Capitolo 50
‹Mamma andiamo, non voglio arrivare in ritardo› dice Serena correndo verso la scuola.
Mi sono alzata tardi stamattina. ‹Piano Serena, potresti cadere› dice
‹Mamma› dice continuando a correre finché non cade per terra ma prima che la potessi raggiungere un giovane ragazzo le si avvicina
‹Tutto bene?› domanda
Mi avvicino, ‹grazie per aver aiutato mia figlia› dico
‹Figurati per una mamma e la sua figlia così belle› dice
‹Vuoi che gli faccia qualcosa?› dico
‹Una cena?› domanda
Perché tutti a me? ‹Meglio di no› dico
‹Va bene, ho capito e non posso competere con Federico Rossi› dice e se ne va
Che c'entra? Come fa a sapere che sono fidanzata con Federico?
Non mi convince questo.
Lascio Serena a scuola poi vado alla Warner. ‹Perché ci hai messo tanto?› domanda Fede
‹Abbiamo avuto un problemino› dico
‹Devo intervenire?›
‹Basta il tuo nome a proteggermi› dico e lo bacio poi ci separiamo ognuno nei propri uffici.
Verso mezzogiorno mi chiama la scuola di Serena, ‹pronto, è successo qualcosa a Serena?› dico
‹No, sto chiamando tutti i genitori per informarli che oggi dovrebbero rimanere fino a tardi e mangiano a scuola, non ti preoccupare› dice
‹Va bene, a che ora posso passarla a prenderla?› dico
‹Quattro e mezza› dice
‹Perfetto, a più tardi› dico e chiudo.
Mando un messaggio a Fede per comunicarglielo, poi riprendo a lavorare.
Aveva però una voce strana, forse sarà stata solo raffreddata, di questo periodo è facile prendersi la febbre. Ma ho come uno strano presentimento. ,
‹Silvia c'è una persona che la sta aspettando giù›
Io non stavo aspettando nessuno. Alzo le spalle e scendo al piano terra, vedo un uomo di spalle leggere la bacheca. ‹Mi cercava?› dico
Si volta ed è Mattia. ‹Che ci fai qua?› domando guardandomi indietro
‹Devo parlarti› dice
‹Potevi chiamami no?›
‹Non mi avresti risposto, ma dovevo parlarti e vederti› dice.
È quasi ora di pranzo e Federico può scendere da un momento all'altro, e se vede Mattia potrebbe nascere una rissa. ‹Fede non vuole che tu stia qua› dicp
‹Adesso fai tutto quello che ti dice lui, hai promesso anche di obbedirgli?›
‹Cosa? Certo che no›
‹Vieni a pranzo con me› dice
‹Mattia per favore non posso› dico
‹Solo un pranzo, potrebbe essere l'ultimo›
‹Vediamoci al bar dietro l'angolo, sulla destra c'è una tavola calda› dico
‹Okay a più tardi› dice ed esce prima che Fede e Ben escono dall'ascensore.
Pericolo scampato.
‹Amore, sto per mandarti a chiamare e vuoi venire a pranzo con noi?› dice Federico
‹Non posso, mi ha chiamato Martina e mi ha chiesto di pranzare insieme› mento
‹Dille di raggiungerci›
‹No, vuole che stiamo solo noi due a parlare›
‹Allora a più tardi› dice e mi bacia poi esce con Ben e quelli della band.
Mi sento una bugiarda e una traditrice.
Prendo la mia borsa e raggiungo Mattia alla trattoria, ‹facciamo una cosa veloce poi sparisci dalla mia vita› dico
‹Come desideri e grazie per aver accettato di pranzare con me l'ultima volta›
Sbuffo. ‹Smettila di dire l'ultima volta che mi metti ansia come se volessi uccidermi›
‹Sai che non sarei mai in grado di farlo› dice
Però non mi fido.
Ci accomodiamo non tanto in disparte ma alla portata del cameriere. ‹Allora che cosa dovevi dirmi di così tanto urgente?›
‹Parto› dice
‹E per dove?› dico
‹America›
‹Quando parti?›
‹Domani alle 12› dice
‹Ah ecco perché dicevi per l'ultima volta...scusami se ho pensato male› dico
‹Figurati› dice.
Stiamo altri due minuti a parlare poi ci salutiamo per sempre. ‹Spero che sia felice› dico
‹Anche tu ma credo che già lo sei›
‹L'unica cosa che non ripiango è quella di averti conosciuta, solo le cose potevano andare meglio› dico
‹Potevano andare meglio già, a presto› dice.
Lui si allontana e io ritorno alla Warner. ‹Pranzo abbastanza lungo› dice
Mi volto ed è Fede
‹Abbiamo avuto tanto da chiacchierare› dico
‹Di che cosa avete parlato?›
‹Perché mi fai tutte queste domande Fede? Non ti fidi di me per caso? Abbiamo già discusso su questo›
‹Si okay scusa...solo che ho paura›
‹Paura di cosa?›
‹Paura che qualcuno ti possa portare via›
‹Fede te l'ho già detto tantissime volte, io amerò solo te e voglio stare solo con te›
‹Ti amo› dice
‹Ti amo anch'io mio gelosone› dice ci baciamo, ‹andiamo insieme a prendere Serena?›
‹Si› dice
Ci baciamo di nuovo, poi andiamo a lavorare altre due orette.
Sono le quattro e ho l'appuntamento con Federico tra cinque minuti per andare a prendere a Serena.
Andiamo davanti alla scuola ed è deserta, strano di solito dovrebbe essere pieno di mamme che aspettano i figli uscire. Sono le quattro e mezza e non vediamo uscire nessuno. ‹Sei proprio sicura che non era alle cinque?› dice
‹No, era quest'ora› dico
Esce la maestra di Serena da sola. ‹Scusa ma Serena?› dice Fede
‹Non lo so, qua non c'è più nessuno› dice
‹Scherzi spero?› domando
‹No› dice
‹Ho ricevuto una vostra chiamata stamattina che mi dicevate se potevano restare fino a tardi› dico
‹Noi non abbiamo chiamato nessuno› dice
‹E Serena dov'è allora?› dice
‹Ho visto un ragazzo fuori che affermava di conoscerla e conoscervi, così mi sono fidata›
‹LEI HA DATO MIA FIGLIA AD UNO SCONOSCIUTO?› urla Federico in mezza alla strada da far uscire la preside con la bidella
‹Fede calmati› dico
‹Come faccio a calmarmi?›
‹Che succede qua?› domanda la preside
‹Voi siete degli incompetenti, dovevate chiamarci prima di dare nostra figlia al primo che passa›
‹Forse abbiamo sbagliato ma...›
‹Ma niente...pregate Dio che è ancora viva, altrimenti vi faccio chiudere la scuola› dice Federico e va dritto dai carabinieri.
In caserma facciamo ladenuncia della scomparsa di Serena. ‹Avete qualche sospetto di chi potrebbeessere?› domanda il capitano
Mi guarda. ‹Si, una persona ci sarebbe, si chiama Mattia› dice
‹Fede non penso che sia stato lui›
‹Chi sarebbe questo Mattia?› dice il capitano
‹Il mio ex fidanzato, ci stavamo per sposare› dico
‹Faremo qualche controllo...potete andare› dice.
Ma prima di uscire, ‹capitano, non faccia uscire troppo questa notizia› dice
‹Come desiderate› dice
Ringraziamo nuovamente poi usciamo. ‹Fede ho paura› dico
‹Andrà tutto bene, la ritroveremo› dice.
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