Capitolo 28: Il Racconto di uno Straniero Venuto da Lontano
Ray indietreggiò, come se l'ultima frase detta da Spencer lo avesse travolto come un'onda che impietosa si era abbattuta su di lui.
Aveva appena detto di essere il fratello di Amber, l'eroina che più di trent'anni prima aveva scongiurato la Paralisi del pianeta.
Non era dunque matematicamente e logicamente possibile che ciò fosse vero. Lo Zorua lo stava solo prendendo in giro. Era così, no?
<<Ok. Ora hai esagerato>> disse. <<L'hai sparata troppo grossa, Spencer! Non ci credo!>>
L'ex umano, sempre che lo fosse davvero, non si scompose dinnanzi alla, ben giustificata, incredulità dell'Eevee.
<<Capisco la tua perplessità>> rispose. <<Ti sto dicendo cose che ti suonano assurde, ma che per me sono la realtà...>>
<<Tu, un umano!?>> lo interruppe l'altro. <<Ma se sei innamorato perso di mia sorella!>>
Istantaneamente, Spencer sobbalzò. <<Eh!? Cosa!? Io...?>> cominciò a balbettare.
<<Mi credi tanto stupido? Lo vedo che te la mangi con gli occhi! E sappi che se deve fidanzarsi NON voglio che sia con te!>>
Lo Zorua arrossì. <<È... è vero. Cél... mi piace... però posso spiegarti...>>
<<Ecco. Se tu fossi umano ti piacerebbero le umane, no? Oppure tu... sei un umano con gusti strani...?>>
<<Nono! Niente del genere! Sono un umano e prima di diventare Pokémon non mi piacevano le Pokémon!>>
<<Quindi sei davvero un umano e il fratello di Amber? Non è uno scherzo? Non stai cercando di farmi passare per scemo?>>
Spencer negò con la testa. <<No, Ray. È tutto vero>> fece. <<Forse è meglio che ti racconti dall'inizio...
Mettiti comodo e ti prego di non interrompermi: è una storia molto lunga e non l'ho mai raccontata a nessuno, se non ad un solo altro Pokémon...>>
Nonostante lo scetticismo, Ray si sedette di fronte allo Zorua, pronto a sentire la fantomatica storia che doveva raccontargli. Il suo cuore batteva forte in attesa di sapere la verità sul suo rivale, qualunque essa fosse.
<<Vai. Racconta. Non ti interromperò>>
L'altro annuì, lasciandosi sfuggire un profondo sospiro. <<Bene. Cominciamo>>
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Innanzitutto, io vengo dal futuro, ma non dal vostro futuro, bensì da quello dominato dalla Paralisi del pianeta, lo stesso da cui ovviamente è venuta anche Amber, mia sorella maggiore.
Entrambi siamo nati e cresciuti nel pieno della Paralisi, che già era avvenuta da ben mezzo secolo, e abbiamo sempre vissuto nel buio e nel freddo di un mondo senza tempo e senza luce, dove la popolazione umana, negli ultimi cinquant'anni, si era più che dimezzata a causa sì delle terribili condizioni a cui eravamo sottoposti, ma soprattutto dell'egoismo della mente degli uomini che nonostante la situazione tragica volevano comunque dominare sugli altri. Scoppiò così un'altra guerra, una terribile, che a suon di bombe di cui non puoi nemmeno immaginare la potenza uccise miliardi di persone e devastò ulteriormente il mondo, finché non si concluse con assolutamente un nulla di fatto.
Fortunatamente, se così posso dire, io ed Amber nascemmo dopo quel periodo.
Vivevamo in una parte remota di questa regione. Come, ti chiederai. Semplice: con i Leggendari fuori controllo, la barriera spazio temporale che protegge questo mondo era crollata, permettendo a chiunque da fuori di giungere qui.
La mia famiglia, insieme a molte altre, arrivò su quest'isola cercando inutilmente di sfuggire alla Paralisi, ma da quel che so non ci furono particolari attriti con i Pokémon della zona. Si allontanarono da Borgo Tesoro e costruirono una piccola cittadina altrove, in una zona che non saprei nemmeno indicarti. Nessun Pokémon si oppose. Tanto cosa importava? Peggio di così le cose non potevano andare...
Ad ogni modo, devi sapere a proposito di mia sorella, che era nata con una caratteristica rarissima, che si manifesta statisticamente solo una volta ogni dieci miliardi di nascite: era in grado di capire il linguaggio dei Pokémon e comunicare perfettamente con loro.
Io, invece, ero un normale ragazzo che passava le sue giornate in solitudine. Amber e i miei genitori erano le uniche persone di cui mi fidavo...
Comunque, gli anni passarono, monotoni e tristi come solo la Paralisi poteva darceli, finché Amber, raggiunti i sedici anni, non cominciò ad essere stanca di vivere a quel modo. Iniziò a dire che avrebbe preferito morire piuttosto che continuare a sopravvivere ancora, ma nessuno di noi capì effettivamente cosa intendesse fare.
Pochi giorni dopo, tuttavia, sparì di casa senza alcun preavviso e tornò dopo un paio di settimane, raccontandoci di aver parlato con migliaia di Pokémon e scoperto che tutti, eccetto alcune rarissime eccezioni tra i tipi Buio e Spettro, la pensavano come lei. I più vecchi inoltre le avevano raccontato di come fosse il mondo prima della Paralisi, e una nuova carica di determinazione pervase mia sorella.
Così lo rifece, andando via altre due settimane in un'altra zona, poi un'altra, infine un'altra ancora, fino a che, dopo una quinta spedizione, non tornò a casa accompagnata da un Grovyle.
Esattamente: quel Grovyle era proprio quel Grovyle, il partner di Amber. Stando a ciò che mi disse mia sorella, lui si era unito a lei non appena l'aveva incontrata perché fra tutti era il Pokémon che più si diceva fosse determinato a provare a cambiare le cose in qualche modo, soprattutto grazie allo stretto rapporto che egli aveva stretto con Celebi, anche se non ho mai saputo come mai quei due fossero entrati tanto in intimità.
Fatto sta che da quel giorno in avanti, Amber e Grovyle passarono molto tempo ad allenarsi insieme, o meglio, Grovyle si fece allenare da mia sorella. Era palese che stessero pianificando qualcosa, ma mai mi sarei aspettato una cosa del genere...
Il loro piano era tornare indietro nel tempo con l'aiuto di Celebi, la quale aveva rivelato loro l'origine della Paralisi, per poter cambiare la storia. Quando Amber me lo confessò non potei credere alle mie orecchie! All'epoca sarò anche stato solo un ragazzino di quattordici anni, ma non ero uno sprovveduto: capii immediatamente che se l'avesse fatto tutti noi saremmo scomparsi. Mi rispose che ne era perfettamente consapevole e mi raccontò di com'era il mondo prima della Paralisi.
Non potevo credere alle mie orecchie! Per quanto fosse nobile l'ideale, per quanto il precedente mondo fosse bello, come potevo accettare che mia sorella decidesse da sola il destino di miliardi di persone!? Capisci quanto fosse una cosa egoista, Ray? Amber voleva basicamente condannarci a morte solo per costruire un mondo che nemmeno lei avrebbe potuto vedere!
Così feci l'unica cosa che la testa mi disse di fare: spargere la voce.
Ora, Ray, qui circola la storia che ogni essere vivente del mondo, umano o Pokémon che fosse, in seguito ad un'indagine globale si disse disposto a morire in cambio di un futuro diverso.
Bene. Sappi che non andò affatto così.
Fin da subito la notizia non venne ben accolta dalla stramaggioranza degli umani, ma quando fu sulla bocca di milioni di persone, allora le cose cominciarono veramente a degenerare...
Si formarono centinaia di gruppi di rivoltosi, tutti aventi l'obbiettivo di scongiurare il cambiamento della storia e di fermarne i responsabili: Amber e Grovyle.
E io... ero in uno di essi...
Così, Amber e Grovyle non ebbero altra scelta se non fuggire dalla città, da noi... e da me. Sapevamo che a causa dell'insurrezione avrebbero dovuto accelerare i tempi del loro piano, anche se molti speravano che rinunciassero dato il malcontento generale.
Io però conoscevo benissimo Amber e sapevo che non avrebbe mai rinunciato. Non lo dissi a nessuno, ma quando fuggì mi lasciò un biglietto. Diceva semplicemente... "Lo faccio per voi".
Passai i giorni successivi a piangere disperato. Non volevo morire! Mi rifiutavo di credere che Amber potesse essere stata tanto egoista! Rifiutavo l'idea di diventare un martire di un immaginario mondo felice! Per quanto il nostro mondo facesse schifo come le nostre vite, io volevo comunque continuare a vivere!
E all'improvviso... dalla finestra della mia camera entrò uno spiraglio di luce, uno spiraglio che si allargava sempre di più.
Guardai immediatamente fuori... e vidi il Sole per la prima volta.
"No..." mi sono detto, avendo compreso che Amber e Grovyle ce l'avevano fatta.
Ero terrorizzato. Mi sentivo già più debole, come se la mia presa sul mondo si stesse lentamente staccando, però... il Sole era così bello... così caldo... così luminoso... L'avrei guardato per ore, se solo ne avessi avuto il tempo...
Il mondo davanti a me stava cambiando, prendendo decine e decine di colori; vidi il cielo azzurro, vidi i prati verdi con le loro piante dalle tinte vivaci, in lontananza vidi il mare blu... Fu uno spettacolo meraviglioso, l'ultimo che l'umanità vide prima di spegnersi.
Allora capii. Capii che in fondo Amber aveva ragione. Non era quel gelido mondo senza tempo quello giusto in cui vivere, ma quel spettacolare mondo che stava rinascendo proprio davanti ai miei occhi. Peccato che stessimo morendo.
Con le mie ultime forze, ringraziai mia sorella, chiusi gli occhi... e mi preparai a rivederla nell'aldilà.
Ma qualcosa non andò come previsto.
Quando riaprì gli occhi ero in mezzo ad una foresta. Mi sentivo strano e quando provai ad alzarmi mi fu anche chiaro il perché: mi trovai a pochi centimetri da terra e poggiato su quattro zampe nere e rosse. Conoscendone l'anatomia, realizzai di essere diventato uno Zorua.
Caddi nel panico. Cos'era successo? Dov'ero finito? Perché ero uno Zorua?
Ero confuso, spaventato, perso, non sapevo che fare. Se non altro, almeno, potevo provare l'ebbrezza di trovarmi in un mondo pieno di luce e colori e con il vento che mi soffiava addosso.
Ma cominciai a gridare aiuto. Gridai come non mai. Nessuno venne. Allora iniziai a correre, continuando a gridare, finché improvvisamente una grossa figura non mi si parò davanti e sbattei contro una dura corazza. Sia a causa dell'urto e dello spavento, persi i sensi.
Mi risvegliai su un letto di paglia in una piccola caverna riscaldata da un generoso falò e arredata in modo semplice. Ancora una volta, non vidi nessuno.
Mi alzai e, non appena lo feci, un anzianissimo Armaldo entrò nella grotta con un mucchio di legna sugli artigli e mi venne subito incontro, lasciando cadere la legna. Inizialmente la cosa mi inquietò, ma mi calmai immediatamente quando lui cominciò a rassicurarmi.
Mi chiese chi fossi, da dove venissi, perché cercassi aiuto tanto disperatamente... e anche che Pokémon fossi.
Gli dissi semplicemente che ero uno Zorua, ma che in realtà prima ero un umano, che non sapevo cosa ci facessi lì e né come ci ero arrivato.
Non appena glielo dissi, fu molto sorpreso, tuttavia non quanto mi aspettassi. Mi raccontò poi che ero il secondo umano a venire tramutato in Pokémon nel loro mondo... e che il primo era proprio Amber.
Chiesi immediatamente spiegazioni, e quindi lui mi raccontò la storia della Paralisi come la conoscete voi. Preferii nascondere la mia vera identità e feci come se non sapessi nulla di quella storia.
Dopodiché, Armaldo mi prese come ospite a casa sua, non avendo altro posto dove andare.
Rimasi con lui per quasi un anno, durante il quale scoprii che fu il maestro dell'ex Capitano Wigglytuff e che dopo essere stato in galera era diventato un esploratore. Incuriosito da ciò, volli approfondire, così mi insegnò tutto quello che sapeva sull'esplorazione e sui Dungeon, ma avendo smesso da anni di esplorare a causa dell'età non ebbi occasione di fare pratica.
Con il tempo sviluppammo un bellissimo rapporto, finché la vecchiaia non prese il sopravvento...
Ero veramente dispiaciuto e mi sentivo in colpa a lasciare andare via l'unico amico che avevo senza dirgli la verità. Così, in letto di morte, gli raccontai la mia vera storia. Mi credette senza battere ciglio.
Infine, prima di morire mi disse... "Vai a est finché non arrivi al mare, poi risali la costa e raggiungi una città chiamata Borgo Tesoro... Lì potrai iscriverti alla Gilda... e forse trovare le risposte che cerchi..."
Mi permise di usare ogni suo strumento, mi disse di fare attenzione, mi augurò buona fortuna... e morì. Mi manca tutt'ora...
Comunque, mi feci coraggio e partii seguendo le sue indicazioni. Il resto puoi intuirlo da te.
E questa, in sintesi, Ray, è la mia storia...
⟩⟩ ⟩⟩ ⟩⟩
Spencer finì il suo racconto, lasciando spazio solo al silenzio che si era venuto a generare tra lui e Ray. L'Eevee, seduto di fronte lui, lo aveva fissato tutto il tempo senza mai sbattere le palpebre, come se ipnotizzato, ascoltando ogni singola parola.
Qualche attimo dopo, chiuse gli occhi e si alzò, riaprendoli una volta in piedi, ma distolse lo sguardo dall'ex umano senza dire alcunché.
<<Mmm... Ray?>> fece Spencer, cercando di richiamarlo.
Lui lo ignorò, continuando invece a raccogliere e mettere insieme ogni frase che gli era stata detta, cercando di formulare un pensiero che potesse aiutarlo a capire.
Era una storia che si era inventato durante la giornata soltanto per prenderlo in giro e farlo passare per credulone? Oppure era tutto vero? Però gli era sembrato sincero. Troppo sincero.
<<Quindi...>> si decise a parlare Ray. <<Alla fine, perché sei qui?>>
<<Non lo so...>> rispose lo Zorua. <<Forse questa è una sorta di... seconda possibilità. Forse è merito di Amber che mi ha perdonato, o forse opera di qualcuno di più grande... Non lo so>>
<<Allora non sei un alleato degli umani? Non tornerai nel loro mondo?>> insistette l'Eevee.
<<Scherzi? No, mai. Non ho intenzione di lasciare questo mondo>> disse l'altro, rivolgendo il suo sguardo alle stelle. <<Questo mondo è... semplicemente tutto ciò che desideravo. Per tutti questi anni ho vissuto nell'oscurità e nel freddo, in mezzo ad un ambiente teso e carico di malvagità. Ma ora che sono qui, ora che so cosa significhi vivere in un mondo dove il tempo scorre e le stelle brillano... sono davvero felice. Non rimpiango affatto il posto da cui sono venuto, né voglio tornarci. Questo mondo, questo meraviglioso mondo, ora è la mia casa. Se sono diventato esploratore l'ho fatto anche per contribuire a proteggerla. Farò tutto ciò che è in mio potere per mantenere la pace e sfruttare questa seconda possibilità che mi è stata data>>
Una solitaria lacrimuccia commossa scese dall'occhio sinistro dello Zorua, brillando sotto la luce lunare come una piccola perla. A quei punti, Ray non ebbe più dubbi.
⟨⟨Incredibile... È... sincero...⟩⟩ pensò. <<Però... perché non hai mai detto a nessuno di essere un umano?>> gli domandò.
<<Per poter vivere tranquillo, e per non far preoccupare nessuno>> fu la rapida risposta. <<Già di mio, essendo di una specie di Pokémon che non conoscevate, non passo inosservato. Se rivelassi di essere un umano sicuramente perderei tutta la tranquillità di cui dispongo. A dirla tutta... io non mi considero nemmeno più un umano: ora sono un Pokémon e voglio vivere da tale>>
⟨⟨Ora tutto ha un senso...⟩⟩ si disse Ray. <<Quindi è per questo che ti sei preso una cotta per mia sorella>> fece poi.
<<Già... è una ragazza tanto carina e intelligente...>> mormorò. <<Io sarò anche un umano, ma il mio corpo è quello di un Pokémon, pertanto i miei... istinti sono da tale. Per questo sono attratto da lei>>
Ray cadde nuovamente silenzioso. La storia filava, nonostante tutto. Era incredibile: uno dei Pokémon che più detestava era un umano. Non solo, era il fratello di Amber, l'eroina che aveva salvato il mondo dalla Paralisi.
Oltre a questo, però, aveva scoperto che aveva anche dei valori, che teneva alla pace del loro mondo ed era diventato esploratore per mantenerla. Proprio... proprio come lui.
Forse, in fondo, loro due non erano tanto diversi.
<<Un'ultima cosa, Ray>> fece Spencer. <<Ti scongiuro: non dire a nessuno quello che ti ho raccontato>>
<<Perché me lo hai raccontato?>> fu la domanda che sorse all'Eevee. <<Tu mi detesti. Perché hai raccontato questa storia proprio a me?>>
<<Uh?>> lo Zorua fece uno sguardo stranito. <<Innanzitutto te l'ho raccontato perché mi hai scoperto e se non l'avessi fatto mi avresti distrutto. E poi... io non ti detesto affatto. Anzi, provo un enorme rispetto per te come esploratore. Semplicemente non sopporto il tuo caratteraccio>>
<<Ma!>> esclamò Ray. <<Ma come non mi detesti!? Me lo aveva detto...>> il giovane Purificatore lasciò la frase a metà, mentre un'improvviso lampo di realizzazione gli illuminò la mente. <<...Vidya... Già... me lo aveva detto proprio lei... mi aveva detto che tu andavi in giro a dire che eri il miglior esploratore della Gilda e che... io ero un idiota e robe simili...>>
Spencer si battè una zampa sulla fronte. <<Fammi indovinare... aveva appena scoperto la verità su... quella cosa, vero?>>
<<S... sì...>>
<<Quindi. Per tutto questo tempo tu mi hai odiato... perché una Vidya desiderosa di vendetta ti ha detto che io ti odio e tu l'hai ascoltata senza nemmeno provare ad informarti...?>>
Ray annuì. <<Mi... mi sa che è andata proprio così...>> ammise, evitando di guardare lo Zorua. <<Ops>>
<<"Ops" dice lui... non ci posso credere...>>
<<Ehi! Tu però mi trattavi male appena ne avevi occasione!>> protestò l'Eevee.
<<Ma perché TU trattavi male me!>>
<<Non fa una piega...>> mormorò il Purificatore.
Vidya gli aveva giocato un brutto tiro facendo leva sul suo orgoglio e creandogli un immaginario rivale con l'unico scopo di fargli rodere il fegato. Piano assurdo, eppure fu tremendamente efficace.
Lo Zorua sospirò. <<Beh... dopotutto è anche colpa mia. Avendo visto il tuo carattere non ho approfondito la cosa e sono passato subito all'attacco...>> ammise. <<A proposito, Ray, c'è una cosa che volevo chiederti da tanto tempo. Io mi sono aperto con te e ora vorrei che lo facessi tu con me>>
L'Eevee drizzò le orecchie, un po' preoccupato dalla domanda che poteva arrivare. Tuttavia non si sentì di rifiutare dopo che Spencer gli aveva raccontato la sua storia segreta.
<<Dimmi>>
<<Io non ti capisco, Ray. Perché ti comporti... così? Sei figlio del Pokémon più importante della città, sei intelligente, hai un enorme talento... Tu potresti avere tutto. E invece, non hai altro che la tua bravura e la tua famiglia>> gli disse, alludendo alla sua ristrettissima cerchia di amici. <<Perché, Ray?>>
<<Oh...>>
Un altro silenzio si prese qualche secondo del loro tempo, prima che Ray cominciasse a rispondere alla fatidica domanda.
<<Perché non mi importa di cosa pensano gli altri di me. O almeno, così credevo...>> disse, guardando verso l'orizzonte. <<Fin da piccolo, il mio sogno è sempre stato quello di diventare un esploratore bravissimo. Però... non ho mai voluto esplorare per diventare famoso, essere acclamato e tutte quelle cose... Io esploro solo perché mi piace farlo e per poter aiutare gli altri. Non c'è niente di più>> spiegò. <<E poi... anch'io, come te, voglio vivere la vita che più mi piace. Mi piace essere, come dire... alternativo rispetto agli altri Pokémon. Mi piace essere così come sono, perché non faccio caso a cosa si pensi di me. Essere amato, essere odiato... ho sempre pensato non mi importasse, ma ora sto cominciando a capire che di certi Pokémon mi importa il loro giudizio. Come Elyssia, che amo davvero, e... come voi miei compagni...
Ora però ho paura. Ho paura che sia troppo tardi per recuperare tutti... che per colpa mia ora... non posso più tornare indietro...>>
Spencer addolcì il suo sguardo dopo aver sentito la risposta del compagno di avventura. Dunque non era il mostro arrogante che molti descrivevano, ma un insicuro ragazzino che usava i suoi modi di fare per nascondere la sua fragilità.
Ogni volta che si vantava non era per farsi bello agli occhi altrui, ma era per convincere se stesso di essere bravo. Così come ogni volta che denigrava qualcuno; faceva tutto parte del suo metodo non di elevarsi, ma semplicemente per divertirsi, sentirsi vivo nel modo che più gli aggradava. Semplicemente non gli importava di non essere apprezzato. Gli importava soltanto fare il suo dovere.
Ora però le cose stavano cambiando. Cercando di convincersi che non gli importava del parere altrui stava solo cercando una scusa per poter essere solo senza sentirsi una nullità, ma nessuno più di Spencer sapeva cosa volesse dire convincersi di stare meglio in solitudine per evitare di soffrire proprio quest'ultima.
Sorrise, felice di essere riuscito a comprendere quello che fino a pochi minuti prima era il suo rivale.
<<Allora è questo ciò che sei veramente>> gli disse. <<Ray, non lo avrei mai immaginato... Grazie per avermelo detto>>
L'altro emise un piccolo sbuffo. <<Tu mi hai detto di essere un umano che viene dal futuro che si è ribellato contro la sua stessa sorella per impedirle di salvare il mondo... Mi pareva il minimo>> rispose, ironizzando. <<Comunque, Spencer, il tuo segreto è al sicuro. Hai la mia parola che nessuno saprà nulla>>
<<Ti ringrazio davvero>>
<<Ora>> fece Ray, tornando serio. <<Perché ti sei trasformato in Elyssia per portarmi qui nel cuore della notte? Immagino non sia per parlarmi della tua vita>>
Dietro a tutto quel casino, in effetti Spencer si era quasi dimenticato che effettivamente aveva attirato Ray lì con l'inganno per chiedere il suo aiuto.
<<Giusto!>> esclamò. <<Vieni a vedere>>
⟩⟩ ⟩⟩ ⟩⟩
Spencer portò Ray a ridosso dell'imponente parete rocciosa sotto la quale si trovavano, indicandogli poi un grosso cespuglio che era cresciuto proprio alla base di essa.
<<Ecco. Guarda qui>>
L'Eevee alzò un sopracciglio, perplesso. <<È... un cespuglio. E neanche troppo bello>>
<<Sì, ma avvicinati e guarda attentamente>>
Lui obbedì e si avvicinò al cespuglio, osservandolo con attenzione. Si trattava un roveto molto fitto e spesso... e sembrava che dietro ci fosse qualcosa.
<<Qui dietro c'è... una sorta di cavità? Purtroppo non ci vedo molto bene così al buio>>
<<Esatto! C'è un buco dietro a questi rovi, e si direbbe essere anche abbastanza profondo>>
<<Credo di aver capito dove vuoi arrivare>> fece Ray. <<Tu pensi che Trey e Karina, protetti dai loro aculei d'erba, possano essere entrati qui dentro. Anzi!>> esclamò, scodinzolando a causa dell'illuminazione che aveva avuto. <<Forse questo è addirittura un passaggio segreto per il Dedalo!>>
<<È quel che penso, ma se davvero così fosse mi domando come abbiano fatto a non scoprirlo prima e sigillarlo come tutti gli altri>> rispose lo Zorua. <<Se ho chiesto il tuo aiuto, Ray, è perché vorrei entrare e verificare se si tratta veramente del Dedalo>>
<<Evvai! Spero lo sia perché sono davvero curioso di esplorarlo!>>
<<La risposta che speravo di sentire>> disse Spencer. <<Allora è deciso. Spostati; non possiamo passare in mezzo a questo roveto>>
L'ex umano sfoderò i suoi piccoli, ma sufficentemente affilati artigli, e cominciò ad attaccare il cespuglio con Sfuriate, aprendo un varco per la misteriosa cavità. Gli ci volle quasi un minuto per poter rimuovere ogni ramo spinato che ostruiva quell'ingresso. Alla fine, senza alcuna ombra di dubbio, i due ragazzi si trovavano davanti all'entrata di una caverna... o del Dedalo stesso.
<<Foooorte!>> commentò Ray, correndo verso la cavità.
Al suo interno, vi era un massiccio cumulo di sassi accatastati disordinatamente l'uno sull'altro, come se la volta della caverna fosse collassata su se stessa. Probabilmente era a seguito di quel crollo che si era aperta la cavità.
<<Andiamo!? Andiamo!? Andiamo!? Eh!? Andiamo!?>> domandò l'Eevee con insistenza.
<<Sì. Però con cautela. Credo che dovremmo scendere giù per queste rocce>>
Così fecero. La discesa non fu particolarmente complessa, anche se la quasi totale oscurità di certo non li aiutò, il tutto finché non giunsero a quel che sembrava il pavimento, dove Spencer a quel punto estrasse dalla sua Sacca dei Tesori una Lumisfera e la attivò.
La Sfera illuminò la zona, mostrando una serie di insidiosi e sottili tunnel, proprio come era stato descritto il Dedalo. Sembravano tutti uguali, tutti senza il minimo particolare che li distinguesse l'uno dall'altro. Un vero e proprio labirinto da cui, a quanto pareva, era impossibile trovare l'uscita.
<<Sì! Sì sì sì!>> esclamò Ray. <<L'abbiamo trovato! Ce l'abbiamo fatta!>>
Meno entusiasta, Spencer invece si guardava intorno. L'improvvisata scala da cui erano scesi era formata da macigni molto grandi. Per due Pokémon come lui e Ray, tuttavia, tornare in superficie non sarebbe stato un grosso problema, ma per due Shaymin senza la possibilità di volare...
<<Spencer...>> mormorò Ray, con un accenno di spavento nella voce. <<Guarda a terra...>>
<<Cosa c'è?>>
Non gli ci volle molto per rispondersi da solo: per terra c'era una sottile striscia rossa che, dal punto in cui si trovavano, proseguiva verso una delle gallerie. Toccandola e guardandola per bene alla luce, Spencer capì subito che si trattava di sangue rappreso.
<<Oh no...>> fece, preoccupato. <<Credi che sia...>>
<<Sangue di Trey, o di Karina... o di entrambi... o di qualcun altro...>> finì l'Eevee per lui.
Quello non era previsto. Doveva essere solo un controllo per vedere se quella cavità fosse un'entrata per il Dedalo, tuttavia avevano trovato una traccia fin troppo evidente per essere ignorata.
<<Che facciamo, Ray?>> chiese lo Zorua.
<<Che domande. Seguiamo la scia!>> rispose prontamente il giovane Purificatore. <<E se le cose si mettono male, torniamo indietro. Anche se con i miei poteri potrei risolvere qualunque cosa!>>
<<Forse faremmo meglio ad avvisare il Capitano domani mattina...>>
<<Non c'è tempo! Se Trey e Karina sono qui dobbiamo trovarli ora! Altrimenti rischiamo che sarà troppo tardi!>>
Spencer si prese qualche secondo di riflessione, prima di annuire. <<Hai ragione, ma promettimi che se ci trovassimo in serie difficoltà torneremo indietro!>>
<<Promesso! Ora però andiamo!>>
Detto ciò, Ray afferrò la Lumisfera accesa, facendola rotolare davanti a se spingendola con la zampa destra e avventurandosi nella galleria indicata dalla scia cremisi. Dietro di lui, Spencer lo seguì.
Iniziò dunque a quel modo l'esplorazione del misterioso e famigerato Dedalo, con Ray e Spencer diretti verso l'ignoto senza alcuna idea di cosa li avrebbe attesi...
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