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SilverxGold

I won't let  you go. I can't let you go.

Erano successe tante, troppe cose in un tempo così breve,in meno di un anno il fulvo e il castano si erano  ritrovati con un rapporto più profondo dell'amicizia, più saldo di una roccia e più bello di qualsiasi gemma,chiunque avrebbe invidiato quel rapporto,chiunque tranne Silver,lui era letteralmente innamorato perso del ragazzo dagli occhi ambra,ma egli non sembrava accorgersene,era quello il fatto che gli faceva odiare quel loro rapporto,non era amicizia eppure non era neanche amore, cos'era dunque? Quella situazione era stressante per lui,si tratteneva a stento dal fare a botte con chiunque guardasse Gold con tanto,troppo desiderio,si stupiva che il castano non avesse considerato l'ipotesi che il rosso nutrisse dei sentimentale romantici nei suoi confronti. Ma in realtà non era che lui non se ne fosse accorto,solo non voleva finire con il frasi delle illusioni per poi rimanere ferito,era la cosa di cui aveva sempre avuto paura,che qualcuno lo ferisse,mostrava un carattere forte e determinato,ma non era forte,non lo era affatto,doveva ringraziare il suo rivale se non si era lasciato prendere dallo sconforto. Se lo amava? Si,lo amava come mai aveva fatto nella sua vita eppure aveva pura,si limitava a lasciare il rapporto che avevano in quello stato ambiguo,non amicizia e neppure amore,gli bastava fantasticare su come sarebbe potuta essere la loro relazione,si accontentava di poterlo vedere,di poterci parlare e di sfidarlo,eppure non sapeva che ci tutto ciò non lo avrebbe più potuto fare. Entrò nella propria casa e si ritrovò la madre in piedi davanti a lui con lo sguardo triste rivolto verso il pavimenti in legno, non lo guardò negli occhi semplicemente parlò <<Tesoro,tra una settimana andremo in un'altra regione>> in quel momento al castano crollò il mondo a dosso,le sue gambe rischiavano di cedere da un momento all'altro,il suo cuore faceva male e i suoi occhi si scurirono,persero tutta la loro luce,la loro vitalità e quell'arroganza che lo contraddistinguevano, la madre lo guardò di sfuggita, appena vide lo sguardo di suo figlio fece per avvicinarglosi ma questo lasciò cadere il suo zaino a terra e corse via,la donna si sedette sorregendosi la fronte con le mani,sapeva che l'avrebbe presa male ma non immaginava così tanto. Gold  corse più che poté, senza meta ma corse,attraversò boschi,grotte e villaggi,allora si fermò, non voleva andarsene,non voleva perdere l'unica persona che lo facesse sentire bene,non voleva e non poteva,perché senza di lui sentiva di non poter vivere. Era sera ed il cielo si era tinto di nero,era brutto tempo per cui era impossibile vedere la luna oppure le stelle, il castano rise senza allegria, era la rifrazione del suo stato d'animo,si lascio cadere con le schiena contro la parete di un vecchio edificio ed iniziò a ridere,non c'era allegria, era la risata che di solito i pazzi facevano,chiunque passava si spaventava,pensavano fosse uscito da qualche manicomio,ma lui non era pazzo,lui si limitava a ridere per non piangere,perché in realtà dentro di se si era rotto qualcosa. Dai suoi occhi ormai quasi neri sgorgarono delle lacrime,tante lacrime,era tutta la sua rabbia e il suo dolore che venivano fuori,era scappato quando poteva passare il resto del suo tempo con Silver e magari dirgli qual'era la natura dei suoi sentimenti,ma era troppo tardi,era scappato e non aveva intenzione di tornare in quel luogo. Si alzò le gambe gli tremavano,la vista era sfocata e il respiro affannato,camminava a stento sotto la pioggia battente che lo bagnò dalla testa ai piedi,tolse il suo capello e lo legò a un passante dei suoi jeans,si passò una mano fra i capelli tirandoli indietro,camminava sotto la pioggia scrosciante con lo stesso colorito di un fantasma,le lacrime che si mischiavano alla pioggia e un sorriso beffardo stampato sulle labbra,aveva uno strano fascino che colpì una ragazza che passeggiava tranquillamente sotto il proprio ombrello,lo porse al ragazzo ma questi non la degnò di uno sguardo,anzi sembrava non l'avesse ne vista ne sentita,si diresse nel bosco li vicino,quella regione era più natura che città, si fermò arrivato nel punto più lontano dalla civiltà ed iniziò ad uralre,ma nessuno lo sentì la pioggia copriva ogni rumore e il suo grido era privo di forza. Trovò una grotta ben nascosta dalla vegetazione e vi entrò, si sedette poco distante dall'entrata e si portò le ginocchia al petto appogiandoci la testa,perché dovevano tutti decidere per lui,perché faceva così male e perché doveva essere sempre lui quello a stare male. Qualche minuto dopo fece la sua apparizione nella grotta un Nintles ferito,guardava con diffidenza il ragazzo,ma gli si avvicinò quando questo gli rivolse un sorriso,il Pokémon si fece accarezzare e Gold lo curò, portava sempre in tasca qualche rimedio per i suoi Pokémon e qualche ball,già i suoi Pokémon,li aveva lasciati nello zaino,quanto si odiava in quel momento lo sapeva solo lui. Il pokemon fece scaldare la temperatura della grotta e in poco tempo i due si asciugarono e si addormentarono. Il nintels odiava gli umani,però aveva percepito che lui era buono e che stava affrontando qualcosa di troppo grande per lui soltanto. I due si diressero in città,non c'era nessuno in giro dato che era un giorno lavorativo e il cielo era ancora nuvoloso,c'era solo un agente Jenny,appena la donna incontrò lo sguardo del giovane e vide che combaciava con la foto del ragazzo scappato di casa lo rincorse,lui era diventato molto veloce,troppo per l'agente Jenny che non aveva avuto il tempo di recuperare il suo veicolo,Gold scappò di nuovo,sapeva dove nessuno lo avrebbe cercato,forse,la via vittoria, a chi sarebbe venuto in mente che lui potesse trovarsi lì? A nessuno,nessuno che non lo conoscesse meglio di quanto il castano conoscesse se stesso,eppure qualcuno lo conosceva abbastanza bene da aspettarlo impazientemente all'entrata della grotta con la roba che aveva sbadatamente lasciato a casa,tra cui i suoi amati Pokémon. La settimana passò e finalmente il ragazzo arrivò alla sua meta,senza la sua squadra era stata un pò complicata la "traversata",aveva legato molto con il Pokémon che si era fatto catturate, in più era molto forte e con un carattere combattivo come quello che Gold possedeva.
Appena entrato divenne tutto buio,qualcuno aveva chiuso l'entrata,era possibile? Il ragazzo fece un passo ma inciampò in una roccia e finì con il sedere a terra e la schiena appoggiata alla parete,il rosso fece tornare nella sua pokeball il suo Stillix e la luce tornò ad espandersi,anche se in quantità irrisorie nella grotta,si diresse con passo lento vero il rivale e si portò alla sua altezza. Osservò lo sguardo perso e confuso nel quale si era imbattuto,i suoi occhi tornarono improvvisamente ambrati,il rosso non riuscì a trattenersi e fini con il fare scontrare assieme le loro labbra,fu un bacio profondo,lento e passionale,trattenuto per troppo tekpo <<Sil,io non voglio andarmene,io voglio stare con te>> a quelle parole i suoi occhi si riempirono nuovamente di lacrime e il cuore del fulvo si fermò per un istante,quando realizzò sorrise e accarezzò la guancia del suo amato <<Gol,non voglio lasciarti andare,non posso lasciarti andare>> prese un respiro profondo per calmarsi e poi continuò<<perché io ti amo>> era stato più facile di quanto avesse immaginato,forse perché si era dichiarato prima l'altro. I due tornarono nella città natale del castano,il quale durante la strada verso la propria abitazione continuava a nascondersi dietro alla schiena del rosso,il ragazzo bussò alla porta e aprì la madre di Gold,lui rimase attaccato al rivale mentre stringeva il tessuto nero della sua giacca. <<Sembra che tu abbia trovato Gold...>> <<...>> <<Già,l'ho trovato>> <<Bene,ora possiamo andare,siamo in ritardo con il trasloco tesoro!>> <<I-io non vengo!>> <<Cosa stai dicendo?>> <<Resterà da me,non è un problema>> dopo una breve lotta la donna si arrese e lasciò il figlio con il rosso,dopotutto lo aveva trovato quando neppure lei aveva idea di dove cercare. 

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