Gold....Silver.
Quello che c'era stato tra Silver e Gold era troppo importante per il fulvo perché potesse dimenticarlo,lo sapeva,sapeva che Gold lo aveva solo usato,eppure lui non poteva odiarlo,proprio non riusciva a fare a meno di amarlo e questo lo uccideva.
Gold aveva preso ogni cosa di Silver persino il suo corpo eppure,dopo poco,sembrava essersi dimenticato completamente di lui e di già frequentava una nuova ragazza,anche questo uccideva il ragazzo.
Nessuno poteva amarlo davvero a conti fatti era proprio questo che emergeva dalle sue tristi esperienze, ma come biasimarli,lui era il figlio del capo del team Rocket,Giovanni.
Il rosso si chiedeva se non fosse nato per errore, si chiedeva se fosse soltanto il prodotto di un preservativo rotto o di una noncuranza.
Ma ormai aveva davvero importanza, anche se avesse continuato a torturarsi la mente sapeva che non avrebbe avuto risposte,suo padre non sapeva neppure che fine aveva fatto e sua madre era andata.
Aveva tenuto a lui sinceramente solo una persona, la sua amica di infanzia,ma il ragazzo era talmente distrutto da chiedersi se anche lei sotto sotto lo odiasse,era il leggio che la società avesse da offrire,era il figlio di una delle peggiori bande criminali,aveva un carattere pessimo e in più,i suoi modi di fare erano quasi peggio del suo carattere.
Chissà, magari tutti credevano che non possedesse un cuore,eppure ne aveva uno,ridotto a quel punto a brandelli,ma ne possedeva uno,era anche stato innamorato,anzi lo era anche in quel momento.
A interrompere i suoi pensieri dolorosi fu il cigolio della porta d'ospedale che veniva aperta rivelando la sua cara Blue con le lacrime agli occhi.
Chiedeva più volte al fulvo cosa lo avesse spinto ad un gesto tanto estremo,cosa lo avesse spinto a tagliarsi le vene,ma per quanto scuotesse il corpo del ragazzo pallido come il latte questi non aprì bocca.
Non aveva il coraggio di dire che era caduto nella trappola di Gold,non aveva il coraggio di dire alla sua migliore amica che si era ridotto in quello stato per amore,si limito ad abbassare i suoi occhi scarlatti stanchi es esasperati da quel mondo così frenetico e a parer suo violento.
La ragazza provò in vari modi eppure lui si ostinava a non dire una parola al riguardo,non voleva sembrare patetico proprio a lei.
Presto la notte calò e la ragazza fu costretta a lasciate la stanza d'ospedale alla quale il ragazzo era "incatenato", Silver aspettò pazientemente la mezzanotte, prendendosi il suo tempo, mentre scriveva con mano tremante tutti i suoi pensieri e i motivi per i quali stava per fare quello che stava per fare,piegò a metà il foglio e sulla parte bianca scrisse il nome dell'amica,voleva, che quando tutto darebbe finito lei sapesse.
Il ragazzo si alzò, staccandosi da tutti quei futili fili che presto non avrebbero potuto più fare nulla per lui.
Il ragazzo uscì di soppiatto fuori dalla propria stanza e si diresse velocemente nell'infermeria interna dell'ospedale, prese una siringa e una sostanza che se iniettata in quantità ingente lo avrebbe sicuramente ucciso.
Si diresse in fine sulla terrazza del plesso,doveva ammettere che la vista era mozzafiato,per un attimo osservò il cielo,avrebbe preferito essere anche solo una praticella di vento, in modo da poter ammirare in eterno quel bullismo cielo che si trovava sopra la sua testa,bel firmamento erano incastonate così tante stelle da farlo riscendere, una vista meravigliosa, prese una sigaretta e la portò alle labbra per poi accenderla,poteva concedersi un ultimo vizio prima di togliersi la vita, dopo tutto che male c'era?
Allontanò la sigaretta dalla labbra lasciando fuoriuscire una nuvola grigiastra dalle sue pallide e gelide labbra,dopo qualche tiro la spense e rise, rise di sesetesso,era patetico, stare così male solo per una situazione si cuore,rise perché forse non riusciva a piangere, rise perché non riusciva a esprimere la propria disperazione.
Prese un enorme respiro e si iniettò quel liquido nelle vene mentre lentamente abbandonava questa terra.
Gold aveva amato Silver, anzi continuava a farlo,eppure non si sentiva all'altezza,non era gay,non gli piacevano i ragazzi,eppure lui lo aveva conquistato,in parte,quanto averebbe preferito che Silver fosse una ragazza.
Non sapeva quello che era successo al fulvo di preciso,sapeva solo che si trovava in ospedale ma sembrava star bene,qualche giorno dopo Blue lo chiamò,gli disse di raggiungerla velocemente perché doveva parare di quel ragazzo per lui "speciale".
Gold piantò in asso la propria ragazza,che in realtà serviva solo a distrarlo dal ragazzo dagli occhi scarlatti e si precipitò nel luogo dell'appuntamento.
Blue senza un minimo di dicatezza sputò la verità al moro,questi si sentì morire,non solo Silver era morto ma la colpa era anche sua,delle lacrime amare come mai in vita sua gli rigarono il volto,Blue paingeva di rabbia e di dolore,il ragazzo dagli occhi dorati sarebbe dovuto essere al suo posto,questo ripeteva tra i singhiozzi e le lacrime.
Il ragazzo annui, disse che se lo meritava e che aveva esagerato pensando solo egoisticamente a se e non a Silver,come se non lo masse,oh,se non lo amava lui nessuno lo avrebbe fatto.
Andò a casa,sua madre sentendolo rientrare scese lentamente le scale ma quando andò in cucina fu troppo tardi,Gold era steso a terra con un coltello conficcato in gola mentre il sangue zampillava fuori dalla ferita,con il dito aveva scritto va terra la frase " perdonami,ti amo Sil..." con un cuore,ma non aveva finito la frase eta mirto troppo in fretta per farlo.
Quella notte tutti piansero, come forse non avevano mai fatto,sentendosi colpevoli,realizzando che se si fossero accorti prima della situazione fra i due e se quella notte in preda alla rabbia Blue non avesse detto quelle cose forse i due sarebbero ancora vivi, felici ed insime ma chissà magari al meno nella morte sono mano nella mano assieme ai loro profondi sentimenti.
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