Capitolo 3
"Ehi Flavio! Svegliati ti prego!"
Thomas mentre diceva queste parole scuoteva con forza il Riolu cercando di fargli aprire gli occhi. La mossa ebbe l'effetto desiderato e Flavio aprendo piano piano gli occhi mormorò:
"Eh...ohhh...uff... T-Thomas? T-THOMAS?! MA, MA COSA È SUCCESSO? DOVE SIAMO?"
Vedendo che il compagno stava bene un sorrisone si posò sulla faccia di Thomas, quando ad un tratto sentirono una voce rispondere al suo quesito
"SIETE ALLA TORRE DEL TEMPO!"
I due guardarono così chi si trovassero davanti, era Dialga!
"AHHH" urlarono i due facendo un salto indietro, ma ci pensò Dialga a placare i loro animi
"Non dovete allarmarvi, ho riacquistato la ragione!"
"D-davvero?" chiese Flavio
"Si! La torre del tempo ha subito gravi danni ma grazie a voi, che siete arrivati al momento giusto, non è crollata. Ora essa si tiene ancora in piedi, anche se non con poche difficoltà!" Dialga così rassicuro i due che già si preparavano ad un'altra lotta. Poi dopo una breve pausa continuò: "Vi ringrazio di cuore di avermi affrontato con tutto quel coraggio, avete salvato me e il mondo. Ma prima osservate!"
I due entrarono in una specie di sogno cosciente regalatogli dai poteri di Dialga. In esso, loro riuscirono a vedere tutto quello che grazie al loro infinito coraggio erano riusciti a fare. Videro così gli immensi campi verdi, le infinite foreste ancora in piedi, le masse di pokemon trionfanti... Erano riusciti a scampare il blocco del tempo, erano riusciti a salvare il mondo! Il sogno non durò molto e quando finì la prima cosa che fecero fu guardarsi negli occhi. Come al solito i loro sguardi dicevano tutto, ma quella volta osarono di più, e usando l'immenso potere delle parole dissero in coro:
"Ce l'abbiamo fatta!"
Un lungo abbraccio coinvolse i due. Le lacrime bagnavano ognuno la spalla dell'altro mentre loro si abbracciavano sempre di più, sempre più forte. Finalmente potevano festeggiare, lasciar sfogare un pianto liberatorio fin troppo tenuto nascosto e iniziare a pensare al futuro. Futuro che per Flavio si presentava più prospero che mai!
"Ragazzi!" iniziò Dialga "adesso tornate alle vostre case e raccontate quello che è successo qui! Sicuramente tutti i vostri amici vi stanno aspettando e forse è giunto il momento di andare ad abbracciarli"
"Si, hai ragione!" disse Flavio ancora con le lacrime agli occhi "e ora di andare e di lasciarci questo posto alle spalle. Andiamo Thomas! Andiamo a casa!"
Thomas mentre annuiva al discorso di Flavio piangeva. Lui interpreto quelle lacrime come di commozione, ma non erano solo lacrime di quel tipo. Thomas fissò Dialga. Dialga tristemente annuì. Thomas allora sfoggiò il suo sorriso più ampio, non voleva passare i suoi ultimi attimi di vita con la tristezza nel cuore.
Rifecero l'intero dungeon affrontato al contrario, questa volta però senza venir mai attaccati. Anche i Pokemon che prima erano furiosi avevano ritrovato la ragione e ora si guardavano curiosi tra loro cercando
di capire cosa fosse successo. Scendendo anche la torre sembrava diversa, sembrava molto più logora. Era visibilmente invecchiata di diverse centinaia di anni in pochi minuti e più si scendeva in questa ascesa e più ciò faceva effetto.
Arrivati ai piedi della torre, davanti a loro una distesa di massi e di pezzi della torre si intrinsecavano davanti alla strada del ritorno. Flavio correva, Thomas un po' meno. Si sentiva ammaccato e pesante e più il tempo passava, più questo sgradevole stato aumentava di intensità. Tra tutti era il respiro quello più pietoso, Thomas oltre arrancare infatti aveva un terribile fiatone. Proprio sentendo il respiro così affannato, Flavio si girò preoccupato verso l'amico chiedendogli:
"Ehi Thomas, tutto ok?"
"Si, più o meno..." rispose Thomas sforzandosi di non sembrare stanco
"Mhh, andiamo dai! Ci aspettano!" disse Flavio sorridente mentre riprendeva il suo cammino verso casa.
Thomas prima di riprendere il cammino guardò il cielo. Le nubi non lo coprivano più, lasciando trasparire il brillante colore del sole. Si concentrò e assaporò tutto il suo tepore. Insieme al sole riuscì a carpire anche l'immensa frescura della brezza del vento e il dolce sapore della terra. Riuscì così ad assaporare per l'ultima volta la vita più pura, quella che in quel corpo da pokemon il cielo gli aveva regalato. Proprio in quell'istante, una luce iniziò a diffondersi intorno al Charmander. Thomas si guardò le mani.
"Già, è arrivata la mia ora..." si disse Thomas mentre guardava le sue mani disgregarsi man mano in piccole bolle di luce.
"Flavio..." disse Thomas cercando di attirare l'attenzione del compagno
"Ehi Thommy, cosa c'è? E, perché stai sbrillucicando?" chiese il suo compagno con un tono leggermente preoccupato
Vedendo per l'ultima volta anche gli occhi di Flavio, Thomas accettò finalmente il suo destino, iniziando il suo ultimo discorso all'amico:
"Thomas perdonami. Me lo sono tenuto dentro per troppo a lungo sperando che tutto ciò non fosse vero, ma ahimè credo sia la realtà. Sai Thomas, sembra buffo detto così, ma credo proprio che dovrò dirti addio!"
"COSA! ADDIO? THOMAS MA COSA STAI DICENDO!"
"Me l'ha detto Dusknoir, qualora avessimo cambiato la storia, i pokemon del futuro sarebbero scomparsi. Ed è per questo che anch'io... Sono destinato a scomparire."
"EH! COSA! M-MA, PERCHE'? NON STO CAPENDO!" Flavio iniziò a lacrimare per la preoccupazione
"Grazie di tutto Flavio, presto scomparirò... Ma non ti dimenticherò mai sappilo!"
Flavio iniziò a piangere a singhiozzi, non riusciva ad accettare il destino del compagno e di conseguenza il suo destino. Non poteva immaginare un futuro senza lui, senza il suo amico e compagno di avventura. Considerava ingiusto il loro destino e continuava a chiedersi perché, il perché di tutto questo. Si chiedeva poi come avrebbe fatto senza di lui. Era grazie a lui se adesso era forte, coraggioso, pieno di vita. Senza, avrebbe avuto paura di non poter più essere nulla di ciò. Già sentiva la mancanza della sua seconda metà di anima. Thomas d'altro canto manteneva una calma impassibile, era quasi felice. Felice di poter finalmente liberare la sua anima al vento e sentirsi finalmente libero da ogni opprimente male. Forse è proprio questo che si
prova nell'andare in paradiso. Ma purtroppo Flavio non poteva provare ciò che adesso lui stava sentendo, lasciandosi sprofondare in un terribile pianto. Così Thomas decise di dedicare i suoi ultimi respiri a rassicurare Flavio, quel ragazzo che fin dal primo momento gli era sempre stato accanto:
"Flavio, non fare così, devi essere forte! Devi riuscire a sopravvivere anche senza di me, puoi farcela! Io starò bene non ti crucciar di me. Io adesso voglio solo vedere un'ultima volta il tuo sorriso, quel tuo sorriso smagliante che ti ha sempre distinto su questa terra. Voglio che tu torni a vivere come hai sempre fatto, scherzando con la vita e prendendola così come viene. Ora vai, vai e torna a casa. Racconta a tutti quello che è successo qui, in modo che non si possa ripetere mai più un evento simile!"
Quasi come se le parole avessero il potere di aumentare la luce del fascio, esso divenne sempre più abbagliante, fino a diventare di un bianco purissimo. Ma nonostante la luce accecante i due continuavano a scambiarsi sguardi e Thomas proseguì il suo discorso:
"Sono felice Flavio, voglio che tu lo sappia! Mi dispiace doverti dire addio così ma voglio che tu sappia che sono stato veramente fortunato ad incontrarti...
"Anche per me Thomas, anche io sono felicissimo di averti conosciuto. Tu per me sei più importante di ogni altra cosa ma..."
"Sì, è lo stesso anche per me Flavio e lo so che è dura da accettare! Ma devi reagire, continuare a vivere e a sorridere come solo tu sai fare..."
Un momento di pausa ci fu tra i due e mentre la luce continuava ad aumentare di intensità, gli sguardi continuavano ad essere più intensi. Ma proprio quando Thomas iniziò a sentirsi più fragile decise di distogliere lo sguardo continuando il suo ultimo discorso:
"Flavio, anche se io non sarò più qui, sappi che ti sarò sempre accanto. Col pensiero e con il cuore. Non ti dimenticherò mai, sappilo!
"Neanche io..."
Detto ciò, un potente bagliore fece chiudere gli occhi di Flavio. Quando lì riaprì, davanti a lui si prostrò il vuoto.
Il vento si fermò e il sole calmò i suoi raggi. Tutti si misero ad ascoltare il soffocante pianto del Riolu, tutti eccetto una presenza. Una presenza continuava a disturbare l'ambiente, solo la voce di una persona osava sfondare il muro del pianto di Flavio. Essa sembrava quasi il riecheggiare della voce di Thomas dire:
"Ci rivedremo, è scritto nel destino!"
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