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Capitolo 29

Mattia ci sta aspettando alla stazione di Milano, ‹tutto bene?› domanda
Perché me lo domanda? Si vede che mi rode tanto?
‹Si, tutto bene› dico
Evito di dirgli della litigata con Federico, non mi va di litigare anche lui.
‹Che cosa volete fare?›
‹Vorrei andare a casa... sono stanca› dico
‹Vi accompagno› dice
Saliamo in macchina e andiamo verso casa mentre Fede non si è fatto sentire, neanche un messaggio per chiedere se siamo arrivati o se Serena sta bene.
E non lo sopporto quando si comporta così come un bambino.
Davanti casa mia, ‹non posso rimanere scusa›
‹Va bene› dice
‹Passo stasera› dice
‹A stasera› dico e Serena corre verso il portone di casa, ‹le passerà, sente la mancanza del padre›
Mi da un bacio veloce poi riparte.
Raggiungo Serena, apro e sulle scale incontro una mia coinquilina e
Incontrarla mi mette ansia perchè ho paura che mi incolpa di qualcosa che non ho fatto ma solo per rimproverarmi che sono troppo giovane per vivere da sola e bla bla bla sempre le stesse raccomandazioni.
Pare mia madre.
La saluto ed entriamo in casa. Serena si chiude in camera sua e qualche minuto dopo parte Adrenalina. Più tardi però sento sbattere qualcosa per terra, spensi sotto la pentola e raggiungo la sua camera. Che cosa sarà successo? Vedo che stava piangendo. ‹Papà non ritornerà più vero?›
Mi avvicino, ‹ma certo che ritorna, ehi quello che succede tra me e lui non metterà a rischio il rapporto tra lui e te›
‹Mi manca› dice
A chi lo dici.
‹Ti va se oggi pomeriggio andiamo al parco giochi poi andiamo a prenderci un buonissimo dolce›
‹Però solo noi due› dice
Pensava che avrei chiamato anche Mattia. ‹Noi due solo promesso›
Esco lasciandola a giocare e in cucina mando un messaggio a Fede
"Manchi a Serena. E manchi anche a me. Scusami per stamattina."
Lui visualizza ma non risponde.

Come promessa nel pomeriggio io e Serena lo passiamo assieme senza che pensa al papà in giro per l'Italia. ‹Grazie mamma› dice
‹Per cosa?› dico
‹Per essere la migliore›
Migliore non credo perché faccio tanto di quei casini soprattutto di cuore, ma spero di diventarlo un giorno.
‹Posso chiamare papà?›
‹Non credo che ti risponda adesso›
Si rattrista di nuovo. ‹Ti va di passare un attimo all'università della mamma?› e la prendo per mano e andiamo all'università. La segretaria ormai mi riconosce per tutte quelle ore extra che ho chiesto. ‹22 febbraio› dice
‹22 febbraio cosa?›
‹La sua laurea› dice
‹Ah grazie›
Tra un mese in poche parole.
‹Il 22 è il compleanno di papà› dice Serena una volta uscite
‹Si vero› dico
Passiamo davanti ad una scuola guida, credo che sarebbe ora che prenda la patente, infatti entro solo per chiedere informazioni
‹Sono 500 euro in totale, lezioni teoriche e pratiche›
‹500 ma che siete impazziti?›
‹Eh signorina la patente costa›
‹Grazie› dico ed esco.
Forse è meglio che vada ancora in autobus.

La sera.
Bussano alla porta ed è Mattia con le pizze, ‹qualcuno mi ha detto che c'era una bambina molto triste›
‹Pizza› dice lei saltando felice
Le posa sul bancone, ‹grazie per essere venuto› dico
‹Farei di tutto per vederla felice...e vederti felice te› dice, ‹che hai Silvia? Da quando sei ritornata da Roma che sei triste, c'entra Fede?›
‹Mentirei se ti dicessi di no›
‹Che è successo a Roma?›
‹Non è successo nulla› dico, ‹mangiamo queste pizze altrimenti si raffreddano›
Tanto sono sicura che dopo me lo richiederà ancora.
Mangiamo tutte e tre insieme scherzando e facendo battute, e all'improvviso Serena prende il mio telefono e ci costringe a fare un selfie. A chi lo manderà secondo voi?
Poi verso le undici meno quarto porto Serena a letto
‹Mi sono divertita stasera› dice
‹Sono contenta› dico
‹Che dirà della foto papà quando la vedrà?›
Alzo le spalle. ‹Non lo so› dico
‹Volevo che però mi chiamava, me lo aveva promesso, si è dimenticato di me›
‹Non si è dimenticato di te, sarà solo un po' stanco›
Perché lo giustifico? Sappiamo tutti com'è Federico.
‹Domani vedrai che ti chiamerà›
‹Si domani, voi grandi siete sempre bravi a promettere ma poi non mantenete› dice voltandosi dall'altra parte.
Le rimbocco le coperte, le lascio un bacetto, spengo la luce e ritorno da Mattia
‹si è addormentata› dico sedendosi sul divano accanto a lui
‹Abbiamo un discorso in sospeso›
‹Mattia...›
‹Silvia, rispondimi sinceramente tu sei ancora innamorata di Federico?›
Bella domanda.
Nessuno me lo aveva mai domandato se fossi ancora innamorata di lui.
‹Non lo so, potrei dirti di si come di no, non nego di sentirmi attratta da lui, infondo è stato il mio primo amore›
‹Torneresti con lui se mai lui te lo dovessi chiedere?›
‹Non lo so, neanch'io so che cosa voglio veramente, so che ti non voglio perdere Mattia›
‹Allora ricominciamo da capo, niente Fede, Benji e Fede, niente di niente, andiamo via da qui, ricominciamo a Verona, tutte e tre›
‹A Verona?›
‹Ho una casa là, abbastanza per starci in tre e ha anche un giardino, che ne pensi?›
‹Non lo so, Mattia, prendere questa decisione così adesso poi non voglio separare di nuovo Fede e Serena›
‹Potranno vedere quando vogliono...dimmi di si ti prego›
Sospiro. Sarebbe una bella opportunità. ‹Dopo che mi sono laureata però›
‹Va bene, intanto inizierò a dargli una ripulita...magari nel week end la andiamo a vedere?›
‹Si può essere› dico
Mattia lascia casa mia a mezzanotte precisa, ‹grazie per avermi reso felice›
‹Ho solo accettato di venire a vivere con te a Verona›
‹Non sai che significa per me, potremo dare la famiglia che Serena voleva tanto›
Lei in realtà la voleva con Fede.
‹Buonanotte› dico
Quando sparisce nell'ascensore, chiudo la porta e vado in camera. Come al solito non riuscivo a dormire. Avrò fatto bene ad accettare?
Sento vibrarmi il telefono. È Federico. Ovviamente chiama quando sto per andare a dormire, decido di non rispondergli e mi addormento.

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