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CAPITOLO 12

CAPITOLO 12

Miru's POV

Lo seguo in punta di piedi fino all'uscita, facendo attenzione a non farmi notare e restandogli un po' distante. Non sapevo dell'esistenza di questa porta laterale, ideale come via di fuga per non dare troppo nell'occhio. Luhan fa una strana combinazione con i pulsanti al lato di essa, probabilmente per togliere l'allarme, poi la oltrepassa senza problemi. A questo punto decido di correre, sempre in punta di piedi per non farmi scoprire, per evitare di rimanere rinchiusa. Per un pelo riesco a poggiare la mano sulla maniglia ed uscire anch'io.

Arrivato nella strada, prende dalla tasca un passamontagna e se lo mette per coprirsi il viso. I miei occhi s'ingrandiscono in automatico.

Un passamontagna di sera.
Come i ladri. Come i gangsters. Come i delinquenti.

Questo non è mio fratello, lui non é quel tipo di persona.

Per un momento smetto di camminare, incapace di continuare la strada che ho preso per paura di conoscere un nuovo lato di mio fratello e scoprire di avere a che fare con una persona del tutto diversa dal bravo, dolce ed affettuoso ragazzo che sono abituata a vedere ogni giorno.

No, dovrei smetterla. Adesso mi sento l'esageratezza in persona. Qualsiasi cosa mi stesse passando per la mente, sono sicura che non fa parte del dna di Luhan.

Riesco a raggiungerlo e comincio nuovamente a seguirlo, nascondendomi dietro un albero o un muretto ogni volta che da l'idea di voltarsi. Non riusciró mai a frenare quest'incontrollabile curiosità.

Continua a camminare seguito da me e solo dopo qualche minuto si ferma. Mi nascondo dietro la cassetta postale, spiandolo mentre si toglie il passamontagna e aggiusta i capelli disordinati.

Intanto, cerco di localizzarmi. Resto accecata dalle luci che trasmettono le scritte poste sopra la porta principale. Ci passo quasi sempre da queste parti, ma di giorno è diverso rispetto alla notte. Conosco questo locale, quando è mattina e brilla il sole si chiama "P p r"; quando invece è notte fonda e c'è un buio pesto si trasforma in un locale notturno chiamato "Popular". Ora mi é chiaro il motivo dello spazio inutile tra le tre lettere che circondano il portale, come l'ha sempre chiamato Luhan.

"Lu Han" quel nome mi fa sussultare. Perdo di vista mio fratello, che non è piú in piedi come un imbecille davanti al locale, ma sta parlando con il buttafuori. Quello si limita a fargli un cenno con la testa e si fa da parte per lasciarlo entrare.

Non capisco. Cos'ha a che fare mio fratello con dei posti del genere?

Salto fuori dal mio nascondiglio e mi avvicino in fretta e furia al buttafuori, che mi guarda dall'alto al basso, capendo che non sono una persona familiare.

Mi schiarisco la gola e dico:
"Park Miru."

Lui fa 'no' con la testa. Sembra che non abbia intenzione di togliere la sua enorme presenza da davanti la porta.

"Park Miru, con permesso." ripeto, in tono strafottente magari gli é più familiare, cercando di spingerlo via.

Lui mi rivolge un patetico sorriso e con una leggera spinta riesce ad allontanarmi di circa 40 cm dal locale. Non vale, non posso competere contro questo ciccione.

Faccio finta di allontanarmi e percepisco il suo sorriso compiaciuto. Cosa crede? Che gliel'avessi appena data per vinta?

La fortuna è con me: noto un signore che spinge un carrellone, diretto lí. Mi nascondo nel lato opposto del carrello per non farmi vedere dal buttafuori.

"Ho una consegna" dice il signore, che in realtà é un ragazzo. Dalla voce, suppongo che abbia soltanto qualche anno piú di me.

Il buttafuori lo guarda in silenzio, poi consulta il foglio con scritto tutte le consegne da accettare.

"Hmm. La ragazza è compresa nel bottino?" -Buttafuori

Il ragazzo lo guarda interrogativo e lui mi indica con lo sguardo. Sgrano gli occhi e mi copro il viso con le mani.

Come ha fatto a scoprirmi?

"No, mi dispiace." dice il ragazzo, il quale si riceve un'occhiataccia da parte mia.

Sbuffo e mi alzo, senza degnarli piú di uno sguardo; ma poi mi viene in mente una cosa. Mi volto per la quarantaduesima volta e il buttafuori ha sempre quell'aria annoiata, spazientito dalla mia insistenza.

"Miru Han" dico guardandolo direttamente negli occhi, tramite quegli occhiali scuri.

È proprio una cosa stupida indossarli di notte. So che ha appena sgranato gli occhi e che non mi crederà cosí facilmente. Infatti, come non detto, ne ottengo una risata sarcastica da parte sua.

"Ragazzina, questo non è un posto per quelli della tua taglia. Perció tornatene a casa a giocare con le bambole." dice, fingendo di farmi la ramanzina.

Tengo i pugni serrati, ma mantengo comunque la calma. Prendo il mio tesserino scolastico dalla tasca, questo ce l'ho sempre con me, e glielo mostro.

"Ora mi credi? Sono la sorella di Lu Han, il ragazzo che prima è entrato qui." dico.

Lui si poggia gli occhiali sul naso e lo guarda sbalordito. D'accordo, ho capito perché se li tiene 24 ore su 24: i suoi occhi sono troppo divertenti, non farebbe paura neanche ad un bambino di tre anni.

"Potevi dirmelo prima, no?" dice infastidito, facendo spazio e lasciandomi libera l'entrata.

"Grazie, ajusshi." dico sorridendo ed alzando le mani in segno di resa.

"Ajusshi? Ragazzina, mi chiamo Deffcon. Chiamami Doni." dice, richiudendo poi la porta alle mie spalle.

"E Doni sia" mormoro sorridendo.

Avanzo di qualche passo, lentamente. Mi faccio condizionare dalla musica che mi porta in pochi secondi in un mondo del tutto nuovo, una dimensione parallela. Il rumore è assordante, ma quando ti ci abitui diventa quasi piacevole. Solo che non ne sono abituata. Tutti ballano, sembrano cosí felici. Ci sono anche delle ragazze seminude che strusciano sui pali. Luhan non puó di certo essere qui.

Malgrado il rifiuto del mio pensiero, lo cerco con gli occhi. Per fortuna, come ho detto, lui non c'é ed è inutile continuare a cercare. Tiro un respiro di sollievo, ma dove sarà andato?

Una cameriera mi passa davanti. È alta, magra e mi ricorda qualcuno, peró non so chi. Non riesco a vedere il suo viso per via della maschera che hanno tutte le cameriere di questo posto. Farà parte della divisa..

Con un vassoio pieno di stuzzichini, è diretta da un'altra parte, non nella grande sala in cui ci sono le persone che bevono e ballano. Prima di entrare nel piccolo corridoio, si abbassa la gonna troppo corta e si massaggia le tempie. Dev'essere straziante lavorare qui, non capisco perchè lo fa.

L'istinto mi porta a prendere la sua stessa strada.

Man mano che si va avanti, la musica non si sente quasi piú. Le pareti di quest'altra sala isolata del locale sembrano proprio fatte apposta per non sentire il baccano della sala centrale. La musica è bassa e leggera, come il sottofondo di un drama. I miei passi si fanno sempre più veloci, vista l'aria invitante della nuova atmosfera che mi sta accogliendo.

"Cosa?"

Mi fermo appena sento delle voci. Non si tratta di Luhan, ma sono piú che familiari.
Poi peró, sento anche la sua ed ecco che la mia ansia sale ancora di piú. Mi faccio coraggio per dare una sbirciatina e purtroppo non mi sbagliavo, vedo quel che mi aspettavo.

"Basta che stavolta non mettiate in mezzo mia sorella" dice Luhan, sbattendo i pugni sul tavolo. Il suo tono è severo, come se stesse rimproverando tutti i presenti, anche se é rivolto soltanto a due di essi.

'Mia sorella'? Sta parlando di me?

"Con questo cosa vorresti dire? Che le abbiamo fatto qualcosa di male?" dice Jonghyun, offeso dal suo atteggiamento.
Kai, invece, rimane in silenzio e in disparte ad ascoltare la conversazione.

È difficile vederli insieme, mi rende arrabbiata senza un motivo specifico.
Si conoscono? E perchè sono io il loro argomento?

"Perchè le avete rivolto parola? Non voglio che venga di nuovo trattata male dagli altri!" dice mio fratello.

"È così che reagisci? Secondo te di chi era la colpa quando veniva trattata male a scuola nostra?" interviene Chanyeol, che prima non avevo proprio calcolato.

Sentire la sua voce, vedere la sua presenza, ma soprattutto capire ció che ha appena detto, mi fa sentire un enorme sensazione di rancore all'interno del petto. Mi mordo il labbro per fermare la tentazione di entrare e prenderlo a calci. Come osa dire queste cose, se lui era una dei primi che mi trattava male? Non mi lasciava mai in pace, me lo ritrovavo dappertutto.

"Io cercavo di proteggerla, ma tu.. tu rovinavi sempre tutto!" lo incolpa mio fratello, indicandolo minacciosamente. Non l'ho mai visto cosí, sarà ubriaco?

L'attenzione di tutti si concentra sul loro conflitto. Ognuno di loro ha quell'aria da popolare e non mi sorprende il fatto che Luhan frequenti questo tipo di gente.

"Cosí credi? Pensi che senza di me, lei si sarebbe trovata meglio?" ribatte Chanyeol con la sua faccia tosta.

Luhan annuisce e lo guarda male.

"Sei uno stupido. Senza di me, che fingevo di bullarla soltanto per proteggerla, non sai che fine avrebbe fatto. Tutti si sarebbero avvicinati a lei e avrebbero reso la sua vita miserabile. Sai bene quanto tengo a Miru." dice Chanyeol, che poi si alza in piedi e fa per andarsene.

Tutto questo è troppo. Le parole che ha detto non hanno alcun senso, come questo discorso in generale. Poggio il mio corpo sul muro, non riesco più a controllare il mal di testa dovuto alle lacrime e la rabbia che sto trattenendo.

Fortunatamente, lui mi passa vicino per andarsene senza notare la mia presenza ed io tiro un pugno all'aria per sfogarmi. Per sbaglio prendo in pieno il vassoio della cameriera di prima e lo osservo cadere a terra al rallentatore. Faccio la stessa fine, smettendo di usare i muscoli delle gambe e trovando presto l'appoggio del pavimento.

"Oddio. Miru, stai bene?" dice la cameriera, balbettando. Cos'è questo posto? E perchè mi conoscono tutti?

Mi prende le mani, tirandomi su come un sacco di patate.

"Miru, ti prego. Dimmi qualcosa!" dice lei, agitandomi come se fossi un'assatanata.

Io questa voce l'ho già sentita..

"Hyemi?" chiedo incredula.

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