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6°: GRIDA!

Christian's Pov
Ho pianto per lei. Sì, ho proprio pianto a dirotto quando ho avuto la conferma ai miei sospetti. Ho pianto per la rabbia che mi fa quello che ormai è il mio ex migliore amico. Guardo i suoi lividi e ora, piuttosto che piangere, per la prima volta nella mia vita, vorrei far del male a Lorenzo. Molto male, fino a fargli chiedere pietà! Almeno una volta al giorno di sicuro sarà capitato a lei di chiedere pietà e lui, quasi di sicuro, non le avrà mai dato credito... è orribile! Come può un uomo anche solo pensare di alzare le mani su una donna? Non perché la donna sia da considerarsi debole, ma proprio perché, come l'uomo, è un essere umano!
Lei è ancora qui, stretta tra le mie braccia.
"Come ti senti, piccola?" le chiedo.
"Va meglio, grazie..." risponde con voce flebile.
Alza lentamente la testa e vedo che le lacrime hanno segnato il suo volto, ma mai quanto l'ha fatto quella bestia! Istintivamente la stringo più forte, in modo quasi possessivo... tanto da spaventarla. Lo capisco, perché lei diventa rigida, improvvisamente.
"Dio mio, piccola, scusami! Scusami, non volevo!" le dico per poi darle dei baci sui lividi che ha sul viso. "Non ti farei mai del male! Mai!"
"Chris, questo lo so... solo che mi hai stretta molto, e... m-mi chiedevo... a me non faresti mai del male, ma a lui... a lui sì, vero?" chiede.
"Non sai quanto mi dia fastidio l'idea che ti abbia alzato le mani addosso" le dico.
Lei si stacca da me e mi prende entrambe le mani, stringendole molto forte. "Non fare niente, ti prego! Non fare niente... io so quanto è brutto non potersi difendere e non voglio che succeda anche a lui, non voglio! P-per favore."
Come posso dirle di no? Come posso dirle che vorrei spaccare la faccia a quell'idiota? Semplicemente non posso farlo.
Non gli farò del male. Non andrò a cercarlo, ma non per lui: perché lei non lo merita... non lo merita affatto!
"Non farò niente, stai tranquilla... però ricorda: se lui dovesse farti ancora del male, tu grida! Abitiamo l'uno di fronte all'altra, quindi potrò sentirti e portarti via..."
"Io... v-vorrei tanto... ma non posso andare via, non posso!"
"Perché no?"
"Perché la mia famiglia non me lo perdonerebbe né ora né mai ed io... i-io non posso perderli!"
Non me la sento di definirla codarda. Non posso farlo, davvero! Lei è semplicemente troppo legata ai suoi familiari.
"Tu lo vedi?" chiede lei.
Vado alla finestra e lo vedo. Dorme come un sasso e ci sono bottiglie sparse ovunque, nella sua stanza. Nella stanza in cui anche lei dorme. Lorenzo è ubriaco e credo ne abbia ancora per molto tempo.
"Tesoro, ti conviene tornare a casa" le dico con il tono più dolce che mi è possibile.
"M-ma non posso andare via vestita in questo modo... cioè, non è che mi veda male, ma lui..."
"Ho messo i tuoi abiti ad asciugare. Se vuoi vedo a che punto sono e corro a portarteli!"
Recupero il tutto. Quando le restituisco i suoi vestiti il contatto con le sue mani mi fa provare un piacevole brivido e lo stesso vale per lei, a quanto pare.
Lei va a cambiarsi per poi salutarmi con un bacio sulla guancia.
"Grazie di tutto!" mi dice.
Vorrei darle un bacio, ma non posso. Ho paura di esagerare e lasciarle un segno addosso... lui se ne accorgerebbe subito, perché un uomo che si comporta come fa lui cerca ogni pretesto per aggredire la ragazza con la quale sta.
Bianca's Pov
Rientro a casa, prendo velocemente un cambio e, pur avendo ancora qualche linea di febbre, prendo un cambio e, dopo aver messo quello che avevo addosso in lavatrice, mi getto sotto la doccia. Faccio piano, perché voglio ricordare il tocco delicato del mio angelo custode.
Dopo essermi asciugata e vestita accendo la lavatrice che per fortuna si trova al pianterreno, quindi lui non dovrebbe svegliarsi. Io, dal canto mio, vado a sdraiarmi sul divano-letto che è in soggiorno.
Mi addormento nel giro di qualche minuto...
Sento un forte calore sul viso.
Apro lentamente gli occhi e vedo lui: Lorenzo. Lo guardo e vedo i suoi occhi rossi e... iniettati di sangue!
"Quanto sei bella, piccola!"
Quella voce impastata dall'alcool mi fa paura, ma quello che mi fa più paura è il calore delle sue labbra contro il mio collo. Noto che con i suoi gesti sta andando davvero troppo oltre. M'irrigidisco e nascondo il viso nei cuscini, come per proteggermi.
"Che fai? Non puoi opporti, lo sai, conosci le regole!" dice.
"Le regole..." sussurro.
"Già! Le regole!"
"Mi hai stancata con le tue regole!" gli dico, scattando in piedi come una molla. "Tu stai male, sei pazzo!"
Lui mi colpisce molto forte, gettandomi quasi a terra, ma dopo aver barcollato un paio di volte mi rimetto in piedi e... questa volta reagisco facendo la stessa cosa.
"Che ti prende? Hai dimenticato tutto quello che ti ho insegnato?"
"E che cosa mi avresti insegnato?" chiedo, cercando di raccogliere il pochissimo coraggio che ho.
Lui mi afferra per le spalle e mi spinge contro il muro. Sono in trappola!
"Perché non la smetti di agitarti come un'anguilla?"
Tento di spingerlo, ma lui è forte... lo è fin troppo!
"QUALCUNO MI AIUTI!" urlo.
"Chi vuoi che possa aiutarti?"
Prendo a calci il muro e continuo ad urlare, tenendo fermo Lorenzo come posso, ma è difficile. Mi sembra una sorta di demonio, cavolo! Come faccio a tenerlo fermo?
"AIUTO! QUALCUNO MI AIUTI!" grido.
Sento qualcuno combattere con la porta ed insisto.
Christian's Pov
Sento delle grida e dei colpi. Dio mio, non può essere!
Lei è rientrata solo da un paio d'ore. Perché lui le sta facendo del male?
"Tesoro, dove vai?" chiede mia madre.
"Devo fare una cosa! Tranquilla, vado e torno..."
Esco velocemente di casa, prendo un martello dalla cassetta degli attrezzi e corro verso casa sua.
Lei continua ad urlare ed io colpisco la porta con tutte le mie forze. Quando finalmente quella maledetta porta cede corro in casa e vedo che lei lotta contro Lorenzo e cerca di bloccarlo. Mi getto su di lui e glielo stacco di dosso.
"Ah... bell'amico! Tu sei venuto qui per difendere questa..."
"Non... ti azzardare!" lo blocco. Lei è immobile, in piedi, bloccata contro il muro. Non trema e non piange. È rigida come un manico di scopa.
"Maledetta! Tu sei una MALEDETTA!" urla Lorenzo per poi gettarsi contro di lei. Lo vedo afferrarla per i capelli e, rischiando di inciampare sul martello, vado verso di lui e lo colpisco con un pugno che lo getta per terra.

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