11°: Dubbi, idee e psicologia
Christian's Pov
Ho proposto a Bianca di confidarsi con una donna, ma ho la sensazione che neanche questo sia sufficiente.
Forse dovrei riferire ai suoi genitori quello che ha passato, in modo che vadano a vedere come sta. Insomma, mi sembra assurdo che le voltino le spalle perché ha lasciato il suo "compagno", sempre che di compagno si possa parlare.
Non ho intenzione di dirle niente per il momento, perché non so se quest'incontro porterà o meno a qualcosa e non voglio darle una delusione, ma mi auguro di farle una gradita sorpresa.
"Sei nervosa?" le chiedo sedendomi sul letto, accanto a lei.
"Non immagini quanto... anche perché mi troverò davanti una donna che non conosco e ho davvero paura!"
"Si tratta di una psicologa. Sono sicuro che capirà e non ti farà pressione" la rassicuro, anche perché so bene di chi parlo: la mia amica Giovanna, che lavora qui, è un'eccellente psicologa e una grande donna. Sa cosa vuol dire attraversare certi dolori, perché da bambina ha sofferto molto, e sono certo che dimostrerà molto tatto con Bianca, che ne ha bisogno. Ma soprattutto, anche se non la conoscessi, penserei che solo una sprovveduta potrebbe essere delicata come un vaso di fiori che ti finisce in testa considerando la storia travagliata della paziente in questione.
"Tu Tu cosa farai, andrai a casa?"
"Prima andrò a trovare mia madre e dopo porterò Gabry a fare un giro."
Non è proprio una bugia, perché Gabriella verrà con me e se l'indirizzo di Bianca, o meglio: quello dei suoi genitori, è sempre lo stesso, devo arrivare dall'altra parte della città e considerando la precarietà dei mezzi pubblici farò prima ad andarci a piedi.
"Sono un'egoista" dice improvvisamente.
"Perché, scusa?" chiedo.
"Perché tu hai la tua famiglia a cui pensare ed io vorrei che restassi accanto a me, sempre... perché mi fai sentire sicura!"
Quell'affermazione mi riempie il cuore di gioia. Insomma: un uomo che si sente dire da una ragazza maltrattata da un altro uomo, alla quale tiene molto: "Ti vorrei vicino!", ha una fortuna davvero immensa.
"Ma quanto puoi essere dolce?" le dico per poi lasciarle un bacio sulla guancia. Un gesto semplice, da amico, ma dal quale temo che lei si ritragga.
La vedo sorridere e sono tentato di premere di più il viso contro la sua pelle morbida e calda, ma temo che, cercando un contatto con lei con più forza, la spaventerei. Spesso la paragono ad un fiore delicato, che è stato in balia del vento, ha risch,iato di spezzarsi e potrebbe temere anche le carezze fatte dal Sole se la mano fosse soltanto un pochino più calcata su quel corpicino esile.
"Ciao! Ci vediamo più tardi, Bianca!"
Esco da quella cameretta in penombra e vado in quella che ospita mia madre. Passo davanti all'infermiera che tiene con sé Gabry e le sorrido, ringraziandola per quello che sta facendo. Non potrei lasciarla a casa da sola.
Per fortuna mi lasciano entrare nella camera di mia madre, che sembra stare davvero meglio da quando Roberto ha iniziato a curarla con un trattamento specifico di flebo di non so che cosa. Non ho mai capito niente di questo genere di cose.
"Ciao mamma!" le dico entrando. Lei si alza dal letto sul quale era seduta, mi viene incontro e mi abbraccia forte.
"Il mio birlantello dal cuore d'oro!" mi dice.
Mi ha sempre chiamato in questo modo, perché fin da piccolo sono molto vivace, ma al tempo stesso mi piace veder felici le persone che ho intorno e se per farlo bisogna tendere una mano sono disposto a tenderle tutt'e due. Almeno è quello che mi lasciano intendere quelli che mi osservano dall'esterno.
"Vedo che ti senti meglio!" le dico sorridendo.
"Certo, e a breve tornerò ad occuparmi di te e di Gabr€lla!" dice lei.
"Non iniziare a strafare come tuo solito!" la blocco.
"Come sta Bianca?" mi chiede.
"Beh... oggi ha il primo incontro con Giovanna. Spero le sia utile... e oltre a questo spero tanto che possa servirle anche quello che sto per fare."
"Di che si tratta, Chris?"
"Vorrei parlare ai suoi. Sono sicuro che Lorenzo abbia già inventato qualche..."
"Christian!" mi ferma mia madre sapendo quello che voglio dire.
"Sono certa che ti ascolteranno..."
"Grazie mamma!"
L'abbraccio di questa donna meravigliosa che mi ha concepito mi fa stare bene e mi permette di acquisire fiducia in me. La saluto con un bacio sulla fronte, corro in corridoio e, ringraziando di nuovo l'infermiera, vado a prendere Gabriella.
"Ciao principessa! Come va?" le chiedo, ma mi rendo conto dal suo mugolio che l'ambiente la rattrista molto.
"Lo so, tesoro. Non hai tutti i torti, sai? Ma ora usciamo un po'. Ti va?"
La sento ridere e, tenendola in braccio, mi dirigo verso il portone di quell'ambiente che come musica ricorrente ha il suono dei fogli svolazzanti, delle barelle in movimento e degli apparecchi che usano di solito i medici.
Bianca's Pov
È l'ora del mio primo incontro con la dottoressa ed ho una paura tremenda. Mi hanno detto che sarà lei a venire da me ed io sono talmente nervosa da intrecciarmi le dita, che ogni volta che le tiro un po' di più mi fanno un male assurdo per la loro eccessiva magrezza.
Sento qualcuno bussare alla porta. Provo ad alzarmi, ma barcollo miseramente e mi ritrovo a procedere verso la porta della camera d'ospedale sulle ginocchia.
Una donna bruna, con i capelli ricci come li ho io, si affaccia verso l'interno della stanza, mi tende le mani e, facendomi appoggiare a sé, mi fa rialzare.
"Ciao" dice con un tono gentile.
"S-salve" balbetto.
"Perché tante cerimonie? Puoi tranquillamente darmi del tu."
"Ah... va bene, allora. Mi scu... cioè, scusami: di solito i medici non portano con sé un blocchetto ed una penna sui quali registrano quello che riguarda i loro pazienti?"
Spero vivamente che l'abbia dimenticato, per posticipare l'"interrogatorio", ma lei, sorridendo, mi dice: "Prima di essere un medico io vorrei esserti amica e gli amici non scrivono di certo i tuoi segreti su un quadernetto!"
Lei mi accompagna verso il letto. Io vorrei rimanere seduta, ma ancora una volta barcollo, dimostrando a questa giovane donna la mia debolezza.
"Facciamo una cosa: dato che forse ti vergogni di distenderti e il letto è grande io mi metterò semisdraiata, ci stai?"
Annuisco debolmente, facendole posto.
Lei non si distende completamente, ma almeno mi sento un pochino più tranquilla.
"Come ti chiami?" chiede.
"Mi chiamo Bianca" rispondo. "Ti dico anche il mio cognome?"
"No, cara. Va bene. Io sono Giovanna." mi dice dolcemente.
Restiamo per qualche attimo in silenzio, poi lei mi dice: "Dimmi la prima cosa che ti viene in mente per descrivere la tua vita."
Ci penso un attimo, poi le rispondo: "Yin-yang!"
"Perché proprio questa parola?"
"Il bianco di quel simbolo è rappresentato da un uomo meraviglioso, che mi ha letteralmente salvato la vita. Il nero, invece, è rappresentato da un altro... un uomo che io non amavo, che mi è stato imposto, e che a sua volta mi ha imposto le sue condizioni."
"Scopriti un po' la faccia... lascia fhe ti guardi! Siamo donne e, se vuoi proprio saperla tutta, anch'io ho sofferto moltissimo."
Gli unici ad avermi guardata in faccia da quando sono in ospedale sono stati Christian e Roberto, anche perché, escludendo le infermiere alle quali giravo la faccia poiché mi vergognavo, erano i soli ad entrare in questa stanza.
Mi volto verso Giovanna e le mostro il mio viso. I lividi non ci sono quasi più, ma ho una cicatrice su un sopracciglio che resterà il segno indelebile di quello che è successo e che mi fa vergognare terribilmente.
"Il tuo vantaggio è non essere innamorata di quel bruto che ha fatto questo... ma se non lo ami perché non hai sporto denuncia, Bianca?"
"Perché mi vergogno molto!"
"Ti senti come se tutto questo fosse solo colpa tua, come se te la fossi cercata. Questo succede anche quando non sei innamorata del tuo carnefice. Cerchi in tutti i modi di non farlo innervosire, ma non ottieni nulla, perché... per lu@ tutto quello che fai è sbagliato. Puoi comportarti come vuoi, ma per lui sbaglierai sempre."
Possibile che questa donna sia qui soltanto da cinque minuti e abbia già capito tutto?
"Ricordi? Anch'io ho sofferto molto!"
Giovanna mi fa quasi paura per la sua capacità d'intuizione, ma tralasciando questo mi sembra di poter riporre in lei la mia fiducia. Non riesco a raccontarle granché, perché ogni volta, parlare di Lorenzo, mi fa sentire male.
Passano non più di venti secondi di racconto, poi scoppio a piangere come al solito. Non mi ritengo affatto forte, ma Giovanna capisce anche questo e, con tutta la calma del mondo, dice: "Non è debolezza. Piangere non significa soltanto questo, altrimenti saremmo tutti degli agnellini. È semplicemente una valvola di sfogo, di gran lunga migliore di quella che usava Lorenzo."
Mi tiro su come posso, restando in ginocchio sul letto, e abbraccio Giovanna, anche se il fatto di stringerle il corpo con le dita mi provoca un po' di dolore. Questo, però, ora come ora, non m'interessa.
"Facciamo una cosa: per ora ci fermiamo qui. Io resto un po' con te ugualmente e, se ti va, mi parli di Christian."
Arrossisco violentemente sentendo nominare il riccio, che ha i capelli di un colore indecifrabile, ma tendente quasi al rosso. Forse è normale che succeda, in fondo mi ha salvato la vita!
"Le tue guance rosse promettono bene." dice Giovanna, sorprendendomi.
"Promettono bene per cosa?" le chiedo, alquanto sorpresa.
"Promettono bene perché forse tra di voi sta nascendo un profondo legame... Chissà, magari un giorno potreste..."
Vedendo che mi sto agitando, anche se per una ragione diversa da quella di prima, Giovanna si ferma e mi sorride con dolcezza. Le parole che mi ha detto, però, insinuano in me un dubbio. La famosa "pulce nell'orecchio"! Insomma: cosa sento io per Chris? Il mio eroe lo è da quando ero solo una bambina, quindi questa non si può considerare una risposta soddisfacente... lui ha qualcosa che m'incanta, mi attrae, mi fa sentire sicura.
Forse, però, sto vaneggiando.
Capiamoci: come potrebbe uno come lui, bello, gentile, affettuoso, spiritoso, interessarsi ad un relitto come, purtroppo, mi sono ridotta io?
Giovanna mi distoglie dai miei pensieri, mi saluta e se ne va, permettendomi di ritornare a cercare un capo in mezzo alla matassa di fili che ho in testa.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro