14°: SORPRESA!
Bianca's Pov
Meno male che c'è Giovanna! Se non fosse per lei a quest'ora, dopo il colpo di grazia datomi da Lorenzo, non sarei capace di sopportare il peso degli incubi. E soprattutto lo renderei gravoso anche per Christian, che, da quella volta, ha la premura di non lasciarmi mai da sola e ha allertato la guardia dell'ospedale di non far avvicinare nessuno alla mia stanza dato quello che è successo.
Mio fratello mi dice che sto migliorando e che, se riuscirò a fare il giro della stanza senza che mi vengano le vertigini, mi permetterà di uscirne per un po' e andare a vedere il fantomatico giardino. Io, dal canto mio, sembro una bambina: non vedo l'ora che accada e sto facendo di tutto per riprendermi il più in fretta possibile. È sempre Chris ad aiutarmi, ed ora che sta meglio si è aggiunta anche sua madre.
"Buongiorno principessa!" mi dice Christian dandomi un bacio sulla fronte.
"Buongiorno" sussurro sorridendogli timidamente.
"Come hai passato la notte?" chiede.
"Beh... escludendo i soliti incubi... meglio, credo."
"Beh, magari oggi tuo fratello farà un'eccezione per la storia del giardino, perché ho una sorpresa per te" mi dice dolcemente.
"Una sorpresa?"
"Proprio così!"
Mi alzo di scatto, rischiando di inciampare, ma lui mi prende al volo e mi aiuta a rimettermi in piedi.
"Ehi, fa@ piano! Se ti agiti in questo modo non te la godrai" mi dice.
Vado a lavarmi e cambiarmi, poi lo raggiungo. Mi fa cenno di sedermi sul letto e sento un tessuto morbido posarsi sui miei occhi.
"Gira un po' la testa verso destra. Ecco, così." mi dice, armeggiando con qualcosa, dietro la mia testa. "Vedi qualcosa?"
"No... non vedo niente" rispondo. "Chris, ho paura del buio!"
Ho paura. Sempre per colpa di Lorenzo, perché il secondo giorno, quando sono rientrata a casa, ho visto che era tutto buio. Cercavo di capire come muovermi, ero spaesata, ma non ho avuto il tempo di orientarmi, perché una persona che ho riconosciuto solo in seguito mi si è buttata addosso, facendomi cadere a faccia in giù, e dopo aver spostato la mia maglietta di qualche centimetro, ha iniziato a premere sulla mia schiena con qualcosa di freddo.
"Chi sei? Cosa stai facendo?" ho chiesto, quasi senza respiro.
"Ieri notte ti ho sentita piangere. Cosa c'è? Per caso non sei contenta di vivere qui?"
Quell'oggetto premeva sulla mia pelle e sentivo il respiro mancarmi sempre di più.
"Lorenzo... per favore, smettila! Mi stai spaventando..."
Lui mi ha colpisa al volto come se l'avessi insultato deliberatamente.
"Ti faccio paura? È il tuo carattere ribelle che dovrebbe spaventarti, piccola intrigante!" mi ha detto serrando la mascella.
Proprio dal primo giorno lui aveva portato in casa una delle tante ragazze e mi aveva scacciata.
Io non avevo voluto andarmene e lui mi aveva rinchiusa nel seminterrato. Durante la notte non ero riuscita a dormire, ma non volevo alzarmi: avevo paura che si arrabbiasse e mi facesse qualcos'altro, quindi avevo sfogato il mio dolore e la mia paura attraverso quel pianto che a quanto pare l'aveva irritato ancora di più. Era per questo che, quando avevo incontrato Christian,dopo dodici anni, l'idea di piangere davanti ad un uomo mi aveva spaventata terribilmente.
Cerco di raccontarlo a Christian, che mi rassicura dicendo: "Facciamo una cosa: adesso te l'allento un po', in modo che filtri la luce va bene? Magari non distinguerai le figure, ma per quello ci sarò io. Non ti accadrà niente."
Riprende ad armeggiare con la benda. Sento che ha allentato il nodo e filtra un pochino di luce, quel tanto che basta per rassicurarmi. Christian mi prende la mano e mi dice: "Tranquilla, ti guido io!"
Usciamo dalla stanza ed io sento tante voci ignote, il rumore dei fogli volanti e dei macchinari che controllano vari pazienti, unito al rumore delle tastiere dei computer.
"Scalino!" mi dice Chris dopo avermi aperto una porta, da degno cavaliere.
Prendiamo un ascensore, poi attraversiamo un corridoio e ci ritroviamo in uno spazio aperto. Fa un po' freddo, ma non m'importa tanto, perché la mano di Christian stretta alla mia mi permette di riscaldarmi, di sentirmi meglio.
"Eccoci! Davanti a te c'è una panchina: girati di spalle e siediti..."
Cerco di voltarmi, ma sono un po' stordita, quindi lui mi prende entrambe le mani e mi fa sedere.
"Eccoci!" mi dice.
Lo sento schioccare le dita, come se fosse una specie di segnale, e qualcuno mi si avvicina, in lacrime.
"Tesoro mio!" sussurra. È una donna, che mi tira su e mi abbraccia forte.
È vicinissima, quindi riesco a vedere a stento dei ricci biondi, come i miei. La donna mi fa spostare quel tanto che basta per permettere a Christian di posizionarsi dietro di me e togliermi delicatamente la benda dalla testa. È in quel momento che vedo mia madre: è bellissima, come sempre, nel suo essere semplice. Quello che mi dispiace è vederla piangere, e viene da piangere anche a me, ma non voglio, non ora.
"Mamma!" esclamo, strafelice di vederla. "Non sei arrabbiata?"
"Perché dovrei essere arrabbiata?"
Anche mio padre mi si avvicina.
"Piccola, mi dispiace davvero tanto!" mi dice dolcemente. "Non avrei dovuto!"
"Papà, io..."
"Tesoro, io non dovevo costringerti a vivere con lui!"
"Credevo che ce l'avessi con me..." sussurro.
"No, amore mio" dice lui. "E ti dirò un'altra cosa: una volta finito il ricovero, se lo vorrai, potrai tornare a casa!"
Mia sorella Elisa si avvicina a me e mi stringe a sé.
"Manca soltanto Roberto!" dice sottovoce.
"Eh no! Non farete il quadretto familiare senza di me!" dice per poi appoggiarmi un braccio sulle spalle. "Christian, vai a prendere tua madre e Gabriella! Anche voi siete parte della nostra famiglia!"
Chris torna dentro e ci raggiunge dopo circa cinque minuti, con la madre appoggiata a lui e la sorellina stretta tra le braccia.
"Valeria, potresti venire un momento?" chiede Roberto. Una giovane infermiera ci raggiunge e dice: "Cosa posso fare?"
"Questo momento è troppo bello per non essere immortalato!" risponde mio fratello. "Potresti farci una foto?"
"Con piacere!" risponde la ragazza.
Ci mettiamo tutti vicini, abbracciati, e la giovane ci scatta una foto.
In genere io detesto le foto, ma questa fa eccezione. Siamo una famiglia... una VERA famiglia!
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