Capitolo 16
Alexandra
La canzone che ho impostato come sveglia sul telefono mi si insinua nel sonno come un pinguino danzante: è così che il mio cervello se la raffigura.
Mi sveglio un altro po’ e mi assale un forte mal di testa.
Con gli occhi ancora chiusi, distrattamente alzo una mano per metterla a tacere, ma colpisco una superficie morbida e calda: Bryce.
Aprendoli mi ricordo di essere in una stanza che non è la mia, e frammenti della serata precedente mi tornano in mente.
Ancora rannicchiata sotto il piumone, rifletto che non avrei mai pensato di vedere Jude così vulnerabile.
Un po’ controvoglia, mi alzo, dirigendomi nella mia stanza.
Indosso la divisa, pettino i capelli e li lego in una coda alta.
Con passi pesanti vado in cucina e mi preparo quello che sarà il mio elisir: il caffè.
Mentre lo guardo risalire nella caffettiera, mi rendo conto che sono un po’ nervosa al pensiero di rivedere la causa di tutti i miei problemi.
Con la tazza fumante ancora in mano, raggiungo la grande finestra nella mia stanza, aprendola un po’, godendomi la brezza mattutina.
Controllo l’orologio e constato che mancano una manciata di minuti alle sei e mezza. Dovrei essere al campo al fiume alle sette.
Con calma, finito di bere il caffè, infilo le scarpe e scrivo un messaggio su un post-it a colui che sta ancora beatamente dormendo, comunicandogli che tornerò di pomeriggio, per via della scuola.
Il ricordo del bacio è ancora vivido nella mia mente.
Voglio usare questi pochi minuti di tragitto per schiarirmi i pensieri.
Devo fare un elenco dei pro e dei contro di perdonare il rasta.
So che è stupido anche solo rifletterci: lui ha tradito la mia fiducia, mi ha mentito e mi ha umiliata.
Finora, sul versante dei contro abbiamo le bugie, il finto messaggio, il suo ego smisurato e il fatto che non posso fidarmi di lui.
Nella lista dei pro c’è… be’, il fatto che mi dispiace e mi stia iniziando a sentire in colpa. Che mi riesce a far provare strane sensazioni quando mi sta accanto, ai brividi di piacere che provo. Il fatto che mi abbia implorato di perdonarlo, che abbia cercato di andarsene ma poi io l’ho fermato e mi ha baciata.
Non so se decidere di essere completamente stupida a pensare di poterlo perdonare, o se sto solo seguendo il cuore.
Per quanto mi sia sforzata, non riesco a stargli lontana.
Ogni cosa che faccio, mi ricollega impercettibilmente a lui.
Il cielo si è incupito e sulle strade umide e semideserte tira un forte vento; rimpiango di non aver preso il giubbotto: il mio corpo viene ripetutamente percorso dai brividi per via del freddo.
Imbocco il vialetto che mi porterà al campo e, qualche interminabile secondo dopo, sfortunatamente mi rendo conto di non essere sola.
Jude ancora non si è accorto della mia presenza: è seduto sul muretto, fissando un punto nel vuoto, visibilmente assorto nei suoi pensieri.
Incerta sul da farsi, decido lo stesso di salutarlo: ‘Ciao Jude…’ Lui subito mi guarda, per quanto sia possibile, da dietro quegli spessi occhialini da aviatore; con un mezzo sorriso, senza dire una parola, vedendomi infreddolita si avvicina e si sfila la giacca, posandomela sulle spalle.
Tiene molto caldo e profuma di lui. Ovviamente mi è grandissima, perciò rimbocco le maniche.
‘Grazie’, sussurro rossa ed imbarazzata per questo suo gesto improvviso; e prima che io possa andare incontro alle sagome di Jordan e Mark, commenta: ‘Ti sta a pennello. Sei bella… così’.
**
Sono soltanto le sei di pomeriggio quando mi arrendo e smetto di studiare. Forse potrei fare una passeggiata, ma ho le gambe a pezzi: l’allenamento di oggi è stato particolarmente pesante, inoltre il dolore alla caviglia per la storta presa non cenna a diminuire.
Sarei uscita con Bryce, convinta di trovarlo a casa, ma sfortunatamente è dovuto andare via per un "imprevisto", come ha detto lui.
Proprio quando stavo per schiacciare il nome di Jordan sul telefono, il display si illumina, facendone comparire un altro, quello di Celia.
‘Ciao Alex!’ la sua voce allegra mi fa spuntare un sincero sorriso.
‘Ciao Celia! A cosa devo questa telefonata?’
‘Ecco vedi, io e le ragazze avevamo pensato di uscire e andare ad una piccola festicciola che si terrà qui vicino. Volevamo sapere se ti andasse di venire…’ Vorrei declinare l’invito, ma l’assidua assenza dei miei genitori e il fatto che debba stare a casa a deprimermi guardando un noiosissimo film, mi fanno cambiare idea.
‘Va bene, ci sto! Però ragazze abbiamo solo sedici anni', rispondo ridendo.
‘Non preoccuparti di questo, Nelly conosce un sacco di gente. Se siamo con lei possiamo entrare ovunque.’ Una seconda voce si unisce alla sua mentre pronuncia questa frase: Silvia.
Annuisco divertita, nonostante non possano vedermi.
Dopo aver chiuso la chiamata, mi arriva un suo messaggio, dicendo che mi passeranno loro a prendere verso le nove.
Ho parecchio tempo, tuttavia la mia solita indecisione sul come vestirmi, me ne farà perdere altrettanto.
Vado verso il bagno e apro l’acqua della doccia, infilandomici poi dentro.
L’acqua bollente in qualche modo scaccia via i miei pensieri.
Alla fine, opto per un po’ di trucco e dei semplici jeans e un top nero, con delle scarpe con il tacco del medesimo colore; controllo il risultato allo specchio: è classico ma elegante.
Mentre esco dalla stanza scrivo un messaggio a Celia per avvisare che sono pronta, e la sua risposta non tarda ad arrivare, dicendo che sono già sotto casa mia.
Prendo la borsa, infilo la chiave nella serratura della porta e vado verso l’auto nera che mi aspetta, anche se uno strano presentimento inizia ad attanagliarmi lo stomaco.
Jude
Non mi capacito di essere di nuovo in questa casa: l’ultima volta che l’ho fatto mi ero ubriacato fino a vomitare, ed è stato qualche giorno prima dell’inizio della scuola.
L’inizio della fine, oserei dire.
L’abitazione dove si tiene questa stupida festa è piena di gente, la strada è ingombra di macchine parcheggiate, e mi domando come cazzo sia venuto in mente a mia sorella -e probabilmente alle sue stupide amiche, compresa Alexandra-, di venire in questo posto, di cui non sento affatto la mancanza.
Quando l’ho sentita parlare al telefono, pensavo stesse scherzando, in fondo ha solo sedici anni e non è una tipa da feste, ma quando l’ho vista prepararsi con quel vestito striminzito insieme a Silvia, ho mandato un messaggio agli altri ragazzi, per seguirle e assicurarmi che nessuna di loro possa fare cose di cui poi si potrebbe pentire.
La cosa più buffa ma allo stesso tempo irritante è che mi abbia mentito, dicendo che sarebbe dovuta andare a casa di Nelly, come se io fossi scemo…
In lontananza vedo Chanel, una ragazza bionda con cui sono stato questa notte, dopo che me ne sono andato a casa della rosa con l’invano tentativo di dimenticarla.
È paradossale che io non riesca a togliermela dalla testa, dato che fino a qualche mese fa volevo stare da solo, o comunque, non impegnarmi in nulla di serio, che non fosse solo per divertimento.
Le somigliava molto, sia esteticamente che nei modi di fare, tralasciando il colore dei capelli, che erano di un orrendo giallo canarino. Alla fine era carina.
Carina ma noiosa.
So che ha accettato di uscire con me solo per sfizio, ma va bene così, perché anch’io la stavo usando.
Quando ho tentato di baciarla mi sono sentito terribilmente in colpa.
Mi sono tirato indietro e sono praticamente scappato via, piantandola in asso.
‘Ma ciao, anche tu sei qui.’ Chanel sorride ed entra in salotto, dopo avermi dato un bacio sulla guancia con nonchalance.
‘Sharp!’ mi chiama Jordan dalla cucina; spero non abbia iniziato a bere: non posso fare il babysitter anche a lui, devo controllare già due persone.
‘Le hai trovate?’ chiede Axel.
Tutti i miei amici sono disposti in semicerchio davanti a me e aspettano la mia risposta.
Nell’esatto istante in cui apro bocca, il mio sguardo incrocia quello di una capigliatura blu, in compagnia di altre tre ragazze.
Spazio Autrice
Ciao ragazzi!
Vi chiedo scusa se il capitolo non vi possa piacere; inoltre la mia assenza è dovuta a dei problemi a casa, che ahimè, mi coinvolgono particolarmente.
Fatemi sapere se vi piace e se vorreste più cose inerenti al calcio in questa storia, siccome lo sto un po' trascurando.
A presto!♡
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro