Nero è il calamaio da cui attingo,
parole strisciano tra le viscere e si fanno strada attraverso l'inchiostro.
In queste lettere ci metto l'anima nera che lacera il foglio sulla cattedra.
Non c'è gioia quando gli altri vivono e io muoio da  solo, imprecando contro il peso che mi costringe al suolo.
Ma le voci in testa mi dicono, strappa le ali ad icaro, e vola più in alto di loro.
Un giorno le mie cicatrici mi eleveranno e sarò migliore di voi che in me non vedete altro che un verme.
Il sole non brucia chi non lo guarda in faccia, e mentre voi giacerete ustionati avrò avuto la mia rivalsa.