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Capitolo 28

Siamo alla stazione di Milano per salutare Federico e Benjamin che vanno a Roma per il primo instore. ‹Perché non venite, poi resti a dormire da tua madre› dice
‹Non posso, ho un appuntamento all'università› dico
Anche se non poi tanto urgente.
Mi abbraccia, poi abbraccia Serena, ‹ti porto tantissimi regali›
‹Non voglio regali, voglio stare con te›
‹Anch'io piccolina› dice
Mi si stringe il cuore.
Si abbracciano, poi si dirigono verso il treno e mi rendo conto che Serena sta piangendo. Non posso vederla così. ‹Vieni› dico e vado verso la biglietteria
‹Che vuoi fare?› dice
‹Andiamo a Roma› le comunico, ‹rivediamo anche la nonna contenta?›
Ci mettiamo in fila ad aspettare il nostro turno e nel mentre mi squilla il telefono. E' Mattia. ‹Sono sotto da te, dovevamo mangiare insieme› dice
‹Alla stazione, sto andando a Roma›
‹A Roma›
‹Serena vuole stare con il padre› dico
‹Ah› dice
Sicuramente ci sarà rimasto male. ‹Fate buon viaggio› dice e attacca senza darmi la possibilità di rispondergli.
Si è offeso.
È arrivato il nostro turno.
‹Un biglietto per Roma perché immagino che la bambina paga gratis›
‹Si, immagina bene, per quando?›
‹Per oggi preferibilmente prima dell'una› dico
‹Quelle delle undici va bene?›
‹Perfetto grazie› dico
‹Sono venti nove euro› dice.

Arriviamo a Roma all'una e mezza circa e faceva un freddo. L'instore è al centro commerciale Porta di Roma, dove tanto tempo fa Benjamin ci aveva invitato a passarlo insieme dietro le quinte con loro. Ricordo ancora che Federico non mi poteva vedere. Andiamo a prendere l'autobus.
E' nervosa per tutto il tragitto e non fa che andare avanti e indietro. ‹Serena vieni qua, non disturbare le altre persone›
‹Prima mangiamo?›
Decidiamo di andare a mangiare al Mc, poi compongo il numero di Federico.
‹Tieni parla con papà› dico passandole il cellulare.
‹Ciao papà› dice lei entusiasta, ‹com'è l'instore? Vedo che c'è tanta gente... ehm ti passo mamma›
Non volevo parlargli. ‹Ciao›
‹Che cosa sta succede?› domanda
‹Stiamo solo mangiando al Mc di Porta di Roma› dico facendo la vaga
‹Stai scherzando?›
‹Se vuoi ti mando la foto› dico
Non sento più la sua risposta e due minuti me lo ritrovo dietro di me. ‹Eh non si attacca il telefono in faccia› dico
‹Scusa› dice
‹Piaciuta la sorpresa?› domanda Serena
‹L'ho adorata tantissimo› dice prendendo in braccio Serena, ‹grazie› dice rivolgendomi a me
‹Non so perché l'ho fatto› dico
‹Forse perché un pochino ti importa› dice
A salvarmi è Benjamin, ‹sapevo che c'erano di mezzo loro...ciao di nuovo›
‹Una decisione pensata al momento› mi scuso
‹Stiamo per iniziare› dice
‹Posso entrare con Serena?› dice
‹Se proprio devi›
‹Vuoi dirlo alle tue fan?› dico
Io ancora non sono pronta a condividerlo con loro. Già mi odiano.
‹Fai come vuoi, tanto ormai ai loro insulti ci sono abituata› dico.
L'instore inizia e Fede alla fine ha deciso di entrare con Serena. Sono vicino al palco e a mano a mano che scendono le ragazze o ci ignorano o ci sorridono. Ma sono di più quelle che ci ignorano.
Sento vibrarmi il cellulare, ‹mi scusi potresti controllare Serena, torno subito› dico ad una guardia, così vado a risplendere al telefono. E' Mattia
‹Come sta andando?›
‹Bene› dico
‹Domani sei di ritorno?›
‹Si› dico
‹Mi manchi, spero che sceglierai bene e non ti lascerai condizionare›
Non ti lascerai condizionare? Che intende? Poi mi giro verso Fede, abbracciato ad una fan la quale piangeva e capisco che cosa intende. È sempre stato dolce con le fan ed è stato una cosa che mi ha fatto innamorare di lui anni fa.
‹A domani› dico
‹Se riesco a liberarmi, forse ci sentiamo stasera›
‹Va bene› dico.
Chiudo la chiamata e ritorno da Serena, ‹grazie› dico
‹Molto simpatica la bambina› dice la guardia ridendo, <e sa giocare benissimo a ruzzle›
‹Si, è molto intelligente, non ne sbaglia una› dico
E continuiamo a parlare mentre le ragazze a mano a mano scendevano.

***


L'ultima ragazza se ne va circa alle 22:30 e la mia bellissima idea di andare a salutare mia madre è andata fallita, però non mi va di usufruire del loro albergo così inizio a cercare una pensione a poco prezzo. ‹Allora che volete fare?› dico
‹C'è una pensione qui vicino› dico
‹Una pensione?›
‹Ormai dobbiamo rimanere a Roma›
‹Potete venire a stare nel nostro albergo› dice Federico
‹Si mamma andiamo da loro› dice
So che non andrà a finire bene questa sera me lo sento. ‹Va bene› dice
Come immaginavo è un albergo a cinque stelle e arrivati alla reception ci danno due chiavi che sarebbe una per Benji e l'altra per Fede. E Serena prende quella di Ben.
‹Mi ha promesso di guardare un film insieme› dice
Lo guardo e lui alza le spalle. Allora era tutto organizzato.
‹Buona serata› dice Serena correndo verso l'ascensore
‹Serena vieni subito qui› dico
Ma lei non viene
‹Peperina vostra figlia› dice Ben raggiungendola poi entrambi entrarono nell'ascensore sorridendoci.
‹E adesso?› domanda Federico
Mi giro verso la tizia della reception, ‹dimmi che c'è una stanza libera?› dico
‹No, mi dispiace› dico, quindi mi tocca stare in stanza con Fede.

Entriamo nella stanza, spaziosa, grande e molto bella solo se il letto non fosse matrimoniale. Perché sono così nervosa?
Infondo non è mica la prima volta che sto in una stanza di un hotel con Federico Rossi.
‹Che vuoi fare?› dico
‹Una doccia› dico, ‹da sola!›
‹Si› dice
Mi chiudo in bagno e più tardi bussano alla porta, ‹non rompermi Fede, ci metto quanto ci metto›
‹Volevo solo darti una mia maglia per dormire perché suppongo che non hai niente›
Apro leggermente e glielo la rubo dalle mani prima di chiudere.
La odoro e ha il profumo di Fede. Ho sempre adorato indossare le sue maglie.
Decido di non lavarmi i capelli così in cinque minuti sono pronta e potevo lasciargli il bagno.
‹Non mi ricordavo quanto fossi bella con la mia maglia› dice
Arrossisco. ‹Grazie› dico allontanandomi per sistemare i miei vestitimentre lui si chiude in bagno.
Due minuti dopo esce in boxer, ‹dormi cosi?› dico
‹Ti dà fastidio?›
Nego con la testa. ‹Tanto io dormirò sul divano› dico
‹Non se ne parlo, io dormo qua› dice
‹Io sono ospiti quindi ci dormo io› insisto
‹No, ci dormo io› dice
‹Dobbiamo litigare anche su questo?› dico
‹Si, se è necessario› dice
‹Io dico di no› dico sistemando la coperta ma Fede me la ruba dalle mani
‹concedimi la parte più scomoda ...sono un gentiluomo›
‹No, dammi la coperta› dico cercando di prenderla quando all'improvviso le nostre mani si sfiorano e i nostri sguardi si incontrano, come esattamente qualche anno fa. Fede lascia cadere la coperta per terra e mi bacia.
Intendeva dire questo sul fatto che non mi devo lasciare condizionare da Fede??
Senza rendermene conto mi trovo sul letto con Fede che mi bacia ed è come tornare a qualche anno fa ma nonostante la passione che sento devo fermarlo
‹Fede aspetta...non possiamo› dice
‹Non possiamo ...perché?›
‹Abbiamo una scelta da fare›
‹Ah la scelta! Ma non ti pare già ovvio così la cosa? Guardarti, guardarmi, guardarci, siamo ancora presi uno dall'altro, ci desideriamo ancora, possiamo allontanarci, respingerci ma la passione che proviamo è più forte di noi›
‹E Mattia? Lui non merita di soffrire›
‹Neanche Sara merita di soffrire ma non posso farci niente, è quello che provo› dice
Tenta di baciarmi di nuovo e ci riesce.
Ha ragione.
La passione è più forte di noi.
‹Non posso fare a questo a Mattia, non merita il mio tradimento› dico
‹Davvero ti interessa così tanto lui?›
Alzo le spalle. ‹Può essere, è gentile, buono e mi è stato vicino quando non mi trattavi bene›
‹Quindi stai scegliendo lui?›
‹Non sto scegliendo nessuno dei due ma me stessa› dico
‹Io non me la bevo questa cazzata, fanculo, io ero pronto a perdonarti per avermi mentito, ero pronto a sceglierti, a rincominciare con te invece› dice alzandosi dal letto e va verso il divano
‹Fede aspetta...Fede› dice
‹Buonanotte› e spegne la luce.
Maledizione. Non volevo che finisse così. con Fede non si può fare un discorso, è veramente lunatico.
Guardo l'ora ed è solo l'una di notte ma io non riesco ad addormentarmi.
Mi giro e rigiro nel letto in continuazione e non faccio altro che sfiorarmi le labbra.
L'ultima volta che guardo l'ora è verso l'una e mezza, perché dopo mi sono addormentata.

Il giorno dopo vengo svegliata dalla porta sbattuta, è Fede che era andato via.
Si è ancora arrabbiato con me
Indosso i leggings che avevo ieri e mi lascio la maglia di Fede sopra.
Recupero le mie cose, poi scendo a fare colazione con gli altri. ‹Buongiorno› dico
Solo Ben mi saluta. ‹Serena prendiamo il treno delle undici›
‹Ma Federico ...›
‹Per una volta fai quello che ti viene detto›
Sbuffa.
Quando Serena va via con Ben a prendere le sue cose in stanza, intraprendo il discorso con Fede, ma è molto difficile. ‹Possiamo parlare?› domando
‹Non abbiamo nulla dirci, è stato chiarito ieri sera› dice
‹A me non è sembrato› dico
Mi sto innervosendo
‹Hai intenzione di non parlarmi?›
Non risponde.
‹Allora siamo d'accordo su una cosa› dico e mi alzo andando incontro a Serena, ‹andiamo›
Serena corre verso Fede, mentre io la attendo leggendo gli articoli in bacheca.
Quando ritorna, ci avviamo verso la stazione Termini e faccio il mio biglietto poi saliamo sul treno per Milano.
Mando un messaggio a Mattia se vuole ancora venirci a prendere
‹Te e papà avete litigato?›
‹Il problema di papà è che è molto lunatico e non si può parlare con lui› dico
‹Farete pace?›
Alzo le spalle. ‹Forse› dico
‹Ci spero che un giorno potremo essere una famiglia come tutte le mie amichette›
Non rispondo perché sono i sogni di una bambina.
Però dalla sorpresa a Roma è finita male. 

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