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Kara's pov

Passano le ore, i minuti, i secondi... le lancette dell'orologio fanno un rumore fortissimo amplificato dal silenzio della stanza. Ogni mio minuscolo movimento fa un concerto in quella stanza. I miei pensieri sono rumorosi e pesanti. E hanno un solo nome. E voi sapete quale. Non sono ancora riuscita a togliermelo dalla testa. Non so definire quanto mi sia mancato, ma non so se è giusto per me continuare così o tornare indietro. lasciarmi andare o fermarmi.
Annegata dai pensieri mi addormento. E in un secondo solo buio e silenzio.

Daniele's pov

Mi risveglio. Ieri mi sono addormentato con ancora i vestiti addosso e adesso sono già pronto per uscire. Mi do una piccola rassettata e esco. Direzione: non lo so. Vado al bar per fare colazione e mi siedo su una panchina in piazza. Vedo la vita scorrermi davanti. Tutta la mia vita, solo dopo che il ricordo del bacio del giorno prima torna a rotolare nella mia testa. Mi sono finalmente deciso; vado da Kara e le parlo. Che lei lo voglia o no.
Mi alzo deciso dalla panchina su cui mi ero seduto e vado spedito verso casa sua.

Arrivo dopo una mezzora buona di cammino e suono il campanello una volta, due volte, tre... e finalmente sento la porta aprirsi. Appena la sua immagine arriva ai miei occhi la stringo in un abbraccio ma lei, ancora assonnata e confusa, si scioglie dalla mia presa e chiude la porta dietro di me.

Io: posso parlarti?

Le chiedo preoccupato per la risposta che non tarda ad arrivare.

Kara: ok senti, so cosa eravamo prima e cosa vorresti che fossimo ora ma io non riesco a decidere. In verità, se devo essere sincera, stavo bene prima che tu arrivassi. Senza provare nulla. E poi arrivi tu e boom, ecco che mi sento oppressa, confusa e infastidita. So bene che vorresti stare con me come la prima volta, dopo tutti questi anni. Per coronare qualcosa che c'è sicuramente nella tua testa e a me dispiace dirti che però non è possibile. O almeno non lo è con me.
Daniele, sei sempre stata una persona fantastica, e anche l'unica importante nella mia vita. E... proprio per questo io non voglio ferirti. Quella cosa che stiamo provando ora, non fa per me. Io sono una persona orribile; io non ti merito.

Mi lascia senza parole e giuro che appena ha detto che l'amore non faceva per lei il mio cuore si è sbriciolato che nemmeno un grissino sotto le ruote di un treno. La guardo fissa negli occhi, incapace di dire nulla. Vedere la raggazza che amo da tutta la vita che dice di essere una persona orribile e di non meritarmi mi fa venire solo voglia di farle capire il contrario, di urlargli in faccia la verità: lei è così solo perchè ha paura. Ha paura che possa riaccadere quello che tredici anni fa ha cambiato drasticamente la sua vita.
Dopo secondi infiniti che ho passato a fissarla in quegli stramaleddetti occhi magnetici, lei si gira e si chiude in una stanza a chiave.
È chiaro.
Non vuole più avere niente a che fare con me solo perchè pensa che lei sia una persona orribile. Sarò io semmai la persona orribile se ora me ne andassi e cercassi una nuova persona da amare ma è impossibile. In tutti questi anni sono uscito con dozzine di ragazze pur di dimenticarla ma nulla da fare; lei è una spina conficcata nella mia mente, che ormai ha fatto le radici. Non se ne andrà mai via dalla mia vita, non lo ha mai fatto. Quanto sia importante per me non lo so nemmeno io, sta di fatto che io non la lascerò lì dov'è ora, chiusa in una stanza sperando di tornare apatica e insensibile, non lo faró ancora.
Inizio a camminare verso la stanza e busso.

Kara: perchè sei ancora lí, sono orribile, ti farei solo del male, come ho già fatto.

Io: guai a te se osi dirlo di nuovo, non sei terribile, haia solo paura. Paura che tutto torni, paura che riaccada ciò che ha cambiato la tua vita. E se mi hai allontanato, non è stata colpa tua.

Kara: sì, invece. Tutta colpa mia, se non ti avessi allontanato saremmo stati bene e piú felici.

Io: possiamo esserlo ancora. Possiamo recuperare il tempo perso. Riincontrarci. Fare tutto da capo, come se non fosse accaduto nulla. Come due sconosciuti, perchè dopo tredici anni non possiamo essere altro.

Kara: ma il fatto che ti ho fatto soffrire rimane, ed è stata tutta colpa solo mia.

Io: no, se non avessero ucciso i tuoi genitori allora non avresti avuto paura e noi saremmo felici insieme. Non è stata colpa tua, nemmeno per sbaglio. Ti prego, non voglio perderti di nuovo, voglio aiutarti finalmente. Lascia che ti aiuti. E se andrà male... tornerà tutto come prima, divisi come prima, da soli come prima.

Appoggio la testa allo stipite della porta e sento che una lacrima scende. Ho paura di fallire, ma se prometterle questo è l'unico modo per far in modo che si lasci aiutare, allora accetto il rischio.
Nel silenzio sento che la porta si apre e lei mi abbraccia dolcemente.
E con un filo di voce mi risponde:
Kara: si.

Okkkkk lo so mi odiate male perchè non aggiorno da un mese ma... ma me ne vado ho mi fucilate.
Ok ciao!!!

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