Capitolo 57
La sveglia suona alle 8 ma non mi ricordo di averla messa ieri sera, mi allungo il braccio per spegnerla poi cerco Fede nel letto ma non c'è.
Non credo che sia già uscito, mi aveva detto che non sarebbe andato a lavorare questa settimana.
Mi sto stiracchiando quando lo vedo entrare con un vassoio in mano. ‹Cappuccino, pancake e succo per la mia amata moglie› dice e appoggia il vassoio sul letto poi si sporge per baciarmi, ‹buon giorno signora Rossi›
‹Dio, quanto suona bene› dico mettendogli le braccia attorno al collo.
Mangio i pancake fatti da Federico, ‹stai migliorando a cucinare. almeno adesso sono commestibili›
‹Perché prima non lo erano?›
‹Fede sai benissimo che non sei mai stato un granché come cuoco› dico
‹Davvero?› domanda
Annuisco e Fede poggia il vassoio sul mio comodino. ‹Devi andare in ufficio?›
Nego con la testa. La direttrice mi ha proibito di presentarmi in ufficio e ho ordinato invece di prendermi i miei giorni di nozze matrimoniali.
‹Meglio, abbiamo la mattinata per noi poi devo vendicarmi per quello che mi ha detto› dice facendomi un sorrisetto malizioso e arriva dentro al mio ventre, ‹talaltro è meglio approfittarne adesso› dice mentre sfiora la mia pancia.
Trattengo il respiro quando me la sfiora e anche quando sfiora il bordo delle mie mutandine.
Mezz'ora dopo averlo fatto e concessi i nostri cinque minuti di coccole, adesso sono sotto la doccia per prepararmi per partire e resteremo fuori Milano per un mese circa.
Ho deciso di accompagnarlo perché preferisco mille volte seguirlo in tour che andare a fare la turista in una qualsiasi altra città.
Mi piace vederlo stare sul palco, cantare, saltare e parlare con le fan soprattutto quando leggono i cartelloni che fanno per loro. Si vede che tengono a loro.
‹Benjamin ci passa a prendere tra venti minuti, poi andiamo direttamente a prendere Serena per poi partire direttamente› dice Fede interrompendo i miei pensieri.
Indosso un semplice vestito primaverile color pesca e sto finendo di fare la valigia.
Mi ha consigliato di non portarmi tante cose, ma solo quelle necessarie.
‹Mi piace questo vestito› dice Fede giungendo alle mie spalle
‹Infatti lo metto apposta› dico e mi giro verso di lui, ci baciamo prima che il citofono ci disturba.
‹Sempre nei momenti inopportuni viene eh...non cambia mai› borbotta Fede allontanandosi per andargli ad aprire la porta
‹Non è colpa sua povero› dico portando la valigia in salotto
‹La portavo io, non devi dare sforzi ricordi?›
‹Non pesa così tanto› dico però mi piace quando si preoccupa per me.
Ben entra e ci aiuta a caricare le valigie nel van.
Anche viaggiare nel van fa parte del pacchetto di aver sposato Fede.
All'esterno lo hanno decorato con delle decorazioni in bianco e rosa, infine un cartellone con scritto 'Qui Sposi Oggi'. Così tutti lo sanno.
Prima di passare dai miei ci fermiamo davanti ad un'edicola e prendo il Vanity Fair e come copertina ci siamo io e Fede vestiti eleganti. Chissà come mai non me lo aspettavo. ‹Guarda come siamo carini› dico
‹Dammi un attimo che ci faccio una foto e la carico su twitter› dice.
Oddio Twitter.
Non è che ci sono qualche hashtag contro di noi anzi contro di me e il nostro matrimonio. Oppure hashtag di supporto ma ne dubito.
‹Non vedo nessun hashtag› dice Ben
‹Meglio così› dico
All'interno del van non hanno messo tante decorazioni ma anche un piccolo rinfresco per festeggiare e fare colazione insieme. E anche se ho già fatto colazione, la rifaccio un'altra perché sto morendo di fame. I sintomi della gravidanza.
Sto mangiando il cornetto caldo e al cioccolato mentre leggo l'articolo sul giornale che parlava di noi e del matrimonio.
Ci fermiamo davanti alla villa dei miei e l'autista scende per citofonare poi ci porta davanti all'ingresso. ‹Mamma papà› urla Serena correndo verso di noi con il suo vestitino color azzurro
‹Tesoro› dico dandole un bacetto mentre Fede la prende in braccio, ‹dormito bene con i zii?› dico
Annuisce mentre ci raggiungono tutti quanti per augurarci buon viaggio e buone nozze
‹Voglio un ricordino di tutte le città che visiti› dice Sara rivolto a me
‹Perché lo dici a me scusa? Dillo a Ben› dico
Abbraccio i miei e quando arrivo a quella adottiva. Poi abbraccio Emanuela, ‹carino il giardiniere eh› dice
‹Sempre la solita eh, si chiama Luca e si è un bravo ragazzo, forse se ti può far mettere la testa apposto› dico
‹Grazie sorellina› dice lei.
Mio fratello con Martina invece non ci sono, be li biasimo sono troppo presi dal loro bambino e vogliono stare un po' per fatti loro. La chiamerà magari più tardi dal van.
Dopo aver salutato tutti saliamo sul van e partiamo alla volta del loro tour e della nostra luna di miele. Il viaggio sarà lungo ma particolarmente bello e piacevole.
Siamo diretti a Modena, la prima metà del nostro viaggio, e sull'autostrada Bologna-Milano Fede sta giocando con Serena ad un gioco da tavola, Ben sta sentendo la musica e chattando allo stesso tempo e io invece stavo osservando invece il panorama fuori che ogni tanto cambia.
Prima solo case, poi intere discese di campi e ogni tanto spuntano qualche villetta.
Sarebbe troppo bello prendere una casa qua in mezzo al verde, dove tutto è silenzioso e tranquillo. Nessuna macchina, nessun clacson ti disturba in continuazione ma peccato che stiamo troppo lontano dalla nostra vita quotidiana e lavorativa.
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