede nelle mie potenzialità, mi fa vedere la vita da una prospettiva diversa, quasi emozionante, rispetto alla monotonia in cui ero caduta. Mi viene da ridere pensando che, per sentirmi vicino alla normalità della società, dovessi cambiare completamente stato. Se me lo avessero detto tempo addietro, probabilmente non ci avrei creduto. Per le ventitré e mezza sono pronta, indossando una gonna stile scuola orientale fino alle ginocchia, a scacchi bianchi e neri, una camicia corta e bianca a mezze maniche, calze a rete a quadrato grande e degli stivali. I capelli sono raccolti in due codini alti, facendo risaltare la loro lunghezza ormai evidente. Arrivano a metà schiena, forse devo seriamente pensare di dargli una spuntata dalla parrucchiera, o di questo passo diventeranno uno strascico come quello delle spose. Rabbrividisco alla scena, sarebbero impossibili da gestire e non ne avrei né il tempo e né la voglia. Il trucco è leggero, non sopportando molto l'odore e la consistenza sulla pelle. É proprio quando infilo la giacca e mi guardo allo specchio, che un'idea stupida ma divertente si fa largo nella mia mente. Prendo il mio telefono, rispondendo ad un messaggio di Mike e avvisando Meredith di essere pronta. Seleziono la nuvoletta indicante nuovo messaggio e clicco sul contatto da me voluto. Ho un attimo di esitazione, prima di cliccare sull'icona della fotocamera e scattare.

Da Ashley: * foto *. I ragazzi mi portano in un nuovo locale, a tema latino americano, dici che vado bene? Tu hai programmi stasera?

Passano circa una decina di minuti e nel mentre la rossa mi dice che gliene mancano venti per arrivare qui, segno che è quasi arrivata dai due fratelli e devo avviarmi per farmi trovare sulla via, evitandole un giro dell'oca. Saluto i miei genitori una volta giù dalle scale che, come pensavo, non prestano attenzione a me ma a dei documenti sparsi sul tavolo.
- Io esco! A domani! Vi mando la posizione appena arrivo! - e nel mentre che chiudo la porta sento le loro solite raccomandazioni, che mi fanno sorridere tutte le volte. Il telefono vibra poco dopo che esco di casa, distraendomi dallo scegliere la colonna sonora che mi accompagnerà in questo piccolo tragitto da sola.

Da Jade: Penso sarai la ragazza più sexy del posto. Divertitevi e fate i bravi, mi raccomando. Io sono con Sharon e suo fratello al parco, rilassarsi di venerdì sera è una nostra usanza. Tra una mezzora dovrei andarmene.

Sono indecisa su cosa dire. Vorrei invitarla, passare la serata con lei, ma allo stesso tempo non vorrei gli altri si sentissero esclusi. Un clacson riporta la mia attenzione alla strada, notando di essere arrivata molto più in la di dove dovessi.
<< Vuoi salire o rimani ferma li, di grazia? >> la voce di Michael mi aiuta a capire dove sono e, facendo attenzione agli altri veicoli, li raggiungo.
<< Sei uno schianto ragazza! Devi far colpo su Jade? >> continua lui, seguito dalle risate di suo fratello e della mia amica. Mi sento in imbarazzo, tanto che non rispondo alla sua domanda e li incito a partire.
<< Sul serio, Ash, l'hai invitata? >> riprende lei il discorso, ora curiosa della mia risposta.
- In realtà... no. Ci avevo pensato, ma era del tempo che non stavamo insieme e ho pensato lo preferiste, per stare tra noi... - senza accorgermene subito, sono passata sulla difensiva, non volendo ferirli in alcun modo. C'è un silenzio che non comprendo, prima di sentire la loro opinione.
<< Sai, abbiamo notato questo tuo modo di fare... come posso dire... >> inizia lei.
<< Insicuro, se possiamo definirlo così, che hai a volte con noi >> il ragazzo al mio fianco mi guarda genuinamente negli occhi, sorridendomi dolcemente.
<< Io non so la tua storia passata, ma non devi avere paura di esprimere un tuo volere o una tua opinione con noi >> appoggia entrambe le mani sulle mie spalle, catturando totalmente la mia attenzione, non avendo mai osato tanto in questi mesi di amicizia.
<< Non potremmo mai arrabbiarci se volessi stare con noi e la tua ragazza, anzi, saremmo contenti che tu voglia farcela conoscere >> qualcosa si smuove all'altezza dello sterno, facendomi venire un nodo alla gola.
<< Concordo con lui, sei troppo sugli attenti, devi rilassarti. Siamo tuoi amici, se ci fosse qualcosa che non va, te lo avremmo detto >> e dal canto mio, non riesco a dire niente se non un timido grazie.

Teatro Kapital

Non so che ore siano, ma penso che la sfida di shot che abbiamo fatto mi abbia dato alla testa. Mi sono appoggiata al bancone poco lontano dagli altri, per prendere aria. Chissà che sta facendo Jade. Nel pensarla, mi torna in mente che non ho più risposto al suo messaggio e tiro fuori il telefono, cercando di non farlo cadere. Sblocco lo schermo e mi trovo due messaggi suoi.

Da Jade: Alla fine anche loro hanno proposto di uscire, non so dove mi porteranno

Da Jade: Voi dove siete?

Merda. Risalgono ad un' ora fa. Le mando la posizione, non riuscendo bene a distinguere i tasti e, di conseguenza, a scrivere. Chissà se verrà davvero e, se nel caso in cui lo faccia, quanto ci metterà a trovarmi. Una canzone in particolare attira la mia attenzione, di conseguenza raggiuno gli altri per cantarla e ballarla insieme. Nonostante le forti luci e i flash continui, riesco a distinguere i loro visi affaticati e, volendo continuare la serata con loro, propongo un altro giro di shot. Sarà che costano poco, che per fortuna abbiamo sempre un po' risparmiato durante gli anni, ma andare di piccoli ma carichi drink, è la soluzione che preferiamo. Nel mentre che siamo in fila alla cassa, una voce femminile inizia a chiamare il nome di Michael, facendoci girare un po' ovunque.
<< Consuelo! Da quanto tempo! >> mi passa davanti per salutare una ragazza di circa ventiquattro o venticinque anni, che sta per oltrepassare il bancone. Sarà un metro e sessanta circa, un fisico sodo di palestra che si nota dal suo portamento e dal corpo tonico, capelli castani che le arrivano sulle spalle ma, purtroppo, non riesco a vedere chiaramente il colore dei suoi occhi, per via della lontananza e delle luci.
<< Come stai? All'accademia tutto bene? >> ci avviciniamo a lui, ascoltando la conversazione per capire chi sia.
<< Sì, per fortuna tutto okay, molto stancante. Il lavoro tutto bene? Tua madre? >> lei sorride affettuosa e risponde qualcosa che non capisco, dato che sono partiti tutti ad urlare insieme al vocalist.
<< Ragazzi, lei è Consuelo, mi faceva ripetizioni alle superiori. Loro sono Ashley e Meredith >> ci stringiamo amichevolmente la mano, mentre Mike le fa un cenno con la mano e niente di più.
<< Dovete prendere da bere? >> le rispondiamo che stiamo aspettando da un po', data la fila.
<< Aspettate un attimo >> e nel mentre entra nella porta di servizio per i dipendenti.
- Wow, hai questi agganci e non ci dici niente? - lo stuzzico col gomito sulle costole, provocando una risata comune.
<< Ma smettetela, è come di famiglia, la conosco da tanto tempo >> mi chiedo quante altre sorprese ci riserverà questo ragazzo.
<< Eccomi! >> si sporge verso di noi e ci fa cenno di spostarci dal lato opposto.
<< Offro io, ditemi cosa volete! >>.
Ed è così che i nostri buoni propositi fanno spazio alla voglia di alcol, portandoci ad ordinare drink abbastanza forti. Non so definire il momento esatto in cui io smetta di bere e vada a ballare, ma non scorderò mai come, voltandomi ad occhi chiusi durante un ballo improvvisato, io mi ritrovi tra le braccia di Jade una volta riaperti. Le sue mani avvolgono il mio busto da dietro, sfiorando il lato basso dei miei seni. É leggermente piegata in avanti, essendo più alta di me, le sue labbra vicino al mio orecchio.
" Ciao, bellissima. Ti sono mancata? " mi manca l'aria dalla felicità e dall'eccitazione che si è appena accesa. Mi lascia andare, permettendomi di girarmi e portare le braccia intorno al suo collo, iniziando ad accarezzarlo con le unghie leggera, a mo' di grattino. Le sue mani mi cingono i fianchi, esercitando una piccola pressione che, nella mia mente, vuol significare tantissime cose.
- Sì, speravo venissi - dietro di lei vedo apparire, tra una spinta e l'altra, Sharon ed un ragazzo che le somiglia, solo più alto, capelli neri e occhi color miele. La mora si sposta al mio fianco, così da salutare con una stretta di mano i miei amici e, successivamente, presentarci Santiago, il fratello di Sharon. Rimangono a fare due chiacchiere, notando bellamente il fatto che siamo tutti brilli.
<< Vi state dando alla pazza gioia >> esordisce la sua amica ridendo, passando il suo drink al ragazzo al suo fianco, che ne beve qualche sorso.
<< Abbiamo appena scoperto che Michael conosce una delle bariste. Ci ha fatto bere gratis >> Meredith è ancora incredula, mentre lascia delle pacche amichevoli sulla spalla del povero mal capitato, che chiede solo di essere lasciato stare.
" E tu? Quanto hai bevuto? " alzo le sopracciglia in dissenso, seguite dagli occhi che volgo al cielo. Possibile che a tutti piaccia trattarmi come se fossi piccola e indifesa?
- Tu quanto hai fumato, invece? Immagino tu abbia anche bevuto? - le mie dita partono a giocare con le venature in rilievo sulle sue braccia, lasciate scoperte per via del top-crop bianco con lo scollo a 'V'. Passo a guardarle la vita fasciata da un jeans nero stretto, che risalta perfettamente le sue forme. È davvero strano come, ai miei occhi, lei stia bene con tutto. Il suo profumo, il fatto che sia stupenda, l'alcol e gli ormoni, urlano dentro di me.
" Credo di sapermi gestire più di te, al momento " mi sfotte con quel suo solito sorriso arrogante.
- Ma davvero? Vogliamo scommettere che cederai tu per prima? - aumento di poco la pressione delle mie unghie sulla sua pelle, sentendo come vanno in tensione i muscoli. I suoi occhi sono per me una calamita, mentre noto come il verde bosco lascia spazio ad una venatura di castano chiaro e al rosso, dato molto sicuramente dagli spinelli precedenti.
" Uh, la gattina sta tirando fuori gli artigli a quanto pare " sorrido genuinamente alla sua affermazione. Afferro i suoi bicipiti per tenermi in equilibrio mentre mi sollevo in punta di piedi, raggiungendo il suo orecchio. Mi sorregge con le mani sui fianchi, dandomi un calore piacevole data la loro temperatura.
- Spero ti piaceranno i graffi che ti lascerò come mio ricordo - mi allontano giusto in tempo per sentire uno dei miei amici urlare qualcosa. Faccio cenno di non aver sentito e chiedo di ripetere.
<< Andiamo a ballare? >> ed io vorrei soltanto stare sola con lei, in mezzo a tutti, ma vicino a nessuno che conosco. Non sono ancora perfettamente a mio agio con loro sotto certi aspetti e, col tempo e la conoscenza, impareranno anche a vedermi in questo modo, non essendo minimamente abituati. Non vorrei prendessero uno shock o che pensassero sia solamente l'alcol.
" Andate pure avanti, io e Ashley vi raggiungiamo dopo " mi prende la mano e, a mia sorpresa, usciamo dalla sala per poi usare una porta per accede ad un'altra stanza. La musica che sento è proprio quella che cercavo, così la trascino in mezzo alla pista, non vedendo l'ora di assaporare la mia rivincita su di lei. Le farò vedere come, se davvero lo voglio, non riuscirà a stare al mio passo.

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