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2 - Emergenza Pokémon

Quella strana mongolfiera a forma di Meowth si aggirava per Smeraldopoli da qualche ora ormai. Poi si abbassò vicino a un cancello, dove era appeso un volantino con su scritto: Wanted. Due sagome scure erano ritratte sulla carta, ma sembravano come avvolte nell'oscurità; non si riuscivano a distinguere i lineamenti di quei ricercati.

Poi dalla mongolfiera uscì un braccio, che strappò il manifesto da lì. E si rialzò in volo.
-Una foto segnaletica... Ne sono lusingata-  Enunciò una voce femminile molto autoritaria e chiara.
-Sistemiamo questi campagnoli, Jessie- adesso la voce che parlava era di un uomo. -Ben presto gli abitanti di Smeraldopoli vorranno non aver mai visto la mia faccia.- Annunciò con tono serio.
-E chi vuole vederla, del resto, James?- La terza voce era senza dubbio la più strana. Era davvero stridula, come quella di un bambino in preda ai capricci.
Nel frattempo una striscia di luce penetrò nella mongolfiera, e scoprì il viso del terzo individuo. Ma non era un viso umano... Sembrava di più... Un gatto...
Gli occhi maliziosi occupavano gran parte del volto e un talismano dorato stava appoggiato sulla sua fronte. Un Meowth!

Smeraldopoli era molto diversa da Biancavilla. Era enorme, stravipava di palazzi altissimi.
Ash era stato fortunato; Jenny, la poliziotta della città, si era offerta di accompagnarlo al centro Pokémon. Pikachu non aveva più aperto bocca dall'esplosione, ma sbatteva i suo occhioni neri lentamente, come se si stesse per addormentare.

-Dovete fare presto!- Fu l'unica cosa che Ash disse, sbattendo la porta del centro Pokémon. Dietro al bancone c'era una ragazza graziosa, dai capelli color rosa pastello, legati in due grandi codini. Indossava un'abito da inferimiera bianco e roseo, anch'esso bello ma delicato. Il cartellino che aveva attaccato diceva: Inferimiera Joy.
Prima la ragazza guardò Ash, poi si rese conto della situazione e chiamò:-Ci serve subito una barella per questo Pikachu!-

Immediatamente un Chansey con il berretto da infermiere arrivò camminando un po' goffamente trascinando una barella. -Chansey, Chansey- canticchiava.
Poi portò Pikachu via.
-Posso fare qualcosa per aiutare Pikachu?- Chiese Ash, preoccupato.
L'infermiera Joy ignorò la sua richiesta. -Sei stato molto irresponsabile, giovanotto! Come hai potuto ridurre così il tuo Pokémon?-
-Ma lei non sa cosa ci è successo...- farfugliò l'allenatore...-Posso aiutare in qualche modo?
La ragazza alzò gli occhi al cielo. -Potresti semplicemente lasciare fare a me.-
-Grazie...- mugugnò quasi offeso Ash, il volto macchiato di terra e graffi.

Ash era rimasto in sala d'attesa. Attendeva e attendeva, ma niente. Era sempre più in ansia per il suo primo e unico Pokémon. Allora, per distrarsi, approfittò del telefono del centro per fare una chiamata al professor Oak.
In pochi attimi furono in collegamento. -Ash, che piacere sentirti! Come te la stai cavando?- esclamò subito l'uomo.
-Ehm, bene diciamo- farfugliò Ash.
-Aspettavo da tempo una tua chiamata! Mio nipote Gary mi ha detto che secondo lui non saresti riuscito neanche a gestire il tuo Pikachu, ma sapevo che si sbagliava! Bravo bravo!- Il professore non riusciva a smettere di parlare. -Sono fiero di te! Grazie Ash, è stato un piacere parlare con te, ma ora mi aspetta una buonissima pizza. A presto!- e riattaccò.
In tutto questo il giovane allenatore non aveva detto una parola.

Era ancora scioccato, quando una voce affannata lo sorprese da dietro.
-Questa volta non mi scappi!-
Ash si voltò. E se ne pentì subito.

La ragazza dai capelli rossi del fiume era lì, davanti a lui. E non era questa la parte peggiore. Accanto a lei c'era la sua bicicletta. Se si poteva ancora definire una bicicletta. Era più...Un rottame bruciato.
Ash se ne era completamente dimenticato. Anche la bicicletta aveva subito l'esplosione di Pikachu.
-Sapevo che ti avrei trovato qua!- Continuò la rossa. In effetti era stata una mossa furba, la sua. Era stata proprio lei a consigliare all'allenatore, in quel momento disperato, di andare verso il centro Pokémon di Smeraldopoli.
-Cosa è successo alla tua bicicletta?- fece Ash. Domanda un po' stupida. Molto stupida.

-Che è successo alla mia bicicletta?- ripeté lei, strepitando. -Che faccia tosta! L'hai ridotta tu in questo modo e...e...ti...- Poi riuscì a inciampare sui resti del suo vecchio veicolo, cadendo col sedere per terra.
Ash corse verso di lei. -Ti do una mano- disse gentilmente, allungando il braccio verso la ragazza. Lei lo fulminò con un'occhiataccia e gli mollo uno schiaffo. -Non ho bisogno del TUO aiuto!- urlò rimettendosi in piedi. -Voglio una bici nuova. SUBITO!-
Ash la guardò i suoi occhi verde smeraldo. -te ne comprerò una. È una promessa. Però...-  disse abbassando la testa -Il mio Pikachu non sta affatto bene, adesso.
Per la prima volta, lo sguardo della rossa di addolcì. -Mi dispiace.- E sembrava dicesse la verità.

Proprio in quel momento, il Chansey di prima fece ingresso nella sala di attesa. Dietro di lui, l'infermiera Joy portava la barella con il suo Pikachu.
Sia Ash che la ragazza corsero subito verso loro.
-Come stai, Pikachu?- mormorò Ash.
-Come stai, Pikachu?- gli fece eco la ragazza, parlando come se il Pokémon fosse suo. Però al proprietario non diede fastidio.
-Ha solo bisogno di riposare.- rispose l'infermiera. -Il trattamento ha funzionato. Il tuo Pokémon tornerà in perfetta forma.
Con quelle parole, Ash si liberò di tutta la preoccupazione che aveva di sopra.
-È tutto merito del vostro centr...- la ragazza dai capelli rossi - un po' impicciona secondo Ash - si stava congratulando con l'infermiera, scoccando sempre qualche occhiataccia all'allenatore, ma fu interrotta da un annuncio, che risuonò in tutto l'edificio.

-Attenzione prego! Ι sensori radar di Smeraldopoli hanno rilevato un velivolo appartenente a ladri di Pokémon! Se avete dei Pokémon con voi, agite con estrema cautela!-

Poi due Pokeball ruppero la parte vetrata del tetto del centro Pokémon, e arrivarono proprio davanti alla barella di Pikachu.
In un attimo, due figure uscirono. Ash ebbe appena il tempo di riconoscerli - un Ekans e un Koffing - prima che quest'ultimo si mise in azione.
-Koffing!- esclamò con un accento spavaldo, ricoprendo tutta la stanza di un orribile gas scuro.
-C-che sta succedendo?- balbettò Ash.
L'unica risposta fu ancora più spaventosa:- Non devi aver paura...-
Ash ebbe più paura di prima.
-Permetti che ci presentiamo...- continuò una voce maschile, molto sicura di sé.
Poi due figure umane apparvero tra il gas.

-Proteggeremo il mondo dalla devastazione- Annunciò la prima figura; Una donna dai lunghi, lisci capelli magenta e gli occhi blu mare.
Poi fu l'uomo a parlare. -Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione- Aveva i capelli leggermente lunghi color lavanda, e degli occhi verde smeraldo. In mano agguantava una splendida rosa rossa.
Entrambi indossavano la stessa tutina bianca, con una R rossa sul top. Guanti e stivali neri si abbinavano al look.
-Denunceremo gli inganni di amore e verità- continuò la donna.
L'uomo avvicinò la rosa al viso, come per annusarla. -Conserveremo il nostro potere per l'eternità-
I due si erano messi uno di fianco all'altro, mentre Ash, la rossa e l'infermiera li guardavano come se avessero qualche rotella fuori posto.
Erano due attori?

Ma quei due continuavano, imperterriti.
-Jessie- si presentò la donna.
L'uomo imitò il suo esempio. -James-
Poi ricominciarono a recitare una strofa ciascuno.
-Il team Rocket viaggia alla velocità della luce!- Jessie era sempre la prima a parlare.
Il team Rocket? Ash non stava capendo più nulla.
Poi toccò a James. -Arrendetevi ora, o non avrete scampo!-
Non successe più nulla. Forse quella "filastrocca" era finalmente finita?
Ma Jessie e James si guardavano scioccati, come se qualcosa fosse andato storto nella loro "performance".
Poi qualcosa piombò giù, in mezzo ai due.
-Meowth! Proprio così!-
Ok, ora sembrava davvero finita. Almeno così sperava Ash.

Aspettò qualche secondo prima di aprire bocca. -Ehm... Di che cosa state parlando?-
-Proprio non ci arrivi, ragazzino?- sembrava che Jessie stesse cominciando ad innervosirsi.
Ma anche Ash non era molto sereno. -Come dovrei, dite cose senza senso!-
James alzò gli occhi al cielo. -Il nostro obbiettivo sono i Pokémon- spiegò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Ash rimase fermo per qualche secondo, poi realizzò. -Non avrete mai il mio Pikachu!- ringhiò.
Jessie rise. -Scherzi? Non ci interessa il tuo tenero topolino elettrico!-
Come ogni volta, James continuò la sua frase. -A noi interessano solo i Pokémon rari e di grande valore.-
Il giovane allenatore cercò di sembrare più coraggioso di quanto fosse. -Ora sto cominciando ad arrabbiarmi!-
Ma i due continuarono a scherzare. -Che carino questo ragazzino, non trovi?- fece notare Jessie al suo compagno di squadra.
-Già... Forse però è un po' teso...- rispose lui. -Be', diamogli una stropicciata! Koffing, attacca!-
-Ekans, vai!- strepitò la donna.

I due Pokémon cominciarono a creare il caos.
l'infermiera con la barella cominciò a correre. Ash e la ragazza la seguirono senza neanche pensarci. Il posto in cui si trovavano sembrava un sotterraneo, ma Joy sembrava sapere quello che faceva.

Un altro annuncio risuonò nell'edificio: -Siamo in stato di allerta! Attivare la procedura di emergenza per il trasferimento delle Pokeball!

-Prendete!- esclamò l'infermiera, mentre buttava nelle braccia dei due ragazzi mucchi di Pokeball. Stavano per ricominciare a scappare, quando qualcosa bloccò loro la strada.

Erano ancora quei ladri con i loro Pokémon.
"Alcuni Pokémon sono cattivi solo perché il loro allenatore lo è". Ash pensò a quella frase che aveva sentito da piccolo. I Pokémon dovevano sempre obbedire al proprietario.
-Siamo in guerra! A posto di tenere quelle Pokeball in mano, usale!-
Ash si voltò. La ragazza dai capelli rossi le stava nuovamente urlando contro. Però questa volta forse aveva ragione, quindi scagliò alcune Pokeball.
Il piano fallì. La maggior parte di esse erano vuote o piene di Pokémon infortunati.
-Credo proprio che dovrò prendere in mano io la situazione!- la ragazza si mise davanti ai ladri. -Tu porta Pikachu al sicuro!-
Sembrava determinata. E brava. E coraggiosa. Molto più di Ash.
Jessie si fece avanti: -Ma che bella ragazzina!-
Lei sorrise, accettando il complimento.
James finì la frase. -Bella quanto patetica.-
Allora lei rispose ringhiando: -Pokeball, vai!

Essa si illuminò e un piccolo pesciolino bianco uscì. Cominciò a saltare, come se gli mancasse l'acqua. -Goldine! Goldine!- sembrava agitato e spaventato.
La ragazza strabuzzò gli occhi, imbarazzata. -Goldine, ritorna!
Il pesciolino sembrava quasi sollevato di ritornare al sicuro.
-Ehm... Mi stavo solo... Riscaldando...- balbettò.
-Riscaldando?- Ash, ancora lì dietro, alzò un sopracciglio.
-Tu non dovevi portare Pikachu al sicuro?- lo rimproverò con la solita occhiataccia.
Questa volta Ash si allontanò correndo con la barella. Purtroppo però, aveva attirato troppo l'attenzione. I ladri con i loro Pokémon cercarono di raggiungerlo, senza dargli un attimo di pace.

Ash non capiva. Perché volevano lui e il suo Pikachu infortunato? Che se ne sarebbero fatti? Il suo Pokémon non era né raro né di grande valore. Però era speciale. Ash lo sentiva. E non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male.
Gli attacchi di Ekans e Koffing erano troppo potenti per permettere all'allenatore di andare lontano. E il suo Pokémon era troppo debole per lottare in quel momento.
Adesso pure Jessie e James erano arrivati, come per assistere al suo fallimento.
Poi dall'ingresso della sala d'attesa dozzine di Pikachu fecero ingresso. Da dove erano arrivati? L'infermiera Joy e la ragazza dai capelli rossi, ferme sulla soglia della sala, sorrisero, e Ash capì. L'insieme di topolini elettrici saltarono sulla barella di Pikachu.
-Pikaaaaaa- strepitarono in coro. Il Team Rocket, che non si mosse di un passo, non sembrava molto preparato, perché ogni buon allenatore avrebbe saputo riconoscere che quell'attacco di gruppo poteva essere molto pericoloso. Ash era convinto che ce l'avrebbero fatta.

-Chuuuuu- conclusero i Pokémon. Dalle loro guanciotte uscirono milioni di scariche, che andarono a scaricarsi sui ladri.
Ma non aveva messo in considerazione un piccolo dettaglio; quei Pokémon del centro di cura non erano in perfetta forma, erano lì proprio per ricevere assistenza.
Infatti la scossa riuscì soltanto a stordire Ekans e Koffing.

Ash si stava per arrendere, sperando che non avrebbero fatto del male a nessuno, ma ad un certo punto un Pikachu leggermente diverso da tutti gli altri spuntò fuori dal gruppo.
Come poteva l'allenatore non riconoscere il proprio Pokémon? Il fatto strano era che sembrava in perfetta forma. Evidentemente tutti i Pikachu, con la loro scossa collettiva, erano riusciti a ricaricarlo. Sembrava più potente che mai, gli occhietti maliziosi pronti a combattere. Però Ash sapeva che una semplice scossa non sarebbe riuscita a battere tutti.
Pikachu sembrava leggergli nel pensiero: -Pika Pika!- esclamò entusiasta.
-Pika Pika Pikachu!-

Nessuno sembrava capire. Nessuno tranne Ash. Non sapeva neanche come faceva, riusciva a comprendere le sue parole e i suoi pensieri, come se fossero collegati l'uno con l'altro. Sapeva quello che doveva fare.

Trascinò la vecchia bici della ragazza dai capelli rossi e ci salì sopra. I pedali c'erano ancora? Sì. Quindi cercò di pedalare velocemente ma con delicatezza, perché sembrava che da un momento all'altro essi potessero staccarsi.
Il fanale della bicicletta stava cominciando ad accendersi. Il piano stava funzionando.
Pikachu si posizionò sopra quella luce fioca, illuminandosi lui a sua volta.
Ash continuò a pedalare.
Ancora qualche secondo e avrebbero accumulato l'energia necessaria.
-Pikaaaa- le prime scossette si stavano liberando dalle guance di Pikachu.
Poi il Pokémon abbassò la testa lentamente. -Chuuuuuuu-

Nessuno seppe descrivere quello che successe. Una piccola scarica si dilatò tanto da bruciare tutto. Qualunque cosa.  il Team Rocket fu scaraventato molto, molto lontano, e Jessie e James capirono che quel topolino elettrico era speciale. Avrebbero fatto di tutto per averlo nelle loro mani.

L'infermiera sembrava serena e tranquilla. Nonostante il tetto del centro Pokémon fosse andato distrutto.
Almeno le Pokeball erano tutte state trasferite a Plumbeopoli.
L'infermiera salutò Ash, poi Misty - la ragazza con i capelli rossi, che finalmente aveva avuto la briga di presentarsi. Joy aveva dato loro la "missione" di dirigersi a Plumbeopoli per controllare che tutti i Pokémon di Smeraldopoli stessero bene.
I ragazzi ricambiarono il saluto e corsero insieme verso il bosco.

-Fa' qualcosa!- strepitò Misty, rifugiandosi dietro Ash. -Aiutoo!-
Il giovane allenatore si voltò, credendo di ritrovarsi davanti un qualche cosa di terribile.
Una creaturina verde simile ad un bruco lo guardava con i grandi occhi neri, in quel momento molto spaventati. -Un Caterpie!- Ash sorrise.
Misty ricominciò a lagnarsi: -Non mi interessa che cos'è! Io odio gli insetti! Fa' qualcosa, ORA!
Era ovvio che avrebbe fatto qualcosa, ma non di sicuro scappare.
Ash cercò una Pokeball nella tasca. -Caterpie, goditi i tuoi ultimi attimi di libertà!-

Spazio autrice
In questo capitolo molti nuovi personaggi... Come vi è sembrato?

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