7°: Rabbia e malesseri
Bianca's Pov
Vedo Lorenzo a terra e Christian che va a prendere un po' di ghiaccio per tamponargli la ferita che ha sulla testa dopo la botta. Io non sento niente e non capisco che cosa mi prenda. Non provo assolutamente nulla se non una rabbia che sento crescere gradualmente dentro di me. Una rabbia che mi porta a staccarmi dal muro, dirigermi verso quel corpo inerme e, ai miei occhi, orribile, e tempestarlo di pugni e schiaffi fino a sentire dolore alle nocche delle dita. Due mani mi bloccano e la voce gentile di Christian mi sussurra: "Fermati, tesoro! Lui non merita questo!"
"Nemmeno io me lo meritavo e lui l'ha fatto!"
"Hai ragione, ma tu non meriti che ti venga fatto questo per il semplice fatto che sei buona... lui non merita nessuna considerazione e picchiarlo corrisponde a dargli considerazione!"
Vedo Christian tamponare la ferita a Lorenzo. Io resto inginocchiata a terra, immobile, poi mi rendo conto di ciò che ho fatto e mi metto a piangere.
"Dio mio... sono un mostro!"
"I mostri non hanno rimorsi, e tu ne hai avuti! Ti sei sfogata di brutto, ma non gli hai fatto poi tanto male!"
Sento un lieve gemito. È lui: Lorenzo!
"Che... che cosa mi avete fatto?" sussurra.
"Non parlare e cerca di stare fermo, altrimenti non posso medicarti" dice Chris, che sembra essere il più lucido tra noi. "Bianca, potresti prendere dei cerotti e dell'acqua ossigenata?" mi chiede. Io mi alzo tremante e vado a prendere quello che mi ha chiesto.
"Maledetta! Che tu sia maledet..." dice Lorenzo, ma Chris lo blocca.
"Smettila!" gli dice semplicemente.
Io lascio cadere a terra la bottiglietta con l'acqua ossigenata ed il pacco di cerotti sentendo quella parola. Stavolta lui ha ragione a dirmi questo: io ho gridato aiuto e quando è svenuto l'ho picchiato.
"Tu sei una..."
"Cosa non ti è chiaro della parola: "Smettila!"?" lo fulmina nuovamente Chris. "E ringrazia che ti stiamo aiutando nonostante tu sia stato un idiota con lei!"
Lo vedo tamponare le ferite di Lorenzo con una freddezza disarmante. Lui non è mai stato cattivo, ma credo che quello che è a terra e ha anche il coraggio di farsi chiamare "uomo" farebbe perdere le staffe a chiunque... o forse lo dico solo per calmare la voce irritante della mia coscienza... irritante... o forse sincera... troppo sincera!
Lorenzo impreca e rende difficile il lavoro a Chris.
"Lascialo dire" dico all'improvviso. "In fondo non posso dargli torto. È colpa mia se sta così, lascialo dire!"
Una smorfia si dipinge sul viso di Christian che, dopo aver finito con Lorenzo, viene da me e mi dice: "Non dire così adesso, tesoro. Tu di scatto d'ira ne hai avuto uno mentre lui ne ha avuti fin troppi."
Lo vedo girarsi di nuovo verso Lorenzo. "Come ti senti? Ti gira la testa?"
"No, ma ho una voglia matta di farla pagare a te e a lei!"
"Beh, allora dai un pugno al muro, perché se la tocchi ancora io..." dice Chris, coprendosi il volto con tutt'e due le mani, in un gesto d'esasperazione.
Un senso di nausea s'impossessa del mio corpo. Stringo forte i denti, cercando di trattenermi, e non lo faccio tanto per Lorenzo quanto per me stessa, ma non riesco e inizio a correre per il corridoio sperando di raggiungere il bagno prima che sia troppo tardi. Per arrivarci sbatto la testa contro la porta e noto che qualcuno è alle mie spalle.
"Attenta!" mi dice Chris. Ho gli occhi chiusi e lui mi guida mettendomi le mani sulle spale. "Eccoci! Abbassati, hai di fronte la tazza!"
"Dio mio, che vergogna..." gli dico sottovoce.
"Vergogna di che cosa?" mi chiede lui con voce dolce.
"Di come sto... davanti a te." rispondo, sempre in un sussurro.
Un conato di vomito arriva, non troppo inaspettato. Io alzo la mano sinistra e la agito davanti al viso del mio amico, mentre con la destra mi tengo fermi i capelli. Lui mi blocca il polso sinistro, mi fa appoggiare le mani a terra e mi sostiene. Il vomito viene fuori unito alle lacrime e sento che non potrei sentirmi più umiliata di quanto mi ci senta adesso. I miei occhi e la mia bocca sembrano due fiumi che straripano e sembra che il destino abbia deciso di umiliarmi anche davanti al mio migliore amico. Lui, però, non sembra troppo turbato da questo. Noto che, quando smetto di rigettare lui mi fa girare, mi guarda dritto negli occhi e subito dopo mi sente la fronte.
"Ti sta salendo di nuovo la febbre" mi dice.
Io mi alzo a fatica da terra, mi avvicino al lavandino e bevo un po' d'acqua.
Appena lascio il lavandino cado a terra come una pera cotta e le lacrime, che non si erano affatto fermate, escono con più prepotenza, facendomi provare tanta ira da colpire il pavimento con le mani.
"Basta, fermati! Appoggiati a me, ti aiuto io" dice con voce dolce. "Ecco... brava! Tieniti al mio braccio, andiamo all'ospedale. Mi dispiace che ti ci dovrò portare a piedi, ma dobbiamo sbrigarci!"
"L-lui... n-non mi farà mai uscire." riesco a sussurrare, affaticata a causa della febbre.
"Ora come ora lui può gridare quanto vuole, non m'interessa" mi dice Chris.
Resto aggrappata al suo braccio e lui mi porta fuori di casa. Passiamo davanti alla sua casa e vedo che lui mi guarda con esitazione. So a cosa pensa: sua madre e sua sorella sono là.
Vedo una figura correre nella nostra direzione. La riconosco: è sua madre, la signora Maria. Anche lei sta male, ma si sforza di tenere in braccio la bambina che ho visto ieri sera.
Lui capisce al volo, fa appoggiare la donna al suo braccio libero e inizia a trascinare con sé tutt'e due.
"Ci siamo quasi." dice per rassicurare sua madre e me. Io guardo quella donna e vedo che ha il volto contratto dal dolore... un dolore che forse si porta dietro da tanto tempo.
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