Quante volte avresti voluto dire qualcosa e poi ti sei trovato muto difronte alla possibilità di parlare?
Quante volte i silenzi hanno riempito i tuoi ricordi con certe persone più che le conversazioni?
Quante volte ho sentito di non poter dire nulla a nessuno,
di dover tenere mio padre per me, mia madre per me,
ma soprattutto di dover nascondere me stessa, dovermi nascondere come un iceberg,
mostrando la punta, ma nascondendomi nel mare.

Molte volte ho sentito la necessità di rimanere in silenzio,
molte volte mi sono sentita costretta
mi chiudo, la gente crede che sia aperta,
ma in realtà questo è un vero teatrino,
e quella che potete ammirare è la mia commedia,
da sedici anni.

Non dico bugie, non lo faccio quasi mai,
gli aneddoti sono veri, ciò che mi è successo è vero...
e ne parlo con naturalezza, perché mento su ciò che provo.
Inizia lo spettacolo, primo atto:
rivelo i sentimenti che provo, tento di essere tranquilla, felice e onesta.
Ma nel secondo atto si scopre la verità:
sono un'instabile, quello che provo cambia.
Non riesco ad esprimere veramente il mio dolore,
quello che ho passato mi ha reso impassibile.
Ma in realtà sono un'instabile,
e non c'è niente che possa fare,
lo sarò sempre.
In realtà soffro più degli altri.
Credevi che fossi forte?
Lo credevo anche io,
finché non sono crollata,
il mio mondo di vetro sta crollando,
credevo di essere una forte ma non lo sono, io sono poche cose.
Io sono una ragazzina debole ed insicura,
e riesco ad esprimermi solo con le poesie.
Non tutti riescono a capirmi, quasi nessuno.
Ma è solo con questo che riesco a dirci come sono, cosa provo realmente...
ormai è evidente che stia male.