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Mark:

La voce familiare di Jinyoung raggiunse le mie orecchie e deglutii. Perché doveva essere lui? Sì, era il mio migliore amico e anche qualcuno di cui mi fidavo nonostante cosa accadesse, ma lui mi conosceva anche troppo bene.

Quindi probabilmente avrebbe saputo che avevo fatto davvero sesso con Jackson, dal momento che poteva leggermi come un libro aperto. E probabilmente sarebbe stato abbastanza intelligente da capire che stavo portando il figlio di quel idiota.

Non ero nemmeno sicuro se me lo avesse già chiesto o se continuasse a guardarmi ancora per vedere se la teoria che aveva formato fosse vera. E sebbene sapessi che probabilmente lo sapeva, non avevo intenzione di dirglielo.

Alla fine avrei abortito. Non era necessario dire a tutti del bambino che non sarebbe più esistito la prossima settimana. Inoltre, non volevo che Jinyoung cercasse di convincermi a tenere il bambino anche se era di Jackson.

"Mark? Tutto ok?" Mi chiese il mio amico ed uscii dalla cabina. Il più giovane mi guardò con preoccupazione nei suoi occhi marroni. "Cosa c'è che non va? Sembri pallido." Mi disse e pensai a cosa dovessi rispondergli.

"Sto bene. Ho solo mangiato qualcosa di sbagliato." Borbottai e andai ai lavandini per lavarmi la bocca. Il riflesso di Jinyoung mi guardò scettico. "Sei sicuro che sia solo quello?" Mi chiese, probabilmente conoscendo la risposta.

Mi asciugai l'acqua dalle labbra e mi voltai per guardarlo. "Sono assolutamente sicuro. Non hai bisogno di preoccuparti di me." Diedi il meglio per sorridergli, ma rimase scettico.

"Sai che so che quelle voci su di te e Jackson sono vere. Non puoi mentirmi Mark. Sei proprio sicuro che non abbia qualcosa a che fare con la notte che hai avuto con lui?" Alzò un sopracciglio.

"Sì sono sicuro. Non ha niente a che fare con quell'idiota." Scattai un po' brusco, ma mi sentii subito dispiaciuto per aver parlato con Jinyoung in quel modo. Era solo preoccupato per me. "Mi dispiace." Dissi sottovoce.

Mi fece un piccolo sorriso. "É ok. So che non ne vuoi parlare. Ricorda solo che puoi contare su di me." Mi mise la mano sulla spalla prima di girarsi, facendo cenno di seguirlo.

Lasciammo il bagno e camminammo lungo il corridoio per raggiungere la nostra classe. Non volevo essere in ritardo dato che non sapevo come avrebbero reagito i miei ormoni se l'insegnante mi sgridasse di fronte a tutta la classe.

Entrai nella stanza e mi sedetti sulla mia sedia vicino alla finestra. Gli altri studenti mi guardavano sussurrando tra loro. Potevo già immaginare di cosa stessero parlando.

Tranquillamente presi i miei libri e aprii una pagina per comportarmi come se stessi leggendo mentre cercavo di ascoltare di cosa stavano parlando. Sfortunatamente non capii molto di cosa stessero parlando. Sentii solo il mio e il nome di Jackson un paio di volte.

Beh, immagino che ne avessero già sentito parlare. Oh, che bello. Non volevo che parlassero di me. Ma come avrei dovuto convincerli che non c'era mai stato qualcosa tra me e Jackson?

Ovviamente quella era una bugia, ma sarebbe stato meglio se tutti se ne fossero dimenticati il ​​prima possibile. Forse sarei stato fortunato e ci sarebbero stati nuovi pettegolezzi durante le prossime settimane. Volevo solo essere fuori dai riflettori.

Alzai lo sguardo quando sentii la voce di Jackson che pronunciava il mio nome. Il biondo era seduto accanto a Kim Namjoon e stavano ovviamente parlando di me. Sperai davvero che Jackson non gli avesse detto cosa era successo.

"Non hai dormito con lui, vero?" Chiese Namjoon in tono neutro. "Certo che no. Sono andato nella tua stanza per dormire, era lì, si è buttato su di me ma l'ho respinto. Perché dovrei dormire con qualcuno come lui? Sarebbe disgustoso." Disse l'altro ragazzo.

Sentii la rabbia scorrermi lentamente nelle vene e mi ci volle tutto il controllo per rimanere seduto lì in silenzio, anche se avevo voglia di alzarmi e schiaffeggiarlo. Questo stronzo era davvero serio? Lo aveva chiamato disgustoso?

Non mi importava davvero che cosa pensasse di me, davvero. Ma mi stava davvero incolpando ora?! Era stato lui a baciarmi e a trascinarmi nella stanza di JB, dove aveva preso la mia verginità.

"L'ha fatto davvero? Ho sempre pensato che fosse così tranquillo, ma chi avrebbe pensato che fosse un po' troia dentro?" Il ragazzo più alto rise e sentii il sangue ribollire. "Lo so, vero? Voglio davvero sapere chi sarà la sua prossima vittima." Rise il cinese.

Mi alzai dalla sedia e mi voltai verso i ragazzi che ridevano. Raggiunsi il loro banco e sbattei la mia mano in basso vicino a quelle di Jackson. "Come puoi osare parlare di me in questo modo?" Chiesi, completamente in collera.

Il biondo si alzò e sollevò le mani in difesa. "Calmati Tuan. Sto solo dicendo com'è andata." Disse tranquillamente e ignorai il desiderio imminente di schiaffeggiarlo. "Dici com'è andata? Tu sai..." Una voce mi fermò.

"É abbastanza Mark. Per favore siediti." Il nostro insegnante arrivò e salvò Jackson e mi fermò dal dire la verità riguardo la sera della festa di Jaebum. Questa fu la prima volta che fui grato per il suo arrivo.

Mi sedetti sulla sedia e sospirai. Gli studenti attorno a me iniziarono a sussurrare di nuovo. Ma adesso non era più di me e Jackson che avevamo fatto sesso alla festa. No, era di me che ero diventato una puttana.

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