Capitolo 13
Mi scuso se ieri non ho aggiornato, ma ho avuto degli inconvenienti piuttosto gravi (mancanza di ispirazione XD), e ho preferito non portarvi nulla piuttosto che un capitoletto bruttino. Spero che questo qui vi possa invece piacere ^^
Era da una diversi minuti che i quattro "avventurieri" camminavano verso la casa di Laura. Il percorso era posto in una strada più o meno agibile, ma confortevole rispetto alle strade fatte durante quella lunga giornata.
In testa al gruppo c'era Flavio che vegliardo proteggeva Laura mentre portava in groppa Serena. Alla fine della coda invece c'era Sofia, che continuava a soffrire con il suo carico di nastri.
Nonostante quella zona di foresta fosse molto tranquilla di notte, grazie all'assenza di predatori notturni, la sicurezza per i due esploratori non era mai troppa.
I quattro mentre passavano sotto un albero di Baccheprugna, sentirono un piccolo lamento provenire da Laura. Inffatti essa senti una leggera fitta sul fianco che man mano aumentava di intensità.
"Auch... - La Sylveon all'improvviso iniziò a rallentare il passo fino a fermarsi definitivamente - Ragazzi... potete andare un pochino più lenti per favore?..."
La piccolina, vedendo la madre così affannata, scese subito dalla sua groppa. La Sylveon però le fece un cenno come per dirle che non c'era da preoccuparsi, non gli dava faatidio. Così Serena risalì lentamente in groppa a sua madre, cercando di procurargli il minor fastidio possibile.
"Laura, forse è meglio se ci fermiamo a riposare lì sotto un pochino, tu che dici?" Chiese Flavio, indicando un albero bello grande, ma distante una decina di metri.
"Scusa, ma non possiamo fermarci anche qui? - chiese Sofia - tanto è notte, non dobbiamo proteggerci dal sole".
"Credo proprio che tu abbia ragione..." Disse Flavio imbarazzato.
"Ah... Se non ci fossi io..." Disse ironica Sofia.
Laura si godette divertita la scena, ma non sentiva la necessità di fermarsi.
"Ragazzi, non vi preoccupate - rassicurò lei - ce la faccio a camminare, basta che andiamo un pochino più lenti... E poi, casa mia è a 3 minuti da qui, siamo quasi arrivati".
Flavio osservò lo stato di quella Sylveon, che a sua volta gli sorrise per rassicurarlo. Era ancora ridotta parecchio male. Alcuni dei suoi nastri erano completamente mozzati a metà e il suo fiocco centrale era ancora sporco di sangue. Ma sorrideva, ed era quello l'importante in quel momento. Così si rigirò su se stesso e ricomincio a passeggiare a velocità più moderata.
Mentre passeggiava, si riproponeva alcune domande che aleggiavano nella sua mente già da qualche tempo. Chi aveva ridotto così la Sylveon? E come mai il sindaco ce l'aveva a morte con lei?
Sapeva che se voleva ottenere una risposta, doveva chiedere a Laura, ma purtroppo dopo quella giornata così pesante per tutti, non ebbe il coraggio di farlo.
"Laura, ti vorrei chiedere una cosa" disse Sofia, quasi come se avesse letto nella mente di Flavio.
"Oh, certo dimmi".
"Ma come mai sembrava quasi che il sindaco ce l'avesse a morte con i forestieri? E' successo qualcosa tempo fa?"
A Flavio scappò una risatina isterica.
"Si, è successa una cosa tempo fa... - disse Laura guardando Flavio trattenere delle risatine - E c'entra la mia figliastra Serena..."
"Hai fatto la cattiva in città?" disse Flavio rivolgendosi divertito alla bambina, che nel frattempo si era addormentata sulla schiena della madre. Anche se noj aveva duvbi sull'innocenza di quella piccina. L'aura di quella bimba era troppo pura per aver commesso qualcosa di così grave.
"No, lei non ha fatto nulla di male - rispose sorridendo a Flavio - riguarda me e la mamma di questa piccina che porto in groppa..." in quell'istante la voce di Laura si fece più seria.
"Dovete sapere che la madre di Serena era una grande esploratrice qui a Virida, rispettata e amata da tutti. Si chiamava Sabrina ed era la persona più influente di tutta la città e molto spesso quando c'era un battibecco, era lei che con la sua grande sapienza zittiva la discussione."
"Wow.. eppure non ho mai sentito parlare di questa esploratrice..." disse Sofia stupita.
"Già, al di fuori di Viridia nessuno la conosceva, ma vi assicuro che era veramente fenomenale. Allora, stavo dicendo... Ah sì, insomma, in tutta Viridia lei era la più apprezzata e amata, una Gardevoir con i fiocchi!... Emh, non come i miei sporchi di sangue"
Sentendo quell'ironia così naturale, tutti e tre si misero a ridere, ricordandosi solo dopo che la piccina stava ancora dormendo. Dopo essersi assicurati che Serena stesse ancora indisturbata nel mondo dei segni, Laura continuò: "Un giorno però essa venne a conoscenza di un nuovo gruppo di esploratori che si era preso l'obiettivo di mappare l'intero mondo, il G.I.P. Essa, entusiasta all'idea, partì subito senza preoccuparsi di come avrebbe lasciato la città, ed è qui che entra in gioco Ludovico, quello schifoso Serperior..."
"Come mai Serperior ha preso il potere in città? - chiese Flavio - Infondo non sapevo che ci fosse un Sindaco a Viridia."
"Infatti è riuscito a salire al potere con mezzi poco leciti grazie alla disorganizzazione della città. - continuò Laura - Durante l'assenza della esploratrice, i litigi in città aumentarono esponenzialmente e allora la pace divenne solo un bel ricordo. A quel punto Ludovico, approfittando della situazione, creò un falso documento in cui affermava che la Gardevoir gli affidava pieni poteri in città. Ovviamente nessuno poteva dire nulla davanti a quel documento... Nessuno tranne me!"
"Tu sapevi che il documento era falso?" chiese Lucario molto interessato alla questione.
"Ovvio! Dovete sapere che tempo fa anch'io lavoravo al G.I.P..."
"Davvero?!" chiesero entrambi sorpresi.
"Già... Però non facevo l'esploratrice, ero una semplice impiegata che metteva in ordine le richieste di soccorso e i documenti del gruppo. Nel tempo divenni una grande amica di Sabrina e passavamo sempre parecchio tempo insieme. Un giorno mentre leggevo dei documenti provenienti dalla terra dell'erba, scoprì che un Serperior era salito al potere con questo falso, in cui affermava che Sabrina aveva affidato personalmente a lui il compito di controllare la città. Subito dopo quella scoperta, sia io che Sabrina siamo corse in fretta e furia qui a Viridia per sistemare le cose... Ma..." Laura si fermò, fissando il terreno.
"Ma?" ripetè Flavio, fissando una piccola lacrima scorrere il viso della Sylveon.
"Serperior per evitare che il suo impero potesse cadere, ci attese al molo del traghetto Lapras. Prese sia me che lei e ci portò all'interno della sua dimora. A me prima mi torturò e poi mi buttò fuori dalla città, e a lei..."
"Ce la fai a continuare?" chiese Sofia, sentendo la sofferenza che Laura metteva in quelle parole.
"Alla fine mi costruii una casa al di fuori della città - proseguì Laura noncurante del pianto - era una baracca, ma non potendo tornare in città per prendere il traghetto e tornare al G.I.P., era l'unica cosa che potevo fare. Ludovico si era addirittura messo in contatto con il G.I.P. grazie alle nostre intersfere subito dopo avercele confiscate, quindi non potevo nemmeno lanciare l'allarme... Passò qualche giorno e Sabina non si fece viva, fin quando trovai all'uscio della mia baracca un uovo. Esso portava la firma di Sabrina... E di lei, nessuna traccia... Non so cosa quel porco schifoso gli abbia fatto... Ma credo ormai di aver capito..."
Sia a Flavio che a Sofia il gelò il sangue nelle vene. Qualcuno aveva stuprato Sabrina, e aveva fatto un uovo con lei... Ludovico purtroppo non poteva essere stato, aveva un gruppo uovo diverso, ma sicuramente una cosa era certa. La povera Sabrina l'aveva passata brutta.
"E' da sei anni ora che Serena vive con me - proseguì Laura - e il mio sogno prima o poi è quello di fargli vedere la sua strepitosa madre..."
"Laura... - bisbigliò sotto voce il Lucario leggendo la terribile aura della loro narratrice - mi dispiace per quello che hai passato...
"Non ti preoccupare... - rassicurò Laura - Anzi scusatemi, ma dovevo raccontare a qualcuno questa storia. Anche se infondo il passato è il passato... Ora è il presente che conta, anche se un presente con quei Pokèmon..."
"Quali Pokèmon?" Chiese Sofia, domandandosi cosa la stesse turbando ora.
"Quelli che mi hanno attaccato stamattina... Sapete, erano degli esseri rosa e bipedi, assomigliavano tantissimo ad un Gallade, anche se non avevano delle lame sul braccio. Sembravano avere una tecnologia spaventosamente potente, sarà difficile procurarsi del cibo co-"
"THOMAS!" urlò Flavio spalancando gli occhi.
"T..Thomas?" chiese la Sylveon confusa.
"N..niente, Flavio è solo molto stanco, vero?" rispose Sofia, ancor più shokkata di Flavio.
"Certo... Sono molto stanco." ripose Flavio dosando lentamente le parole
"Ok... forse è meglio se andiamo tutti a dormire" consigliò la Sylveon vedendo quei due in quello stato a metà tra lo sconvolto e il terrorizzato.
"Forse è meglio" disse Sofia imbarazzata
Cosi dopo una stiracchiata, tutti ripresero il cammino. Tutti tranne Flavio, che ora guardava la Luna con la bocca spalancata.
"Thomas... non dirmi che la tua specie è riuscita a contattarci... Thomas, io ora sono felice, ma ho anche paura..."
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"Ho paura anch'io Flavio, l'equilibrio di questo universo è stato turbato da una presenza che non deve essere qui... Ho un orribile presentimento... Non voglio vedere il mio universo morire sotto i miei piedi. Flavio, Thomas, le chiavi della pace... Sono in mano vostra..."
"MA PORCOARCE... - PATPUM! - AUCH!!!"
Un Lucario leggermente spaventato si era appena svegliato di soprassalto in una casetta dispersa nella natura, sbattendo la testa contro una mensola disposta sopra di lui,
"Flavio... perchè diamine stai urlando?" disse Sofia, assonnata come uno Snorlax in letargo.
"Ouch... Niente, niente... incubo." ripose Flavio dolorante mentre si massaggiava la testa con la sua grossa zampa.
Mentre si massaggiava, ripensò a quello strano sogno, e a quella stranissima giornata che aveva appena passato.
Sempre rinchiuso dentro la sua Borgo Tesoro, mai avrebbe pensato che nelle altre parti del pianeta potessero accadere cose simili.
Scese dal letto e si avviò verso la finestra.
Guardò la Luna.
"Thomas... Se quel sogno è vero... Vuol dire che vent'anni fa non sei scomparso davvero... forse, sei ancira vivo! Già... chissà cosa stai facendo ora..."
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